Un Comune chiedeva il pagamento di canoni a una società fallita per l'uso di sue strutture, come previsto da un contratto. Il Tribunale rigettava la richiesta, ritenendo che una legge successiva (art. 202 Codice Ambiente), qualificata come norma imperativa, avesse trasformato il contratto da oneroso a gratuito (comodato), rendendo nulle le clausole di pagamento. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la suddetta legge non è una norma imperativa e non può quindi causare la 'nullità virtuale' del contratto originario, che resta valido.
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