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Diritto Immobiliare

Usi civici: occupazione senza titolo e vecchie leggi
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società che occupava con i propri impianti un terreno comunale soggetto a usi civici, invocando normative risalenti al 1810. La Corte ha stabilito che la legislazione successiva, in particolare la legge n. 1766/1927, ha superato le vecchie disposizioni, rendendo necessario un formale provvedimento di "legittimazione" per regolarizzare l'occupazione. In assenza di tale atto, l'occupazione è considerata senza titolo e il terreno deve essere restituito alla collettività.
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Assegnazione canoni locazione: prevale sulla successiva
Una banca ottiene un'ordinanza di assegnazione per futuri canoni di locazione di un immobile. Successivamente, un'altra società avvia un pignoramento sull'immobile stesso. La Corte di Cassazione, pur dichiarando il ricorso inammissibile per questioni procedurali, ha enunciato un principio di diritto fondamentale: l'assegnazione dei canoni di locazione trasferisce immediatamente la titolarità del credito al creditore assegnatario. Di conseguenza, il successivo pignoramento immobiliare non può intaccare tali canoni, poiché al momento del pignoramento essi non fanno più parte del patrimonio del debitore. La precedente assegnazione, quindi, prevale.
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Motivazione apparente: sentenza nulla se decide ultra petita
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello per motivazione apparente. Il caso riguardava una servitù di passaggio, dove la Corte d'Appello aveva individuato un percorso per l'esercizio del diritto che nessuna delle parti aveva richiesto, violando il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato. Secondo la Cassazione, una decisione che si discosta dalle domande e dai motivi d'appello, fornendo una soluzione autonoma e non richiesta, è viziata da motivazione apparente, poiché non rende percepibile l'iter logico-giuridico seguito.
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Responsabilità direttore lavori: i confini del ruolo
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un direttore dei lavori e del suo studio di progettazione per danni strutturali causati a un edificio adiacente. La sentenza ribadisce che la responsabilità direttore lavori va oltre la mera sorveglianza, includendo un dovere di alta competenza tecnica, controllo attivo sull'esecuzione e l'obbligo di intervenire per correggere carenze progettuali o esecutive, anche sospendendo i lavori se necessario. Viene rigettata la tesi difensiva che lo qualificava come semplice esecutore di ordini.
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Responsabilità del notaio: l’errore del Conservatore
Un acquirente perde un immobile a causa di un pignoramento non rilevato al momento dell'acquisto. La Corte di Cassazione annulla la condanna per responsabilità del notaio, ritenendo che la Corte d'Appello non abbia adeguatamente motivato come il professionista avrebbe potuto scoprire l'errore del Conservatore dei registri immobiliari, che aveva trascritto l'atto con un codice fiscale errato.
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Prezzo immobili pubblici: non contestazione e nullità
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito che dichiaravano la nullità parziale di un contratto di compravendita di un immobile pubblico. Il contenzioso verteva sulla corretta determinazione del prezzo immobili pubblici, in particolare sull'applicazione di un coefficiente di abbattimento. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell'ente previdenziale, ritenendo decisivo il principio di non contestazione: poiché l'ente non aveva specificamente contestato il calcolo del prezzo proposto dall'acquirente nel corso del giudizio, tale calcolo doveva ritenersi provato. Inoltre, è stata esclusa l'applicazione retroattiva di una normativa successiva al contratto.
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Integrazione del contraddittorio: Cassazione ordina notifica
In una causa relativa alla detenzione senza titolo di un immobile, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio. Ha rilevato la mancata notifica del ricorso a una delle parti necessarie del processo (litisconsorte necessario). Di conseguenza, ha ordinato l'integrazione del contraddittorio, concedendo 60 giorni ai ricorrenti per notificare l'atto alla parte pretermessa, rinviando la decisione sul merito a una nuova udienza.
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Motivazione apparente: danno da costruzione e risarcimento
Una società immobiliare è stata condannata a risarcire i danni per una costruzione violante le distanze legali. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, non per l'accertamento della violazione, ma a causa della motivazione apparente utilizzata per quantificare il danno. I giudici avevano equiparato il danno da ridotto godimento dell'immobile al costo di demolizione dell'opera, senza fornire una spiegazione logica e concreta, rendendo la decisione arbitraria e non verificabile.
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COSAP e Aree Pubbliche: quando è dovuto il canone?
Una società di telecomunicazioni si opponeva al pagamento del COSAP per l'installazione di proprie apparecchiature su un'area montana. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo un principio fondamentale: per la debenza del canone di occupazione, non è sufficiente che un'area sia classificata come strada comunale ai sensi del Codice della Strada. È indispensabile dimostrare che tale area appartenga effettivamente al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune e, soprattutto, che sia concretamente destinata all'uso pubblico. La Corte ha annullato la decisione precedente, che si era basata su una presunzione errata, e ha rinviato il caso per un nuovo esame che verifichi l'effettiva destinazione pubblica del suolo.
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Rinuncia al ricorso in Cassazione: le conseguenze
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze della rinuncia al ricorso. A seguito della rinuncia delle parti appellanti, accettata dai creditori, la Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio sorto per l'inefficacia di un fondo patrimoniale. È stato inoltre stabilito che in caso di rinuncia al ricorso, non si applica il raddoppio del contributo unificato.
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Transazione tardiva: quando è inammissibile in causa
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una transazione tardiva presentata in un giudizio per vizi immobiliari. L'ordinanza chiarisce che, sebbene l'accordo possa essere prodotto in qualsiasi momento, la sua efficacia è subordinata all'adempimento delle obbligazioni. Nel caso specifico, il mancato completamento dei lavori pattuiti ha reso la transazione inidonea a chiudere la lite. La Corte ha inoltre confermato la tardività della domanda di restituzione somme, qualificandola come domanda riconvenzionale soggetta a preclusioni.
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Presunzione di condominialità: onere della prova
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema della presunzione di condominialità dei beni comuni. Il caso riguarda la trasformazione di un manufatto in un cortile comune a uso esclusivo di alcuni condomini. La Corte ha stabilito che, per difendere un bene comune, non è necessaria la 'probatio diabolica'. È il condomino che ne rivendica la proprietà esclusiva a dover fornire la prova, invertendo l'onere probatorio. La decisione chiarisce che la natura di un bene si presume comune se funzionale all'uso collettivo, salvo titolo contrario.
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Distanza costruzioni zona agricola: no analogia
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che imponeva un arretramento di 20 metri a una costruzione non residenziale in un'area rurale. Il caso riguardava la corretta interpretazione della normativa sulla distanza delle costruzioni in zona agricola. La Corte ha stabilito che la Corte d'Appello ha errato nell'applicare per analogia le norme previste per le abitazioni a una struttura strumentale a un'attività d'impresa. In assenza di un vuoto normativo, e in presenza di una norma regolamentare comunale che fissava una distanza generica di 5 metri, quest'ultima doveva essere applicata, escludendo il ricorso all'interpretazione analogica.
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Patto di riservato dominio e indennità di esproprio
La Corte di Cassazione stabilisce che l'acquirente di un immobile con patto di riservato dominio ha la legittimazione ad agire per contestare l'indennità di occupazione. Sebbene la proprietà formale si trasferisca solo al pagamento dell'ultima rata, l'acquirente assume da subito i rischi e le facoltà del proprietario, diventando titolare sostanziale del diritto. Pertanto, la sua legittimazione a contestare la stima concorre con quella del venditore, il cui diritto è assimilabile a una garanzia reale.
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Decadenza concessione demaniale: il giudicato blocca
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti all'impugnazione di un provvedimento di decadenza concessione demaniale. A seguito di danni a uno stabilimento e del mancato pagamento dei canoni, un concessionario si è visto revocare la licenza. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, stabilendo che la precedente reiezione di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica aveva reso la decadenza definitiva e non più contestabile in sede civile, neanche per motivi legati all'importo dei canoni. La decisione sottolinea il principio del giudicato amministrativo e la sua forza preclusiva.
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Responsabilità del notaio: vendita e diritto di superficie
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità del notaio che non ha informato adeguatamente l'acquirente della natura del diritto trasferito, risultato essere un diritto di superficie e non la piena proprietà. L'acquirente aveva comprato un immobile scoprendo solo in seguito di non possedere il terreno sottostante. I tribunali di primo e secondo grado avevano già condannato il notaio al risarcimento del danno. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso del professionista, ribadendo i suoi doveri di diligenza e corretta informazione.
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Inammissibilità ricorso cassazione: requisiti di forma
Una società conduttrice di un immobile ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione in una controversia di locazione. La Corte ha dichiarato l'inammissibilità ricorso per cassazione perché l'atto era redatto in modo confuso, prolisso e non esponeva in modo chiaro e sintetico i fatti di causa e le vicende processuali, violando così il requisito di contenuto-forma previsto dall'art. 366, n. 3, del codice di procedura civile e il principio di autosufficienza del ricorso.
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Contratto di locazione non registrato: riduzione canone
Un inquilino con un contratto di locazione non registrato del 2004 ha chiesto la riduzione del canone. La Corte di Cassazione ha stabilito che la riduzione è possibile, ma solo a partire dal 1° gennaio 2016, data di entrata in vigore della legge n. 208/2015. Questa norma si applica retroattivamente ai contratti più vecchi che erano ancora in corso a quella data, fissando il canone massimo a quello concordato a livello locale.
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Appello inammissibile: motivi non specifici
Un condominio citava in giudizio i propri legali per negligenza professionale, avendo omesso di riassumere tempestivamente una procedura esecutiva. La Corte d'Appello dichiarava l'impugnazione inammissibile per la genericità dei motivi. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che un appello è inammissibile se le argomentazioni non contrastano specificamente la ratio decidendi della sentenza di primo grado e se vengono introdotte nuove domande.
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Vizio di costruzione: omessa perizia è cassazione
Un condominio cita in giudizio un'impresa per un grave vizio di costruzione (carbonatazione). Nonostante una perizia tecnica disposta in appello ne confermasse la gravità, la Corte d'Appello la ignora. La Corte di Cassazione annulla la sentenza, stabilendo che l'omesso esame di una prova così decisiva costituisce un errore di diritto, e rinvia il caso per una nuova valutazione che tenga conto della perizia.
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