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Diritto Immobiliare

Rinnovo tacito locazione P.A.: perché non è valido?
Una associazione professionale sosteneva il rinnovo tacito di un contratto di locazione con un ente pubblico. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, riaffermando che il rinnovo tacito locazione con la Pubblica Amministrazione è impossibile. Per la validità di tali contratti è sempre richiesta la forma scritta, che non può essere sostituita da comportamenti concludenti come il pagamento continuato di somme.
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Durata Locazione Commerciale: Ristorante non è Hotel
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società di ristorazione che chiedeva l'applicazione della durata locazione commerciale di 9+9 anni a un contratto stipulato nel 2007. La Corte ha stabilito che la norma del 2011, che equipara i ristoranti agli alberghi per la durata del contratto, non è retroattiva e non può applicarsi a rapporti giuridici sorti prima della sua entrata in vigore. La durata del contratto resta quindi di 6+6 anni.
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Limite di finanziabilità: non è causa di nullità del mutuo
Una società finanziaria si è vista negare l'ammissione al passivo fallimentare di un credito derivante da un mutuo fondiario, poiché l'importo superava la soglia di legge (80% del valore dell'immobile). Il tribunale aveva dichiarato nullo il contratto. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha ribaltato la decisione. Richiamando un'importante sentenza delle Sezioni Unite, ha stabilito che il superamento del limite di finanziabilità non è una causa di nullità del contratto, ma una norma di vigilanza prudenziale. Il caso è stato rinviato al tribunale per un nuovo esame.
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Improcedibilità ricorso: deposito tardivo notifica
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità del ricorso a causa del mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata entro il termine perentorio di 20 giorni. Il caso, nato da una disputa per morosità in un contratto di locazione, evidenzia il rigore delle norme processuali e il principio di autoresponsabilità della parte ricorrente, rendendo inefficace anche il successivo ricorso incidentale.
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Improcedibilità ricorso: deposito notifica e termini
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità del ricorso avverso una sentenza della Corte d'Appello. Il caso riguardava la risoluzione di un contratto di vendita di un fondo agricolo. L'acquirente, soccombente in appello, ha proposto ricorso in Cassazione tardivamente, superando il termine breve di 60 giorni dalla notifica della sentenza da lei stessa allegata. Inoltre, non ha depositato la relata di notifica della sentenza impugnata, un adempimento richiesto a pena di improcedibilità del ricorso. La Corte ha ribadito che il mancato rispetto di questo onere procedurale impedisce l'esame del merito.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per regolamento di competenza. Il caso riguardava un conduttore di un fondo agricolo che, dopo una vendita forzata, chiedeva al nuovo proprietario il pagamento per le migliorie. Il Tribunale aveva dichiarato la domanda inammissibile perché il conduttore avrebbe dovuto agire con un'opposizione all'esecuzione. La Cassazione ha chiarito che questa non è una decisione sulla competenza, ma sul merito della specifica azione processuale intrapresa, rendendo il ricorso per regolamento di competenza uno strumento errato.
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Istanza di riunione: quando non è impugnabile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per regolamento di competenza contro un'ordinanza che respingeva un'istanza di riunione tra due cause connesse (risoluzione di locazione e opposizione a decreto ingiuntivo per canoni). La Suprema Corte ha chiarito che tale provvedimento ha natura meramente preparatoria e non decisoria sulla competenza, in quanto non sposta la causa ad altro ufficio giudiziario, e pertanto non è impugnabile con questo specifico mezzo.
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Sospensione facoltativa processo: i doveri del giudice
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza di sospensione di un processo di sfratto. Il giudice di merito aveva sospeso la causa in attesa della definizione di un appello in un altro giudizio pregiudicante, senza però effettuare la necessaria valutazione prognostica sulla plausibile controvertibilità della sentenza appellata. Secondo la Suprema Corte, per la sospensione facoltativa del processo non basta il nesso di pregiudizialità, ma occorre una motivazione esplicita sulle ragioni per cui non si riconosce l'autorità della prima sentenza.
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Indennità di esproprio: il valore del terreno
Una proprietaria terriera ha richiesto una maggiore indennità di esproprio, sostenendo che il suo terreno agricolo, destinato alla costruzione di un ospedale pubblico, dovesse essere valutato come edificabile. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'indennizzo deve basarsi sul valore di mercato effettivo. Poiché un vincolo conformativo impediva l'edificazione da parte di privati, il valore del terreno è stato correttamente calcolato in base al suo uso agricolo e non a un potenziale edificatorio fittizio.
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Indennità di esproprio: il valore è quello di mercato
Un proprietario ha contestato l'indennità di esproprio per un terreno destinato a un'opera pubblica, sostenendo dovesse essere considerato edificabile. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il calcolo deve basarsi sul valore venale effettivo del bene, che, in presenza di un vincolo conformativo che esclude l'edificazione privata, corrisponde a quello agricolo. La Corte ha inoltre confermato l'inefficacia di una legge regionale che creava una fittizia "edificabilità legale" ai soli fini indennitari.
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Motivazione sentenza: quando è nulla per tautologia
Un'ordinanza della Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello a causa di una motivazione sentenza ritenuta tautologica e apparente. Il caso riguardava una controversia nata da una fallita trattativa per un contratto di locazione. La Corte ha stabilito che affermare che un motivo di appello è 'infondato perché inidoneo a confutare' la decisione di primo grado non costituisce una motivazione valida, violando il 'minimo costituzionale' richiesto. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione nel merito.
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Domanda tardiva fallimento: la Cassazione alle Sezioni Unite
La Corte di Cassazione ha rimesso alle Sezioni Unite una questione cruciale: come gestire una domanda tardiva di fallimento che ripropone una pretesa già oggetto di una causa civile iniziata prima della dichiarazione di fallimento. Il caso riguarda alcuni acquirenti di un immobile che, dopo aver citato in giudizio la società costruttrice per inadempimento, si sono visti costretti a presentare istanza di ammissione al passivo a seguito del fallimento della stessa. I giudici di merito avevano rigettato la domanda, ma la Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema, ha sospeso la decisione per ottenere un verdetto nomofilattico.
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Giurisdizione amministrativa per occupazione di suolo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2926/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un privato contro un ente pubblico per l'occupazione di un terreno. Il caso verteva sulla giurisdizione competente: ordinaria o amministrativa. La Corte ha stabilito la giurisdizione amministrativa esclusiva, poiché l'occupazione e la trasformazione del terreno, seppur temporanee, erano funzionalmente collegate a un'opera per la quale era stata emessa una dichiarazione di pubblica utilità. Questo legame, anche se mediato, è sufficiente a radicare la competenza del giudice amministrativo, a prescindere dal fatto che non fosse prevista una specifica espropriazione del fondo.
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Premio rinvenimento reperti: la giurisdizione è del TAR
Una società edile, dopo aver scoperto una domus romana, ha contestato l'importo del premio offerto dal Ministero della Cultura. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha stabilito che la controversia sul premio rinvenimento reperti rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo. Anche se la legge prevede una stima da parte di un tecnico, l'Amministrazione mantiene un potere discrezionale sulla determinazione finale dell'importo e sulla modalità di pagamento, configurando la posizione del privato come un interesse legittimo e non un diritto soggettivo.
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Ricorso cassazione inammissibile: il caso dell’atto
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un proprietario immobiliare che chiedeva un risarcimento danni per la demolizione di una villa storica. La decisione si fonda sul vizio di forma del ricorso, definito 'assemblato', in quanto consisteva in una mera riproduzione di atti precedenti senza una sintesi chiara. Questo ha reso il ricorso per cassazione inammissibile per violazione dei principi di autosufficienza e sinteticità, impedendo alla Corte di esaminare il merito della questione.
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Responsabilità notaio: limiti per testamento olografo
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della responsabilità del notaio nel caso della pubblicazione di un testamento olografo. Una erede aveva ricevuto in legato un immobile con un vincolo di destinazione alberghiera non comunicato dal professionista, immobile poi confiscato. La Corte ha respinto la richiesta di risarcimento, stabilendo che, senza uno specifico incarico di consulenza, il notaio non è tenuto a svolgere indagini (es. visure ipotecarie) sugli beni ereditari, essendo il suo compito limitato alla formale pubblicazione del testamento.
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Improcedibilità del ricorso: deposito e notifica
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso presentato da alcuni condomini in una causa per spese condominiali. La decisione si fonda sul mancato deposito, da parte dei ricorrenti, della copia autentica della sentenza d'appello corredata dalla prova della sua notificazione. La Corte ha chiarito che tale adempimento è essenziale per consentire al giudice di verificare la tempestività dell'impugnazione, e la sua omissione non è sanabile se il ricorso è stato notificato oltre 60 giorni dalla pubblicazione della sentenza impugnata.
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Prova del credito in appalto: oneri dell’impresa
Una società edile ha citato in giudizio un'azienda agricola per il mancato pagamento del saldo di un contratto di appalto. La Corte d'Appello aveva ridotto il credito dell'impresa, ritenendo non pienamente raggiunta la prova del credito riguardo le quantità di lavori eseguiti. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, rilevando che i giudici di merito avevano omesso di valutare prove decisive come la consulenza tecnica d'ufficio, le testimonianze e le varianti al progetto che giustificavano maggiori lavori. Inoltre, la Cassazione ha censurato la sentenza per aver negato un compenso sulla base di un presupposto errato ed estraneo alla domanda (il 'nolo' di un escavatore di proprietà dell'impresa), incorrendo nel vizio di ultrapetizione.
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Vizi di costruzione: danni e tutele per l’acquirente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3011/2025, ha chiarito importanti principi in materia di vizi di costruzione. La Corte ha stabilito che il giudice ha il potere di riqualificare la domanda dell'acquirente, trasformando una richiesta di riduzione del prezzo in una di risarcimento del danno, se i fatti dimostrano la presenza di gravi difetti ai sensi dell'art. 1669 c.c. È stato inoltre confermato che il singolo condomino può agire per i danni derivanti da vizi sulle parti comuni che incidono sulla sua proprietà esclusiva.
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Inadempimento preliminare: chi ha torto?
Un promissario acquirente ha citato in giudizio i promittenti venditori per la risoluzione di un contratto preliminare di compravendita, lamentando la mancanza del certificato di abitabilità. La Corte d'Appello ha ritenuto più grave l'inadempimento dell'acquirente, che non si era presentato al rogito, legittimando il recesso dei venditori e la ritenzione della caparra. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo che in caso di reciproco inadempimento preliminare, il giudice deve effettuare una valutazione comparativa delle condotte per determinare quale sia stata la causa principale della mancata conclusione del contratto.
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