In una complessa vicenda successoria, un uomo viene giudizialmente riconosciuto come figlio naturale di un testatore deceduto decenni prima. La Corte di Cassazione, riunendo due ricorsi, stabilisce un principio fondamentale in materia di usucapione dei beni ereditari: il figlio, anche prima di ottenere la sentenza definitiva che accerta il suo status, ha il potere e l'interesse giuridico per compiere atti interruttivi del possesso altrui. La Corte chiarisce che il decorso del tempo per l'usucapione non è sospeso in attesa dell'accertamento giudiziale della filiazione, distinguendo tra impossibilità giuridica e ostacoli di mero fatto. La sentenza viene cassata con rinvio, fornendo principi guida sui diritti successori e le azioni a tutela del patrimonio.
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