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Diritto Fallimentare

Fallimento, scritture private e contabili, regime probatorio

Relativamente al regime probatorio concernente le scritture private e scritture contabili astrattamente applicabile nei confronti di un imprenditore, ove sia successivamente intervenuto il suo fallimento, anche nei confronti del curatore, in proposito per quanto concerne l’art.

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Concordato preventivo, natura contrattuale

L’indubbia, originaria e permanente, natura dispositiva e, quindi, derogabile della disposizione – in presenza della clausola “se il concordato … non dispone diversamente …” – valorizza l’autonomia privata nella determinazione del contenuto di tale forma di concordato preventivo, ciò in consonanza con la natura prevalentemente contrattuale che caratterizza il concordato preventivo nel regime introdotto dal d. lgs. n. 169 del 2007 e, conseguentemente, con il decisivo rilievo attribuito alla volontà dei creditori ed al loro consenso informato.

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Concordato preventivo, nomina giudiziale del liquidatore

La nomina giudiziale del liquidatore è collegata al solo concordato preventivo con cessione dei beni, ciò conformemente anche alla ratio di tale forma di concordato, volto appunto alla liquidazione dei beni che ne costituiscono l’oggetto ed alla ripartizione del ricavato tra i creditori.

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Concordato preventivo, decreto di omologazione

183, primo comma, della legge fallimentare, nel testo sostituito dall’art. 12 settembre 2007, n. 169, stabilisce che attraverso il decreto del tribunale che pronuncia sull’omologazione può essere proposto reclamo alla corte di appello, e che l’art.

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Trasferimento di ipoteca, opponibilità al fallimento

In generale, perché un trasferimento di ipoteca possa essere opponibile al fallimento è comunque necessario che esso sia annotato a margine dell’iscrizione d’ipoteca prima o dopo la dichiarazione di fallimento.

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Fallimento, cessione del credito munito di ipoteca

Nel caso di cessione del credito munito di ipoteca, l’annotazione di detta cessione può essere opponibile al fallimento anche se annotata successivamente alla sua dichiarazione.

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Trasferimento ipoteca eseguita dopo fallimento

45 legge fallimentare riguarda esclusivamente gli atti di disposizione suscettibili di vulnerare i diritti della massa dei creditori. In sostanza, essa comporta un pregiudizio (di mero fatto, e del tutto legittimo) limitato ai creditori ammessi al riparto in posizione subordinata.

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Atti compiuti dopo la dichiarazione di fallimento

Il pagamento con surrogazione, analogamente alle altre forme di successione – in senso ampio – del credito, quale la cessione del credito, dà luogo ad una successione nel rapporto obbligatorio per cui, trattandosi di una vicenda concernente esclusivamente la posizione attiva del creditore originario, al quale si sostituisce il cessionario ovvero il solvens, resta immutato nella sua oggettività il rapporto obbligatorio. La ratio del citato articolo 45 l. f. è, infatti, quella di impedire un pregiudizio ai creditori conseguente da atti compiuti dopo l’apertura della procedura concorsuale garantendo la cristallizzazione della situazione patrimoniale alla data del fallimento.

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Amministratore giudiziario, legittimazione reclamo

L’amministratore giudiziario, nominato in sede di sequestro assunto ai sensi dell’art.

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Comportamenti prima dell'apertura del fallimento

Nulla esclude che l’esame possa essere condotto anche con riferimento a comportamenti posti in essere prima dell’apertura del fallimento, avendo certamente incidenza sui tempi di definizione della procedura anche le modalità operative adottate dall’imprenditore nell’esercizio dei suoi poteri gestori nel periodo precedente l’apertura della procedura concorsuale.

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Beneficio esdebitazione, accertamento del giudice

L’effetto indicato dal legislatore come ostativo alla concessione del beneficio dell’esdebitazione, consistente nella determinazione del ritardo o nella contribuzione alla sua verificazione, è riconducibile ad una condotta non delineata nella sua specificità, sicché questa può essere correttamente riscontrata dal giudice di merito, quando sia stata accertata la conseguenza pregiudizievole dell’allungamento dei tempi di definizione della procedura.

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Conseguimento del beneficio dell'esdebitazione, discrimine

La nota di discrimine fra imprenditori falliti, ai fini del conseguimento del beneficio del’esdebitazione, non andrebbe individuata sulla base di un dato legato a contingenze casuali e non riconducibili all’operato dell’imprenditore, quale il numero dei creditori privilegiati e la consistenza del loro crediti, ma potrebbe essere piuttosto ricercata nella valorizzazione del dato comportamentale del debitore.

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Esdebitazione, soddisfazione di tutti i creditori concorsuali

Richiedere la soddisfazione in qualche misura di tutti i creditori concorsuali comporterebbe la necessità del pagamento integrale di quelli muniti di privilegio generale e di quelli muniti di privilegio speciale nei limiti dei beni gravati, non potendosi provvedere al soddisfacimento dei creditori chirografari se non nel rispetto della cause di prelazione.

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Amministratore giudiziario, fallimento, reclamo

L’amministratore giudiziario, in sede di sequestro assunto ai sensi dell’art.

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Gestione del patrimonio sociale, amministratore giudiziario

Non può non rilevarsi che la gestione del patrimonio sociale finalizzata alla sua conservazione in vista del conclusivo provvedimento ablativo interferisce con la finalità della procedura concorsuale e legittima perciò ex se, l’amministratore giudiziario, cui il giudice della misura cautelare ha demandato quel compito, ad agire in giudizio al fine di garantire le finalità sottese all’adozione della misura, al pari di ogni altro interessato, ed anzi a maggior ragione.

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Amministratore giudiziario, fallimento, legittimazione

L’ontologica difformità tra le indicate funzioni demandabili all’amministratore giudiziario – custodia e conservazione ovvero amministrazione e gestione – impone, in logica conseguenza, di verificarne la legittimazione sostanziale e processuale in concreto, in correlazione all’espletamento della funzione che, nella gamma delle competenze del suo ufficio, esso intende svolgere. Il corollario comporta che, spettando all’amministratore della società la legittimazione – jure proprio – a resistere alla richiesta di fallimento e quindi a reclamare la successiva sentenza, l’amministratore giudiziario, nell’esercizio di quella stessa funzione, ha veste sostanziale e processuale che lo legittima ad assumere analoga iniziativa.

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Fallimento, custode dei beni sequestrati, funzione

La funzione demandata al custode dei beni sequestrati ex art. 316-317 c. p. p. è sottesa alla mera conservazione dei beni sequestrati, e pertanto, non confligge con l’apertura del fallimento che, pur determinando lo spossessamento della gestione di quei beni, non determina sottrazione alla garanzia patrimoniale, in vista della quale è emessa la misura cautelare.

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Concessionario per la riscossione, ammissione al passivo

Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 4861 del 5 marzo 2010

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Fallimento, ammissione al passivo dei crediti IRAP

Di tutti i crediti individuati dall’art. 2752 c.c. vanno inclusi anche i crediti IRAP, tanto è vero che con la modifica intervenuta con l’art. 39, comma 2, del d.l. n. 159 del 2007, convertito in legge n. 22 del 2007, il legislatore ha riconosciuto anche per detta imposta il privilegio generale sui mobili, così implicitamente […]

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Fallimento del socio illimitatamente responsabile

L’esistenza del rapporto sociale, anche al fine della dichiarazione di fallimento del socio illimitatamente responsabile a norma dell’art. 147 della legge fallimentare, può risultare da indici rilevatori quali le fideiussioni e i finanziamenti in favore dell’imprenditore, allorquando essi, ancorché riguardanti il solo momento esecutivo dei rapporti obbligatori della società, siano, per la loro sistematicità e […]

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