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Diritto del Lavoro

Contratti di collaborazione: quando non c’è subordinazione
Una lavoratrice con plurimi contratti di collaborazione con un ente pubblico sanitario ha richiesto la conversione del rapporto in lavoro subordinato a tempo indeterminato. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti. È stato ribadito che, nel pubblico impiego, la conversione del contratto è preclusa dalla legge e l'eventuale risarcimento del danno presuppone la prova rigorosa della subordinazione di fatto, che in questo caso non è stata fornita.
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Riclassificazione INPS: no effetto retroattivo
La Corte di Cassazione ha stabilito che la riclassificazione INPS di un'azienda dal settore agricolo a quello industriale non ha efficacia retroattiva se non deriva da dichiarazioni iniziali false del datore di lavoro. Anche l'omessa comunicazione di un cambiamento nell'attività prevalente non giustifica la retroattività, proteggendo così i diritti previdenziali acquisiti dalla lavoratrice.
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Risoluzione anticipata: obbligo di motivazione per la PA
Un dirigente pubblico ha subito la risoluzione anticipata del suo contratto biennale a causa del raggiungimento dell'anzianità contributiva massima. La Corte di Cassazione ha stabilito l'illegittimità del provvedimento per mancanza di motivazione. La sentenza sottolinea che, specialmente per i casi antecedenti alla riforma del 2011, la Pubblica Amministrazione ha l'obbligo di spiegare le ragioni organizzative alla base della risoluzione anticipata rapporto di lavoro, a tutela dei principi di buona fede e correttezza.
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Recesso anticipato incarico dirigenziale: stop della PA
La Corte di Cassazione ha stabilito che la Pubblica Amministrazione non può applicare il recesso anticipato per raggiungimento dell'anzianità contributiva massima a un incarico dirigenziale a tempo determinato. La sentenza chiarisce che tale facoltà, prevista dall'art. 72 del D.L. 112/2008, è riservata ai soli rapporti di lavoro a tempo indeterminato, data la diversa natura e finalità degli incarichi a termine, che si fondano su una durata e su valutazioni fiduciarie specifiche che devono essere rispettate fino alla scadenza.
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Riclassificazione INAIL: decorrenza non retroattiva
Una curatela fallimentare ha contestato una riclassificazione retroattiva operata dall'istituto assicurativo nazionale, che aveva generato un ingente debito per premi pregressi. Dopo due sentenze sfavorevoli nei gradi di merito, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso. La Suprema Corte ha stabilito che la **riclassificazione INAIL** disposta d'ufficio non ha efficacia retroattiva, salvo che l'errore iniziale sia imputabile a una dichiarazione inesatta del datore di lavoro. Gli effetti decorrono dal mese successivo alla comunicazione del provvedimento.
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Decadenza pensione: nuova legge e diritti maturati
Un lavoratore ha richiesto il ricalcolo della propria pensione. L'Ente Previdenziale ha eccepito l'intervenuta decadenza sulla base di una nuova legge. La Corte di Cassazione ha stabilito che il nuovo termine di decadenza pensione si applica anche ai diritti sorti in precedenza, ma la sua decorrenza inizia dalla data di entrata in vigore della nuova normativa. Poiché il ricorso giudiziario è stato presentato tardivamente, la Corte ha cassato la sentenza d'appello, rinviando la causa per una nuova valutazione.
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Ricorso per Cassazione: inammissibile se non specifico
Una società in liquidazione ha presentato ricorso per cassazione contro la decisione della Corte d'Appello che revocava un decreto ingiuntivo a suo favore per sgravi contributivi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché la società non ha rispettato il principio di autosufficienza, omettendo di trascrivere o indicare con precisione gli atti e i documenti essenziali per la valutazione della censura. La decisione sottolinea l'importanza dei requisiti formali per l'accesso al giudizio di legittimità.
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Lavoratore in CIGS: obbligo di disponibilità e preavviso
Un pilota di elicottero in CIGS è stato licenziato per giusta causa dopo essersi recato in vacanza all'estero senza informare l'azienda, rendendosi così indisponibile a una chiamata di servizio. Tale indisponibilità ha causato la perdita di una commessa. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, sottolineando che il lavoratore in CIGS ha un inderogabile obbligo di disponibilità, la cui violazione, specialmente se causa un danno patrimoniale, costituisce un inadempimento grave che giustifica la risoluzione del rapporto.
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Formazione sicurezza orario lavoro: obbligo anche fuori turno
La Corte di Cassazione ha stabilito che la formazione obbligatoria in materia di sicurezza può essere svolta anche al di fuori del normale orario di lavoro, purché venga retribuita come lavoro straordinario. Un lavoratore si era rifiutato di partecipare a un corso programmato fuori dal suo turno, venendo per questo sospeso senza retribuzione. La Corte ha respinto il suo ricorso, chiarendo che l'espressione 'durante l'orario di lavoro' include qualsiasi prestazione esigibile dal datore, anche straordinaria, e sottolineando il dovere di collaborazione del dipendente per la tutela della sicurezza.
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Variazione inquadramento Inail: quando decorre?
Una società ha contestato la retroattività di una variazione inquadramento Inail, che comportava un aumento dei premi da versare. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che, in assenza di colpa del datore di lavoro, la modifica ha effetto dal mese successivo alla comunicazione. La sentenza ribadisce il principio fondamentale di irretroattività a tutela dell'affidamento delle imprese.
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Licenziamento giusta causa: il caso della doppia conforme
Un ex quadro direttivo di un istituto di credito viene licenziato per irregolarità contabili e prelievi per oltre 700.000 euro. Dopo la conferma della legittimità del licenziamento in primo e secondo grado, la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso del lavoratore, applicando il principio della "doppia conforme". La decisione sottolinea come il licenziamento per giusta causa sia fondato quando il vincolo fiduciario è irrimediabilmente compromesso.
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Ticket restaurant: spetta solo per lavoro effettivo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, se previsto da un accordo aziendale, il diritto al ticket restaurant matura solo per le giornate di effettiva prestazione lavorativa. L'ordinanza chiarisce che l'accordo aziendale, sostituendo una precedente indennità di mensa, può legittimamente escludere il buono pasto per ferie, malattia e altri giorni non lavorati, anche se equiparati dal CCNL. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva dato un'interpretazione troppo letterale e frammentaria degli accordi, sottolineando l'importanza di valutare la comune intenzione delle parti e il loro comportamento successivo per una corretta ermeneutica contrattuale.
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Indennità di disoccupazione: stop con i requisiti pensione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11965/2024, ha stabilito che il diritto all'indennità di disoccupazione cessa nel momento in cui il lavoratore matura i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, a prescindere dalla presentazione della domanda. Di conseguenza, le somme percepite dopo tale data costituiscono un indebito e devono essere restituite all'ente previdenziale. La sentenza chiarisce che la scelta di posticipare la richiesta di pensionamento non consente di prolungare il godimento del sussidio di disoccupazione, poiché le due prestazioni sono incompatibili.
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Inquadramento contributivo: la Cassazione sulla rettifica
Una società ha contestato una richiesta di pagamento di contributi derivante da una rettifica retroattiva del suo inquadramento contributivo da parte di un ente previdenziale. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell'azienda, ha affermato il principio secondo cui la variazione della classificazione ha effetto solo dal giorno successivo alla comunicazione, e non retroattivamente, salvo che l'errore iniziale sia imputabile al datore di lavoro. La sentenza rafforza il principio di irretroattività a tutela della certezza del diritto per le imprese.
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Decadenza triennale pensione: salvi i diritti futuri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11943/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di decadenza triennale pensione. Un pensionato ha richiesto il ricalcolo del proprio assegno previdenziale. L'ente previdenziale sosteneva che, essendo trascorsi più di tre anni, il diritto fosse completamente estinto (decadenza tombale). La Suprema Corte ha rigettato questa tesi, chiarendo che la decadenza triennale si applica unicamente agli arretrati maturati oltre il triennio precedente la domanda giudiziale. Il diritto a ricevere una pensione correttamente calcolata per il futuro rimane invece intatto, in quanto diritto fondamentale e imprescrittibile.
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Decurtazione retribuzione accessoria: no a tagli fissi
Un'azienda sanitaria locale aveva imposto un taglio forfettario del 30% sulla remunerazione variabile dei suoi dirigenti medici, giustificandolo con esigenze di contenimento della spesa. Un dirigente ha contestato tale misura. La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima questa pratica di decurtazione della retribuzione accessoria, stabilendo che la riduzione dei fondi deve basarsi sulla "cristallizzazione" al valore del 2010 e essere proporzionale alla diminuzione del personale, non un taglio percentuale arbitrario. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per un corretto ricalcolo.
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Lavoro subordinato: quando non è riconosciuto
Una professionista sanitaria ha richiesto il riconoscimento del suo rapporto di collaborazione pluriennale come lavoro subordinato. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11937/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d'Appello. È stato ribadito che, per qualificare un rapporto come subordinato, è essenziale provare la soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, elemento non riscontrato nel caso di specie.
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Decadenza riliquidazione pensione: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11944/2024, ha respinto il ricorso di un ente previdenziale, confermando che la decadenza riliquidazione pensione non cancella il diritto all'adeguamento della prestazione già riconosciuta. La Corte ha chiarito che il termine di decadenza si applica solo alle differenze sui ratei maturati prima del triennio antecedente alla domanda giudiziale, salvaguardando il diritto del pensionato a ricevere un trattamento pensionistico corretto per il futuro e per il triennio precedente.
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Competenza personale docente estero: decide Roma
La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra due tribunali, stabilendo la competenza esclusiva del Tribunale di Roma per le controversie relative alla selezione del personale docente estero. La decisione si basa sull'interpretazione dell'art. 27 del D.Lgs. n. 64/2017, che mira a centralizzare questo tipo di contenzioso per garantire uniformità decisionale. La Corte ha chiarito che questa competenza speciale si estende non solo al personale già in servizio all'estero, ma anche a chi partecipa alle procedure di selezione per tali posizioni.
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Liquidazione spese legali: il potere del giudice
Un professionista ha impugnato una decisione della Corte d'Appello relativa alla liquidazione delle spese legali, ritenuta troppo bassa e priva di adeguata motivazione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando l'ampia discrezionalità del giudice nel determinare i compensi professionali all'interno dei minimi e massimi tariffari. La sentenza chiarisce inoltre che il rimborso forfettario è dovuto anche se non esplicitamente menzionato, mentre le spese vive devono essere provate. Il caso verteva sulla corretta applicazione dei parametri forensi e sulla validità della motivazione della sentenza.
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