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Diritto di Famiglia

Comodato terreno per casa: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2188/2024, ha stabilito che la concessione di un terreno per costruirvi la casa familiare non può essere qualificata come un semplice comodato terreno. La Corte ha cassato la decisione d'appello che negava il rimborso alla nuora per le spese di costruzione, ritenendo errato applicare le norme sul comodato, che riguardano l'uso di un bene esistente e non la sua radicale trasformazione. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione alla luce dei principi sull'accessione.
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Specificità del motivo di appello: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2063/2024, ha rigettato il ricorso di una sorella in una causa di divisione ereditaria. Il caso verteva sulla contestata valutazione di alcuni immobili. La Corte ha confermato la decisione di inammissibilità dell'appello, ribadendo un principio fondamentale: la specificità del motivo di appello. Non è sufficiente una generica contestazione della perizia tecnica (CTU); l'appellante deve indicare chiaramente quali beni sono stati stimati erroneamente e, soprattutto, quale sarebbe il valore corretto, fornendo argomentazioni a supporto.
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Ripartizione mutuo cointestato: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla ripartizione di un mutuo cointestato tra ex coniugi. La Corte ha rigettato il ricorso di un'ex moglie che contestava la suddivisione al 49% a suo carico, stabilita dal Tribunale. La Cassazione ha chiarito che non può riesaminare nel merito la valutazione delle prove fatta dai giudici di grado inferiore, né possono essere introdotte nuove questioni in sede di legittimità. La decisione conferma che la ripartizione del mutuo cointestato si basa sull'interesse effettivo per cui le somme sono state utilizzate.
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Indennità uso esclusivo: quando spetta al coniuge?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2047/2024, chiarisce le condizioni per ottenere un'indennità per l'uso esclusivo di un immobile in comunione da parte dell'ex coniuge. Il caso riguardava la richiesta di un uomo di sciogliere la comunione dell'ex casa coniugale e di ricevere un compenso per il mancato utilizzo. La Corte ha accolto la richiesta di indennità, stabilendo che è sufficiente manifestare l'intenzione di utilizzare il bene per averne diritto, anche se ha confermato il diniego alla divisione dell'immobile a causa di difformità catastali.
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Onere della prova mutuo: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2044/2024, ha respinto il ricorso di due suoceri che chiedevano la restituzione di una somma di denaro alla nuora. Il caso sottolinea il principio fondamentale dell'onere della prova mutuo: chi afferma di aver concesso un prestito deve fornire la prova non solo della consegna del denaro, ma anche del titolo che obbliga alla restituzione. La Corte ha confermato le decisioni dei giudici di merito, che avevano rigettato la domanda per insufficienza di prove, evidenziando anche l'inammissibilità di istanze istruttorie non correttamente coltivate in primo grado.
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Azione revocatoria: accordi di divorzio a rischio
La Corte d'Appello ha confermato la decisione di primo grado, rigettando l'appello di un debitore che aveva trasferito un immobile alla ex coniuge. I giudici hanno stabilito che, nonostante il trasferimento fosse parte di accordi di divorzio, l'azione revocatoria del creditore era fondata. La Corte ha qualificato l'atto come gratuito, poiché eccedeva la logica compensativa del divorzio, e ha ritenuto sufficiente la consapevolezza del debitore di arrecare un danno al creditore, rendendo l'atto inefficace nei suoi confronti.
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Rimborso costruzione coniuge: la prova è a carico tuo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1709/2024, ha stabilito che il coniuge che contribuisce a costruire un immobile sul terreno di proprietà esclusiva dell'altro non acquista la comproprietà del bene. Per ottenere il rimborso costruzione coniuge, deve dimostrare con prove concrete di aver fornito il proprio sostegno economico. Il principio di accessione prevale sulla comunione legale, e non esiste alcuna presunzione che i fondi utilizzati provenissero dalla comunione. La domanda della ricorrente è stata respinta per mancanza di prove.
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Ratio decidendi: appello respinto se una ragione regge
In una disputa su un'impresa familiare, la Cassazione rigetta il ricorso di due fratelli contro le sorelle. La Corte d'Appello aveva basato la sua decisione su una duplice 'ratio decidendi': la riqualificazione del rapporto in società di fatto e la mancanza di prova dei profitti. Poiché i ricorrenti non hanno scalfito la seconda motivazione, l'intero ricorso è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse, confermando la decisione impugnata.
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Divisione beni mobili: la Cassazione annulla sentenza
In un caso di divisione beni mobili tra ex coniugi, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito che aveva presunto una divisione di fatto basata sul solo prelievo di alcuni oggetti da parte di un coniuge. La Corte ha stabilito che tale comportamento, da solo, non è sufficiente a provare un accordo tacito di divisione, rinviando il caso alla Corte d'Appello per un nuovo esame basato su prove concrete.
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Occupazione sine titulo: quando cessa il diritto?
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti temporali di un provvedimento presidenziale in una causa di separazione. Un precedente giudicato che riconosceva il diritto di una ex coniuge di abitare l'immobile di proprietà dell'altro non impedisce un'azione per occupazione sine titulo per il periodo successivo alla sentenza di separazione definitiva. Con la sentenza finale, che nega l'assegnazione della casa, il titolo provvisorio viene meno e la permanenza nell'immobile diventa illegittima, generando l'obbligo di risarcimento del danno.
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Notificazione del ricorso: Cassazione ordina rinnovo
In una complessa causa di divisione ereditaria, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria focalizzata su un aspetto puramente procedurale. A seguito di un ricorso contro la decisione della Corte d'Appello che aveva dichiarato estinto il processo, la Suprema Corte ha rilevato difetti nella notificazione del ricorso a una delle parti necessarie e del ricorso incidentale agli eredi di un'altra. Pertanto, senza entrare nel merito della questione ereditaria, ha ordinato la rinnovazione della notificazione per sanare i vizi e garantire la corretta costituzione del contraddittorio tra tutte le parti coinvolte.
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Assegnazione casa familiare: il diritto non si eredita
La Corte d'Appello ha confermato la condanna di una figlia a rilasciare la casa familiare di proprietà del padre e a risarcire i danni per occupazione senza titolo. Dopo la morte della madre assegnataria, il diritto all'assegnazione della casa familiare non si trasferisce al figlio maggiorenne, che non può vantare un valido titolo per permanere nell'immobile contro la volontà del genitore proprietario.
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Usucapione Immobile Familiare: No a Detenzione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto che chiedeva l'usucapione di un immobile familiare in cui viveva da decenni. La decisione si fonda sulla distinzione tra detenzione e possesso: l'originario rapporto con il bene era di detenzione qualificata, e non sono stati provati atti di interversione del possesso. L'uso prolungato è stato interpretato come tolleranza dovuta a vincoli familiari, e un acquisto congiunto del terreno da parte di tutti i coeredi ha ulteriormente negato l'esistenza di un possesso esclusivo. Il ricorso sull'usucapione immobile familiare è stato quindi respinto.
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Indennità di occupazione: quando non è dovuta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1314/2024, ha stabilito che il comproprietario che cede a terzi il proprio diritto di usufrutto su un immobile rinuncia volontariamente al godimento del bene. Di conseguenza, non può richiedere l'indennità di occupazione all'altro comproprietario che lo utilizza in via esclusiva. La Corte ha inoltre chiarito che la proposizione di una domanda riconvenzionale per la divisione dei frutti civili di altri beni comuni è sufficiente a manifestare il dissenso verso l'uso esclusivo da parte dell'altro contitolare.
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Divieto di reformatio in peius: la Cassazione decide
Una donna ha chiesto la revoca di una donazione fatta dalla madre a sua sorella, accusandola di ingratitudine per presunte appropriazioni indebite. Le corti di merito hanno respinto la domanda per mancanza di prove. La Cassazione ha confermato il rigetto nel merito, ma ha accolto il ricorso sulle spese legali, affermando il divieto di reformatio in peius: la corte d'appello non poteva condannare l'appellante al pagamento delle spese di primo grado, precedentemente compensate, senza un appello specifico della controparte.
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Divisione ereditaria: rivalutazione per crisi mercato
In una causa di divisione ereditaria, la Corte di Cassazione ha stabilito che è necessario procedere a una nuova valutazione degli immobili se è trascorso un lungo periodo dalla perizia iniziale e si è verificata una crisi di mercato. La Corte ha accolto il ricorso di una coerede, censurando la decisione d'appello che aveva illegittimamente negato l'ammissione di un documento ISTAT, formatosi dopo la sentenza di primo grado, che provava il calo dei valori immobiliari. Di conseguenza, il principio di una divisione ereditaria equa impone una stima aggiornata dei beni.
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Donazione indiretta: onere della prova e presunzioni
Una donna agisce in giudizio per la lesione della sua quota di legittima, ma i coeredi eccepiscono una donazione indiretta ricevuta in vita: un appartamento acquistato con denaro dei genitori. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni di merito, stabilisce che in presenza di solidi elementi presuntivi (come lo status di studentessa senza reddito dell'acquirente), l'onere di provare di aver pagato con mezzi propri si sposta su chi ha ricevuto il bene. Viene così rigettato il ricorso basato sull'errata applicazione dell'onere della prova.
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Simulazione vendita: prova e diritti degli eredi
In una causa di divisione ereditaria, gli eredi contestavano una vendita di quote societarie tra il padre defunto e un fratello, sostenendo fosse una donazione mascherata. La Cassazione ha confermato che si trattava di una simulazione vendita, chiarendo un punto cruciale: gli eredi che agiscono per tutelare la propria quota di legittima sono considerati 'terzi' e possono quindi provare la simulazione con ogni mezzo, inclusi testimoni e presunzioni, senza i limiti previsti per le parti contrattuali. La Corte ha però annullato la sentenza per un errore di calcolo nel conguaglio divisionale, rinviando il caso alla Corte d'Appello per la correzione.
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Donazione diretta via bonifico: serve il notaio?
In un complesso caso ereditario, un figlio contesta le liberalità del padre defunto a favore della seconda moglie. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 982/2024, stabilisce un principio fondamentale: il trasferimento di somme di denaro tramite bonifico bancario costituisce una donazione diretta. Di conseguenza, per essere valida, tale operazione necessita della forma dell'atto pubblico notarile, pena la nullità. La Corte cassa la sentenza d'appello che aveva erroneamente qualificato l'operazione come donazione indiretta, esente da vincoli di forma.
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Divisione ereditaria: calcolo e valutazione dei beni
In una complessa vicenda di divisione ereditaria, originata da un testamento che nominava un erede universale, la Corte di Cassazione interviene per correggere gli errori della Corte d'Appello. L'ordinanza chiarisce i principi per la valutazione dei beni, specialmente quelli soggetti a esproprio, e censura la duplicazione del calcolo del valore di alcuni terreni, già inclusi in una precedente liquidazione. La sentenza impugnata viene cassata con rinvio per una nuova e corretta determinazione delle quote spettanti ai legittimari, nel rispetto dei principi di diritto e delle decisioni precedenti.
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