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Diritto Immobiliare

Inadempimento successivo alla domanda: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che, nelle cause di risoluzione di contratti di durata come la locazione, il giudice può legittimamente valutare l'inadempimento successivo alla domanda giudiziale. Il caso riguardava un conduttore che non aveva completato i lavori di ristrutturazione pattuiti. La Corte ha chiarito che il persistere dell'inadempimento durante il processo non solo è rilevante, ma aggrava la posizione del debitore, giustificando la risoluzione del contratto senza che ciò costituisca un vizio di ultrapetizione.
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Responsabilità ex socio: Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18342/2025, ha chiarito la portata della responsabilità ex socio di una società cancellata dal registro delle imprese. Un creditore ha agito in revocatoria contro gli ex soci per la vendita dell'unico bene sociale. La Corte ha stabilito che gli ex soci succedono alla società nei rapporti processuali, a prescindere dalla percezione di somme dalla liquidazione, confermando così una forte tutela per i creditori sociali.
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Estinzione giudizio: lite su canoni demaniali
Una società concessionaria di aree demaniali marittime ha impugnato la sentenza di secondo grado che la vedeva soccombente in una lite sul calcolo dei canoni. Durante il giudizio in Cassazione, la società ha aderito a una definizione agevolata prevista da una nuova legge, pagando una somma ridotta. La Corte Suprema, preso atto dell'avvenuto accordo, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese processuali.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi e regole
Un condomino impugna una delibera assembleare ma il suo ricorso viene respinto in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso finale inammissibile a causa di gravi vizi procedurali, tra cui la mancata specificità dei motivi e il difetto di autosufficienza. La decisione sottolinea il rigore formale necessario per evitare l'inammissibilità del ricorso in cassazione.
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Azione revocatoria: prova della cessione del credito
Una società vende il suo unico immobile non ipotecato a un'altra impresa gestita da un parente stretto, dopo aver contratto un debito. Il creditore avvia un'azione revocatoria. Nel corso della causa, il credito viene ceduto. La Corte di Cassazione conferma l'inefficacia della vendita, chiarendo l'onere della prova in caso di cessione di crediti e confermando il potere del giudice di rilevare d'ufficio la mancanza di "data certa" di un documento. Il legame familiare è stato decisivo per dimostrare l'intento fraudolento.
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Usucapione: impossibile senza possesso esclusivo
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due figli che chiedevano l'usucapione di immobili del padre. La domanda è stata respinta perché il possesso non era esclusivo, ma condiviso con altri familiari (compossesso), come provato da una precedente sentenza. La Corte ha confermato la condanna per lite temeraria, sottolineando l'importanza di un possesso ininterrotto ed esclusivo per l'usucapione.
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Occupazione sine titulo: risarcimento anche senza agibilità
La Cassazione ha confermato la condanna al risarcimento del danno per occupazione sine titulo di un immobile, anche in assenza del certificato di agibilità. La Corte ha stabilito che la mancanza del certificato non esclude il danno, se viene provata la concreta possibilità del proprietario di locare il bene, come nel caso di specie, dimostrata dall'intenzione delle curatele fallimentari di affittare l'immobile. I motivi di ricorso sono stati respinti in quanto miravano a un riesame del merito.
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Simulazione assoluta: prova tra coniugi e creditori
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di presunta simulazione assoluta di una vendita immobiliare tra coniugi, finalizzata a sottrarre il bene alla garanzia dei creditori del marito. I creditori, ex soci in affari del venditore, avevano agito in giudizio per far dichiarare l'inefficacia della cessione della quota del 50% dell'abitazione coniugale dal marito alla moglie. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno accolto la domanda, basandosi su una serie di indizi gravi, precisi e concordanti: il rapporto di parentela, l'irrisorietà del prezzo, la mancata prova del pagamento e il fatto che il marito avesse continuato a sostenere le spese relative all'immobile. La Cassazione ha rigettato il ricorso dei coniugi, confermando la decisione dei giudici di merito e ribadendo che, in presenza di una 'doppia conforme', non è possibile riesaminare i fatti in sede di legittimità. La Corte ha inoltre sottolineato come la valutazione complessiva di più elementi indiziari sia sufficiente a fondare la prova per presunzioni della simulazione assoluta.
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Ricorso inammissibile: decisivo il deposito notifica
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa del mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata. Il caso riguardava la risoluzione di un contratto preliminare di vendita immobiliare. La Corte ha ribadito che, quando il ricorrente menziona l'avvenuta notifica, scatta l'onere di depositarne prova, pena l'improcedibilità del ricorso, sottolineando il principio di autoresponsabilità della parte e il rigore delle norme processuali.
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Eccesso di potere assemblea: delibera condizionata
Una condomina impugna una delibera che subordina l'esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria alla chiusura delle liti da lei promosse. I giudici di primo e secondo grado respingono la domanda. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ritiene la questione sull'eccesso di potere assemblea di particolare rilevanza e rinvia la causa a pubblica udienza per una decisione approfondita sui limiti del potere discrezionale dell'assemblea condominiale.
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Decadenza garanzia appalto senza collaudo: la Cassazione
Un committente contesta vizi a un impianto di riscaldamento, ma la sua richiesta di risarcimento viene respinta per tardività. La Corte di Cassazione ribalta la decisione, stabilendo un principio fondamentale sulla decadenza garanzia appalto: in assenza di accettazione e collaudo formale dell'opera, i termini per la denuncia dei vizi (decadenza) e per l'azione legale (prescrizione) non iniziano a decorrere. La semplice consegna materiale del bene non è sufficiente a far scattare le scadenze a carico del committente.
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Esecuzione specifica: senza saldo niente immobile
La Corte di Cassazione ha confermato che i promissari acquirenti non possono ottenere la consegna di un immobile ottenuto tramite una sentenza di esecuzione specifica (art. 2932 c.c.) se non adempiono alla condizione del pagamento del saldo prezzo, stabilita nella stessa sentenza. La pretesa di compensare il debito con un credito per danni è stata ritenuta inammissibile e infondata.
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Azione pauliana: quando è revocabile l’assegnazione
Un professionista agisce con un'azione pauliana contro una cooperativa edilizia e i suoi soci per revocare il trasferimento di alcuni appartamenti, atto ritenuto lesivo del suo credito. La Corte di Cassazione conferma le decisioni di merito, dichiarando inammissibile il ricorso della cooperativa. La sentenza chiarisce che la consapevolezza del pregiudizio ai creditori va valutata al momento della prenotazione provvisoria dell'immobile e che un errore marginale della corte su un documento non inficia la decisione se la consapevolezza è comunque provata.
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Recesso contratto di locazione: prova della ricezione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16172/2025, ha rigettato il ricorso di una società conduttrice, stabilendo che il recesso dal contratto di locazione produce effetti solo se il conduttore fornisce la prova dell'avvenuta ricezione della comunicazione da parte del locatore. La Corte ha sottolineato che il recesso è un atto unilaterale recettizio e l'onere della prova grava su chi intende avvalersene. Di conseguenza, è stata confermata la condanna della conduttrice al risarcimento dei danni all'immobile.
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Oblazione Condono Edilizio: quando è irripetibile?
Un professionista del settore edile ha versato una somma a titolo di oblazione per un condono edilizio come misura precauzionale, chiedendone poi la restituzione poiché non era mai stato avviato un procedimento penale a suo carico. La Corte di Cassazione ha stabilito che il pagamento dell'oblazione per condono edilizio è una scelta volontaria finalizzata proprio a evitare le conseguenze penali dell'abuso. Di conseguenza, la somma versata ha una sua causa giuridica e non può essere considerata un pagamento indebito, rendendola quindi irripetibile (non rimborsabile).
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Interesse pubblico urbanistica: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso riguardante la decisione di un Comune di conservare, per interesse pubblico urbanistica, un parcheggio multipiano edificato abusivamente e successivamente acquisito al patrimonio comunale. I proprietari confinanti, che ne chiedevano la demolizione, hanno impugnato la decisione del Consiglio di Stato. La Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la valutazione del giudice amministrativo sulla carenza di interesse dei vicini a impugnare l'atto di acquisizione non costituisce un diniego di giurisdizione. Inoltre, ha confermato che il controllo sulla logicità e congruità della motivazione addotta dal Comune per la conservazione dell'immobile rientra nel legittimo esercizio del potere giurisdizionale e non sconfina nel merito amministrativo.
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Servitù su area condominiale: limiti all’uso
Una condomina impugnava la delibera che negava l'autorizzazione a lavori che avrebbero imposto una servitù su area condominiale a favore di una sua proprietà esterna. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l'art. 1102 c.c. non consente di creare servitù su beni comuni a vantaggio di immobili non facenti parte del condominio, confermando la legittimità del diniego.
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Conflitto di interessi: annullamento vendita immobiliare
La Corte di Cassazione conferma l'annullamento di una vendita immobiliare a causa di un provato conflitto di interessi dell'amministratore della società venditrice. La decisione si fonda su prove presuntive che dimostravano un'operazione volta a favorire un socio a danno della società. La sentenza chiarisce inoltre che l'esercizio del diritto di opzione produce effetti solo al momento della ricezione da parte del proponente.
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Rinuncia diritto retrocessione: limiti e interpretazione
La Corte di Cassazione analizza il caso di un accordo transattivo stipulato tra un Comune e degli ex proprietari di un terreno espropriato. Il cuore della questione è se la clausola di rinuncia a ogni ulteriore pretesa, contenuta nell'accordo, includa anche la rinuncia al diritto di retrocessione per le aree non utilizzate. La Corte ha cassato la sentenza d'appello, affermando che una rinuncia generica non si estende automaticamente a diritti futuri o diversi da quelli oggetto della lite originaria, come la retrocessione, se non emerge una chiara volontà delle parti in tal senso. È necessaria un'interpretazione rigorosa che vada oltre il dato letterale, considerando il contesto e l'oggetto specifico della transazione.
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Domanda nuova in condominio: limiti e conseguenze
Alcuni condomini impugnano una delibera per l'installazione di un dissuasore di sosta. Durante la causa, chiedono anche l'accertamento di una servitù sull'area. La Cassazione conferma che si tratta di una domanda nuova inammissibile, poiché introduce un tema di giudizio diverso, con parti e presupposti differenti, rispetto all'impugnazione della delibera. La Corte chiarisce inoltre che installare un dissuasore per regolamentare l'uso di un'area comune non costituisce un'innovazione e non richiede maggioranze qualificate.
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