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Diritto Immobiliare

Danno da occupazione senza titolo di cespite pignorato

In caso di occupazione senza titolo di un cespite immobiliare altrui, il danno subito dal proprietario è in re ipsa, discendendo dalla perdita della disponibilità del bene e dall’impossibilità di conseguire l’utilità ricavabile dal bene medesimo in relazione alla natura normalmente fruttifera di esso. Così, in caso di occupazione senza titolo di un cespite pignorato, il danno subito dalla procedura esecutiva (dai creditori procedenti) e, per essa, dal custode che la rappresenta, discende dall’impossibilità di una proficua utilizzazione del bene pignorato e dalla difficoltà a che il bene sia venduto quanto prima al suo effettivo valore di mercato.

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Proprietario locatore immobile pignorato, legittimazione

Ove in corso di causa vi sia sostituzione nella custodia, il nuovo custode può intervenire in giudizio, come parte attrice, che rimane sostanzialmente immutata, senza che si renda necessaria una ulteriore autorizzazione del giudice dell’esecuzione.

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Acquirente del bene pignorato, attività processuali

Poiché l’alienazione dei beni pignorati non è nulla, ma inefficace nei confronti della procedura esecutiva, il promissario acquirente di un bene pignorato ben può ottenere la sentenza ex art. 2932 c. c. contro il promittente alienante e debitore esecutato che si rifiuti di stipulare il contratto definitivo, ma resta ferma la subordinazione degli effetti dell’alienazione alle ragioni di salvaguardia della garanzia, spettante ai creditori.

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Controversie locazione, citazione in luogo del ricorso

Qualora l’opposizione contro un decreto ingiuntivo emesso in relazione ad un credito la cui deduzione in giudizio secondo le regole della cognizione piena dovrebbe avvenire con il rito del lavoro o locativo, venga introdotta non già con ricorso ai sensi dell’art. 420 c. p. c. e provveda ad una nuova notificazione nei confronti dell’opposto, salva la necessità della notificazione del provvedimento di cambiamento del rito all’opposto, ove egli sia rimasto contumace in applicazione dei principi affermati dalla Corte Costituzionale n. 14 del 1977.

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Trasformazione del tetto condominiale in terrazza

Qualora il proprietario dell’ultimo piano di un edificio provveda a modificare una parte del tetto condominiale trasformandola in terrazza (od occupandola con altra struttura equivalente od omologa) a proprio uso esclusivo, tale modifica è da ritenere illecita non potendo essere invocato l’art.

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Condominio, sostituzione integrale o parziale del tetto

Cassazione Civile, Sezione Seconda, Sentenza n. 5039 del 28 febbraio 2013

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Concetto generale di sopraelevazione, nuovi piani

Il concetto generale di sopraelevazione è evincibile dal comma 1 dell’art. 1127 c. c. nella parte in cui pone riferimento all’area da occuparsi con la nuova fabbrica è diretta, in effetti, a dettare un semplice criterio di calcolo dell’indennità da corrispondere agli altri condomini in caso di sopraelevazione in senso stretto e la parte finale di detto comma avalla tale interpretazione, imponendo a colui che esegue una sopraelevazione l’obbligo di mantenere i diritti di uso e di godimento che i condomini avevano in precedenza sulla copertura.

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Utilizzazione della cosa comune

Cassazione Civile, Sezione Seconda, Sentenza n. 5039 del 28 febbraio 2013

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Sopraelevazione, copertura del fabbricato condominiale

1127 c. c. , costituisce sopraelevazione soltanto l’intervento edificatorio che comporti spostamento in alto della copertura del fabbricato condominiale, mediante occupazione della colonna d’aria soprastante.

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Altana, manufatto particolare tipico della città di Venezia

L’altana costituisce un manufatto particolare tipico, soprattutto (ma non solo) della città di Venezia.

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Comunione e condominio, determinazione delle quote

Comunione e condominio, determinazione provvisoria delle quote da parte dell’assemblea, esclusione. In tema di comunione, la misura della partecipazione, in mancanza del titolo, è stabilita dalla legge, nel senso che della parità delle quote (art.

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Dazione della caparra con assegno bancario

Tenuto conto della funzione dell’assegno bancario, la caparra ben può essere costituita mediante la consegna di un assegno bancario, perfezionandosi l’effetto proprio della caparra al momento della riscossione della somma recata dall’assegno, e quindi salvo buon fine. Allorquando il venditore accetti la dazione della caparra con assegno bancario, è suo onere quello di porre all’incasso il titolo, nel senso che, ove l’assegno non venga posto in riscossione, il mancato buon fine dell’assegno bancario, che preclude il raggiungimento dello scopo proprio della consegna della caparra, è riferibile unicamente al comportamento del prenditore.

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Costituzione dell’usufrutto, modifica del patrimonio

La costituzione dell’usufrutto non ha il connotato della doverosità proprio dell’adempimento (c. d. atto dovuto o atto giuridico in senso stretto) – che giustificherebbe l’esclusione della revocatoria, ai sensi del terzo comma dell’art.

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Diritti o obblighi dei partecipanti al condominio

In considerazione della peculiarità del condominio, caratterizzato dalla presenza di un pluralità di unità immobiliari che insistono nel medesimo fabbricato, i diritti o gli obblighi dei partecipanti vanno necessariamente determinati alla luce della disciplina dettata dall’art.

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Apertura di finestre, trasformazione di luce in veduta

1102, primo comma, c. c. , ciascun condomino è libero di servirsi della cosa comune, anche per fine esclusivamente proprio, traendo ogni possibile utilità, purché non alteri la destinazione della cosa comune e consenta un uso paritetico agli altri condomini. L’apertura di finestre, ovvero, la trasformazione di luce in veduta su un cortile comune, rientra nei poteri spettanti ai condomini ai sensi dell’art.

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Conduttore, sanare la mora per non più di tre volte

Come assolutamente pacifico, la norma di cui all’art. 55 della legge 27 luglio 1978 n. 392 (sulla possibilità, per il conduttore di sanare la mora in sede giudiziale per non più di tre volte nel corso di quadriennio) mira a tutelare i soggetti che assumono in locazione un immobile per adibirle al soddisfacimento di primarie […]

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Usufrutto, estensione alle accessioni del bene

L’estensione dell’usufrutto alle accessioni della cosa non è subordinata, nel caso di costruzioni o piantagioni fatte dal proprietario con il consenso dell’usufruttuario o per disposizione della pubblica autorità, alla condizione della corresponsione degli interessi sulle somme impiegate.

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Domanda di ritenzione della caparra, legittimità

Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza n. 553 del 14 gennaio 2009

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Contratto preliminare, caparra

I due rimedi disciplinati, rispettivamente, dai commi secondo e terzo dell’art. Qualora, invece, detta parte abbia preferito domandare la risoluzione (o l’esecuzione del contratto), il diritto al risarcimento del danno, che rimane regolato dalle norme generali, postula che il pregiudizio subito sia provato nell’an e nel quantum, con conseguente possibilità di rigetto della relativa domanda in ipotesi di mancato raggiungimento della prova; La parte che ha ricevuto la caparra, se destinataria di una richiesta di restituzione ex art.

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Contratto preliminare, garanzia per evizione

Il promittente venditore di una cosa che non gli appartiene può adempiere la propria obbligazione procurando l’acquisto del promissario direttamente dall’effettivo proprietario.

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