LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto di Famiglia

Donazione indiretta immobile: quando è valida?

La Corte d’Appello di Firenze conferma che non si ha donazione indiretta immobile se il padre paga solo una parte del prezzo per l’acquisto della casa della figlia. La donazione riguarda solo il denaro e le attrici, madre e sorella della beneficiaria, non hanno provato l’intento liberale (animus donandi). La domanda di donazione di denaro è stata inoltre ritenuta inammissibile perché tardiva.

Continua »
Lesione di legittima e calcolo della quota di riserva

In una causa di successione, gli eredi contestavano una presunta lesione di legittima dovuta a donazioni effettuate in vita dal defunto. La Corte d’Appello ha rigettato l’impugnazione, confermando che il calcolo della massa ereditaria e della quota di riserva era corretto e che non vi era stata alcuna lesione dei diritti dei legittimari. La sentenza chiarisce inoltre che i premi delle polizze vita costituiscono donazioni indirette da considerare nel calcolo.

Continua »
Vendita immobile minore: l'autorizzazione del Giudice

Un genitore ha richiesto l’autorizzazione per vendere un immobile di proprietà del figlio minore. Il Tribunale di Sondrio ha concesso l’autorizzazione, valutando l’operazione vantaggiosa per il minore, data l’offerta congrua e la gravosità della gestione. Il provvedimento stabilisce che i proventi della vendita immobile minore siano investiti in titoli sicuri con vincolo pupillare, a garanzia del suo patrimonio.

Continua »
Vendita immobile minore: l'autorizzazione del Tribunale

Il Tribunale di Sondrio autorizza i genitori di un minore alla vendita di un immobile ereditato dal nonno, accettato con beneficio di inventario. La decisione, basata sulla necessità di tutelare il patrimonio del minore, stabilisce che il ricavato della vendita immobile minore sia vincolato e reimpiegato in forme sicure, come conti correnti dedicati o titoli di Stato, con obbligo di rendicontazione al Giudice Tutelare.

Continua »
Revoca patrocinio a spese dello Stato: quale reddito?

Il Tribunale ha annullato la revoca del patrocinio a spese dello Stato a una cittadina, stabilendo un principio chiave: le variazioni di reddito avvenute durante un procedimento legale diventano rilevanti solo per l’anno successivo. In questo caso, un aumento di reddito nel 2022 non poteva giustificare la revoca del beneficio per un giudizio conclusosi nello stesso anno, poiché la sua rilevanza si sarebbe manifestata solo nel 2023.

Continua »
Donazione indiretta e polizza vita: lesione legittima

Un figlio cita in giudizio la sorella sostenendo che i premi di una polizza vita, pagati dalla madre defunta a beneficio della sorella, costituissero una donazione indiretta lesiva della sua quota di legittima. Il Tribunale di Sondrio accoglie la domanda, affermando che i premi versati devono essere inclusi nel calcolo del patrimonio ereditario (riunione fittizia). Di conseguenza, ha ordinato alla sorella di reintegrare la quota del fratello con un pagamento corrispondente alla lesione subita.

Continua »
Sospensione sentenza appello: il caso del sepolcro

La Corte d’Appello di Lecce ha concesso la sospensione di una sentenza di primo grado che condannava diverse persone al pagamento di 60.000 euro per la violazione di un sepolcro familiare e al ripristino dello stato dei luoghi. La decisione di accogliere la richiesta di sospensione della sentenza in appello si fonda sulla valutazione del ‘periculum’, ovvero il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile per gli appellanti. In particolare, la Corte ha rilevato la mancanza di motivazione nella sentenza impugnata riguardo alla quantificazione del danno e la natura delle prestazioni imposte, difficilmente reversibili.

Continua »
Separazione personale dei coniugi, unico episodio di percosse

In tema di separazione personale dei coniugi, la pronuncia di addebito richiesta da un coniuge per le violenze perpetrate dall’altro non è esclusa qualora risulti provato un unico episodio di percosse, trattandosi di comportamento idoneo, comunque, a sconvolgere definitivamente l’equilibrio relazionale della coppia, poiché lesivo della pari dignità di ogni persona.

Continua »
Obbligazione naturale: no rimborso per lavori ex

Un uomo ha richiesto il rimborso per i lavori di ristrutturazione eseguiti sulla casa di proprietà esclusiva dell’ex compagna. Il Tribunale di Trento ha respinto la domanda, qualificando le prestazioni come adempimento di un’obbligazione naturale. La decisione si fonda sul principio di proporzionalità, considerando la lunga durata della relazione e le condizioni economiche dell’uomo, che rendevano la spesa non eccessiva nel contesto del rapporto affettivo.

Continua »
Comodato familiare: può essere revocato da un genitore?

Un padre agisce in giudizio per ottenere il rilascio di un immobile occupato dal figlio senza un titolo valido. Durante la causa, la madre, comproprietaria del bene, stipula un contratto di comodato familiare a favore del figlio per regolarizzarne la posizione. La Corte di Appello di Firenze conferma la decisione di primo grado, stabilendo che il contratto di comodato, stipulato da un solo coniuge dopo l’inizio dell’azione legale e contro la volontà dell’altro, non è opponibile a quest’ultimo. L’occupazione del figlio rimane quindi priva di titolo, legittimando l’ordine di rilascio.

Continua »
Accordo stipulato tra ex conviventi di fatto

In ipotesi di accordo stipulato tra ex conviventi di fatto, al momento della cessazione della convivenza, al fine di disciplinare sia profili relativi al mantenimento della prole sia questioni patrimoniali insorte nella coppia, è stato affermato che in tema di mantenimento dei figli nati da genitori non coniugati, anche un accordo negoziale intervenuto tra i genitori non coniugati e non conviventi, al fine di disciplinare le modalità di contribuzione degli stessi ai bisogni e necessità dei figli, è riconosciuto valido come espressione dell’autonomia privata e pienamente lecito nella materia, non essendovi necessità di un’omologazione o controllo giudiziale preventivo.

Continua »
Arricchimento senza giusta causa: il silenzio non vale

Una donna ha citato in giudizio l’ex marito per arricchimento senza giusta causa, accusandolo di aver utilizzato 60.000 euro di sua proprietà, prelevati da un conto cointestato, per finanziare una società di cui lui era socio. In primo grado la domanda era stata respinta, interpretando il silenzio della donna come un consenso tacito. La Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, affermando che il silenzio non costituisce consenso e che l’onere di provare la “giusta causa” del trasferimento spettava al marito, prova che non è stata fornita. Di conseguenza, l’uomo è stato condannato a restituire la somma.

Continua »
Assegno di mantenimento, dimostrare di aver cercato un lavoro

In materia di separazione dei coniugi, grava sul richiedente l’assegno di mantenimento, ove risulti accertata in fatto la sua capacità di lavorare, l’onere della dimostrazione di essersi inutilmente attivato e proposto sul mercato per reperire un’occupazione retribuita confacente alle proprie attitudini professionali, poiché il riconoscimento dell’assegno a causa della mancanza di adeguati redditi propri, previsto dall’art. 156 c.c., pur essendo espressione del dovere solidaristico di assistenza materiale, non può estendersi fino a comprendere ciò che, secondo il canone dell’ordinaria diligenza, l’istante sia in grado di procurarsi da solo.

Continua »
Riconoscimento provvedimento straniero: sì dalla Corte

La Corte d’Appello di Venezia ha accolto la richiesta di due genitori per il riconoscimento di un provvedimento di tutela emesso da un tribunale statunitense a favore della figlia maggiorenne incapace. Il Comune si era opposto, ma la Corte ha chiarito che il riconoscimento provvedimento straniero di nomina del tutore è un atto distinto dalla successiva autorizzazione a compiere specifici atti in Italia, affermando la compatibilità dell’istituto statunitense con l’ordine pubblico italiano.

Continua »
Convivente superstite: diritto di restare nella casa

Il Tribunale di Torino ha respinto la richiesta degli eredi di accedere alla casa familiare del defunto, riconoscendo il diritto prevalente del convivente superstite di continuare ad abitarvi. L’accesso temporaneo concesso agli eredi è stato qualificato come mera ospitalità e non come acquisizione del possesso. La decisione stabilisce che il convivente superstite può legittimamente cambiare le serrature per tutelare il proprio domicilio, senza che ciò costituisca uno spoglio illegittimo nei confronti degli eredi.

Continua »
Titolo esecutivo rilascio: quando manca e perché

Un uomo appella la reiezione della sua richiesta di sospendere un’esecuzione di rilascio dalla sua ex casa coniugale. L’immobile è di proprietà di una società di cui lui e la sua ex moglie sono soci. Il Tribunale accoglie il reclamo e sospende l’esecuzione, stabilendo che l’ex moglie, agendo in nome proprio, non possiede un valido titolo esecutivo per il rilascio. Il proprietario effettivo (la società) non era parte nel procedimento di divorzio e quindi non ha un titolo esecutivo contro l’occupante.

Continua »
Protezione internazionale per fede religiosa: il caso

La Corte d’Appello di Roma ha concesso la protezione internazionale, nella forma dello status di rifugiato, a una cittadina cinese perseguitata nel suo paese d’origine per l’appartenenza alla Chiesa del Dio Onnipotente. La decisione ribalta un precedente diniego, conformandosi a un’ordinanza della Corte di Cassazione. Quest’ultima aveva censurato la precedente valutazione di non credibilità della richiedente e l’omesso esame delle fonti internazionali sulla persecuzione religiosa in Cina. La Corte ha ritenuto il racconto della donna, che include minacce, clandestinità e la fuga dal paese, dettagliato, coerente e riscontrato da numerosi rapporti sui diritti umani che confermano la repressione sistematica attuata dal governo cinese contro i gruppi religiosi non riconosciuti.

Continua »
Spese giudizio di legittimità: quando sono decise?

Una parte riassume una causa solo per ottenere la condanna della controparte al pagamento delle spese del giudizio di legittimità. La Corte d’Appello dichiara la domanda inammissibile, specificando che le spese giudizio di legittimità devono essere regolate nell’ambito della decisione finale della causa principale, applicando il principio della soccombenza globale, e non attraverso un’azione separata.

Continua »
Sequestro conservativo: rigettato il reclamo sul credito

Il caso riguarda la richiesta di sequestro conservativo avanzata da un ricorrente per un credito derivante dalla mancata cointestazione di un immobile acquistato con fondi che lo includevano. Il Tribunale ha rigettato il reclamo, confermando il diniego del sequestro conservativo. Le motivazioni principali si basano sull’inammissibilità del sequestro su beni specifici e sulla mancata prova di un adeguato periculum in mora, nonostante la presunta cessione del credito da parte del debitore e la presenza di altri coobbligati.

Continua »
Cancellazione frasi testamento: quando è possibile?

Un erede ha richiesto la rimozione di una frase diffamatoria contenuta nel testamento della madre. Il Tribunale ha accolto la richiesta, ordinando la cancellazione della frase dal testamento in quanto non supportata da prove e, soprattutto, irrilevante per l’interpretazione della volontà della defunta, che era quella di lasciare al figlio la quota di legittima. La decisione sottolinea il principio per cui un testamento non può essere usato come strumento per ledere gratuitamente l’onore altrui.

Continua »