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Diritto di Famiglia

Incentivo all’esodo e divorzio: spetta all’ex?
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite stabilisce che l'incentivo all'esodo, a differenza del TFR, non rientra nell'indennità di fine rapporto da dividere con l'ex coniuge. La sentenza chiarisce che tale somma non ha natura di retribuzione differita maturata durante il matrimonio, ma serve a compensare la rinuncia al posto di lavoro, avendo quindi una finalità proiettata verso il futuro e non legata al passato contributo familiare.
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Assegno di divorzio: quando la convivenza lo annulla?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6111/2024, ha rigettato il ricorso di un ex marito che chiedeva la revoca dell'assegno di divorzio. La Corte ha ribadito che la nuova convivenza dell'ex coniuge beneficiario non comporta l'automatica estinzione dell'assegno. È onere di chi richiede la revoca dimostrare un effettivo e stabile miglioramento economico derivante dalla nuova unione.
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Compensazione spese legali: quando è illegittima?
Un ex-convivente, dopo aver perso una causa per il rimborso di lavori di ristrutturazione sulla casa della compagna, era stato esonerato dal pagamento delle spese legali in appello. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la compensazione spese legali non può basarsi su una generica 'difficoltà di accertare i fatti'. La Corte ha ribadito che tale misura è un'eccezione e richiede 'gravi ed eccezionali ragioni', specificamente motivate, condannando infine la parte soccombente al pagamento di tutte le spese processuali.
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Migliorie su immobile altrui: spetta l’indennità?
Un uomo apporta migliorie sull'immobile di proprietà della compagna. La Cassazione nega l'indennità, chiarendo che il convivente non è possessore ma detentore qualificato e non ha quindi diritto al rimborso previsto dall'art. 1150 c.c. per le migliorie su immobile altrui. La sua posizione deriva da un rapporto di natura familiare e non da un potere di fatto sul bene assimilabile alla proprietà.
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Reintegrazione della legittima: natura o denaro?
In una causa di successione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la reintegrazione della legittima, lesa da donazioni effettuate in vita dal defunto, deve avvenire di norma tramite l'attribuzione di beni in natura e non con il pagamento di una somma di denaro. Quest'ultima opzione è considerata un'eccezione, applicabile solo in specifici casi previsti dalla legge o con l'accordo di tutte le parti. La sola disponibilità del legittimario a ricevere un conguaglio non costituisce una rinuncia al diritto di ottenere i beni in natura, diritto che può essere fatto valere anche dal donatario.
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Divisione ereditaria: i beni devono essere in comunione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5920/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di divisione ereditaria: i beni da dividere devono appartenere alla comunione non solo all'inizio della causa, ma fino al momento della sua definizione. Nel caso specifico, alcuni beni erano stati trasferiti a due coeredi con una sentenza passata in giudicato, in esecuzione di un contratto preliminare stipulato dal defunto. La Corte ha chiarito che tale trasferimento è pienamente efficace tra i coeredi, rendendo impossibile includere detti beni nella divisione, indipendentemente dalla data di trascrizione della domanda giudiziale.
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Petizione ereditaria: buona fede e doveri dell’erede
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di petizione ereditaria avanzata da una figlia riconosciuta giudizialmente dopo la morte del padre. La Corte ha stabilito che la buona fede degli altri eredi, che nel frattempo avevano venduto parte dei beni, si presume fino alla notifica della domanda di petizione ereditaria, e non dalla precedente azione per il riconoscimento di paternità. Di conseguenza, gli eredi sono tenuti a restituire solo il prezzo ricavato dalla vendita dei beni e non il loro valore oggettivo al momento della stessa, confermando un principio a tutela dell'erede apparente.
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Azione Revocatoria: il vincolo familiare è prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 5328/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di due coniugi avverso una sentenza che rendeva inefficace un trasferimento immobiliare tra loro. Al centro del caso un'azione revocatoria promossa da un istituto di credito. La Corte ha ribadito un principio consolidato: nell'ambito dell'azione revocatoria, il vincolo di coniugio e la convivenza costituiscono una presunzione grave, precisa e concordante della conoscenza, da parte del coniuge acquirente, della situazione debitoria dell'altro coniuge, integrando il requisito della 'scientia damni'.
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Accessione su fondi confinanti: la Cassazione decide
Una recente ordinanza della Cassazione affronta il caso di due ex coniugi che avevano costruito un immobile su due lotti di terreno adiacenti, di proprietà esclusiva di ciascuno. La Corte ha stabilito che, in assenza di un accordo contrario, il principio di accessione su fondi confinanti prevale: ciascuno diventa proprietario della porzione di edificio che insiste sul proprio terreno. Viene così respinto il ricorso della ex moglie che rivendicava la comproprietà basandosi sulla legislazione post-sisma e sul contributo comune alla costruzione.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: onere della prova
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità del ricorso in un caso di impugnazione di testamento. La causa di improcedibilità ricorso Cassazione risiede nella mancata produzione, da parte della ricorrente, della relata di notifica della sentenza d'appello, nonostante ne avesse dichiarato l'avvenuta notifica. La Corte ribadisce che tale adempimento è un onere inderogabile a carico della parte che impugna, la cui omissione rende il ricorso inammissibile senza possibilità di sanatoria.
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Comunione legale: immobile escluso se bene personale
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4917/2024, ha stabilito che per escludere un immobile dalla comunione legale non è sufficiente una generica dichiarazione nell'atto di acquisto sull'uso di "denaro personale". È necessario che l'atto specifichi che i fondi derivano dal trasferimento di altri beni personali, come previsto dall'art. 179 c.c. La dichiarazione del coniuge non acquirente non ha valore di confessione e non preclude una successiva azione di accertamento per verificare la sussistenza dei presupposti di legge.
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Comunione legale: guida alla divisione dei beni
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ex coniuge che chiedeva la restituzione alla comunione legale di somme prelevate dall'ex moglie e l'aggiornamento del valore di un immobile. La Corte ha chiarito che non c'è obbligo di restituzione se le somme sono state usate per bisogni familiari e la circostanza non è stata contestata. Ha inoltre specificato che per ottenere la rivalutazione di un bene è necessario allegare e provare un significativo mutamento di valore.
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Patrocinio a spese dello Stato: limiti inderogabili
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 4880/2024, ha stabilito principi cruciali sul patrocinio a spese dello Stato. Ha confermato che solo l'avvocato, e non il cliente, ha la legittimazione a impugnare il decreto di liquidazione del compenso. Soprattutto, ha ribadito l'inderogabilità dei parametri forensi, affermando che il giudice non può liquidare un compenso inferiore ai minimi tabellari, neppure applicando le massime riduzioni consentite. La Corte ha anche chiarito che le norme ordinarie sulla compensazione delle spese di lite non si applicano ai procedimenti relativi all'ammissione al gratuito patrocinio.
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Fondo Patrimoniale: non sempre è uno scudo dai debiti
La Corte d'Appello di Ancona ha esaminato un caso di opposizione a pignoramento immobiliare da parte di due coniugi che avevano costituito un fondo patrimoniale. La Corte ha rigettato l'appello, confermando che il fondo patrimoniale non è opponibile ai creditori che avevano iscritto ipoteca sui beni prima della sua costituzione. Inoltre, ha dichiarato validi i contratti di mutuo contestati, escludendo profili di nullità per indeterminatezza del tasso o per l'applicazione del piano di ammortamento 'alla francese', e ha negato la presenza di usura.
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Impresa familiare: no al convivente se l’aiuto è saltuario
Una donna ha richiesto il riconoscimento del suo status di collaboratrice nell'impresa familiare del suo defunto partner. La Corte di Appello ha respinto la sua domanda, stabilendo che il suo contributo era occasionale e basato su un legame affettivo, non su un'attività lavorativa continuativa come richiesto dalla legge per l'impresa familiare. La presenza di contratti di lavoro stagionali retribuiti ha ulteriormente indebolito la sua posizione, dimostrando che non aveva soddisfatto l'onere della prova necessario.
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Ricorso improcedibile: l’appello è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso improcedibile a causa del mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata. Il caso verteva su una complessa lite tra ex coniugi riguardo la proprietà e la gestione di un'azienda. La Corte sottolinea come l'omissione di questo adempimento formale precluda l'esame nel merito, rendendo definitiva la decisione della Corte d'Appello e condannando il ricorrente al pagamento delle spese.
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Matrimonio fittizio: visto negato, Cassazione decide
L'appello di un cittadino contro il diniego del visto per la coniuge straniera è stato respinto. La Corte di Cassazione ha confermato che un matrimonio fittizio, identificato attraverso indizi come grande divario d'età, assenza di lingua comune e documenti falsi, giustifica il rifiuto del visto senza che sia necessaria una precedente dichiarazione giudiziale di nullità del matrimonio.
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Assegno nullo e presunzione di pagamento: la Cassazione
La Corte di Cassazione stabilisce che la restituzione volontaria di un assegno nullo al debitore non costituisce prova definitiva del pagamento. La nullità del titolo, dovuta alla mancanza di requisiti essenziali come data e firma, rappresenta un'eccezione "in senso lato" che il giudice d'appello può rilevare d'ufficio. Di conseguenza, la presunzione di liberazione del debitore può essere vinta se il creditore dimostra che la restituzione è avvenuta per altri motivi. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Fondo patrimoniale: coniuge è litisconsorte necessario
La Cassazione annulla una sentenza di revocatoria sulla vendita di un immobile in fondo patrimoniale. La ragione è la mancata partecipazione al giudizio del coniuge consenziente, ritenuto litisconsorte necessario. La sua presenza è indispensabile per la validità del processo.
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Ripartizione mutuo cointestato: la Cassazione decide
In un caso di separazione, la Cassazione ha chiarito i principi sulla ripartizione mutuo cointestato. La Corte ha stabilito che la divisione interna del debito si basa sull'effettivo beneficiario delle somme, rigettando il ricorso di una ex coniuge che contestava la valutazione delle prove. L'ordinanza sottolinea come il giudizio di Cassazione non possa riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.
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