La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 5023/2024, ha stabilito i principi per l'interpretazione della clausola di manleva in un contratto di appalto. Un ente pubblico aveva richiesto di essere tenuto indenne da una società costruttrice per i danni derivanti da una procedura espropriativa. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che, in presenza di un testo contrattuale chiaro, l'interpretazione deve attenersi al significato letterale delle parole. La clausola, facendo specifico riferimento alla "esecuzione dei lavori", non poteva essere estesa a coprire oneri diversi, come quelli legati all'esproprio.
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