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Diritto Immobiliare

Indennità di espropriazione: vince il valore legale
Un proprietario contesta la bassa indennità di espropriazione per un terreno usato come piazzale aziendale ma legalmente non edificabile. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che il calcolo dell'indennità deve basarsi esclusivamente sulla destinazione urbanistica (edificabilità legale) e non sull'utilizzo effettivo. Vengono respinte anche le richieste di risarcimento aggiuntivo per migliorie e svalutazione monetaria per insufficienza di prove.
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Pubblica udienza Cassazione: quando è necessaria?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4999/2024, ha stabilito il rinvio di una causa a pubblica udienza a causa della sua notevole complessità fattuale e giuridica. Ritenendo inadeguata una trattazione in camera di consiglio, i giudici hanno sottolineato la necessità di approfondimenti sotto il profilo nomofilattico, ovvero per garantire la corretta e uniforme interpretazione della legge. La decisione di passare a una pubblica udienza Cassazione assicura una discussione più approfondita con la partecipazione attiva delle parti.
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Altro vantaggio in locazione: quando è nullo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di pagamento di un debito altrui come condizione per stipulare un contratto di sublocazione non costituisce un "altro vantaggio" vietato dall'art. 79 della L. 392/1978. Secondo la Corte, tale pattuizione è lecita se trova una giustificazione causale autonoma, come in un'operazione di espromissione, e non altera il sinallagma del contratto di locazione. La nullità si configurerebbe solo se fosse provato che tale giustificazione è meramente simulata per mascherare una "buona entrata" senza causa.
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Eccezione di compensazione: crediti in locazione
Un locatore ha avviato una procedura di sfratto per morosità contro il conduttore. Quest'ultimo, di professione avvocato, si è difeso sollevando un'eccezione di compensazione, sostenendo che il locatore gli doveva dei compensi professionali. La Corte d'Appello ha accolto tale difesa. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato la decisione, chiarendo le regole procedurali e la natura dell'eccezione di compensazione quando utilizzata a scopo puramente difensivo per neutralizzare la pretesa avversaria, anche se il controcredito non è ancora liquido. Il ricorso del locatore è stato quindi respinto.
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Carenza d’interesse ricorso: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in una controversia locatizia. Sebbene la rinuncia presentata dal legale fosse inefficace per mancanza di mandato speciale, la Corte ha ritenuto che tale atto dimostrasse una chiara e sopravvenuta carenza d'interesse ricorso da parte dei ricorrenti, giustificando così la chiusura del procedimento per inammissibilità.
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Principio di soccombenza: chi paga le spese legali?
La Corte di Cassazione chiarisce l'applicazione del principio di soccombenza in un processo con più parti. La sentenza stabilisce che il convenuto che non solleva un'eccezione di giurisdizione e rimane neutrale in appello su tale questione, non può essere condannato a pagare le spese legali relative, anche se la parte appellante vince su quel punto. La condanna alle spese si fonda sul principio di causalità: paga chi ha dato causa alla lite o alla specifica fase processuale, non chi si limita a subire il processo senza contestare attivamente.
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Dismissione immobili pubblici: scadenza essenziale
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha chiarito le regole per la dismissione di immobili pubblici di enti previdenziali. Ha stabilito che il diritto di prelazione dei conduttori a condizioni agevolate è subordinato alla manifestazione di volontà di acquisto entro la scadenza perentoria del 31 ottobre 2001. L'interpretazione della norma non può essere estensiva, escludendo chi non ha rispettato tale termine.
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Proprietà superficiaria su suolo demaniale: Cassazione
Una società che gestisce un chiosco su area demaniale, dopo aver ottenuto una sanatoria edilizia, si è vista negare la proprietà superficiaria dell'immobile. La Corte di Cassazione, con la sentenza 4914/2024, ha annullato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la speciale procedura di sanatoria prevista dalla L. 47/1985 può derogare al principio generale dell'accessione. Il completamento di tale iter, inclusa la stipula di un'apposita convenzione, può costituire una proprietà superficiaria in capo al privato, separata dalla proprietà pubblica del suolo. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per verificare l'esistenza di tale convenzione.
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Ricorso inammissibile: quando non si può contestare
Una controversia tra fratelli sulla distanza legale di una tettoia porta a una pronuncia della Corte di Cassazione. Il ricorso della parte soccombente viene dichiarato inammissibile perché, invece di denunciare vere violazioni di legge, mirava a un riesame delle prove e dei fatti già valutati nei due precedenti gradi di giudizio. La Corte ribadisce che il giudizio di legittimità non è un terzo grado di merito e chiarisce i limiti del ricorso in caso di 'doppia conforme'.
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Competenza Tribunale Acque: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato la competenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche in una controversia sulla proprietà di un terreno. Una società costruttrice rivendicava un'area che le amministrazioni pubbliche ritenevano parte del demanio idrico. La Corte ha stabilito che, quando è necessaria un'indagine tecnica per determinare se un'area rientri o meno nell'alveo di un corso d'acqua, la competenza esclusiva spetta al tribunale specializzato, respingendo così il ricorso della società.
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Comunione legale: immobile escluso se bene personale
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4917/2024, ha stabilito che per escludere un immobile dalla comunione legale non è sufficiente una generica dichiarazione nell'atto di acquisto sull'uso di "denaro personale". È necessario che l'atto specifichi che i fondi derivano dal trasferimento di altri beni personali, come previsto dall'art. 179 c.c. La dichiarazione del coniuge non acquirente non ha valore di confessione e non preclude una successiva azione di accertamento per verificare la sussistenza dei presupposti di legge.
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Comunione legale: guida alla divisione dei beni
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ex coniuge che chiedeva la restituzione alla comunione legale di somme prelevate dall'ex moglie e l'aggiornamento del valore di un immobile. La Corte ha chiarito che non c'è obbligo di restituzione se le somme sono state usate per bisogni familiari e la circostanza non è stata contestata. Ha inoltre specificato che per ottenere la rivalutazione di un bene è necessario allegare e provare un significativo mutamento di valore.
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Presunzione di demanialità: area pubblica non si usucapisce
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di due privati che rivendicavano la proprietà per usucapione di un'area adiacente a una piazza. La Corte ha confermato la presunzione di demanialità di tali aree, chiarendo che né l'uso prolungato né le autorizzazioni comunali per l'occupazione del suolo possono vincere tale presunzione o dimostrare una sdemanializzazione tacita.
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Eccezione di nullità: quando è tardiva in appello
Un conduttore, a seguito di uno sfratto per morosità, sollevava in appello una eccezione di nullità del contratto di locazione per violazione di un regolamento comunale. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4867/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Ha stabilito un principio fondamentale: sebbene l'eccezione di nullità sia rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado, ciò è possibile solo se i fatti su cui si fonda sono già stati ritualmente acquisiti agli atti del processo. Non è permesso introdurre tardivamente nuovi documenti per provare la nullità, violando le preclusioni processuali.
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Presunzione di condominialità: l’onere della prova
Un proprietario ha agito in giudizio per veder riconosciuto il suo diritto di comproprietà su un cortile e un androne. La Corte d'Appello aveva respinto la sua domanda, sostenendo che non avesse fornito la prova necessaria, data la differenza tra il numero civico del suo immobile e quello delle aree comuni. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che la Corte d'Appello aveva travisato il contenuto del titolo di proprietà, il quale descriveva un unico edificio. Questo caso riafferma il valore della presunzione di condominialità e il corretto riparto dell'onere della prova.
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Distanze legali tra costruzioni: quando si applicano?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4851/2024, ha stabilito che le norme sulle distanze legali tra costruzioni si applicano anche a un edificio non ancora completato, purché costituisca una struttura stabile e definita. La Corte ha rigettato il ricorso dei costruttori, chiarendo che il proprietario leso può scegliere l'azione legale più opportuna senza un ordine di priorità. Inoltre, ha ritenuto infondata l'eccezione di usucapione del diritto a mantenere l'opera a distanza irregolare, poiché non era trascorso il termine legale di vent'anni.
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Omessa pronuncia spese legali: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4850/2024, ha cassato una sentenza della Corte d'Appello per omessa pronuncia sulle spese legali del primo grado di giudizio. Il caso riguardava una richiesta di risarcimento per danni causati da una costruzione vicina. La Suprema Corte ha ribadito che il giudice ha l'obbligo di decidere su tutte le domande, incluse le spese, pena la violazione del diritto a una tutela giurisdizionale completa.
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Responsabilità professionale notaio: l’obbligo di verifica
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un notaio per non aver individuato una trascrizione pregiudizievole su un immobile, oggetto di compravendita. La sentenza chiarisce che la responsabilità professionale del notaio sussiste anche se l'immobile proviene da una procedura fallimentare e la pretesa trascritta si rivela infondata. Il danno per l'acquirente è stato riconosciuto come concreto, derivante dall'incertezza e dalla ridotta commerciabilità del bene.
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Distanza tra costruzioni: la striscia di terreno
La Corte di Cassazione chiarisce come calcolare la distanza tra costruzioni quando due fondi sono separati da una striscia di terreno di proprietà di un terzo. Confermando un orientamento consolidato, la Corte stabilisce che la larghezza della striscia intermedia viene "neutralizzata", e la distanza residua va ripartita tra i due proprietari confinanti, misurandola dal rispettivo confine con il fondo intermedio.
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Distanze legali costruzioni: legge vs regolamento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4841/2024, ha stabilito l'inderogabilità delle distanze legali costruzioni previste dal Codice Civile. Un regolamento edilizio comunale non può ridurre la distanza minima di tre metri, neppure escludendo dal calcolo le costruzioni al di sotto di una certa altezza. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva applicato la norma locale in contrasto con la legge nazionale, riaffermando il principio gerarchico delle fonti del diritto.
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