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Diritto Immobiliare

Usucapione parcheggio: possesso esclusivo è decisivo
La Corte di Cassazione ha esaminato un complesso caso di usucapione parcheggio e aree pertinenziali a un condominio. La Corte ha rigettato le richieste dei condomini, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La motivazione principale si fonda sulla mancanza di un possesso esclusivo, pacifico e ininterrotto per oltre vent'anni, requisito fondamentale per l'usucapione. È stato accertato che le aree in questione erano liberamente accessibili e utilizzate anche da terzi estranei al condominio, invalidando così la pretesa di un possesso uti dominus. La sentenza chiarisce che né la manutenzione delle aree né la semplice destinazione a parcheggio nei progetti originari sono sufficienti a costituire un diritto reale in assenza di atti formali di trasferimento o di un possesso che escluda l'interferenza di terzi.
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Titoli PAC: non fungibilità e risoluzione contratto
La Corte di Cassazione ha stabilito che i titoli PAC (Politica Agricola Comune) 'con terra' e 'senza terra' non sono beni fungibili. In un caso di compravendita di un fondo agricolo, la mancata consegna dei titoli PAC specificati nel contratto costituisce un inadempimento grave che può giustificare la risoluzione del contratto. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva erroneamente considerato l'offerta di titoli diversi come un adempimento valido, sottolineando la differente funzione economica e produttività immediata dei titoli abbinati a un terreno.
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Distanze legali: no usucapione se l’edificio è nuovo
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due proprietari immobiliari in una causa sulle distanze legali. La Corte ha stabilito che una ristrutturazione che aumenta altezza e volume di un edificio lo qualifica come "nuova costruzione", impedendo di invocare l'usucapione per violazioni preesistenti. È stato inoltre confermato che la vendita dell'immobile in corso di causa non elimina la legittimazione passiva dei venditori, se erano proprietari all'inizio del giudizio.
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Cessione di credito: chi ha diritto al risarcimento?
Un soggetto cede a un terzo il proprio diritto a ricevere un immobile. Quando la controparte non adempie, chi può chiedere il risarcimento? La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1790/2025, chiarisce la distinzione tra cessione di credito e cessione del contratto. Con la cessione di credito, il diritto a pretendere la prestazione e a chiedere i danni per il suo mancato ottenimento passa al nuovo creditore (cessionario). Il creditore originario (cedente) perde la legittimazione a chiedere tali danni, pur rimanendo parte del contratto originario.
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Danno da alberi: risarcimento anche senza violazione
Una coppia di proprietari è stata citata in giudizio dai vicini a causa dei loro numerosi e alti alberi che causavano un'eccessiva ombreggiatura, con conseguente perdita di luce e soleggiamento. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello, la quale, pur escludendo la violazione delle distanze legali per alcuni alberi, ha comunque mantenuto la condanna al risarcimento del danno. Il punto cruciale è che il danno da alberi può essere riconosciuto non solo per la violazione delle norme sulle distanze, ma anche per l'impatto negativo complessivo generato da una massa vegetale fitta e mal tenuta, che riduce significativamente la godibilità e il valore economico della proprietà confinante.
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Usi civici: i terreni dell’Università Agraria sono demanio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1834/2025, ha stabilito che i terreni acquistati da un'Università Agraria per i suoi scopi istituzionali assumono automaticamente la natura di demanio civico. Questa qualifica, legata agli usi civici della collettività, non viene meno neanche in seguito allo scioglimento dell'Università Agraria e al trasferimento dei beni al Comune. La Corte ha cassato la decisione della Corte d'Appello che aveva erroneamente dichiarato la natura privata dei fondi, valorizzando clausole privatistiche incompatibili con il regime demaniale.
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Accertamento del confine: non serve una causa a parte
Una società alberghiera ha citato in giudizio un'impresa costruttrice per la presunta violazione delle distanze legali. Le corti di primo e secondo grado hanno respinto la domanda a causa dell'incertezza sulla linea di confine tra le proprietà. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che l'accertamento del confine deve essere compiuto dal giudice in via incidentale all'interno dello stesso processo, senza la necessità di un'azione legale separata.
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Reconventio reconventionis: quando è ammissibile?
Una disputa tra vicini per violazione delle distanze legali approda in Cassazione. Il caso esamina l'ammissibilità di una 'reconventio reconventionis' per usucapione e l'interpretazione di un presunto accordo in deroga. La Corte rigetta il ricorso per inammissibilità e infondatezza dei motivi, confermando le decisioni dei giudici di merito e chiarendo importanti principi processuali.
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Errore di Fatto: I limiti della revocazione in Cassazione
Una cittadina, dopo la revoca di permessi edilizi, ha perso una causa per danni contro il Comune. Ha poi chiesto la revocazione della sentenza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto riguardo la sua condotta. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l'errore di fatto revocatorio è una svista materiale sui documenti, non un riesame del merito o della valutazione del giudice.
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Polizza decennale postuma: azione diretta acquirente
A seguito di un grave cedimento strutturale, un'azienda utilizzatrice di un immobile ha citato in giudizio il costruttore. Il caso è giunto in Cassazione, dove è stata analizzata la natura della polizza decennale postuma. La Corte ha stabilito che tale polizza configura un'assicurazione contro i danni a beneficio dell'acquirente, conferendogli un'azione diretta contro la compagnia assicurativa. Tale diritto sussiste a condizione che venga accertata la responsabilità del costruttore ai sensi dell'art. 1669 c.c. e che l'azione non sia prescritta. La sentenza di merito è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione.
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Servitù aree sciabili: limiti alla proprietà privata
Un proprietario terriero cita in giudizio una società di impianti sciistici per l'occupazione senza titolo dei suoi terreni. Le corti di merito rigettano la richiesta di rilascio, invocando i vincoli del piano regolatore. La Corte di Cassazione, invece, accoglie il ricorso, stabilendo che i vincoli urbanistici non possono tradursi in un'espropriazione di fatto a favore di un privato. La Corte ha chiarito che per la costituzione di una servitù aree sciabili è necessaria una procedura espropriativa formale e non basta un semplice atto di pianificazione territoriale.
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Garanzia fideiussoria: quando è valida la diffida?
Un'impresa di assicurazioni nega il pagamento di una garanzia fideiussoria sostenendo che il contratto preliminare fosse già risolto prima del fallimento del costruttore. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, chiarendo che una diffida ad adempiere, per causare la risoluzione del contratto, deve contenere un'esplicita avvertenza. In assenza di tale avvertenza, il contratto era ancora in vigore al momento della crisi, rendendo la garanzia pienamente efficace.
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Compensazione concordato preventivo: canoni locazione
Una società in concordato preventivo richiedeva il pagamento di canoni di locazione a una banca, la quale opponeva in compensazione un proprio controcredito sorto prima della procedura. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della compensazione nel concordato preventivo, stabilendo che il momento rilevante per valutare l'anteriorità del credito del locatore è la data di stipula del contratto di locazione (il "fatto genetico") e non la scadenza delle singole rate. Poiché il contratto era anteriore alla procedura, la compensazione è stata ritenuta valida.
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Giurisdizione polizza fideiussoria: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione stabilisce che la controversia sull'escussione di una polizza fideiussoria, stipulata a garanzia di obblighi derivanti da una convenzione urbanistica, appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario e non a quella del giudice amministrativo. La decisione chiarisce che il rapporto di garanzia è di natura privatistica e distinto dall'accordo pubblicistico, anche se collegato. La Pubblica Amministrazione, agendo per l'escussione della garanzia, opera come un soggetto privato, rendendo competente il tribunale civile.
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Servitù di veduta: il muro divisorio non la crea
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, affronta un caso di servitù di veduta derivante da una sopraelevazione su un muro divisorio. La Corte, prima di decidere nel merito, ha ritenuto necessario acquisire la consulenza tecnica d'ufficio per verificare le caratteristiche fattuali dell'opera, in particolare l'altezza e la sicurezza del parapetto, elementi cruciali per stabilire se si possa esercitare un affaccio comodo e sicuro sul fondo vicino. La questione centrale ruota attorno al principio, già affermato dalla stessa Corte, secondo cui un muro divisorio, per sua natura, non può costituire una servitù di veduta a causa della reciproca possibilità di affaccio.
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Poteri amministratore condominio: nomina avvocato
Un avvocato ha chiesto il pagamento del proprio compenso a un condominio per averlo difeso in una causa di risarcimento danni. Il condominio si è opposto, sostenendo che l'amministratore non avesse il potere di nominare un legale senza una delibera dell'assemblea. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del condominio, affermando che rientra tra i poteri dell'amministratore condominio compiere atti conservativi, inclusa la nomina di un difensore per resistere a una richiesta di risarcimento per danni causati da beni comuni, senza necessità di autorizzazione o ratifica assembleare.
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Vocatio in ius e decreto ingiuntivo: la Cassazione
Un amministratore otteneva un decreto ingiuntivo verso un condominio, che si opponeva per incertezza nell'identificazione del destinatario. La Corte d'Appello dichiarava nullo il decreto per vizio di 'vocatio in ius'. La Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che l'opposizione apre un giudizio di merito in cui il vizio formale è sanato dalla costituzione del convenuto e il giudice deve accertare la fondatezza della pretesa e la legittimazione passiva.
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Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando è Precluso
Dei cittadini citano in giudizio un Comune per danni da infiltrazioni ai loro immobili. Dopo due sentenze conformi nei primi due gradi di giudizio, che riconoscono la responsabilità dell'ente, i cittadini propongono ricorso in Cassazione. La Suprema Corte dichiara l'inammissibilità del ricorso in Cassazione, chiarendo che non è possibile utilizzare questo strumento per ottenere una nuova valutazione dei fatti o delle prove, come le consulenze tecniche, ma solo per contestare errori di diritto. La decisione sottolinea i limiti del giudizio di legittimità e il principio della cosiddetta "doppia conforme".
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Responsabilità extracontrattuale: quando è esclusa?
Un'azienda manifatturiera, che occupava un capannone in comodato gratuito, ha subito danni per un'inondazione dovuta a problemi al tetto. Ha citato in giudizio la società di leasing proprietaria dell'immobile per responsabilità extracontrattuale. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La responsabilità della proprietaria è stata esclusa perché l'occupazione dell'immobile era avvenuta senza la sua autorizzazione e l'azienda utilizzatrice era pienamente consapevole dei rischi, avendoli volontariamente assunti.
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Demanio civico: no proprietà con condono edilizio
Una società televisiva che aveva installato antenne su un terreno pubblico ne rivendicava la proprietà in virtù di un condono edilizio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il condono sana solo l'abuso edilizio ma non conferisce diritti di proprietà su un bene del demanio civico. La Corte ha inoltre confermato che per trasferire tali beni è necessario un atto formale di sdemanializzazione, non essendo ammissibile un'acquisizione di fatto.
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