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Diritto di Famiglia

Intestazione Fiduciaria Immobile: Prova e Limiti
Un ex marito rivendicava la proprietà di un immobile acquistato con fondi propri ma intestato all'ex moglie, sostenendo l'esistenza di una intestazione fiduciaria immobile. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che le dichiarazioni dell'ex coniuge in sede di separazione, in cui ammetteva di essere 'intestataria formale', non sono sufficienti a provare l'obbligo di ritrasferimento del bene. La Corte ha ribadito la necessità di prove più stringenti, sottolineando i limiti della prova testimoniale in questi casi.
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Fondo patrimoniale: quando è revocabile dai creditori
Una coppia ha istituito un fondo patrimoniale dopo che il marito aveva firmato una fideiussione. La società creditrice ha impugnato con successo questo atto tramite un'azione revocatoria. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei tribunali di merito, dichiarando inammissibile il ricorso della coppia. La sentenza ha ribadito che la costituzione di un fondo patrimoniale è un atto soggetto a revocatoria e che il coniuge non debitore è un litisconsorte necessario nel relativo giudizio, confermando l'orientamento consolidato della giurisprudenza.
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Obbligazione naturale: quando è irripetibile?
In una controversia familiare, un fratello chiede la restituzione di somme di denaro alla sorella, la quale sostiene si trattasse dell'adempimento di una obbligazione naturale in ossequio alla volontà paterna. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha dichiarato inammissibile il ricorso della sorella, chiarendo i rigidi presupposti per la prova di un'obbligazione naturale e l'impossibilità di un riesame dei fatti in sede di legittimità.
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Separazione e ipoteca: l’accordo atipico perde
La Cassazione chiarisce la natura giuridica del trasferimento immobiliare in sede di separazione. Quando si intrecciano separazione e ipoteca, l'accordo tra coniugi è considerato un contratto atipico e non una convenzione matrimoniale. Pertanto, per essere opponibile ai creditori terzi, è necessaria la trascrizione nei registri immobiliari. Se un'ipoteca viene iscritta prima della trascrizione, questa prevale, e il coniuge acquirente non può contestarla validamente.
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Procedimento sommario di cognizione: prove e termini
La Corte di Cassazione ha stabilito che nel procedimento sommario di cognizione, la produzione di documenti e la formulazione di istanze istruttorie sono ammissibili fino alla pronuncia dell'ordinanza che decide la causa. Il caso riguardava una richiesta di restituzione di somme prelevate da un conto corrente, in cui la prova del prelievo era stata contestata come tardiva. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'art. 702-bis c.p.c. non prevede decadenze istruttorie rigide, a differenza del rito ordinario. Questo principio garantisce flessibilità al rito sommario.
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Rinuncia ricorso cassazione: le conseguenze
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione di un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti, avvenuta dopo un accordo stragiudiziale. L'ordinanza chiarisce un principio fondamentale della procedura: in caso di rinuncia al ricorso cassazione, non è dovuto il pagamento del doppio del contributo unificato, in quanto tale sanzione si applica solo ai casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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Qualificazione del contratto: nullo l’impegno di cedere
Un fratello cita in giudizio la sorella per ottenere il trasferimento del 50% della nuda proprietà di un immobile, basandosi su un accordo privato. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, rigetta la domanda. L'ordinanza chiarisce che la corretta qualificazione del contratto è cruciale: l'accordo non era una transazione, mancando una lite da comporre (res litigiosa), né una valida donazione, essendo privo della forma solenne richiesta per legge. Di conseguenza, l'impegno a trasferire l'immobile è stato dichiarato nullo.
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Compenso Avvocato: come si calcola? La Cassazione
La Corte di Cassazione chiarisce i poteri del giudice nella liquidazione del compenso avvocato. In un caso di onorari contestati dopo un divorzio, la Corte ha stabilito che il giudice può riconoscere voci di compenso per tutte le attività effettivamente svolte e provate, anche se non esplicitamente dettagliate nella notula, purché l'importo totale non superi la richiesta complessiva. È stato confermato che il giudice può riqualificare le attività del legale e applicare le maggiorazioni previste dalla legge, come quella per la conciliazione, rientrando ciò nel suo potere discrezionale.
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Donazione remuneratoria: irrevocabile per figli
Il caso riguarda una donazione immobiliare da una nipote a uno zio. La nipote, dopo la nascita di un figlio, ha tentato di revocarla. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che si trattava di una donazione remuneratoria, fatta come riconoscenza per la rinuncia dello zio a un'azione di riduzione ereditaria. Tale tipo di donazione, ai sensi dell'art. 805 c.c., non è soggetta a revoca per sopravvenienza di figli.
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Donazione diretta e non contestazione: la Cassazione
Un erede ha contestato le somme di denaro trasferite dal padre defunto a due parenti, sostenendo si trattasse di donazioni nulle per difetto di forma. La Cassazione ha accolto il ricorso, affermando che il trasferimento di denaro tramite assegni costituisce una donazione diretta e che la mancata contestazione specifica sulla proprietà esclusiva dei fondi rende il fatto provato.
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Scrittura privata: validità e prescrizione del credito
La Corte di Cassazione analizza la validità di una scrittura privata che stabilisce un pagamento annuale tra ex coniugi. Il caso affronta tre questioni chiave: la possibilità di verificare una firma su una fotocopia quando l'originale è depositato presso un ente pubblico, la corretta qualificazione giuridica dell'accordo (non una donazione ma una promessa di pagamento per regolare rapporti pregressi) e l'applicazione della prescrizione quinquennale ai singoli ratei di pagamento. La Corte ha stabilito che la perizia è valida se condotta sull'originale depositato e che l'accordo non necessita di atto pubblico. Ha però accolto il motivo sulla prescrizione, chiarendo che i ratei scaduti da oltre cinque anni non sono più esigibili.
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Divisione ereditaria: i limiti del giudice
In una complessa causa di divisione ereditaria tra sorelle, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una coerede che contestava la valutazione dei beni e la composizione dei lotti. La Corte ha ribadito che il giudice di merito ha un potere discrezionale nel formare le porzioni, non essendo obbligato a creare lotti perfettamente omogenei. Inoltre, ha chiarito che la valutazione di un terreno agricolo deve basarsi sulla sua produttività intrinseca, escludendo il plusvalore derivante dall'attività d'impresa di un altro erede, e che il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio per rivalutare i fatti.
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Rinuncia al ricorso: no al doppio contributo unificato
In una causa ereditaria, i ricorrenti in Cassazione hanno presentato una rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte. La Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, chiarendo un principio fondamentale: in caso di rinuncia al ricorso, non si applica il raddoppio del contributo unificato, poiché tale misura sanzionatoria è prevista solo per rigetto, inammissibilità o improcedibilità e non può essere interpretata estensivamente.
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Fondo patrimoniale: debiti d’impresa e onere prova
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32146/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di fondo patrimoniale. Ha chiarito che i debiti contratti nell'esercizio di un'attività d'impresa o professionale si presumono, di norma, finalizzati a soddisfare i bisogni della famiglia. Di conseguenza, spetta al debitore che intende proteggere i beni del fondo dimostrare non solo che il debito era estraneo a tali bisogni, ma anche che il creditore ne era consapevole. La Corte ha così cassato la decisione d'appello che, erroneamente, aveva presunto il contrario, ribaltando l'onere della prova a carico del creditore.
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Onere della prova: domanda generica e non contestazione
La Corte di Cassazione chiarisce che il principio di non contestazione non solleva una parte dall'onere della prova se la sua domanda iniziale è formulata in modo generico e non circostanziato. In un caso tra ex coniugi per la restituzione di somme di denaro e beni personali, la Corte ha rigettato il ricorso dell'ex marito la cui domanda riconvenzionale era priva di specifiche allegazioni, rendendo legittima la contestazione generale della controparte e confermando la sua condanna alla restituzione delle somme richieste dall'ex moglie.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: critica alla CTU
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso presentato nell'ambito di una causa di divisione ereditaria. La ricorrente contestava le valutazioni della Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) già confermate in primo e secondo grado. La Corte ha ritenuto le censure generiche e tardive, sottolineando che il ricorso era precluso anche dal principio della "doppia conforme", che limita l'accesso alla Cassazione quando due sentenze di merito giungono alla stessa conclusione sui fatti. La decisione ribadisce l'importanza di formulare obiezioni specifiche e tempestive agli elaborati peritali durante il processo.
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Ricorso per cassazione: requisiti di ammissibilità
Un'ex coniuge impugna in Cassazione la sentenza che la obbligava a trasferire alcuni immobili secondo gli accordi di separazione. La Corte Suprema dichiara il ricorso per cassazione inammissibile per violazione dei principi di specificità e autosufficienza, confermando l'importanza del rigore formale nella redazione degli atti di impugnazione.
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Curatore speciale: la Cassazione alle Sezioni Unite
In un caso di adozione 'mite', la Corte di Cassazione ha rilevato la mancata nomina di un curatore speciale per il minore, figura essenziale in presenza di un conflitto di interessi con i genitori. Questo vizio procedurale ha portato la Corte a sollevare una questione di massima importanza. A causa di un contrasto giurisprudenziale interno su quale giudice (primo grado o appello) debba riconsiderare il caso dopo la cassazione, la Prima Sezione Civile ha rimesso la decisione alle Sezioni Unite per ottenere un principio di diritto uniforme.
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Fondo patrimoniale: no a trasferimento senza revoca
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32726/2024, ha stabilito un principio fondamentale riguardo l'interferenza tra un preliminare di vendita immobiliare e la successiva costituzione di un fondo patrimoniale sul bene promesso. Il caso riguardava la richiesta di trasferimento coattivo di un appartamento, promesso in vendita e poi conferito dal promittente venditore in un fondo patrimoniale. La Corte ha chiarito che l'azione di esecuzione in forma specifica ex art. 2932 c.c. non può essere accolta se prima non viene ottenuta la revoca del fondo patrimoniale tramite l'azione revocatoria (art. 2901 c.c.). La costituzione del fondo rende il trasferimento legalmente "impossibile" ai sensi dell'art. 2932 c.c., e le eccezioni previste per l'esecuzione forzata non si applicano a questa fattispecie. La sentenza della Corte d'Appello, che aveva disposto il trasferimento senza revocare il fondo, è stata quindi cassata con rinvio.
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Revocazione donazione per figli: guida alla sentenza
La Corte di Cassazione affronta il caso di una revocazione donazione per figli tra fratelli. Un fratello, dopo aver donato una somma di denaro all'altro per l'acquisto di un immobile, chiede la revoca a seguito della nascita di un figlio. La Corte chiarisce due principi fondamentali: primo, la conoscenza del concepimento al momento della donazione è irrilevante, conta solo la nascita successiva; secondo, stabilisce i limiti e le eccezioni per la produzione di nuove prove in appello. La sentenza è cassata con rinvio per una nuova valutazione delle prove documentali.
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