LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Fallimentare

Insinuazione tardiva: Fisco non scusato per ritardi
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro la reiezione di una sua istanza di insinuazione tardiva al passivo di un fallimento. L'ordinanza ribadisce che i lunghi termini previsti per gli accertamenti fiscali non giustificano il ritardo nella presentazione della domanda, poiché l'ente impositore, al pari di ogni altro creditore, deve attivarsi con tempestività non appena viene a conoscenza della procedura fallimentare. La Corte ha ritenuto il ritardo di diversi anni non scusabile, confermando la decisione del tribunale.
Continua »
Notifica nulla e prescrizione: la Cassazione decide
Una società in amministrazione straordinaria agisce in giudizio, ma la notifica iniziale dell'atto di citazione risulta viziata. La Corte d'Appello dichiara l'azione prescritta, ritenendo la prima notifica inesistente e quindi inidonea a interrompere i termini. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema della notifica nulla e prescrizione e sull'efficacia retroattiva della sanatoria, rimette la questione alle Sezioni Unite per un chiarimento definitivo.
Continua »
Ammissione al passivo tardiva: la Cassazione attende
L'ordinanza analizza il caso di alcuni lavoratori che hanno presentato una domanda di ammissione al passivo tardiva per crediti da lavoro in una procedura di liquidazione coatta amministrativa. Il Tribunale aveva ammesso i crediti, ritenendo il ritardo non imputabile ai lavoratori. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha sospeso il procedimento. La Corte attende la decisione delle Sezioni Unite su un punto cruciale: se il creditore che agisce in un'altra sede per l'accertamento del suo diritto debba comunque presentare una domanda 'con riserva' nei termini per evitare la tardività.
Continua »
Tariffa rifiuti: distinzione e validità legale
Una società di raccolta rifiuti ha contestato un'ingiunzione di pagamento per le tariffe di smaltimento, sostenendo che la tariffa stabilita dall'Ambito Territoriale Ottimale (ATO) non fosse vincolante. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo la distinzione cruciale tra la tariffa rifiuti di conferimento (corrispettivo per un servizio, fissato dall'ATO) e la tariffa di igiene ambientale (TIA, un contributo di natura tributaria). La Corte ha confermato l'autorità dell'ATO nel fissare una tariffa di smaltimento vincolante per tutti gli utenti dell'impianto, indipendentemente dalla loro partecipazione all'accordo iniziale.
Continua »
Credito sopravvenuto fallimento: i termini per agire
Una società presenta una domanda di insinuazione per un credito sopravvenuto al fallimento dopo 15 mesi dal suo sorgere, attendendo una perizia tecnica. La Corte di Cassazione conferma l'inammissibilità della domanda, stabilendo che anche per i crediti post-fallimentari, il creditore deve agire con ragionevole diligenza. L'attesa ingiustificata della perizia costituisce un ritardo colpevole, non essendo una causa esterna non imputabile.
Continua »
Domanda tardiva: PEC errata non basta a giustificarla
Una società, cessionaria di un credito verso un'entità fallita, ha presentato una domanda tardiva di ammissione al passivo, sostenendo di non aver mai ricevuto l'avviso a causa di un indirizzo PEC errato utilizzato dal curatore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del tribunale. La Corte ha chiarito che l'invio dell'avviso a un indirizzo PEC presente in un registro pubblico, anche se obsoleto ma ancora attivo, costituisce una notifica valida. La mancata contestazione da parte del creditore di questa motivazione fondamentale ha reso l'appello inammissibile.
Continua »
Insinuazione al passivo e causa pendente: le S.U.
Un lavoratore, in causa per licenziamento illegittimo, si vede l'azienda entrare in amministrazione straordinaria. Il Tribunale dichiara inammissibile la sua insinuazione al passivo, sostenendo che debba prima concludere la causa di lavoro. La Cassazione, investita della questione, non decide ma rinvia la causa in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite sullo stesso dilemma: se in pendenza di un giudizio per l'accertamento di un credito sia obbligatoria la tempestiva insinuazione al passivo per evitare la decadenza.
Continua »
Inammissibilità del ricorso: carenza d’interesse
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso presentato da un acquirente contro il fallimento del fornitore di una cucina. La decisione si fonda sulla sopravvenuta carenza di interesse, poiché le questioni centrali del ricorso (risoluzione del contratto e gravità dell'inadempimento) erano già state definite con una sentenza passata in giudicato in un altro procedimento parallelo, conclusosi con un accordo transattivo tra le parti.
Continua »
Stato di insolvenza: quando la crisi è permanente?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società edile contro la propria dichiarazione di fallimento. La società sosteneva una crisi temporanea dovuta alla pandemia, ma la Corte ha ritenuto che la mancata presentazione dei bilanci, l'assenza di dipendenti e l'esposizione debitoria complessiva dimostrassero uno stato di insolvenza strutturale e non transitorio. Il ricorso è stato respinto anche per motivi procedurali, non avendo indicato con precisione gli atti processuali a supporto delle proprie tesi.
Continua »
Requisiti di non fallibilità: onere della prova
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società dichiarata fallita, confermando che l'onere di provare i requisiti di non fallibilità spetta all'imprenditore. La Corte ha ritenuto inattendibili i bilanci depositati in ritardo o non approvati, sottolineando come la documentazione contabile debba essere tempestiva e completa. La mancata prova, anche solo per uno degli ultimi tre esercizi, legittima la dichiarazione di fallimento. Il ricorrente è stato anche sanzionato per abuso del processo.
Continua »
Ammissione con riserva: la Cassazione sull’opposizione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una lavoratrice che, dopo aver rinunciato a una prima opposizione, ne ha proposta una seconda fuori termine contro l'ammissione con riserva del suo credito. La Corte ha stabilito che l'opposizione al provvedimento di ammissione con riserva è un onere del creditore che deve essere esercitato tempestivamente, anche se la riserva è ritenuta errata, e non può essere riproposto in un secondo momento.
Continua »
Giudicato endofallimentare: no a nuova domanda
La Corte di Cassazione conferma che il rigetto non opposto di una domanda di ammissione al passivo fallimentare crea un giudicato endofallimentare. Questo preclude la possibilità di riproporre la stessa domanda in via tardiva, anche se nel frattempo una sentenza ha accertato il diritto del creditore. Il creditore avrebbe dovuto chiedere l'ammissione 'con riserva' in attesa della definizione del giudizio esterno.
Continua »
Ricorso inammissibile: i requisiti di specificità
Un imprenditore, dichiarato fallito in primo e secondo grado, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi di appello erano formulati in modo confuso e generico, mescolando critiche procedurali e di merito senza rispettare i rigorosi requisiti formali. La Suprema Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma solo di verificare la corretta applicazione della legge, sottolineando l'importanza di una redazione tecnica e specifica degli atti di impugnazione.
Continua »
Ricorso straordinario: inammissibile se non decisorio
Due promissari acquirenti hanno presentato un ricorso straordinario contro un decreto che autorizzava un curatore fallimentare a registrare un trasferimento immobiliare. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'appello inammissibile, ribadendo che tale rimedio è valido solo contro atti decisori che incidono su diritti soggettivi, e non contro provvedimenti meramente ordinatori come quello in esame.
Continua »
Sanzioni tributarie concordato: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che una società in concordato preventivo non può ottenere l'annullamento delle sanzioni per violazioni fiscali commesse prima dell'inizio della procedura. La Corte ha chiarito che l'impossibilità di pagare il debito per beneficiare delle sanzioni ridotte, a causa dei vincoli del concordato, non giustifica la cancellazione delle sanzioni piene. Il caso riguardava il mancato versamento di IVA e IRES. La decisione della Cassazione ribalta la precedente sentenza della Commissione Tributaria Regionale, affermando che il beneficio della riduzione delle sanzioni è strettamente legato al pagamento tempestivo, un presupposto che non viene meno a causa dello stato di insolvenza. La richiesta di estinzione del giudizio per definizione agevolata è stata respinta per mancato rispetto dei termini di pagamento.
Continua »
Attestazione professionista: la guida della Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato l'inammissibilità di una proposta di concordato preventivo a causa di una carente attestazione del professionista. La Corte ha stabilito che il professionista non può limitarsi a recepire acriticamente le perizie di stima di terzi, ma deve svolgere una verifica autonoma sui criteri di valutazione per garantire una corretta informazione ai creditori. La mancanza di tale rigorosa verifica rende la proposta inidonea e, di conseguenza, inammissibile.
Continua »
Nullità processuale: quando l’appello è inammissibile
Una società impugna la propria dichiarazione di fallimento lamentando una nullità processuale per violazione del diritto di difesa. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, chiarendo che i vizi procedurali devono essere eccepiti nel primo grado di appello utile, altrimenti si considerano sanati. Inoltre, il diniego di un rinvio d'udienza non costituisce, di per sé, una lesione del contraddittorio, specialmente se la parte non dimostra il concreto pregiudizio subito.
Continua »
Attestazione del professionista: guida alla validità
Una società ha visto respingere la propria richiesta di concordato preventivo a causa di una valutazione critica sulla validità della documentazione presentata. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Il punto centrale della decisione è la 'palese inadeguatezza' dell'attestazione del professionista, ritenuta incapace di fornire ai creditori informazioni complete e trasparenti, specialmente riguardo la valutazione del patrimonio immobiliare. La Suprema Corte ha ribadito che il tribunale ha il dovere di verificare la correttezza formale e la comprensibilità dei criteri usati nell'attestazione, un requisito fondamentale per garantire un consenso informato da parte dei creditori.
Continua »
Concordato preventivo: la fattibilità giuridica del piano
Una società alberghiera, dopo un'operazione di scissione, ha proposto un concordato preventivo. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d'Appello che aveva omologato il piano, ritenendo l'omologazione illegittima senza il previo voto dei creditori. Inoltre, ha censurato la mancata valutazione della fattibilità giuridica del piano, in particolare riguardo la concreta capacità patrimoniale della società beneficiaria della scissione di soddisfare i creditori. La Cassazione ha sottolineato che il giudice deve effettuare una verifica sostanziale e non meramente formale del piano proposto.
Continua »
Rinvio per connessione: la decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria disponendo il rinvio per connessione di un ricorso presentato da una società in concordato preventivo contro l'Agenzia delle Entrate. La Corte ha rilevato l'esistenza di legami con altri due ricorsi pendenti, ritenendo opportuno unificare la trattazione per garantire una decisione coerente ed evitare giudicati contrastanti. La decisione è puramente procedurale e non entra nel merito della questione.
Continua »