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Diritto Fallimentare

Inammissibilità del ricorso: i limiti del giudizio
Una società, dopo la risoluzione di un contratto preliminare, ricorre in Cassazione per ottenere il risarcimento del danno. La Corte Suprema dichiara l'inammissibilità del ricorso, evidenziando gravi carenze procedurali: la mancata specifica allegazione del danno e il tentativo di ottenere un nuovo esame del merito, non consentito in sede di legittimità. La decisione sottolinea i rigorosi oneri formali che gravano sulla parte ricorrente.
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Fallimento società cancellata: il termine di un anno
Una società cancellata dal registro imprese viene dichiarata fallita oltre un anno dopo. La Cassazione chiarisce che il termine annuale è perentorio. Anche in caso di appello, il decreto che accoglie il reclamo dei creditori deve intervenire entro l'anno dalla cancellazione, confermando che il fallimento società cancellata oltre tale termine è nullo.
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Ricorso inammissibile: l’appello omisso medio
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza di fallimento. La società ricorrente aveva impugnato la decisione del Tribunale direttamente in Cassazione, saltando il grado di appello. La Corte ha ribadito che, secondo la legge fallimentare, la sentenza dichiarativa di fallimento deve essere impugnata tramite reclamo davanti alla Corte d'Appello. L'aver omesso questo grado intermedio di giudizio ('omisso medio') rende il ricorso nullo, confermando la dichiarazione di fallimento.
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Legittimazione creditore nel fallimento: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di una società dichiarata fallita, chiarendo i presupposti per la legittimazione creditore. È stato confermato che, per avviare la procedura fallimentare, non è necessario un accertamento definitivo del credito, essendo sufficiente una verifica incidentale da parte del giudice, soprattutto se il credito è già supportato da un decreto ingiuntivo e una sentenza. La Corte ha inoltre ribadito i requisiti di specificità che l'atto di reclamo deve possedere per essere considerato ammissibile.
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Impugnazione decreto: quando non è ammessa in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un decreto della Corte d'Appello. Il provvedimento in questione, che accoglieva un reclamo e rimetteva la causa al Tribunale per la dichiarazione di fallimento, è stato ritenuto privo di carattere decisorio e definitivo. La Corte ha chiarito che l'atto lesivo dei diritti, e quindi autonomamente appellabile, è la successiva sentenza di fallimento, non l'intermedio decreto di rimessione. Di conseguenza, l'impugnazione del decreto è stata respinta.
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Bancarotta impropria: anche aggravare il dissesto è reato
La Cassazione annulla una sentenza di assoluzione per bancarotta impropria. Anche se un'operazione dolosa non causa da sola il fallimento, è sufficiente che abbia aggravato un dissesto già esistente. L'omessa riscossione di crediti rilevanti, pur non 'preponderante', costituisce nesso causale.
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Stato di insolvenza: i limiti del ricorso in Cassazione
Una società informatica, dichiarata fallita dalla Corte d'Appello, ha presentato ricorso in Cassazione contestando la valutazione del suo stato di insolvenza. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione dei fatti e delle prove, come l'analisi dei bilanci e la sussistenza dei debiti, spetta ai giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, a meno di vizi specifici. La decisione conferma che lo stato di insolvenza si desume da un complesso di fattori che dimostrano l'incapacità dell'impresa di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni.
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Dichiarazione di fallimento: basta un credito non definitivo?
Una società di produzione cinematografica viene dichiarata fallita su istanza di una creditrice, basata su una sentenza di primo grado non ancora definitiva. La società fallita ricorre in Cassazione sostenendo che il titolo non fosse definitivo e di non superare le soglie di fallibilità. La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, confermando che per la dichiarazione di fallimento è sufficiente un credito accertato in primo grado, anche se non definitivo, e che l'onere di provare il mancato superamento delle soglie di fallibilità spetta al debitore.
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Dichiarazione di fallimento: quando il ricorso è out
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imprenditore contro la propria dichiarazione di fallimento. La Corte ribadisce che il superamento della soglia di indebitamento va accertato d'ufficio dal giudice sulla base di tutti gli atti, e che la valutazione delle prove sui fatti, come lo stato di insolvenza, non può essere contestata in sede di legittimità. La decisione sottolinea come il ricorso in Cassazione sia limitato ai soli errori di diritto.
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Morte avvocato in Cassazione: cosa succede al processo?
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze della morte dell'avvocato in Cassazione. Il caso riguarda un imprenditore che, dopo aver impugnato la propria dichiarazione di fallimento, perde il suo unico difensore. La Suprema Corte ha stabilito che il processo non va interrotto, ma rinviato. Questa decisione mira a tutelare il diritto di difesa, ordinando alla cancelleria di notificare personalmente alla parte l'accaduto e la nuova data di udienza, per consentirgli di nominare un nuovo legale.
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Prova del debito e fallimento: la Cassazione chiarisce
Una società cooperativa, dichiarata fallita, ricorre in Cassazione contestando la sussistenza dei debiti posti a fondamento della dichiarazione di insolvenza. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che, ai fini fallimentari, costituisce valida prova del debito sia la mancata contestazione in una procedura di pignoramento presso terzi, sia un avviso di accertamento fiscale notificato, anche se non ancora iscritto a ruolo. La Corte ha confermato la correttezza della valutazione dello stato di insolvenza basata su tali debiti e su altri indici, come la cessazione dell'attività d'impresa.
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Ricorso inammissibile: i limiti del giudizio
Una società, dichiarata fallita, ha presentato ricorso in Cassazione contestando la valutazione delle prove da parte della Corte d'Appello. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che il giudizio di legittimità non consente un riesame dei fatti, compito esclusivo del giudice di merito. La ricorrente è stata anche condannata per lite temeraria a causa della manifesta infondatezza del ricorso.
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Notifica avviso udienza: rinvio per diritto difesa
La Corte di Cassazione ha disposto il rinvio di un ricorso contro una sentenza di fallimento. La decisione è scaturita dalla mancata notifica dell'avviso di udienza alla parte ricorrente e dalla scoperta del decesso del suo difensore, vizi procedurali che ledono il diritto di difesa e impongono la rinnovazione della comunicazione.
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Prova fallimento: bilanci informali non bastano
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro la propria dichiarazione di fallimento. La società non ha fornito una prova fallimento valida per dimostrare di essere al di sotto delle soglie dimensionali di legge. La Corte ha stabilito che bilanci informali, non approvati e non depositati, così come scritture contabili palesemente inattendibili, sono privi di valore probatorio. L'onere di fornire tale prova ricade interamente sull'imprenditore debitore.
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Onere della prova fallimento: chi deve dimostrarlo?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso del curatore fallimentare contro la revoca di una dichiarazione di fallimento. Il caso verteva sull'onere della prova fallimento a carico di una società che, pur non avendo depositato bilanci recenti, è riuscita a dimostrare di essere al di sotto delle soglie di fallibilità attraverso documentazione alternativa. La Corte ha ribadito che spetta al debitore fornire tale prova e che la valutazione dei fatti e delle prove alternative spetta insindacabilmente al giudice di merito, non potendo essere oggetto di riesame in sede di legittimità.
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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una sentenza di fallimento. La decisione si fonda sul mancato rispetto del termine di 30 giorni per l'impugnazione, configurando un ricorso tardivo. Il caso evidenzia l'importanza cruciale dei termini processuali nel diritto fallimentare.
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Rinvio per connessione: il caso della supersocietà
Un imprenditore, dichiarato fallito quale socio illimitatamente responsabile di una 'supersocietà di fatto', ricorre in Cassazione. La Corte, rilevando la pendenza di un altro procedimento connesso, dispone con ordinanza interlocutoria il rinvio per connessione della causa, al fine di garantire una trattazione congiunta ed evitare decisioni contrastanti.
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Azione revocatoria: ricorso inammissibile in Cassazione
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza che aveva accolto un'azione revocatoria. La vendita di un immobile tra familiari era stata resa inefficace nei confronti di un creditore (un fallimento). Il ricorso è stato respinto per difetto di specificità, non avendo il ricorrente trascritto gli atti e i documenti essenziali a sostegno delle proprie tesi.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio
Una società in liquidazione, dopo aver impugnato dinanzi alla Corte di Cassazione la sentenza di appello che confermava il suo fallimento, ha presentato un atto di rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, prendendo atto della rinuncia e della mancata costituzione delle controparti, ha dichiarato l'estinzione del giudizio senza pronunciarsi sulle spese processuali.
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Simulazione assoluta: prova del pagamento non basta
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro la declaratoria di simulazione assoluta di un trasferimento immobiliare. Nonostante la società sostenesse di aver pagato il prezzo, la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando che il ricorso si basava su una inammissibile rivalutazione dei fatti e che le prove addotte non erano sufficienti a superare gli indizi della simulazione.
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