LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Fallimentare

Reclamo fallimentare: quando l’appello è tardivo
Una società propone ricorso in Cassazione contro la sentenza che ha confermato la sua dichiarazione di fallimento. I motivi del ricorso, tra cui l'incompetenza territoriale del tribunale e l'omessa notifica, vengono rigettati. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, sottolineando la tardività delle eccezioni procedurali, che dovevano essere sollevate nel primo grado di giudizio, e l'infondatezza delle altre censure. La decisione ribadisce l'importanza del rispetto dei termini perentori nel reclamo fallimentare.
Continua »
Revocatoria ordinaria: la vendita a prezzo vile
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di revocatoria ordinaria avviata dal fallimento di una società contro la vendita di quote di un'altra società a un prezzo ritenuto vile (150.000 euro contro un valore stimato di 650.000 euro). La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso degli acquirenti, confermando la decisione d'appello. La sentenza ribadisce che le valutazioni del consulente tecnico d'ufficio (CTU), se logicamente motivate dal giudice di merito, non sono sindacabili in sede di legittimità e che la consapevolezza di arrecare danno ai creditori è un elemento distinto dall'intento fraudolento in ambito penale.
Continua »
Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte del ricorrente e della contestuale accettazione della controparte. La decisione si basa sulla conformità dell'atto di rinuncia ai requisiti degli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile, portando alla chiusura del procedimento senza alcuna statuizione sulle spese legali.
Continua »
Accordo transattivo: rinvio udienza in Cassazione
Una compagnia assicurativa aveva presentato ricorso in Cassazione contro il fallimento di una società, a seguito del rigetto della sua domanda di ammissione al passivo. Durante il giudizio, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha disposto il rinvio della causa per consentire alle parti di formalizzare l'accordo e la conseguente rinuncia al ricorso.
Continua »
Omologazione concordato: inammissibile il ricorso
Un creditore ha impugnato l'omologazione di un concordato preventivo, contestando la certezza del proprio credito, l'affidabilità del garante e la copertura dei costi di ripristino ambientale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che le valutazioni sulla fattibilità del piano e sulla capienza patrimoniale del garante sono accertamenti di fatto non sindacabili in sede di legittimità, se sorretti da motivazione adeguata. L'omologazione concordato preventivo è stata quindi confermata.
Continua »
Liquidazione giudiziale: via libera senza giudicato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19607/2025, ha stabilito che l'apertura di una liquidazione giudiziale non deve attendere il passaggio in giudicato della decisione che risolve un precedente concordato preventivo. La Corte ha respinto il ricorso di una società, chiarendo che la provvisoria esecutività del provvedimento di risoluzione è sufficiente per avviare la nuova procedura concorsuale, in linea con i principi del nuovo Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza.
Continua »
Ricorso inammissibile: la decisione del Tribunale
Una società finanziaria ha impugnato in Cassazione il decreto di un Tribunale che rigettava il suo reclamo contro un piano di riparto in un concordato preventivo. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che tali provvedimenti, emessi in fase di esecuzione del concordato, non hanno carattere decisorio e definitivo, ma sono atti di mera vigilanza. Le controversie sull'esecuzione del piano vanno risolte con un ordinario giudizio civile, non con un ricorso straordinario.
Continua »
Risoluzione contratto fallimento: la Cassazione attende
Una società immobiliare ha richiesto la risoluzione di un contratto e la restituzione di beni. A seguito del fallimento della controparte, la Corte d'Appello ha dichiarato l'improcedibilità della causa. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sulla corretta interpretazione della legge fallimentare in merito alla risoluzione contratto fallimento, ha sospeso la decisione in attesa di un pronunciamento chiarificatore delle Sezioni Unite.
Continua »
Rivendica fallimentare e valore del bene: la decisione
In un caso di rivendica fallimentare, una società creditrice ha chiesto la restituzione di una gru. Poiché il bene era già stato venduto dalla curatela, il Tribunale aveva riconosciuto un credito basato sul prezzo di acquisto originale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società fallita su questo punto, stabilendo che il valore del credito deve essere calcolato sulla base del valore di mercato del bene al momento dell'apertura del fallimento, non sul prezzo storico. La Corte ha quindi rinviato il caso al Tribunale per una nuova e corretta determinazione del valore.
Continua »
Equa riparazione: calcolo e spese legali da liquidare
Un gruppo di ex dipendenti ha richiesto un'equa riparazione per l'eccessiva durata di una procedura fallimentare. La Corte di Cassazione ha chiarito due principi fondamentali: primo, il valore della causa per l'indennizzo si basa sulle somme effettivamente liquidate nel fallimento, escludendo rivalutazione e interessi non richiesti in quella sede. Secondo, le spese legali devono comprendere anche la fase istruttoria, anche se non svolta, purché vi sia stata la fase di trattazione. La sentenza impugnata è stata quindi parzialmente cassata.
Continua »
Liquidazione Coatta: stop alle azioni individuali
Una risparmiatrice ha citato in giudizio una banca in liquidazione coatta amministrativa per far dichiarare inesistente un debito. La Corte di Cassazione ha stabilito che tali azioni sono inammissibili. Il principio della liquidazione coatta amministrativa impone che tutte le pretese, incluse quelle di accertamento negativo, siano gestite esclusivamente all'interno della procedura concorsuale per tutelare la parità di trattamento tra i creditori. Qualsiasi causa individuale presso un tribunale ordinario è quindi preclusa.
Continua »
Valutazione merito creditizio: doveri della banca
Una consumatrice propone un piano di ristrutturazione dei debiti, contestato da un istituto di credito. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso della consumatrice, chiarendo che nella valutazione del merito creditizio, la banca non è negligente se si affida alle informazioni fornite dal cliente, senza obbligo di ulteriori verifiche esterne se non ritenute necessarie.
Continua »
Ricorso cassazione inammissibile: concordato minore
Un avvocato ha presentato istanza di concordato minore, ma la domanda è stata dichiarata improcedibile per il mancato deposito di una somma per le spese di procedura. Dopo due appelli respinti, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso per cassazione inammissibile, stabilendo che il provvedimento impugnato non aveva carattere decisorio, ovvero non decideva su diritti soggettivi contrapposti, requisito fondamentale per l'accesso al giudizio di legittimità.
Continua »
Onere della prova: Cassazione chiarisce i termini
Una società di revisione si opponeva all'esclusione del proprio credito dal passivo di una società fallita. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del fallimento, ha chiarito che l'onere della prova grava interamente sul creditore, il quale deve dimostrare non solo l'incarico ma anche l'effettivo svolgimento della prestazione sin dal ricorso in opposizione, senza possibilità di produrre documenti in un momento successivo, a meno che la curatela non sollevi eccezioni proceduralmente nuove.
Continua »
Compenso professionale: rigetto per mancata prova
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un professionista che chiedeva il saldo del suo compenso professionale nell'ambito di un fallimento. La decisione si fonda sulla mancata prova dell'effettiva attività svolta, ritenendo l'acconto già percepito congruo per la prestazione parzialmente eseguita, anche in considerazione della presenza di un altro professionista con un incarico identico.
Continua »
Accantonamento crediti tributari: è sempre obbligatorio
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo di accantonamento dei crediti tributari contestati in un concordato preventivo è inderogabile. La richiesta di una definizione agevolata da parte del debitore non implica una rinuncia al reclamo da parte dell'Amministrazione Finanziaria, né fa venir meno la necessità di mettere da parte le somme necessarie a garantire il pagamento di tali crediti. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva rigettato l'opposizione dell'ente fiscale, ritenendo erroneamente che la procedura di definizione agevolata avesse superato le censure mosse. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Prescrizione azione risarcitoria: l’istanza al passivo
Un gruppo di investitori ha citato in giudizio un'autorità di vigilanza per omesso controllo su un intermediario fallito. La Corte di Cassazione sta valutando se la domanda di ammissione al passivo dell'intermediario abbia interrotto la prescrizione dell'azione risarcitoria anche nei confronti dell'autorità, quale coobbligata. La Corte ha rinviato la decisione a una pubblica udienza per un esame approfondito.
Continua »
Dolosa preordinazione: quando un atto è revocabile?
Una società contesta l'azione revocatoria di una banca su un acquisto immobiliare legato a un'operazione di leveraged buyout. La banca sosteneva la sussistenza di una dolosa preordinazione a danno del suo futuro credito. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito, chiarendo che per revocare un atto anteriore al credito non basta una generica consapevolezza del pregiudizio, ma va provato uno specifico intento fraudolento. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Compenso commissario giudiziale: spetta sempre
La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso commissario giudiziale spetta sempre, anche al professionista che subentra in un incarico già avviato. È illegittimo negare il compenso sulla base del fatto che i predecessori siano stati liquidati per attività 'espletata ed espletanda'. La liquidazione deve avvenire secondo un criterio di proporzionalità, valutando l'effettiva opera prestata dal singolo professionista, inclusa l'attività di vigilanza post-omologa. La Corte ha cassato il decreto del Tribunale che aveva negato il compenso, rinviando per una nuova valutazione.
Continua »
Equa riparazione: diritto all’indennizzo anche per crediti piccoli
Alcune società creditrici in una procedura fallimentare durata oltre dieci anni hanno richiesto un'equa riparazione per l'eccessiva durata del processo. La Corte d'Appello aveva negato l'indennizzo, ritenendo i crediti di valore irrisorio. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che il diritto all'equa riparazione sussiste a prescindere dal valore del credito, purché non sia meramente bagatellare (sotto i 500 euro), e indipendentemente dalle concrete possibilità di recupero del credito stesso.
Continua »