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Diritto del Lavoro

Improcedibilità ricorso cassazione: le conseguenze
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso cassazione presentato da un'associazione sportiva a causa del tardivo deposito dell'atto in cancelleria. L'ordinanza sottolinea come il mancato rispetto del termine perentorio di venti giorni dalla notifica impedisca l'esame nel merito del ricorso, comportando la condanna alle spese e al versamento di un ulteriore contributo unificato.
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Estinzione del processo: quando il giudizio si ferma
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del processo a seguito di un'istanza congiunta tra le parti. Un'università, ricorrente, e un suo ex dipendente, controricorrente, hanno manifestato una sopravvenuta carenza di interesse alla prosecuzione del giudizio. La Corte ha equiparato tale istanza a una rinuncia al ricorso accettata, compensando le spese legali e chiarendo che non si applica il raddoppio del contributo unificato in caso di estinzione.
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Comporto part-time verticale: no alla riduzione
Un lavoratore con contratto part-time verticale è stato licenziato per superamento del periodo di comporto, calcolato dall'azienda in modo proporzionalmente ridotto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il licenziamento illegittimo. Ha statuito che, in assenza di una specifica previsione del contratto collettivo nazionale, il periodo di comporto per un lavoratore in part-time verticale non può essere ridotto e deve essere uguale a quello di un lavoratore a tempo pieno, in applicazione del principio di non discriminazione.
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Cessata materia del contendere: il caso della sanatoria
Un ente comunale aveva impugnato una cartella esattoriale per premi assicurativi. Durante il processo in Cassazione, l'ente ha aderito a una definizione agevolata, saldando il debito. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato la cessata materia del contendere, ponendo fine al giudizio senza una decisione nel merito e compensando le spese legali tra le parti.
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Indennizzo equa riparazione: calcolo e surroga INPS
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria n. 11892/2024, affronta la questione del calcolo dell'indennizzo per equa riparazione dovuto a dei lavoratori per l'eccessiva durata di una procedura fallimentare. Il nodo centrale è se, ai fini del calcolo, si debba considerare il credito originario o quello residuo dopo l'intervento in surroga del Fondo di garanzia INPS. Rilevando un contrasto giurisprudenziale sul punto, la Corte ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione nomofilattica, senza quindi risolvere nel merito la controversia.
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Inquadramento tariffario: la Cassazione e la decorrenza
Un ente previdenziale ha modificato l'inquadramento tariffario di una società portuale, richiedendo il pagamento di premi arretrati. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo il principio di non retroattività per tali variazioni. La decisione chiarisce che la nuova classificazione ha effetto solo dal giorno successivo alla comunicazione, a meno che l'errore originario non sia imputabile all'azienda, garantendo così certezza giuridica alle imprese.
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Retribuzione feriale: quali indennità includere?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità variabili ma continuative, come quelle di trasferta e percorrenza, poiché sono intrinsecamente legate alle mansioni. La decisione, basata sulla normativa europea, mira a evitare che una diminuzione dello stipendio durante le ferie disincentivi i lavoratori dal godere del loro diritto al riposo.
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Inquadramento dipendenti: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione si pronuncia sul corretto inquadramento di dipendenti pubblici passati da un'amministrazione (poi privatizzata) a un ente pubblico. La Suprema Corte stabilisce che il confronto tra le qualifiche deve basarsi sui sistemi di classificazione pubblicistici pre-privatizzazione per garantire omogeneità, e non sui successivi contratti collettivi. Decidendo nel merito, la Corte ha rigettato la richiesta dei lavoratori di un inquadramento superiore.
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Retribuzione feriale: le indennità vanno incluse?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11760/2024, ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità collegate all'esecuzione delle mansioni lavorative. La decisione, in linea con la giurisprudenza europea, mira a evitare un "effetto dissuasivo" che potrebbe scoraggiare i lavoratori dal godere delle ferie. Il ricorso di una società di trasporti, che voleva escludere dal calcolo voci come trasferta e diaria, è stato respinto, confermando che la retribuzione durante le vacanze deve essere paragonabile a quella percepita durante i periodi di lavoro.
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Minimale contributivo agricolo: ore lavorate contano
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11343/2024, chiarisce un punto fondamentale per il settore agricolo. Ha stabilito che il minimale contributivo agricolo per i lavoratori a tempo determinato deve essere calcolato sulle ore di lavoro effettivamente prestate e non su un orario settimanale standard. Nel caso specifico, un'azienda sanitaria aveva impugnato degli avvisi di addebito dell'ente previdenziale. La Corte ha accolto il motivo relativo al calcolo orario, cassando la precedente sentenza, ma ha respinto quello basato su un accordo di riallineamento retributivo ritenuto illegittimo.
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Reiterazione contratti a termine: Cassazione e scuola
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11341/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di reiterazione di contratti a termine nel settore scolastico. La Suprema Corte ha chiarito che l'abuso nel rinnovo dei contratti precari sussiste quando questi sono utilizzati per coprire esigenze stabili e durature, come le cattedre vacanti, per un periodo superiore a 36 mesi. Ciò vale anche se il docente ha prestato servizio in istituti scolastici diversi. La sentenza ha cassato la decisione della Corte d'Appello che aveva negato il risarcimento proprio su questo presupposto, rinviando per un nuovo esame. È stato invece confermato il termine di prescrizione quinquennale per le rivendicazioni economiche relative all'anzianità di servizio.
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Rinuncia al ricorso: quando il processo si estingue
Gli eredi di un ex collaboratore linguistico universitario hanno fatto ricorso in Cassazione per ottenere differenze retributive. Durante il giudizio, hanno presentato una rinuncia al ricorso, accettata dall'università. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del processo, ponendo fine alla controversia senza una decisione nel merito e chiarendo quando non è dovuto il doppio contributo unificato.
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Errore di percezione: la Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione ha rigettato un ricorso per revocazione basato su un presunto errore di percezione. La Corte ha chiarito che una precedente sentenza di rinvio si era limitata a valutare il rispetto del principio di autosufficienza processuale, senza entrare nel merito della prova. Non sussiste, pertanto, l'errore di percezione lamentato dalla parte ricorrente.
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Contratto part-time: l’orario va indicato subito
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11333/2024, ha stabilito che un contratto part-time è illegittimo se non contiene una puntuale indicazione della collocazione temporale dell'orario di lavoro. Nel caso esaminato, un'azienda aveva indicato solo il monte ore annuo e il numero di turni e mesi lavorativi, senza specificare la distribuzione. La Corte ha confermato l'illegittimità del contratto, rigettando il ricorso dell'azienda, e ha accolto quello del lavoratore, affermando che il giudice ha il potere-dovere di determinare le modalità temporali della prestazione qualora il contratto sia omissivo, a tutela della certezza e della capacità del dipendente di organizzare la propria vita.
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Trattamento retributivo: il giudicato lo protegge
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11334/2024, ha confermato il diritto di una collaboratrice linguistica universitaria a percepire le differenze retributive basate su un precedente giudicato. La Corte ha stabilito che, anche in presenza di modifiche normative successive, il trattamento retributivo più favorevole accertato da una sentenza passata in giudicato viene salvaguardato dalle apposite clausole legislative, non potendo essere peggiorato. Il ricorso dell'ateneo, basato sull'inapplicabilità del vecchio giudicato, è stato integralmente respinto.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Un gruppo di medici specialisti ha presentato ricorso in Cassazione per ottenere un'adeguata remunerazione per gli anni di specializzazione. Tuttavia, di fronte a un orientamento giurisprudenziale consolidato e contrario alle loro tesi, hanno deciso di effettuare una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, ha compensato le spese legali tra le parti e ha chiarito che i ricorrenti non erano tenuti al versamento dell'ulteriore importo a titolo di contributo unificato, poiché la rinuncia non è equiparabile al rigetto o all'inammissibilità.
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TFR non versato: chi paga se l’azienda fallisce?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11198/2024, ha stabilito che le quote di TFR non versato al fondo di previdenza complementare mantengono natura retributiva. In caso di cessione d'azienda, il debito si trasferisce al nuovo datore di lavoro, che ne è responsabile. Di conseguenza, il Fondo di Garanzia dell'INPS non è tenuto a intervenire se il nuovo datore di lavoro non è insolvente, e il lavoratore deve richiedere il pagamento a quest'ultimo.
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Interposizione di manodopera: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'azienda che contestava una richiesta di pagamento di premi assicurativi. Il caso verteva su una presunta interposizione di manodopera mascherata da contratto d'appalto. La Corte ha confermato la decisione di merito, ritenendo l'appalto fittizio e respingendo l'eccezione di prescrizione sollevata dall'azienda. È stato chiarito che il termine di prescrizione per i premi INAIL decorre dalla data fissata per l'autoliquidazione e che la valutazione sulla natura del contratto d'appalto è un accertamento di fatto non riesaminabile in sede di legittimità.
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Obblighi contributivi: transazioni e incentivi all’esodo
La Cassazione ha analizzato gli obblighi contributivi su somme pagate in accordi di risoluzione del rapporto di lavoro. La Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi, confermando la decisione di merito che distingueva tra somme a titolo di TFR (esenti) e mensilità aggiuntive (imponibili), qualificandole come sostitutive del preavviso. La decisione si fonda sull'insindacabilità dell'interpretazione contrattuale del giudice di merito.
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Dimissioni nulle: la guida sulla protezione lavoratrice
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11236/2024, ha stabilito che le dimissioni rassegnate da una lavoratrice durante il periodo protetto post-matrimoniale sono nulle se non convalidate, anche se la stessa viene contestualmente nominata amministratore unico della società. La Corte ha rigettato la tesi del recesso tacito, poiché la lavoratrice aveva di fatto continuato a svolgere le sue precedenti mansioni, dimostrando la continuità del rapporto di lavoro subordinato.
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