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Diritto Immobiliare

Garanzia vizi costruzione: quando inizia a decorrere?
Un gruppo di acquirenti lamenta gravi infiltrazioni in un immobile. La Cassazione, riformando la decisione d'appello, chiarisce che per la garanzia vizi costruzione i termini non decorrono dalla mera edificazione ma dal completamento dell'opera, e la scoperta dei vizi coincide con la piena consapevolezza tecnica della loro causa e gravità. Questo caso sottolinea l'importanza del momento di 'compimento dell'opera' e della 'scoperta' ai fini della prescrizione.
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Efficacia della transazione: limiti e giudicato
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti dell'efficacia della transazione. In un complesso caso di doppia vendita immobiliare, una transazione stipulata solo tra alcuni dei contendenti non estingue automaticamente le pretese verso gli altri. La Corte ha rigettato il ricorso dell'acquirente originario, specificando che la precedente pronuncia di legittimità aveva definito solo parzialmente la controversia. Le restanti domande sono state correttamente respinte nel merito per mancata prova del danno, confermando che l'efficacia della transazione non può essere estesa oltre quanto pattuito.
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Penale 614-bis: dovuta anche con sentenza sospesa
La Cassazione chiarisce che la penale 614-bis c.p.c. per inosservanza di un ordine giudiziale matura anche durante il periodo di sospensione dell'esecutività della sentenza. La natura della misura non è solo coercitiva, ma può essere anche sanzionatoria o risarcitoria, rendendo irrilevante la sospensione ai fini della sua maturazione. Il ricorso di un'imprenditrice contro un condominio è stato respinto.
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Duplice ratio decidendi: l’inammissibilità del ricorso
Un caso di falsa dichiarazione sulla libertà di un immobile da pesi porta a una condanna per risarcimento. La Cassazione chiarisce il principio della duplice ratio decidendi: se l'appellante non impugna tutte le ragioni autonome della decisione, il ricorso è inammissibile per carenza di interesse.
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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso
Una lunga controversia in materia di distanze tra costruzioni, giunta fino alla Corte di Cassazione, si conclude con una declaratoria di estinzione del giudizio. A seguito della rinuncia al ricorso da parte degli appellanti, formalmente accettata dalla controparte, la Corte ha dichiarato la fine del procedimento, rendendo definitiva la sentenza d'appello senza una pronuncia nel merito.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione di un procedimento relativo a distanze tra costruzioni a seguito della rinuncia al ricorso da parte degli appellanti. La decisione chiarisce come vengono ripartite le spese legali quando la rinuncia è accettata solo da alcuni dei contro-ricorrenti, condannando i rinuncianti a pagare le spese solo a chi non ha aderito.
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Danno presunto: no a risarcimento automatico
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7290/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di distanze tra costruzioni. Sebbene abbia confermato l'ordine di arretramento di un'opera costruita in violazione delle norme locali, ha annullato la condanna al risarcimento del danno. La Corte ha superato il concetto di 'danno in re ipsa', affermando che il danneggiato deve allegare circostanze specifiche che provino un pregiudizio concreto, da cui il giudice potrà desumere l'esistenza del danno. Nasce così il principio del danno presunto, che richiede un onere di allegazione da parte dell'attore.
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Responsabilità solidale: chi paga per le infiltrazioni?
Un'ordinanza della Cassazione chiarisce il principio della responsabilità solidale in un caso di danni da infiltrazioni. La Corte ha stabilito che tutti i titolari di diritti reali (nudi proprietari, usufruttuari) sull'immobile da cui origina il danno sono responsabili in solido verso il danneggiato. Il ricorso di uno dei corresponsabili è stato dichiarato inammissibile perché non ha colto la ratio decidendi della sentenza d'appello e ha introdotto tardivamente questioni sulla ripartizione interna della colpa.
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Liquidazione spese processuali: i criteri del giudice
Una società finanziaria ha impugnato un'ordinanza che la condannava a pagare ingenti costi legali dopo aver rinunciato a due opposizioni esecutive riunite. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la decisione sulla liquidazione spese processuali del giudice di merito era priva di una motivazione adeguata e basata su un errato calcolo del valore della causa. Il caso è stato rinviato per una nuova determinazione delle spese.
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Ricorso per cassazione: inammissibile se non specifico
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un istituto di credito contro una società debitrice. La decisione si fonda sul principio di autosufficienza: il ricorso per cassazione non era sufficientemente dettagliato, non permettendo alla Corte di valutare la fondatezza delle censure senza dover consultare altri atti. Il caso verteva sulla validità di un pignoramento immobiliare basato su un contratto di mutuo, la cui prova di erogazione non era stata, secondo la Corte d'Appello, correttamente notificata.
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Ricorso per revocazione: l’errore di fatto non provato
La Corte di Cassazione ha rigettato un ricorso per revocazione contro una propria ordinanza. Il ricorrente lamentava un errore di fatto, sostenendo che la Corte avesse erroneamente dichiarato improcedibile il suo precedente ricorso per mancato deposito di un documento. La Corte ha confermato la sua decisione, non trovando agli atti la prova della notifica che il ricorrente affermava di aver depositato, rendendo così il presunto errore di fatto insussistente.
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Servitù di veduta: la prova per l’usucapione
Una recente sentenza della Cassazione chiarisce i requisiti per l'acquisto di una servitù di veduta per usucapione. Il caso riguarda una disputa tra vicini a seguito della sopraelevazione di un muro comune e la creazione di una nuova finestra. La Corte ha rigettato il ricorso dei proprietari che sostenevano di aver usucapito il diritto, sottolineando che non avevano fornito prove sufficienti dell'esistenza pregressa di opere visibili e permanenti, come una terrazza con parapetto, destinate all'esercizio della veduta. La decisione ribadisce che l'onere della prova grava su chi intende far valere il diritto.
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Responsabilità esecutore lavori: chi paga i danni?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la persona che esegue materialmente lavori di ristrutturazione causando danni a terzi è direttamente responsabile, anche se non è il proprietario dell'immobile. In questo caso, un uomo aveva causato il cedimento di un solaio eseguendo lavori nell'appartamento di proprietà della moglie. La Corte ha rigettato la sua difesa basata sulla mancanza di titolarità dell'immobile, confermando la sua piena responsabilità esecutore lavori in quanto autore materiale del danno.
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Risarcimento danno reputazione: no a prove in re ipsa
La Corte di Cassazione conferma la condanna per due condomini che avevano accusato l'amministratore di appropriazione indebita in un ricorso. Si stabilisce che il risarcimento danno reputazione non è automatico (non è 'in re ipsa'), ma può essere provato tramite presunzioni basate sulla gravità dell'accusa, la sua diffusione e il ruolo professionale della vittima. L'accusa, sebbene basata su un'operazione contabile reale, è stata ritenuta diffamatoria perché presentata in modo strumentale e allusivo, eccedendo le necessità difensive.
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Errore di fatto: la Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6122/2025, ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, sottolineando la distinzione tra un vero errore di fatto e il tentativo di riproporre censure di merito. Il caso riguardava un'opposizione in una procedura esecutiva immobiliare. La Corte ha chiarito che la revocazione è ammissibile solo per una svista materiale su atti processuali, non per contestare la valutazione giuridica della Corte stessa.
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Natura demaniale dei suoli: chi decide? La Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di diverse amministrazioni pubbliche in una controversia sulla proprietà di alcuni terreni costieri. È stata confermata la giurisdizione del giudice ordinario civile per accertare la natura demaniale dei suoli, in quanto questione relativa a diritti soggettivi, anche se connessa a una richiesta di risarcimento per occupazione illegittima, potenzialmente di competenza amministrativa. La Corte ha stabilito che la domanda di accertamento della proprietà privata implica necessariamente la contestazione della demanialità, senza costituire una modifica inammissibile della domanda.
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Giudicato interno: la Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione interviene su una complessa vicenda giudiziaria durata decenni, relativa allo scioglimento di una società di fatto. L'ordinanza chiarisce i limiti del ricorso per revocazione avverso le proprie decisioni, ribadendo la distinzione tra errore percettivo (revocatorio) ed errore di valutazione (non revocatorio). Viene inoltre affermata la forza del giudicato interno, formatosi su sentenze non definitive precedenti, che cristallizza determinati punti della controversia, impedendo che vengano riesaminati nelle fasi successive del giudizio. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione e rigettato sia il ricorso principale che quello incidentale, consolidando le decisioni dei gradi inferiori sulla base del principio di definitività delle statuizioni già passate in giudicato.
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Responsabilità amministratori: danno da discriminazione
Un ex socio di una cooperativa edilizia ha citato in giudizio gli amministratori per un comportamento discriminatorio, consistito nel rifiuto di rilasciare una garanzia fideiussoria a lui concessa ad altri soci. La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità degli amministratori per discriminazione sussiste anche se il rapporto sociale viene successivamente dichiarato nullo con effetto retroattivo. Tuttavia, ha annullato la precedente sentenza per carenza di motivazione sulla quantificazione del danno, che non può essere automaticamente equiparata alle somme versate alla cooperativa, ma deve derivare direttamente dalla mancata offerta della garanzia.
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Rinnovazione ipoteca: chi paga se scade il termine?
Una società di servizi finanziari ha omesso di effettuare la rinnovazione di un'ipoteca per conto di una società immobiliare sua cliente, causando l'estinzione della garanzia. La Corte di Cassazione ha confermato la piena responsabilità della società mandataria, condannandola al risarcimento del danno, quantificato nell'intero valore del credito perso. È stato respinto l'argomento secondo cui l'Agenzia delle Entrate avesse un obbligo di procedere d'ufficio alla rinnovazione ipoteca.
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Provvigione mediatore non iscritto: diritto negato
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione che nega il diritto alla provvigione a un professionista per un'intermediazione immobiliare, in quanto non iscritto all'apposito albo. L'ordinanza chiarisce che l'obbligo di iscrizione non è in contrasto con il diritto europeo e non può essere aggirato definendo l'attività come un semplice mandato. La mancanza di tale requisito comporta la nullità del contratto e la perdita di qualsiasi diritto al compenso, confermando la solidità del principio di legalità per la professione di mediatore.
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