LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Fallimentare

Pagamento anticipato debito: inefficacia nel fallimento
La Corte di Cassazione ha confermato che il pagamento anticipato debito, effettuato da una società poi fallita entro i due anni antecedenti la dichiarazione di fallimento, è inefficace nei confronti dei creditori. Anche se il contratto di finanziamento prevedeva la facoltà di estinzione anticipata, tale clausola non prevale sulla norma fallimentare (art. 65 L. Fall.), posta a tutela della parità di trattamento dei creditori (par condicio creditorum). La Corte ha ritenuto irrilevante la tesi difensiva dell'istituto di credito, ribadendo l'oggettività del presupposto dell'anticipazione del pagamento.
Continua »
Accertamento induttivo: onere della prova del fallito
Una società omette la dichiarazione dei redditi, subendo un accertamento induttivo. Dichiarata fallita, il suo ex legale rappresentante ottiene una riduzione del debito in appello. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9710/2025, ribalta la decisione, chiarendo che in caso di accertamento induttivo, le sole scritture contabili non bastano a vincere le presunzioni dell'Amministrazione Finanziaria. L'onere di provare l'effettiva esistenza dei costi e delle operazioni ricade interamente sul contribuente, anche se fallito.
Continua »
Azione revocatoria locazione: quando è inefficace
Una società debitrice concede in locazione un immobile ipotecato, rendendo più difficile l'espropriazione da parte del creditore. Il creditore agisce con un'azione revocatoria locazione. La Corte di Cassazione conferma l'inefficacia del contratto, chiarendo che sono revocabili anche gli atti che semplicemente complicano il recupero del credito e che la nullità per mancata interruzione del processo a seguito di fallimento di una parte può essere eccepita solo dal curatore fallimentare.
Continua »
Errore materiale spese legali: la Cassazione corregge
La Corte di Cassazione corregge un proprio precedente provvedimento affetto da errore materiale. L'ordinanza originale aveva erroneamente condannato la parte soccombente a pagare le spese legali alla controparte, nonostante quest'ultima, una procedura fallimentare, fosse stata ammessa al patrocinio a spese dello Stato. Su istanza del difensore, la Corte ha rettificato il dispositivo, stabilendo che il pagamento delle spese deve essere effettuato in favore dell'Erario e non della parte privata.
Continua »
Credito incapiente nel piano del consumatore: le regole
Un istituto di credito si è opposto all'omologazione di un piano del consumatore che prevedeva il pagamento parziale di un mutuo ipotecario. La Corte di Cassazione ha rigettato i motivi relativi alla durata del piano e al diritto di voto del creditore, ma ha accolto quello sul trattamento del credito incapiente. È stato stabilito che la parte del credito garantito che eccede il valore del bene ipotecato deve essere considerata come un credito chirografario e soddisfatta nella stessa misura degli altri crediti non privilegiati.
Continua »
Decreto ingiuntivo liquidazione patrimonio: la guida
La Corte di Cassazione ha stabilito che un decreto ingiuntivo, per essere valido ai fini dell'ammissione al passivo in una procedura di liquidazione del patrimonio, deve essere munito di esecutorietà prima dell'apertura della procedura stessa. In questo caso, una società creditrice si è vista respingere il ricorso con cui contestava la sua esclusione dallo stato passivo. La Corte ha chiarito che i principi rigorosi validi in ambito fallimentare si applicano anche alle procedure di sovraindebitamento, confermando il principio della cristallizzazione della situazione debitoria alla data di avvio della liquidazione.
Continua »
Deposito telematico errato: vale la data del primo invio?
La Cassazione stabilisce che il deposito telematico di un atto, anche se effettuato per errore in una cancelleria non pertinente ma appartenente allo stesso ufficio giudiziario, è da considerarsi tempestivo se avvenuto entro i termini. L'errore di registro non invalida la tempestività del deposito. La Corte ha accolto il ricorso dell'Ente Fiscale contro la decisione di un Tribunale che aveva dichiarato inammissibile un reclamo per tardività a causa di un deposito telematico errato.
Continua »
Comportamento doloso debitore: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due consumatori sovraindebitati contro la decisione del Tribunale di respingere il loro piano di ristrutturazione del debito. La decisione si fonda sul comportamento doloso del debitore, che aveva falsamente dichiarato di non avere altri finanziamenti in corso. La Corte ha stabilito che la valutazione del dolo è un accertamento di fatto insindacabile in sede di legittimità, confermando che la condotta fraudolenta del debitore preclude l'accesso alle tutele previste dalla legge sul sovraindebitamento.
Continua »
Inammissibilità del reclamo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del reclamo di un soggetto contro un decreto della Corte d'Appello. La decisione si fonda su un principio procedurale cruciale: non è possibile impugnare una decisione che a sua volta ha già deciso su un precedente reclamo. I motivi del ricorrente sono stati respinti perché non affrontavano la specifica ragione processuale (ratio decidendi) della sentenza impugnata, ma si concentravano su questioni di merito non pertinenti.
Continua »
Termine reclamo liquidazione: la notifica è decisiva
La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine reclamo per opporsi a un decreto di liquidazione del patrimonio per sovraindebitamento decorre dalla notifica o comunicazione integrale del provvedimento al creditore, e non dalla semplice pubblicazione online. La sentenza sottolinea che il creditore è parte a tutti gli effetti del procedimento, avendo diritto a una conoscenza piena e formale dell'atto per poter esercitare il proprio diritto di difesa.
Continua »
Esdebitazione negata per mancata collaborazione
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di negare il beneficio dell'esdebitazione a un imprenditore fallito. La ragione principale del diniego non è stata la bassa percentuale di soddisfacimento dei creditori (4,76%), ma la mancata collaborazione del fallito. Quest'ultimo non aveva fornito al curatore informazioni corrette sul valore di una quota societaria, che si è poi rivelata molto più alta a causa di beni immobili non dichiarati. Questo comportamento è stato considerato una violazione del dovere di cooperazione, rendendo inammissibili gli altri motivi del ricorso.
Continua »
Ricorso inammissibile sovraindebitamento: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un debitore contro il decreto del Tribunale che aveva revocato l'apertura della sua procedura di liquidazione del patrimonio. La revoca era stata disposta a seguito della contestazione di un creditore, che aveva evidenziato un atto in frode compiuto dal debitore (la vendita di un'auto per pagare un familiare). La Suprema Corte ha chiarito che il provvedimento di revoca, non avendo carattere decisorio e definitivo su diritti soggettivi, non è impugnabile con ricorso straordinario, confermando un orientamento consolidato sul tema del ricorso inammissibile sovraindebitamento.
Continua »
Fattibilità giuridica concordato: la durata del piano
Un'azienda creditrice ha impugnato l'omologazione del concordato preventivo di un'altra società, lamentando l'esclusione del proprio voto per conflitto di interessi. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, non sul conflitto, ma sulla questione della durata decennale del piano. La Corte ha stabilito che una durata eccessivamente lunga non attiene alla mera convenienza economica, bensì alla fattibilità giuridica del piano, che il tribunale ha il dovere di verificare. La sentenza chiarisce che la realizzabilità della proposta in tempi ragionevoli è un requisito di legge inderogabile.
Continua »
Fascicolo di parte mancante: rinvio della causa
Un'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta il problema del fascicolo di parte mancante. La Corte, impossibilitata a decidere nel merito a causa dell'assenza del fascicolo del ricorrente, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, ordinando alla Cancelleria di effettuare le necessarie ricerche per ritrovare la documentazione essenziale per la prosecuzione del giudizio.
Continua »
Ricorso per cassazione sovraindebitamento: quando è inammissibile
Una famiglia di debitori si rivolge alla Corte di Cassazione dopo che il Tribunale ha revocato l'apertura della loro procedura di liquidazione del patrimonio, a seguito del reclamo di una banca. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, specificando che il provvedimento di revoca non ha carattere decisorio e non preclude la riproposizione della domanda. Questo chiarisce i limiti del ricorso per cassazione sovraindebitamento in fasi non definitive della procedura.
Continua »
Opposizione stato passivo: termine per il deposito
Una creditrice ha impugnato l'esclusione del suo credito dallo stato passivo di una banca. La Cassazione ha confermato l'inammissibilità dell'azione, ribadendo che nell'opposizione stato passivo termine e formalità sono cruciali. Il mancato deposito del ricorso notificato almeno cinque giorni prima dell'udienza costituisce un errore procedurale insanabile, che comporta l'abbandono dell'opposizione, a prescindere dalla costituzione della controparte.
Continua »
Recupero aiuti di Stato: la Cassazione e i termini
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo di recupero aiuti di Stato, imposto da una decisione della Commissione Europea, prevale sulle norme procedurali nazionali. In un caso di fallimento, la domanda di ammissione al passivo presentata da un ente pubblico oltre il termine di un anno non può essere dichiarata inammissibile. Il giudice nazionale deve disapplicare la norma interna che ostacola l'effettiva applicazione del diritto comunitario, garantendo così il primato del diritto dell'Unione Europea e la tutela della concorrenza nel mercato interno.
Continua »
Errore di fatto in Cassazione: ordinanza revocata
La Corte di Cassazione revoca una propria ordinanza a causa di un errore di fatto. Inizialmente, aveva dichiarato un ricorso improcedibile per il presunto mancato deposito della relata di notifica della sentenza impugnata. Il ricorrente ha però dimostrato, tramite una copia conforme rilasciata dalla stessa cancelleria della Corte, che il documento era stato regolarmente depositato. La Corte, riconosciuto l'errore, ha revocato la precedente decisione e ha riesaminato il ricorso nel merito, rigettandolo.
Continua »
Competenza territoriale crisi d’impresa: sede legale
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in materia di competenza territoriale crisi d'impresa, il trasferimento della sede legale di una società nell'anno antecedente il deposito della domanda di accesso a una procedura concorsuale non è rilevante. La giurisdizione rimane radicata presso il tribunale della sede precedente, in applicazione della norma anti-abuso (c.d. forum shopping) prevista dal Codice della Crisi. La Corte ha inoltre chiarito che il tribunale può dichiarare la propria incompetenza anche dopo aver emesso provvedimenti iniziali, non appena riceve la documentazione completa per decidere sull'ammissione alla procedura.
Continua »
Bancarotta fraudolenta e nullità dei contratti
La Corte di Cassazione chiarisce che un contratto stipulato per realizzare una bancarotta fraudolenta è nullo per violazione di norme imperative. Tuttavia, nel caso di specie, il ricorso di una società in amministrazione straordinaria è stato rigettato. La Corte ha ritenuto che la valutazione del tribunale di merito, secondo cui i contratti di locazione non erano funzionalmente collegati all'operazione distrattiva, costituisce un accertamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità. Di conseguenza, è stata confermata l'ammissione al passivo del credito per i canoni non pagati.
Continua »