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Diritto Fallimentare

Privilegio credito AGCM: la Cassazione si esprime
La Corte di Cassazione ha stabilito che il contributo obbligatorio versato all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) gode del privilegio credito AGCM in caso di fallimento. Superando la decisione di un Tribunale, la Corte ha applicato un'interpretazione estensiva dell'art. 2752 c.c., riconoscendo la natura tributaria del contributo e la sua funzione di finanziamento di spese pubbliche, garantendogli così priorità nel passivo fallimentare.
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Estratto di ruolo inammissibile: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un Agente della Riscossione contro la parziale esclusione di un credito in una procedura fallimentare. La Corte ha stabilito che l'impugnazione era inammissibile perché l'estratto di ruolo presentato era generico e non provava il collegamento con i crediti specifici contestati. Inoltre, ha chiarito che un presunto errore del giudice nella valutazione delle prove documentali non può essere contestato in Cassazione come violazione di legge, ma attraverso altri rimedi specifici.
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Deposito telematico: quando è valido e tempestivo?
Una società creditrice si opponeva allo stato passivo di un fallimento. Il suo primo tentativo di deposito telematico veniva rifiutato dalla cancelleria, ma la società agiva solo tre anni dopo chiedendo la rimessione in termini. Il tribunale considerava valido il primo deposito, ma la Corte di Cassazione ha annullato tale decisione. L'ordinanza chiarisce che il deposito telematico si perfeziona solo con la quarta PEC (accettazione della cancelleria), non con la seconda (ricevuta di consegna). La parte deve agire tempestivamente in caso di rifiuto, altrimenti incorre in decadenza.
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Privilegio crediti tributari: no se di natura privata
Una società di gestione discariche richiedeva il riconoscimento del privilegio crediti tributari per un suo credito verso una società fallita. La Corte di Cassazione ha negato tale privilegio, stabilendo che il credito, pur derivando da un servizio di pubblica utilità come lo smaltimento rifiuti, ha natura contrattuale e privatistica, non tributaria. Di conseguenza, deve essere classificato come chirografario.
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Improcedibilità ricorso: errore fatale in Cassazione
Un Comune ha proposto ricorso in Cassazione per un credito verso una società fallita, ma la Corte lo ha dichiarato inammissibile. La causa è stata l'improcedibilità del ricorso dovuta alla mancata allegazione della comunicazione della decisione impugnata, un errore procedurale considerato non sanabile che ha impedito l'esame del merito della questione.
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Ammissione al passivo: rinuncia parziale al privilegio
Un comune chiedeva l'ammissione di un credito tributario al passivo di un fallimento. Durante il giudizio di opposizione, rinunciava al privilegio per la parte del credito relativa alle sanzioni. Il Tribunale, tuttavia, ammetteva l'intero credito in via privilegiata. La Cassazione ha corretto questa decisione, stabilendo che la modifica della domanda da privilegiata a chirografaria costituisce una lecita rinuncia parziale e non una modifica inammissibile della domanda, accogliendo così la richiesta originaria del creditore. Il caso chiarisce i limiti del principio di immutabilità della domanda nell'ambito dell'ammissione al passivo.
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Privilegio crediti smaltimento rifiuti: la decisione
Una società di gestione discariche ha richiesto il riconoscimento del privilegio per un credito verso un'azienda fallita. La Corte di Cassazione ha negato il privilegio per il corrispettivo del servizio, confermandolo solo per la quota relativa all'ecotassa. La decisione chiarisce che il privilegio crediti smaltimento rifiuti è strettamente legato alla natura fiscale del credito e non si estende ai corrispettivi di natura commerciale, anche se inseriti in un ciclo di servizio pubblico.
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Interruzione prescrizione: la difesa interrompe i termini
La Corte di Cassazione ha stabilito che la difesa di un creditore in un giudizio di accertamento negativo del debito può determinare l'interruzione prescrizione. Se il creditore, convenuto in giudizio, non si limita a chiedere il rigetto della domanda ma riafferma attivamente il proprio diritto, compie un atto idoneo a interrompere il decorso del termine prescrizionale. La Corte ha così cassato la decisione di un tribunale che, basandosi su un precedente superato, aveva negato tale effetto.
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Crediti prededucibili: quando sono ammessi?
Una società fornitrice ha richiesto il pagamento di crediti verso un'azienda poi fallita, chiedendo la prededuzione per le forniture effettuate durante la fase di "preconcordato". La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per riconoscere i crediti prededucibili non basta che siano sorti durante la procedura, ma è necessario dimostrare un nesso funzionale con gli obiettivi della stessa, a beneficio della massa dei creditori. Inoltre, ha ribadito che la prova del credito non può basarsi su documenti unilaterali come le fatture.
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Crediti prededucibili: quando sono ammessi?
La Corte di Cassazione interviene sul tema dei crediti prededucibili sorti durante la fase di concordato con riserva. Una società fornitrice di imballaggi chiedeva il riconoscimento della prededuzione per le forniture effettuate a un'azienda poi fallita. La Suprema Corte ha stabilito che, per riconoscere tali crediti, non basta la mera funzionalità dell'atto all'attività d'impresa, ma è necessaria una valutazione rigorosa sulla sua natura di 'ordinaria amministrazione'. Questo implica verificare la coerenza dell'atto con il tipo di piano concordatario previsto e, soprattutto, con l'interesse della massa dei creditori, al fine di non pregiudicare il patrimonio del debitore.
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Differimento adunanza per trattative in corso
La Corte di Cassazione ha concesso un differimento adunanza su richiesta congiunta delle parti. La decisione è motivata dalla presenza di trattative in corso, rese possibili dall'omologazione di un concordato relativo alla liquidazione coatta amministrativa di una delle società coinvolte. La Corte ha rinviato la causa per consentire alle parti di raggiungere una soluzione stragiudiziale.
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Prededucibilità crediti: la Cassazione chiarisce
Un'impresa creditrice ha richiesto la prededucibilità dei crediti maturati durante un concordato preventivo nei confronti di una società poi ammessa all'amministrazione straordinaria. Il tribunale aveva rigettato la richiesta con una motivazione non pertinente alla questione sollevata. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione per 'motivazione apparente', sottolineando l'importanza del principio di consecuzione delle procedure per stabilire la prededucibilità crediti e rimettendo la causa al tribunale per una nuova valutazione.
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Onere della prova fallimento: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società contro la propria dichiarazione di fallimento. Il caso ha ribadito un principio fondamentale: l'onere della prova fallimento, ovvero dimostrare di essere al di sotto delle soglie legali, spetta al debitore. La Corte ha sottolineato che la documentazione contabile prodotta, non essendo mai stata depositata presso il registro delle imprese, è stata correttamente ritenuta di scarsa attendibilità. Inoltre, è stato confermato che anche i debiti contestati devono essere inclusi nel calcolo dell'indebitamento totale ai fini della fallibilità.
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Soglie di fallibilità: prova senza scritture contabili
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un fallimento che contestava la revoca della dichiarazione di fallimento di una S.r.l. La Corte ha stabilito che, per verificare il rispetto delle soglie di fallibilità, il giudice può basare la propria decisione su elementi probatori alternativi e attendibili, come i verbali della Guardia di Finanza, anche quando l'imprenditore non ha tenuto regolarmente le scritture contabili.
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Inammissibilità ricorso fallimento: la parola alla Corte
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società contro la sua dichiarazione di fallimento. La società sosteneva di essere al di sotto delle soglie di fallibilità, basandosi su un bilancio rettificato tardivamente. La Corte ha stabilito che il ricorso mirava a un riesame dei fatti, compito che non spetta alla Cassazione, confermando la valutazione dei giudici di merito sull'inattendibilità delle prove fornite e sulla sussistenza dello stato di insolvenza. L'inammissibilità del ricorso fallimento è stata quindi confermata.
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Credito risarcitorio: è ammissibile in prededuzione?
La Corte di Cassazione esamina un caso complesso relativo a un credito risarcitorio richiesto da una società creditrice nei confronti di una procedura fallimentare, a causa di un presunto ritardo nella distribuzione delle somme ricavate dalla vendita di beni. Il Tribunale aveva ammesso il credito in prededuzione, considerandolo un danno sorto durante la gestione della procedura. La Cassazione, tuttavia, data la rilevanza della questione sulla proponibilità di tale domanda e sulla sua natura, ha ritenuto necessario un approfondimento in pubblica udienza, rinviando la causa a nuovo ruolo senza una decisione nel merito.
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Limite di finanziabilità: la Cassazione esclude la nullità
In un caso di opposizione allo stato passivo fallimentare, la Corte di Cassazione ha ribaltato una decisione di merito che aveva dichiarato nullo un contratto di mutuo fondiario per superamento del limite di finanziabilità. Conformandosi a un precedente intervento delle Sezioni Unite, la Corte ha stabilito che tale limite costituisce una norma di vigilanza prudenziale a tutela della banca, e la sua violazione non determina l'invalidità del contratto, che conserva la sua natura di mutuo fondiario.
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Limite di finanziabilità: non causa nullità del mutuo
Una società finanziaria si oppone a una decisione che aveva dichiarato nullo un suo mutuo fondiario per superamento del limite di finanziabilità. La Corte di Cassazione, richiamando una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite, stabilisce che il superamento di tale soglia non comporta la nullità del contratto. Il mutuo resta valido ed efficace. La causa viene rinviata al tribunale per un nuovo esame alla luce di questo principio consolidato.
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Azione di arricchimento: la banca deve restituire
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un istituto di credito a restituire una somma incassata tramite un assegno poco prima della dichiarazione di fallimento di una società. La Corte ha stabilito che, in assenza di una specifica contabilizzazione della somma a decurtazione del debito, l'unica via percorribile per il Fallimento era l'azione di arricchimento senza causa, respingendo le eccezioni della banca sulla competenza e sulla presunta esistenza di altri rimedi legali.
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Errore di fatto: quando la Cassazione non può revocare
Una società chiede la revocazione di un'ordinanza della Cassazione per un errore di fatto. La Corte, pur ammettendo una svista nel ritenere 'nuova' una questione, ha dichiarato il ricorso inammissibile. L'errore è stato giudicato irrilevante perché la decisione originale si fondava su un principio diverso e assorbente: l'insindacabilità dell'interpretazione degli atti del processo, attività riservata al giudice di merito. Di conseguenza, anche senza l'errore di fatto, l'esito non sarebbe cambiato.
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