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Diritto del Lavoro

Formazione sicurezza orario lavoro: obbligo anche fuori turno
La Corte di Cassazione ha stabilito che la formazione obbligatoria in materia di sicurezza può essere svolta anche al di fuori del normale orario di lavoro, purché venga retribuita come lavoro straordinario. Un lavoratore si era rifiutato di partecipare a un corso programmato fuori dal suo turno, venendo per questo sospeso senza retribuzione. La Corte ha respinto il suo ricorso, chiarendo che l'espressione 'durante l'orario di lavoro' include qualsiasi prestazione esigibile dal datore, anche straordinaria, e sottolineando il dovere di collaborazione del dipendente per la tutela della sicurezza.
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Variazione inquadramento Inail: quando decorre?
Una società ha contestato la retroattività di una variazione inquadramento Inail, che comportava un aumento dei premi da versare. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che, in assenza di colpa del datore di lavoro, la modifica ha effetto dal mese successivo alla comunicazione. La sentenza ribadisce il principio fondamentale di irretroattività a tutela dell'affidamento delle imprese.
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Licenziamento giusta causa: il caso della doppia conforme
Un ex quadro direttivo di un istituto di credito viene licenziato per irregolarità contabili e prelievi per oltre 700.000 euro. Dopo la conferma della legittimità del licenziamento in primo e secondo grado, la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso del lavoratore, applicando il principio della "doppia conforme". La decisione sottolinea come il licenziamento per giusta causa sia fondato quando il vincolo fiduciario è irrimediabilmente compromesso.
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Ticket restaurant: spetta solo per lavoro effettivo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, se previsto da un accordo aziendale, il diritto al ticket restaurant matura solo per le giornate di effettiva prestazione lavorativa. L'ordinanza chiarisce che l'accordo aziendale, sostituendo una precedente indennità di mensa, può legittimamente escludere il buono pasto per ferie, malattia e altri giorni non lavorati, anche se equiparati dal CCNL. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva dato un'interpretazione troppo letterale e frammentaria degli accordi, sottolineando l'importanza di valutare la comune intenzione delle parti e il loro comportamento successivo per una corretta ermeneutica contrattuale.
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Indennità di disoccupazione: stop con i requisiti pensione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11965/2024, ha stabilito che il diritto all'indennità di disoccupazione cessa nel momento in cui il lavoratore matura i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, a prescindere dalla presentazione della domanda. Di conseguenza, le somme percepite dopo tale data costituiscono un indebito e devono essere restituite all'ente previdenziale. La sentenza chiarisce che la scelta di posticipare la richiesta di pensionamento non consente di prolungare il godimento del sussidio di disoccupazione, poiché le due prestazioni sono incompatibili.
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Inquadramento contributivo: la Cassazione sulla rettifica
Una società ha contestato una richiesta di pagamento di contributi derivante da una rettifica retroattiva del suo inquadramento contributivo da parte di un ente previdenziale. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell'azienda, ha affermato il principio secondo cui la variazione della classificazione ha effetto solo dal giorno successivo alla comunicazione, e non retroattivamente, salvo che l'errore iniziale sia imputabile al datore di lavoro. La sentenza rafforza il principio di irretroattività a tutela della certezza del diritto per le imprese.
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Decadenza triennale pensione: salvi i diritti futuri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11943/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di decadenza triennale pensione. Un pensionato ha richiesto il ricalcolo del proprio assegno previdenziale. L'ente previdenziale sosteneva che, essendo trascorsi più di tre anni, il diritto fosse completamente estinto (decadenza tombale). La Suprema Corte ha rigettato questa tesi, chiarendo che la decadenza triennale si applica unicamente agli arretrati maturati oltre il triennio precedente la domanda giudiziale. Il diritto a ricevere una pensione correttamente calcolata per il futuro rimane invece intatto, in quanto diritto fondamentale e imprescrittibile.
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Decurtazione retribuzione accessoria: no a tagli fissi
Un'azienda sanitaria locale aveva imposto un taglio forfettario del 30% sulla remunerazione variabile dei suoi dirigenti medici, giustificandolo con esigenze di contenimento della spesa. Un dirigente ha contestato tale misura. La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima questa pratica di decurtazione della retribuzione accessoria, stabilendo che la riduzione dei fondi deve basarsi sulla "cristallizzazione" al valore del 2010 e essere proporzionale alla diminuzione del personale, non un taglio percentuale arbitrario. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per un corretto ricalcolo.
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Lavoro subordinato: quando non è riconosciuto
Una professionista sanitaria ha richiesto il riconoscimento del suo rapporto di collaborazione pluriennale come lavoro subordinato. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11937/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d'Appello. È stato ribadito che, per qualificare un rapporto come subordinato, è essenziale provare la soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, elemento non riscontrato nel caso di specie.
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Decadenza riliquidazione pensione: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11944/2024, ha respinto il ricorso di un ente previdenziale, confermando che la decadenza riliquidazione pensione non cancella il diritto all'adeguamento della prestazione già riconosciuta. La Corte ha chiarito che il termine di decadenza si applica solo alle differenze sui ratei maturati prima del triennio antecedente alla domanda giudiziale, salvaguardando il diritto del pensionato a ricevere un trattamento pensionistico corretto per il futuro e per il triennio precedente.
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Competenza personale docente estero: decide Roma
La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra due tribunali, stabilendo la competenza esclusiva del Tribunale di Roma per le controversie relative alla selezione del personale docente estero. La decisione si basa sull'interpretazione dell'art. 27 del D.Lgs. n. 64/2017, che mira a centralizzare questo tipo di contenzioso per garantire uniformità decisionale. La Corte ha chiarito che questa competenza speciale si estende non solo al personale già in servizio all'estero, ma anche a chi partecipa alle procedure di selezione per tali posizioni.
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Liquidazione spese legali: il potere del giudice
Un professionista ha impugnato una decisione della Corte d'Appello relativa alla liquidazione delle spese legali, ritenuta troppo bassa e priva di adeguata motivazione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando l'ampia discrezionalità del giudice nel determinare i compensi professionali all'interno dei minimi e massimi tariffari. La sentenza chiarisce inoltre che il rimborso forfettario è dovuto anche se non esplicitamente menzionato, mentre le spese vive devono essere provate. Il caso verteva sulla corretta applicazione dei parametri forensi e sulla validità della motivazione della sentenza.
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Aiuto di Stato: condono nullo e violazione del contraddittorio
Un contribuente aderisce a una definizione agevolata per premi assicurativi non versati. Successivamente, una decisione della Commissione Europea qualifica tale agevolazione come un illegittimo Aiuto di Stato. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che negava l'estinzione del debito, chiarendo che il contribuente aveva l'onere di sollevare specifiche eccezioni, come il regolamento 'de minimis', una volta emersa la decisione europea. Il ricorso è stato respinto, confermando la piena esigibilità del credito originario.
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Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che nelle richieste di ricalcolo di una pensione già erogata, si applica il termine di decadenza triennale per gli arretrati. La Corte ha accolto il ricorso dell'ente previdenziale contro una decisione di merito che aveva erroneamente applicato la prescrizione quinquennale. Di conseguenza, il diritto alle differenze sui ratei maturati è limitato al triennio precedente la domanda giudiziale. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per un nuovo esame.
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Prestazioni aggiuntive: Diritto alla retribuzione
Un operatore sanitario ha svolto prestazioni aggiuntive per un progetto di 'dialisi estiva' senza ricevere il compenso per due anni. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11946/2024, ha stabilito che, anche in assenza di autorizzazione regionale, il lavoro effettivamente svolto con il consenso del datore di lavoro deve essere retribuito come straordinario, proteggendo il diritto del lavoratore.
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Riliquidazione Pensione: Decadenza e Arretrati
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ente previdenziale, confermando che la decadenza per la richiesta di riliquidazione pensione non estingue il diritto in sé, ma si applica unicamente ai ratei maturati oltre il triennio precedente alla domanda giudiziale. La decisione protegge il diritto del pensionato a ottenere il corretto calcolo della prestazione, limitando solo la riscossione degli arretrati più vecchi.
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Validità notifica: indirizzo su contratto è decisivo
Un datore di lavoro, condannato a pagare differenze retributive, ha impugnato la sentenza sostenendo la nullità della notifica dell'atto introduttivo, avvenuta a un indirizzo a suo dire errato. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La validità della notifica è stata confermata sulla base dell'indirizzo risultante sia dalla visura camerale sia, in modo determinante, dal contratto di assunzione sottoscritto dallo stesso datore di lavoro. La Corte ha ribadito che la valutazione delle prove sull'effettivo domicilio è una questione di fatto, insindacabile in sede di legittimità.
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Interposizione di manodopera: la Cassazione decide
Alcuni lavoratori, membri di una cooperativa, hanno citato in giudizio una grande azienda manifatturiera, sostenendo l'esistenza di una illecita interposizione di manodopera e chiedendo di essere riconosciuti come suoi dipendenti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La Corte ha ritenuto che non vi fossero prove sufficienti di un appalto fittizio, in quanto la cooperativa esercitava un'autonoma organizzazione del lavoro e si assumeva il rischio d'impresa, elementi chiave che distinguono un appalto lecito da una somministrazione illegale di personale.
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Decadenza pensione: la Cassazione limita il blocco
Un pensionato ha richiesto il ricalcolo della propria pensione. L'ente previdenziale si è opposto, sostenendo che il diritto fosse estinto a causa della decadenza pensione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'ente, stabilendo che la decadenza non cancella il diritto al ricalcolo, ma limita solo il pagamento degli arretrati al triennio precedente la domanda giudiziale, confermando un orientamento consolidato.
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Competenza territoriale agente: decide il domicilio
Un agente ha citato in giudizio la società preponente. È sorto un conflitto sulla competenza territoriale tra il tribunale del domicilio dell'agente e quello della sede della società. La Cassazione ha stabilito che la competenza territoriale per l'agente è inderogabile e spetta esclusivamente al giudice del luogo in cui l'agente ha il proprio domicilio, anche se il contratto prevedeva diversamente, poiché si tratta di un foro esclusivo a tutela della parte più debole.
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