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Diritto Immobiliare

Competenza tribunale ordinario per alveo abbandonato
L'ordinanza stabilisce la competenza del tribunale ordinario in una controversia sulla proprietà di terreni un tempo parte di un alveo fluviale, ma da decenni abbandonato dalle acque. La Corte di Cassazione ha chiarito che, in assenza di uno scorrimento d'acqua attuale e della necessità di regolare il flusso, la questione è puramente proprietaria e non rientra nella giurisdizione specializzata del Tribunale regionale delle acque pubbliche.
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Indennità di esproprio: Cassazione e valore venale
Una società agricola contesta la sua indennità di esproprio, lamentando l'uso di parametri di calcolo errati. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo che il calcolo del valore venale del bene si basava su una complessa analisi di mercato e non solo sul Valore Agricolo Medio (VAM). La Corte ha confermato la decisione di merito che aveva correttamente motivato la liquidazione dell'indennità, respingendo le censure sulla valutazione delle prove.
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Litisconsorzio necessario: appello e comproprietari
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha stabilito che nei giudizi di impugnazione relativi all'indennità di esproprio di un bene in comproprietà, sussiste un'ipotesi di litisconsorzio necessario. Di conseguenza, qualora il ricorso sia promosso solo da alcuni dei comproprietari, il giudice deve ordinare l'integrazione del contraddittorio nei confronti degli altri, rinviando la causa a nuovo ruolo per garantire la partecipazione di tutte le parti necessarie.
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Difetti estetici: la garanzia decennale non opera
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 23440/2025, chiarisce che i difetti estetici di un immobile, come il deterioramento di un rivestimento esterno, non costituiscono 'gravi difetti' ai sensi dell'art. 1669 c.c. se non compromettono la funzionalità o la stabilità dell'edificio. Di conseguenza, la garanzia decennale del costruttore non è applicabile e non si può ricorrere automaticamente alla responsabilità generale per fatto illecito (art. 2043 c.c.) per vizi minori se non sussistono i presupposti autonomi.
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Giudicato esterno sull’indennità di esproprio
La Corte di Cassazione ha stabilito che una domanda per l'indennità di occupazione di urgenza è inammissibile se una precedente sentenza ha già deciso su una richiesta di indennizzo generica per la stessa procedura di esproprio. Si forma un giudicato esterno che copre tutte le voci di indennizzo implicitamente incluse nella domanda originaria, anche se non esplicitamente menzionate nel dispositivo della prima sentenza. La parte avrebbe dovuto impugnare la prima decisione per omessa pronuncia, non avviare un nuovo giudizio.
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Occupazione usurpativa: quando si calcola il danno?
In una complessa vicenda di occupazione usurpativa di un terreno privato da parte di enti pubblici, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: il risarcimento del danno non va calcolato al momento della trasformazione fisica del bene, ma alla data della domanda giudiziale con cui il proprietario rinuncia alla restituzione e chiede l'indennizzo. La Corte ha annullato la precedente decisione per aver errato nella data di valutazione e per non aver adeguatamente considerato le critiche alla perizia tecnica sulla superficie sottratta, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Conflitto di giurisdizione: quando è inammissibile?
A seguito di una procedura di esproprio, una coppia otteneva una sentenza di condanna al deposito dell'indennità. Di fronte all'inadempimento, agiva in esecuzione ma il giudice rigettava il ricorso, suggerendo la via del giudizio amministrativo. Il TAR, investito della questione, sollevava un conflitto di giurisdizione. La Cassazione lo ha dichiarato inammissibile, chiarendo che il rigetto di uno specifico strumento processuale non equivale a una declinatoria di giurisdizione.
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Calcolo indennità esproprio: la data che conta
Una società alimentare ha contestato l'indennità per un terreno espropriato per la costruzione di una linea ferroviaria. La Corte di Cassazione ha respinto le richieste della società ma ha accolto parzialmente quelle del consorzio costruttore. È stato stabilito un principio fondamentale: il calcolo dell'indennità di esproprio deve basarsi unicamente sugli strumenti urbanistici in vigore alla data del decreto di esproprio, escludendo qualsiasi futura modifica non ancora approvata.
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Indennità di esproprio: quando spetta la rivalutazione?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23378/2025, ha respinto il ricorso di alcuni proprietari terrieri che chiedevano una rivalutazione dell'indennità di esproprio ricevuta. La Corte ha ribadito che l'indennità di esproprio costituisce un 'debito di valuta' e non si rivaluta automaticamente. Per ottenere un risarcimento per il danno da svalutazione (maggior danno), il creditore deve fornire una prova specifica, che nel caso di specie è mancata. I motivi di ricorso relativi alla stima del valore del terreno e del danno alla proprietà residua sono stati dichiarati inammissibili per mancanza di autosufficienza.
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Provvedimento bilingue: obblighi in Cassazione
La Corte di Cassazione ha chiarito che, in un ricorso contro una decisione della Corte d'Appello di Bolzano, il deposito del solo provvedimento bilingue in lingua tedesca non è sufficiente. A causa delle specifiche normative sul bilinguismo, è necessario acquisire anche la versione in lingua italiana per poter procedere. La Corte ha quindi rinviato la causa, ordinando alla cancelleria di richiedere la copia italiana del provvedimento impugnato.
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Indennità di esproprio: il valore di mercato vince
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennità di esproprio per un terreno deve essere calcolata in base al suo effettivo valore di mercato per garantire un "serio ristoro" al proprietario. Questa decisione respinge il ricorso di un Comune che voleva applicare parametri amministrativi inferiori. La Corte ha ribadito che i principi costituzionali e della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo prevalgono sulle normative locali che fissano valori tabellari, affermando il diritto a un'equa compensazione per la perdita della proprietà.
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Obbligo di inventario usufruttuario: la guida
Una recente sentenza della Corte di Appello ha ribaltato una decisione di primo grado, stabilendo che l'usufruttuario non può ottenere il possesso di un immobile né richiedere un risarcimento danni se non adempie al suo obbligo di inventario. La Corte ha chiarito che tale adempimento è un presupposto fondamentale per l'esercizio del diritto di usufrutto, rendendo legittima la detenzione del bene da parte del nudo proprietario in sua assenza.
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Rogito notarile: vale come nuovo contratto? La Cassazione
Una coppia acquista una villa all'asta da un ente pubblico, ma scopre in seguito una superficie minore e un vincolo culturale sopravvenuto. Nonostante ciò, firmano il rogito notarile e poi agiscono in giudizio per ottenere una riduzione del prezzo. La Corte di Cassazione ha respinto il loro ricorso, stabilendo che la firma del rogito, avvenuta con piena consapevolezza dei problemi, costituisce un nuovo accordo contrattuale che accetta l'immobile nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, superando le condizioni dell'asta.
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Indennità di espropriazione: i limiti del ricorso
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso relativo alla determinazione dell'indennità di espropriazione per la realizzazione di un impianto fotovoltaico. La Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi che contestavano la stima del valore del terreno, ribadendo che la valutazione delle prove e delle perizie tecniche (CTU) rientra nel giudizio di merito del tribunale e non può essere oggetto di riesame in sede di legittimità, se non per vizi logici o giuridici manifesti. La decisione conferma la responsabilità solidale dell'ente pubblico che autorizza l'esproprio.
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Confisca e terzo acquirente: la competenza è penale
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di un cittadino che aveva acquistato un immobile precedentemente oggetto di confisca. Il ricorrente aveva citato in giudizio civile le amministrazioni statali, sostenendo che il provvedimento non fosse a lui opponibile. La Corte ha stabilito che la questione era già stata decisa in via definitiva in sede penale (giudicato esterno) e che, in ogni caso, la competenza esclusiva a decidere sui diritti dei terzi su beni confiscati spetta al giudice dell'esecuzione penale, non a quello civile. Di conseguenza, l'azione civile è stata ritenuta inammissibile.
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Ipoteca e lottizzazione abusiva: la Consulta vince
La Corte di Cassazione, accogliendo un ricorso di istituti di credito, ha cassato la sentenza d'appello che pregiudicava un'ipoteca su terreni oggetto di lottizzazione abusiva. A seguito di una pronuncia della Corte Costituzionale, è stato stabilito che il diritto di garanzia del creditore, se iscritto prima della trascrizione del provvedimento sanzionatorio e in assenza di sua responsabilità nell'abuso, non può essere annullato dall'acquisizione del bene al patrimonio comunale. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio fondamentale sulla tutela dell'ipoteca e lottizzazione abusiva.
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Compensazione delle spese: la Cassazione decide
Un cittadino si appella alla Suprema Corte richiedendo la compensazione delle spese a causa della presunta condotta scorretta della parte vincitrice, consistita nella produzione tardiva di un documento. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che possono essere rimborsate solo le spese specifiche causate direttamente dalla condotta illecita e confermando l'ampia discrezionalità del giudice nel non disporre la compensazione se tale condotta non ha inciso sulla decisione finale.
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Vendita a non domino: inefficace ma non nulla
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, chiarisce la natura giuridica della vendita a non domino (vendita di un bene da parte di chi non ne è proprietario). Il caso riguardava alcuni soggetti, tra cui un Comune, che rivendicavano la proprietà di terreni venduti da terzi. La Corte ha stabilito che tale contratto non è nullo, ma semplicemente inefficace nei confronti del vero proprietario. Quest'ultimo, per tutelarsi, deve dimostrare il proprio diritto e agire non per la nullità, ma per far accertare l'inefficacia dell'atto. Il ricorso è stato respinto perché i ricorrenti non hanno fornito prova adeguata della loro proprietà né hanno formulato la domanda corretta.
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Danno patrimoniale equa riparazione: quando è dovuto?
Una società ha richiesto un'equa riparazione per l'eccessiva durata di un processo amministrativo relativo a un permesso di costruire. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, negando il risarcimento per il danno patrimoniale. La motivazione risiede nel fatto che la perdita economica non derivava direttamente dal ritardo del processo, ma da un evento autonomo e successivo: la modifica dello strumento urbanistico comunale. La pronuncia ribadisce la necessità di un nesso causale diretto per il riconoscimento del danno patrimoniale in sede di equa riparazione.
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Indennità di esproprio: quando è congrua?
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni proprietari terrieri che contestavano l'indennità di esproprio per un elettrodotto. La Corte ha stabilito che il giudice di merito ha correttamente valutato l'offerta, ritenendola congrua e respingendo la tesi dell'espropriazione parziale, in quanto l'opera non limitava l'uso del fondo residuo.
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