LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Immobiliare

Limite di finanziabilità: la Cassazione fa chiarezza
Una società finanziaria contesta il declassamento di un suo credito da privilegiato a chirografario in una procedura fallimentare. Il tribunale di merito aveva dichiarato nullo il contratto di mutuo fondiario per superamento del limite di finanziabilità. La Corte di Cassazione, aderendo a una pronuncia delle Sezioni Unite, ha annullato tale decisione, stabilendo che il superamento di detto limite non comporta la nullità del contratto, poiché la relativa norma ha natura di regola di condotta e non di validità. Il caso è stato rinviato al tribunale per un nuovo esame.
Continua »
Decadenza vizi appalto: quando scatta il termine?
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che rigettava la richiesta di risarcimento di una committente per vizi nell'opera di ristrutturazione. La sentenza ribadisce la fondamentale importanza del rispetto del termine di decadenza vizi appalto di 60 giorni per la denuncia dei difetti palesi, che decorre dalla data di effettiva ultimazione dei lavori. Viene inoltre chiarito che la fornitura di materiali di valore inferiore a quelli pattuiti non rientra nella garanzia per vizi, ma costituisce inesatto adempimento, soggetto alle regole ordinarie.
Continua »
Rivalutazione prezzo preliminare: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si pronuncia su un caso di esecuzione specifica di un contratto preliminare di vendita immobiliare stipulato decenni prima. La Corte ha stabilito che il giudice non può procedere alla rivalutazione del prezzo preliminare pattuito basandosi su un criterio di equità. Il saldo del prezzo, essendo un debito di valuta, deve essere corrisposto nella misura originariamente concordata, a meno che le parti non abbiano espressamente previsto clausole di adeguamento. L'ordinanza accoglie il ricorso dell'acquirente su questo punto, cassando la sentenza d'appello e chiarendo i limiti del potere giudiziale in materia contrattuale.
Continua »
Prescrizione appalto: la lettera interrompe i termini
Un acquirente cita in giudizio un costruttore per gravi difetti edilizi. La Corte d'Appello dichiara l'azione prescritta, ma la Cassazione ribalta la decisione. La Suprema Corte chiarisce che una lettera di reclamo, qualificabile come atto di messa in mora, è sufficiente a interrompere il termine annuale di prescrizione appalto previsto dall'art. 1669 c.c. e che tale interruzione può essere rilevata d'ufficio dal giudice.
Continua »
Indennizzo vincolo ambientale: Giurisdizione Ordinaria
Alcuni proprietari di terreni situati in un parco nazionale hanno richiesto un indennizzo per vincolo ambientale che limita il loro diritto. La Corte di Cassazione ha stabilito che la controversia per l'indennizzo, basata sulla lesione di un diritto soggettivo, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario e non di quello amministrativo, poiché non si contesta l'atto impositivo del vincolo.
Continua »
Giurisdizione usi civici: chi decide sulla nullità?
In un caso riguardante la donazione di un terreno, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito i confini della giurisdizione usi civici. Una volta che il Commissario speciale ha accertato in via definitiva la natura demaniale di un terreno, la sua funzione giurisdizionale si esaurisce. Le successive azioni legali, come quella per far dichiarare la nullità di un atto di donazione su quel terreno, rientrano nella competenza del giudice ordinario e non più in quella del Commissario.
Continua »
Risoluzione contratto e fallimento: la Cassazione decide
Una società immobiliare chiede la risoluzione di un contratto di vendita per inadempimento dell'acquirente, che successivamente fallisce. Sorge un conflitto giurisprudenziale: la causa per la risoluzione del contratto e fallimento deve proseguire in sede ordinaria o essere trasferita interamente al tribunale fallimentare? La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rilevato il contrasto tra i propri orientamenti e ha rimesso la questione alle Sezioni Unite per una decisione definitiva che chiarisca la sorte delle azioni giudiziarie pendenti al momento della dichiarazione di fallimento.
Continua »
Domanda di risoluzione e fallimento: la sorte del rito
Una società venditrice di un immobile cita in giudizio la società acquirente per inadempimento, chiedendo la risoluzione del contratto. Prima della conclusione del giudizio, la società acquirente fallisce. La società venditrice prosegue la sua azione in sede fallimentare. La Curatela del fallimento si oppone, sostenendo l'inammissibilità della domanda in quella sede. La Corte di Cassazione, rilevando un profondo contrasto giurisprudenziale sulla questione, ha rimesso la decisione alle Sezioni Unite per stabilire se la domanda di risoluzione debba proseguire nel giudizio ordinario o essere interamente assorbita dalla procedura fallimentare.
Continua »
Responsabilità del Comune per danno da volumetria
Un proprietario terriero ha citato in giudizio un Comune per aver autorizzato cubature eccessive ad altri privati, rendendo di fatto inedificabile il suo terreno. Dopo un lungo iter giudiziario, i giudici di merito hanno riconosciuto la responsabilità del Comune, condannandolo al risarcimento del danno. La controversia, giunta in Cassazione, verte proprio sulla condotta illegittima della pubblica amministrazione e sulle sue conseguenze patrimoniali per il cittadino.
Continua »
Limite finanziabilità mutuo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che il superamento del limite di finanziabilità in un contratto di mutuo fondiario non ne determina la nullità. In un caso di fallimento, un istituto di credito si era visto declassare il proprio credito da ipotecario a chirografario proprio per questa ragione. La Suprema Corte, richiamando un'importante sentenza delle Sezioni Unite, ha annullato la decisione del tribunale, affermando che la norma sul limite di finanziabilità è una regola di vigilanza prudenziale che non incide sulla validità del contratto. Di conseguenza, la garanzia ipotecaria resta efficace.
Continua »
Diritto di sopraelevazione: quando si trasferisce?
La Corte di Cassazione chiarisce che il diritto di sopraelevazione, se riservato dal venditore originario, non si trasferisce automaticamente all'acquirente di un piano dell'edificio. Per il trasferimento è necessaria un'esplicita menzione nell'atto di vendita. La Corte ha inoltre respinto le domande di usucapione in quanto proposte contro soggetti non titolari del diritto, ribadendo principi fondamentali in materia di proprietà immobiliare e procedura civile.
Continua »
Capitale di affrancazione: accordo verbale è nullo
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un ente ecclesiastico che rivendicava un accordo privato per un maggior capitale di affrancazione. La Corte ha stabilito che, in assenza di un contratto scritto e firmato da tutte le parti, il calcolo del capitale deve seguire i criteri legali basati sulla rendita catastale, escludendo accordi informali o pagamenti parziali come prova di un patto concluso.
Continua »
Actio negatoria: omessa pronuncia e rinvio al giudice
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello per omessa pronuncia. Il caso riguardava una 'actio negatoria servitutis' intentata per negare il diritto di passaggio su un terreno. La Corte d'Appello aveva deciso sulla posizione di un convenuto, che aveva ottenuto il riconoscimento di una servitù per usucapione, ma aveva omesso di pronunciarsi sulla domanda identica proposta nei confronti di altri convenuti. La Cassazione ha accolto il motivo di ricorso, stabilendo che il giudice deve decidere su ogni singola domanda, e ha rinviato il caso per un nuovo esame del punto omesso.
Continua »
Onere della prova: chi deve produrre i documenti?
In una disputa su una compravendita immobiliare, un acquirente ha contestato il calcolo delle somme da restituirgli a seguito della risoluzione del contratto. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, sottolineando che l'appellante ha l'onere della prova e deve quindi produrre in appello tutti i documenti di primo grado su cui basa le proprie contestazioni. La mancata produzione del fascicolo di parte impedisce al giudice di valutare tali prove.
Continua »
Condizione risolutiva: come incide su un contratto
La Corte di Cassazione ha analizzato un complesso contratto preliminare immobiliare soggetto sia a condizione sospensiva (ottenimento di permessi) che a condizione risolutiva (mancata cessione di rami d'azienda collegati). La Corte ha stabilito che l'avveramento della condizione risolutiva prevale, determinando la risoluzione del contratto, anche se la condizione sospensiva si era nel frattempo verificata. Concedere proroghe per la condizione sospensiva non costituisce rinuncia a far valere la condizione risolutiva, ma un comportamento conforme a buona fede.
Continua »
Mutuo dissenso: contratto risolto senza colpa di nessuno
La Corte di Cassazione ha confermato la risoluzione di un contratto preliminare di compravendita per mutuo dissenso. Nonostante le accuse reciproche di inadempimento tra promittenti acquirenti e venditore, i giudici hanno ritenuto che la volontà comune di sciogliere il vincolo, manifestata con le rispettive domande di risoluzione, fosse sufficiente a porre fine al contratto, senza necessità di individuare un colpevole.
Continua »
Usucapione parcheggio: possesso esclusivo è decisivo
La Corte di Cassazione ha esaminato un complesso caso di usucapione parcheggio e aree pertinenziali a un condominio. La Corte ha rigettato le richieste dei condomini, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La motivazione principale si fonda sulla mancanza di un possesso esclusivo, pacifico e ininterrotto per oltre vent'anni, requisito fondamentale per l'usucapione. È stato accertato che le aree in questione erano liberamente accessibili e utilizzate anche da terzi estranei al condominio, invalidando così la pretesa di un possesso uti dominus. La sentenza chiarisce che né la manutenzione delle aree né la semplice destinazione a parcheggio nei progetti originari sono sufficienti a costituire un diritto reale in assenza di atti formali di trasferimento o di un possesso che escluda l'interferenza di terzi.
Continua »
Titoli PAC: non fungibilità e risoluzione contratto
La Corte di Cassazione ha stabilito che i titoli PAC (Politica Agricola Comune) 'con terra' e 'senza terra' non sono beni fungibili. In un caso di compravendita di un fondo agricolo, la mancata consegna dei titoli PAC specificati nel contratto costituisce un inadempimento grave che può giustificare la risoluzione del contratto. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva erroneamente considerato l'offerta di titoli diversi come un adempimento valido, sottolineando la differente funzione economica e produttività immediata dei titoli abbinati a un terreno.
Continua »
Distanze legali: no usucapione se l’edificio è nuovo
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due proprietari immobiliari in una causa sulle distanze legali. La Corte ha stabilito che una ristrutturazione che aumenta altezza e volume di un edificio lo qualifica come "nuova costruzione", impedendo di invocare l'usucapione per violazioni preesistenti. È stato inoltre confermato che la vendita dell'immobile in corso di causa non elimina la legittimazione passiva dei venditori, se erano proprietari all'inizio del giudizio.
Continua »
Cessione di credito: chi ha diritto al risarcimento?
Un soggetto cede a un terzo il proprio diritto a ricevere un immobile. Quando la controparte non adempie, chi può chiedere il risarcimento? La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1790/2025, chiarisce la distinzione tra cessione di credito e cessione del contratto. Con la cessione di credito, il diritto a pretendere la prestazione e a chiedere i danni per il suo mancato ottenimento passa al nuovo creditore (cessionario). Il creditore originario (cedente) perde la legittimazione a chiedere tali danni, pur rimanendo parte del contratto originario.
Continua »