La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33445/2024, stabilisce un principio cruciale in materia di diritto fallimentare. Se un'impresa, dopo aver stipulato un accordo di ristrutturazione dei debiti, viene dichiarata fallita, l'accordo si considera automaticamente risolto per impossibilità sopravvenuta. Di conseguenza, il creditore aderente ha il diritto di insinuarsi al passivo fallimentare per l'intero ammontare del suo credito originario, e non per la somma ridotta prevista dall'accordo. La Corte chiarisce che non è necessaria un'azione giudiziale da parte del creditore per ottenere la risoluzione, in quanto l'effetto è automatico e discende direttamente dalla dichiarazione di fallimento che rende irrealizzabile il piano di risanamento.
Continua »