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Diritto di precedenza: prevale il CCNL sulla legge?

Il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso di una lavoratrice che rivendicava il diritto di precedenza per nuove assunzioni. La sentenza stabilisce che, sebbene la legge preveda tale diritto dopo sei mesi, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato al rapporto può stabilire condizioni diverse e più restrittive, come una durata minima di 12 mesi. Poiché la lavoratrice aveva lavorato per poco più di sei mesi, il giudice ha ritenuto prevalente la disposizione del CCNL, rigettando la domanda di risarcimento.

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Pubblicato il 20 aprile 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Diritto di Precedenza: Quando il Contratto Collettivo Supera la Legge

Una recente sentenza del Tribunale di Milano ha affrontato un tema cruciale nel diritto del lavoro: il diritto di precedenza nelle assunzioni. Questo caso chiarisce il rapporto di forza tra la normativa generale sui contratti a termine e le disposizioni specifiche contenute nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). La decisione sottolinea come il CCNL possa legittimamente derogare alla legge, stabilendo requisiti più stringenti per l’esercizio di tale diritto. Approfondiamo i fatti, le motivazioni della Corte e le implicazioni pratiche per lavoratori e aziende.

I Fatti del Caso: la Richiesta della Lavoratrice

Una lavoratrice è stata assunta con un contratto a tempo determinato, della durata di poco più di sei mesi (dal 28 giugno al 31 dicembre 2023), con mansioni di ‘addetta al bookshop’. Alla scadenza del contratto, la lavoratrice ha comunicato formalmente all’azienda la sua volontà di esercitare il diritto di precedenza per future assunzioni, sia a termine che a tempo indeterminato.

Non ricevendo riscontro e venendo a conoscenza che l’azienda aveva successivamente assunto altro personale per mansioni analoghe, la lavoratrice ha deciso di agire in giudizio. La sua richiesta era volta a ottenere un risarcimento del danno, quantificato nelle retribuzioni perse dalla mancata assunzione, sostenendo che l’azienda avesse violato il suo diritto.

Il Diritto di Precedenza e il Conflitto tra Legge e CCNL

La controversia si è incentrata sull’interpretazione dell’articolo 24 del D.Lgs. 81/2015, che disciplina i contratti a tempo determinato. La norma generale stabilisce che un lavoratore che ha prestato servizio per più di sei mesi presso la stessa azienda ha un diritto di precedenza per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal datore di lavoro nei dodici mesi successivi.

Tuttavia, la stessa norma fa salva la possibilità che i contratti collettivi dispongano diversamente. Ed è proprio qui che si è giocata la partita. L’azienda si è difesa sostenendo che il CCNL Multiservizi, applicato al rapporto di lavoro e richiamato esplicitamente nel contratto individuale, prevedeva una condizione diversa e più restrittiva.

La Prevalenza del CCNL sulla Norma Generale

L’azienda ha prodotto in giudizio il CCNL Multiservizi aggiornato, il quale, all’articolo 11, comma 15, stabilisce che il diritto di precedenza per le assunzioni a tempo indeterminato spetta ai lavoratori che abbiano prestato attività per un periodo superiore a 12 mesi.

Poiché la lavoratrice aveva lavorato per un periodo di poco superiore ai sei mesi, ma inferiore ai dodici previsti dal contratto collettivo, secondo la difesa aziendale non aveva maturato il requisito necessario per esercitare tale diritto.

Le Motivazioni del Tribunale

Il Tribunale di Milano ha accolto la tesi dell’azienda e ha respinto il ricorso della lavoratrice. Il giudice ha ritenuto l’eccezione della società convenuta pienamente fondata. La motivazione si basa su un principio chiaro: la norma di legge (art. 24, D.Lgs. 81/2015) permette esplicitamente una deroga da parte della contrattazione collettiva.

Il giudice ha evidenziato che il CCNL Multiservizi era stato espressamente richiamato nel contratto di lavoro individuale sottoscritto dalla ricorrente. Pertanto, le sue disposizioni erano pienamente applicabili ratione temporis al rapporto. La lavoratrice aveva lavorato per un periodo inferiore a quello richiesto dal CCNL per maturare il diritto di precedenza. Di conseguenza, la sua pretesa è stata considerata infondata.

Il Tribunale ha inoltre giudicato tardiva e contraddittoria la contestazione della lavoratrice sull’applicabilità di quel CCNL, essendo stata sollevata solo in sede di discussione finale e smentita dai documenti prodotti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza del Tribunale di Milano offre un’importante lezione pratica: nel mondo del lavoro, non basta conoscere la legge, ma è fondamentale verificare le disposizioni del Contratto Collettivo Nazionale applicato. Questo caso dimostra che il CCNL non è un semplice documento accessorio, ma una fonte normativa che può modificare, anche in senso più restrittivo per il lavoratore, diritti previsti dalla legge.

Per i lavoratori, ciò significa che prima di rivendicare un diritto come quello di precedenza, è essenziale controllare cosa prevede il proprio CCNL. Per le aziende, questa decisione conferma la legittimità delle disposizioni collettive e l’importanza di indicare e applicare correttamente il CCNL di riferimento nei contratti individuali.

Un lavoratore ha sempre diritto di precedenza dopo sei mesi di contratto a termine?
No. Sebbene la legge (D.Lgs. 81/2015) preveda questo diritto dopo sei mesi, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato al rapporto può stabilire un periodo più lungo. In questo caso, prevale la regola del CCNL.

Cosa succede se il CCNL prevede requisiti più restrittivi della legge per il diritto di precedenza?
Le disposizioni del CCNL prevalgono. La legge stessa consente ai contratti collettivi di derogare alla norma generale. Se un lavoratore non soddisfa i requisiti del CCNL (ad esempio, una durata minima di 12 mesi di lavoro), non potrà esercitare il diritto di precedenza, anche se soddisfa il requisito minimo di legge di sei mesi.

È importante che il CCNL sia menzionato nel contratto di lavoro individuale?
Sì, è molto importante. Il fatto che il contratto individuale richiami espressamente il CCNL applicabile rafforza la sua vigenza tra le parti e rende le sue clausole, incluse quelle sul diritto di precedenza, vincolanti per lavoratore e datore di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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