Una società operante nel settore dei carburanti, dopo aver visto respingere la propria domanda di concordato preventivo e subire la dichiarazione di fallimento, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. L'ordinanza sottolinea che il giudice ha il potere di valutare la fattibilità del piano, specialmente per verificarne la manifesta inettitudine a raggiungere gli obiettivi. Nel caso specifico, il piano era generico, non supportato da elementi concreti per superare la crisi, e la stessa proposta di un pagamento dilazionato in cinque anni è stata considerata un indizio dello stato di insolvenza, andando oltre la semplice crisi aziendale.
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