LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione
Un gruppo di medici specializzandi ha citato in giudizio diversi Ministeri e la Presidenza del Consiglio per ottenere il riconoscimento di una adeguata remunerazione per il periodo di specializzazione. La richiesta si fonda sull'applicazione di normative che prevedevano un incremento del compenso, attuato con ritardo. Dopo le decisioni dei tribunali di merito, che hanno sollevato questioni sulla legittimazione passiva dei singoli Ministeri, la Corte di Cassazione è chiamata a pronunciarsi sulla vicenda.
Continua »
Borse medici specializzandi: Cassazione alle Sezioni Unite
Un gruppo di medici specializzandi ha fatto ricorso in Cassazione per ottenere il riconoscimento del diritto all'adeguamento della loro remunerazione per i periodi di specializzazione antecedenti all'anno accademico 2006-2007. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul caso. Il motivo è che una questione di massima di particolare importanza, relativa all'indicizzazione triennale delle borse medici specializzandi per il periodo 1994-1997, è già stata rimessa alle Sezioni Unite. La Corte ha quindi ritenuto opportuno attendere la pronuncia del suo massimo organo per garantire uniformità giurisprudenziale.
Continua »
Risarcimento pubblico impiego: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto al risarcimento per un gruppo di lavoratori del pubblico impiego assunti con una serie di contratti di somministrazione illegittimi. Pur negando la conversione del rapporto in un contratto a tempo indeterminato, la Corte ha stabilito che l'abuso contrattuale genera un danno presunto, da liquidare con un'indennità onnicomprensiva basata sui principi validi per il settore privato. La sentenza chiarisce i criteri per il risarcimento nel pubblico impiego in caso di precariato illegittimo.
Continua »
Licenziamento in amministrazione giudiziaria: la guida
Una società in amministrazione giudiziaria licenzia un dirigente per soppressione del posto di lavoro. La Corte di Cassazione conferma l'illegittimità del licenziamento, in quanto l'azienda aveva assunto nuovo personale con le stesse mansioni. La sentenza chiarisce inoltre che la competenza a giudicare su questi casi spetta al giudice del lavoro e non al giudice penale.
Continua »
Riclassificazione INPS: quando non è retroattiva
La Corte di Cassazione ha stabilito che la riclassificazione INPS di un'azienda da un settore a un altro non ha effetto retroattivo. La decisione protegge la posizione previdenziale di una lavoratrice, confermando che i diritti maturati prima della variazione restano validi, a meno che l'inquadramento iniziale non fosse basato su dichiarazioni false del datore di lavoro. Il ricorso dell'INPS è stato respinto.
Continua »
Dies a quo e prescrizione: rimborso premi indebiti
La Cassazione ha stabilito che il 'dies a quo', ovvero il termine iniziale per la prescrizione del diritto al rimborso di premi previdenziali versati in eccesso a causa di un errato inquadramento, decorre da ogni singolo pagamento e non dal successivo atto di riclassificazione dell'ente. La richiesta di rimborso è stata quindi respinta per intervenuta prescrizione.
Continua »
Cumulo retribuzione pensione: i limiti del decreto
Un ex dipendente pubblico ha lavorato part-time dopo il pensionamento, chiedendo il ricalcolo della pensione. La Cassazione ha negato tale possibilità, stabilendo che in caso di cumulo retribuzione pensione, i contributi successivi danno diritto solo a un supplemento e non a una riliquidazione totale. La Corte ha disapplicato un decreto ministeriale che prevedeva diversamente, poiché eccedeva la sua delega legislativa e contrastava con la legge.
Continua »
Quadro RR: la mancata compilazione non è dolo
Un professionista ometteva la compilazione del Quadro RR nella dichiarazione dei redditi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13079/2024, ha stabilito che tale omissione non costituisce automaticamente un occultamento doloso del debito contributivo. Per sospendere la prescrizione, l'ente previdenziale deve provare l'intento fraudolento con elementi ulteriori rispetto alla mera mancata compilazione. La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che si basava su questo automatismo, rinviando il caso per una nuova valutazione.
Continua »
Estinzione del processo: la rinuncia chiude il caso
Un professionista aveva impugnato in Cassazione un avviso di addebito per contributi previdenziali. Successivamente, ha aderito a una definizione agevolata e ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del processo, senza pronunciarsi nel merito della questione né sulle spese legali, dato che le controparti non avevano svolto attività difensiva.
Continua »
Lex mitior e sanzioni: guida alla sentenza 13071/2024
La Corte di Cassazione, con la sentenza 13071/2024, affronta il caso di un amministratore di un istituto scolastico sanzionato per lavoro nero e appalto illecito. La Corte stabilisce due principi chiave: primo, un processo penale concluso per prescrizione non impedisce l'applicazione di sanzioni amministrative per gli stessi fatti (principio del 'ne bis in idem' non violato). Secondo, e più importante, alle sanzioni amministrative di natura punitiva si deve applicare la legge più favorevole (lex mitior), anche se successiva alla violazione. La sentenza è stata quindi cassata con rinvio per il ricalcolo delle sanzioni.
Continua »
Psicologo in carcere: lavoro autonomo o subordinato?
Una psicologa che lavorava in un istituto penitenziario ha richiesto il riconoscimento del suo rapporto come lavoro subordinato. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13059 del 2024, ha stabilito che si tratta di lavoro autonomo. La Corte ha precisato che gli elementi quali orari concordati, obbligo di comunicazione delle assenze e coordinamento con la direzione non indicano subordinazione, ma sono necessità organizzative e di sicurezza imposte dal peculiare contesto carcerario.
Continua »
Litispendenza: errore del giudice e prosecuzione
Un cittadino ha impugnato un'ordinanza del Tribunale che aveva erroneamente dichiarato la litispendenza tra la sua causa e un'altra, sebbene entrambe fossero pendenti presso lo stesso ufficio giudiziario. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, chiarendo che in tali circostanze non si applica l'istituto della litispendenza, ma quello della riunione dei procedimenti. Di conseguenza, l'ordinanza è stata cassata e il giudizio originario deve proseguire.
Continua »
Credito di valore INAIL: rivalutazione senza appello
La Corte di Cassazione ha stabilito che il credito di valore INAIL, derivante da un'azione di regresso per infortunio sul lavoro, può essere adeguato in appello sulla base delle rivalutazioni ministeriali, anche senza che l'Istituto abbia proposto un appello incidentale. Tale richiesta viene considerata una semplice precisazione della domanda originaria, data la natura del credito stesso.
Continua »
Permesso retribuito scuola: la decisione del dirigente
Un dipendente scolastico si è visto negare un permesso retribuito per motivi familiari. La Corte di Cassazione ha confermato il diniego, stabilendo che il dirigente scolastico ha il potere di valutare la specificità e l'idoneità delle ragioni addotte dal lavoratore, bilanciando le esigenze personali con quelle del servizio. Il caso chiarisce i limiti della discrezionalità dirigenziale nella concessione del permesso retribuito scuola.
Continua »
Onere della prova sgravi contributivi: chi deve provare?
Una società agricola ha presentato ricorso contro un verbale dell'Ente Previdenziale che contestava omissioni contributive e revocava parzialmente alcuni benefici. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando un principio consolidato: l'onere della prova per gli sgravi contributivi spetta sempre all'impresa che ne richiede l'applicazione. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili altri motivi di ricorso per vizi procedurali, come la mancata contestazione delle motivazioni della sentenza d'appello e l'introduzione di questioni non sollevate nei gradi di merito precedenti.
Continua »
Competenza territoriale contributi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione risolve un conflitto sulla competenza territoriale contributi tra due tribunali. In caso di sanzioni per omesso versamento, stabilisce che il foro competente è quello del domicilio del creditore (l'ente previdenziale), non quello della sede dell'azienda debitrice, trattandosi di obbligazioni portabili.
Continua »
Licenziamento medico: violazione dell’esclusività
Un medico dipendente di una ASL è stato licenziato per aver violato il patto di esclusività, svolgendo attività professionale presso una struttura privata. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12973/2024, ha confermato la legittimità del licenziamento medico, ritenendo il ricorso del professionista inammissibile. La Corte ha stabilito che la violazione dell'obbligo di esclusività costituisce un grave inadempimento lesivo del dovere di fedeltà, tale da giustificare la sanzione espulsiva, e che la valutazione sulla proporzionalità della sanzione è di competenza dei giudici di merito.
Continua »
Interessi legali: Cassazione su rinvio pregiudiziale
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha dichiarato inammissibile un rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Parma. La questione verteva sull'applicabilità degli interessi legali maggiorati ai crediti di lavoro. L'inammissibilità è stata determinata da una precedente sentenza che ha già risolto la questione di fondo, stabilendo che un'indicazione generica di "interessi legali" in un titolo esecutivo si riferisce al tasso base e non a quello maggiorato per le transazioni commerciali, rendendo così il rinvio non più necessario per la definizione del giudizio.
Continua »
Competenza territoriale lavoratore autonomo: la guida
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha risolto un conflitto di giurisdizione in materia di opposizione a un avviso di addebito per contributi previdenziali. È stato stabilito che per un lavoratore autonomo, la competenza territoriale spetta al tribunale del luogo di residenza del contribuente e non a quello della sede dell'ente creditore. Questa decisione rafforza un principio fondamentale a tutela del lavoratore.
Continua »
Litispendenza tra cause: l’errore del Tribunale
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza che dichiarava erroneamente la litispendenza tra due cause pendenti davanti allo stesso tribunale. La Corte ha chiarito che in questi casi si applicano le norme sulla riunione dei procedimenti, non quelle sulla litispendenza, disponendo la prosecuzione del giudizio.
Continua »