LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto di Famiglia

Comodato familiare: la durata del contratto e i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 573/2025, chiarisce la natura del comodato familiare. Un immobile concesso per esigenze abitative familiari non costituisce un comodato precario. La sua durata è intrinsecamente legata al persistere di tali esigenze, e il proprietario (comodante) non può richiederne la restituzione immediata se non per un bisogno urgente e imprevisto, come stabilito dalla legge.
Continua »
Revoca patrocinio a spese dello Stato: i doveri
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro la revoca del patrocinio a spese dello Stato. La decisione si fonda sull'inattendibilità delle dichiarazioni reddituali della richiedente e sulla mancata produzione della dichiarazione dei redditi del compagno convivente, elementi che giustificano la revoca senza che il giudice debba procedere a indagini d'ufficio.
Continua »
Rinvio udienza cassazione: l’accordo tra le parti
In una causa di divisione ereditaria, la Corte di Cassazione ha concesso il rinvio dell'udienza. La decisione è stata presa a seguito di una richiesta congiunta delle parti, le quali hanno comunicato di essere impegnate in avanzate trattative per una soluzione bonaria della lite. Il provvedimento evidenzia come la volontà delle parti di raggiungere un accordo possa motivare un rinvio udienza cassazione per favorire la composizione stragiudiziale della controversia.
Continua »
Interposizione fittizia: prova scritta necessaria
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di una moglie che chiedeva di riconoscere un immobile, formalmente intestato ai suoceri, come parte della comunione dei beni. L'ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per provare l'interposizione fittizia in una compravendita immobiliare, è indispensabile una prova scritta che dimostri la partecipazione all'accordo simulatorio non solo dell'acquirente reale e di quello fittizio, ma anche del venditore.
Continua »
Comunicazione cancelleria e termini per l’appello
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1264/2025, ha stabilito che la comunicazione di cancelleria via PEC, per far decorrere il termine breve di 30 giorni per l'impugnazione, deve avere requisiti formali precisi. Nel caso esaminato, una comunicazione avente come oggetto 'Invio atti all'Agenzia delle Entrate' è stata ritenuta inidonea a tale scopo, poiché non indicava chiaramente l'evento 'Pubblicazione' del provvedimento. La Corte ha quindi respinto il ricorso di un'ex moglie che sosteneva la tardività dell'appello dell'ex marito, confermando la decisione di merito che aveva riconosciuto a quest'ultimo un indennizzo per l'occupazione dell'immobile comune.
Continua »
Donazione indiretta: la Cassazione chiarisce la domanda
In una controversia ereditaria tra fratelli, la Corte di Cassazione ha stabilito che una domanda di accertamento di una donazione indiretta non può essere rigettata solo perché descrive in modo impreciso il meccanismo giuridico attraverso cui si è realizzata. I giudici devono interpretare la domanda nella sua sostanza, considerando la causa petendi (l'arricchimento di un erede a spese del patrimonio del defunto) e il petitum (la richiesta di restituzione del valore). La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva erroneamente respinto la richiesta del fratello, rimandando il caso per una nuova valutazione.
Continua »
Donazione indiretta: revoca per ingratitudine
Una madre finanzia l'acquisto di un immobile per la figlia, configurando una donazione indiretta. Quando la figlia, in seguito, tenta di vendere l'immobile e cambia la serratura, impedendo l'accesso alla madre che vi abitava, quest'ultima agisce in giudizio. La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso della figlia e convalidando la revoca della donazione indiretta per grave ingratitudine, basandosi su prove presuntive.
Continua »
Arricchimento senza causa: quando non è ammissibile
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un uomo che, dopo la fine di una lunga convivenza, chiedeva alla ex partner il rimborso di ingenti finanziamenti. Poiché la domanda principale è stata respinta per carenza di prove, la Corte ha dichiarato inammissibile l'azione subordinata di arricchimento senza causa, confermando che tale rimedio non può servire a sopperire a un fallimento probatorio.
Continua »
Comunione de residuo: onere della prova e divisione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1453/2025, chiarisce i principi sulla comunione de residuo. In un caso di divorzio, la Corte ha stabilito che spetta al coniuge che avanza pretese dimostrare l'esistenza di utili e incrementi non consumati al momento dello scioglimento della comunione. La sentenza ha rigettato il ricorso della moglie che chiedeva una quota dell'impresa del marito, costituita prima del matrimonio, e la restituzione di una somma ricevuta in eredità, per mancanza di prove adeguate.
Continua »
Divisione ereditaria: conguagli e collazione
Una recente sentenza della Cassazione affronta un complesso caso di divisione ereditaria tra fratelli, stabilendo principi cruciali sui limiti dei conguagli in denaro e sulla collazione delle donazioni. La Corte ha cassato la decisione di merito che approvava un progetto di divisione con conguagli sproporzionati rispetto al valore delle quote, ribadendo che la divisione deve avvenire primariamente in natura. La pronuncia chiarisce anche che la successiva precisazione di una domanda di collazione, già tempestivamente introdotta, non costituisce una domanda nuova e tardiva.
Continua »
Ricognizione di debito: quando una scrittura è valida
Una donna ha richiesto il pagamento di 88.000 euro al suo ex partner basandosi su un documento che riteneva una ricognizione di debito. La Corte d'Appello, e in seguito la Corte di Cassazione, hanno respinto la sua richiesta. Il documento è stato interpretato come una semplice narrazione di fatti (ovvero che lei avesse contribuito economicamente a delle ristrutturazioni) senza contenere alcuna promessa di rimborso o riconoscimento di un obbligo specifico di restituzione. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che per essere valida, una ricognizione di debito deve esprimere chiaramente la consapevolezza del debitore di un debito esistente e la volontà di adempierlo, elementi assenti nel caso di specie.
Continua »
Ricorso inammissibile: le ragioni della Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in una complessa causa tra ex coniugi relativa alla proprietà di un immobile. L'ordinanza analizza sette distinti motivi di ricorso, rigettandoli tutti per vizi procedurali, come la mancata impugnazione di una autonoma ratio decidendi, o per infondatezza nel merito. La decisione finale conferma le sentenze dei gradi precedenti sulla proprietà del bene, la divisione e il risarcimento del danno, condannando il ricorrente anche per abuso del processo.
Continua »
Estinzione del giudizio: la rinuncia chiude il caso
Un caso di scioglimento della comunione tra coniugi si conclude in Cassazione con una declaratoria di estinzione del giudizio. La controversia riguardava la data di decorrenza dello scioglimento della comunione a seguito delle modifiche legislative. Tuttavia, prima della decisione di merito, il ricorrente ha rinunciato all'impugnazione con l'adesione della controparte, portando la Corte a dichiarare l'estinzione del processo senza pronunciarsi sulle spese.
Continua »
Impresa familiare: no alla comproprietà automatica
Una moglie ha rivendicato la comproprietà di un'abitazione intestata al marito, basandosi sul suo contributo all'impresa familiare di quest'ultimo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che la partecipazione a un'impresa familiare non conferisce diritti di proprietà automatici sui beni acquistati dal titolare, ma può generare, al massimo, un diritto di credito che deve essere rigorosamente provato.
Continua »
Testamento reciproco: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di merito che qualificava come 'congiunto' e quindi revocabile il testamento di due coniugi stranieri. La Corte ha stabilito che, per definire la natura di un testamento reciproco, non basta un'interpretazione letterale dei termini usati, ma occorre un'analisi complessiva della volontà dei testatori, considerando la reciprocità delle disposizioni e le norme della legge straniera applicabile. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Decadenza revocazione donazione: eccezione di parte
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 3035/2025, ha stabilito un principio cruciale sulla decadenza revocazione donazione per ingratitudine. Un uomo aveva chiesto la revoca di una donazione fatta all'ex coniuge. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda considerandola tardiva. La Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che il termine di un anno per agire è una decadenza che deve essere eccepita dalla parte interessata nei tempi corretti, non potendo essere rilevata d'ufficio dal giudice. Di conseguenza, il caso è stato rinviato per un nuovo esame nel merito.
Continua »
Compenso avvocato divisione: il calcolo corretto
Una cliente ha contestato la parcella del proprio legale per l'assistenza in una causa di divisione ereditaria. La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso dell'avvocato per la divisione ereditaria deve essere calcolato sul valore della quota in contestazione del cliente, non sul valore dell'intero patrimonio. Ha inoltre precisato che i compensi per l'attività stragiudiziale devono seguire le tariffe ministeriali e non possono essere liquidati in via equitativa. Di conseguenza, l'ordinanza impugnata è stata annullata con rinvio per un nuovo calcolo.
Continua »
Prova della proprietà nella divisione: le regole
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito che respingeva una domanda di divisione ereditaria per tardiva produzione documentale. È stato chiarito che, in assenza di contestazioni tra coeredi sulla titolarità dei beni, non è richiesta la prova della proprietà con lo stesso rigore di un'azione di rivendicazione, potendo il giudice avvalersi di prove indiziarie e dei poteri istruttori d'ufficio.
Continua »
Poteri CTU: la Cassazione chiarisce l’onere della prova
In una controversia tra ex coniugi per il rendiconto dei frutti di immobili in comunione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d'appello che aveva negato il diritto della ricorrente per mancanza di prove. La Suprema Corte ha chiarito i poteri del CTU, affermando che il consulente può acquisire documenti (come i contratti di locazione dall'Agenzia delle Entrate) per accertare i fatti, soprattutto se la parte ne aveva già richiesto l'esibizione. Questa acquisizione, unita alla valutazione della mancata comparizione della controparte all'interrogatorio formale, costituisce un quadro probatorio che il giudice di merito deve considerare.
Continua »
Usucapione tra coniugi: impossibile in comunione legale
Un ex marito chiedeva l'usucapione tra coniugi della quota di un immobile, adibito a studio professionale, acquistato in comunione legale. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l'usucapione è sospesa tra i coniugi finché dura il vincolo matrimoniale e la comunione legale, per tutelare l'armonia familiare. Solo con la separazione e un atto di interversione del possesso possono iniziare a decorrere i termini.
Continua »