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Diritto del Lavoro

Indennità di fine rapporto: la Cassazione la tutela
Una ex dipendente di un consolato italiano all'estero ha citato in giudizio il Ministero per ottenere il riconoscimento dell'indennità di fine rapporto (TFR) dopo una complessa successione di contratti. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13242/2024, ha accolto il ricorso della lavoratrice, cassando la precedente sentenza d'appello. La Corte ha stabilito che la riforma del 2000 (D.Lgs. n. 103/2000) ha salvaguardato il diritto all'indennità di fine rapporto per tutto il personale già in servizio a quella data, anche in caso di rinnovo contrattuale, applicando il principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato.
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Riduzione retribuzione variabile: illegittimo il taglio
La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima la riduzione della retribuzione variabile del 30% operata da un'Azienda Sanitaria Locale nei confronti dei propri dirigenti medici. Secondo la Corte, le norme sul contenimento della spesa pubblica, come l'art. 9 del d.l. 78/2010, non autorizzano tagli forfettari e arbitrari. La riduzione dei fondi per il trattamento accessorio deve seguire un criterio di proporzionalità legato alla diminuzione del personale in servizio e non può avvenire tramite un taglio percentuale indifferenziato. La sentenza è stata cassata con rinvio alla Corte d'Appello per una nuova valutazione contabile basata sui principi corretti.
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Missioni brevi all’estero: residenza e compenso
La Corte di Cassazione conferma che per le missioni brevi all'estero dei dipendenti pubblici, il diritto ai benefici economici presuppone la residenza in un Paese diverso da quello della missione. La mancanza di questo requisito, considerato essenziale, comporta la nullità del contratto e l'obbligo di restituire i compensi ricevuti, senza possibilità di invocare la tutela per il lavoro comunque prestato, trattandosi di rapporto autonomo.
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Valutazione delle prove: Limiti del ricorso in Cassazione
Una società ricorre in Cassazione dopo che la Corte d'Appello, riformando la sentenza di primo grado, ha convertito il contratto a tempo determinato di un dipendente in indeterminato. La decisione si basava sul disconoscimento di una firma su un accordo transattivo, supportato da una perizia grafologica (CTU), e sulla ritenuta inattendibilità di due testimoni. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione delle prove è di competenza esclusiva dei giudici di merito e non può essere oggetto di un nuovo esame in sede di legittimità, se non per vizi specifici che nel caso di specie non sussistevano.
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Affidamento legittimo e TFR: Cassazione n. 13244/2024
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13244/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di TFR per i dipendenti pubblici con contratti a termine. Il caso riguarda una lavoratrice che non aveva richiesto il TFR alla scadenza di ogni contratto, fidandosi di una circolare dell'ente previdenziale che ne posticipava l'esigibilità. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva dichiarato prescritto il diritto, affermando che il giudice deve valutare l'affidamento legittimo generato dalla condotta dell'ente stesso, che non può poi contraddirsi eccependo la prescrizione.
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Sciopero occulto: la Cassazione conferma la sanzione
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione a un'organizzazione sindacale per uno sciopero occulto. Centinaia di agenti di polizia locale si assentarono in massa la notte di Capodanno, giustificandosi con certificati medici. La Corte ha ritenuto che le assenze fittizie, coordinate dal sindacato, costituissero una forma illegittima di sciopero in un servizio pubblico essenziale, violando le procedure di legge.
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Riduzione trattamento accessorio: illegittimo il taglio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13204/2024, ha dichiarato illegittima la riduzione del trattamento accessorio operata da un'Azienda Sanitaria tramite un taglio forfettario del 30%. La Corte ha stabilito che la normativa sul contenimento della spesa pubblica impone una "cristallizzazione" dei fondi ai livelli del 2010 e una successiva riduzione proporzionale alla diminuzione del personale, non un taglio lineare e arbitrario. Viene così cassata la sentenza d'appello e affermato il diritto dei dipendenti a un ricalcolo basato sulle corrette modalità attuative, con conseguente restituzione delle somme indebitamente trattenute.
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Retribuzione accessoria: no al taglio forfettario del 30%
Una Local Health Authority aveva imposto un taglio forfettario del 30% sulla retribuzione accessoria dei suoi dirigenti medici, motivandolo con esigenze di contenimento della spesa pubblica. I dirigenti hanno contestato tale misura. La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il taglio, stabilendo che la legge (D.L. 78/2010) non consente riduzioni percentuali arbitrarie. La normativa impone di bloccare il fondo per la retribuzione accessoria al livello del 2010 e di ridurlo solo in misura proporzionale alla diminuzione del personale. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per un corretto ricalcolo delle somme dovute.
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Giudicato penale: annullato il licenziamento
Un dipendente pubblico, licenziato per presunte assenze ingiustificate, ha ottenuto l'annullamento della sanzione. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'assoluzione definitiva nel processo penale con la formula "perché il fatto non sussiste" è un giudicato penale vincolante per il giudice del lavoro, che deve conformarsi a tale decisione. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio.
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Anzianità di servizio DSGA: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un gruppo di DSGA, confermando la legittimità del calcolo dell'anzianità di servizio DSGA tramite il metodo della 'temporizzazione'. La Corte ha stabilito che la norma speciale del CCNL prevale sulla regola generale, escludendo la violazione del principio di parità di trattamento e confermando la richiesta di restituzione delle somme indebitamente percepite.
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Riduzione retribuzione accessoria: no a tagli forfettari
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13179/2024, ha stabilito l'illegittimità di un taglio forfettario del 30% sulla retribuzione accessoria di alcuni dirigenti medici di un'Azienda Sanitaria. La Corte ha chiarito che la normativa sulla spending review (d.l. 78/2010) non consente riduzioni lineari, ma impone un preciso meccanismo di 'cristallizzazione' dei fondi al 2010 e una successiva riduzione proporzionale legata alla diminuzione del personale in servizio. La sentenza è stata cassata con rinvio per un corretto ricalcolo del dare-avere tra le parti, applicando il corretto criterio normativo per la riduzione retribuzione accessoria.
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Principio di autosufficienza nel ricorso per cassazione
Una ex segretaria territoriale di una federazione di pensionati ha ottenuto il pagamento di differenze retributive nei primi due gradi di giudizio. La federazione ha proposto ricorso in Cassazione, ma la Corte lo ha rigettato, dichiarando i motivi inammissibili per la violazione del principio di autosufficienza e per l'impropria richiesta di un riesame dei fatti, preclusa in sede di legittimità.
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Promessa del fatto del terzo: no a danni se c’è indennizzo
Un gruppo di lavoratori, licenziati dopo il fallimento del loro datore di lavoro, ha citato in giudizio una società aeroportuale e un ente regionale. La società aveva promesso, tramite un accordo, di favorire la loro ricollocazione professionale (promessa del fatto del terzo). Una precedente sentenza aveva già concesso ai lavoratori un indennizzo ai sensi dell'art. 1381 c.c., stabilendo che la società aveva agito diligentemente ma la ricollocazione era fallita per cause esterne. In questa nuova causa, i lavoratori chiedevano un risarcimento del danno per inadempimento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'indennizzo e il risarcimento del danno sono rimedi alternativi e non cumulabili. Essendo già stata accertata l'assenza di colpa della società (giudicato), non era possibile avanzare una nuova pretesa basata sulla colpa. Anche le richieste verso l'ente regionale sono state respinte per carenza di prova.
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Contratti a termine pubblico impiego: abuso e risarcimento
Una lavoratrice del settore pubblico ha ottenuto il riconoscimento dell'illegittimità della reiterazione dei contratti a termine da parte di un Comune. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13209/2024, ha stabilito principi fondamentali sui contratti a termine nel pubblico impiego: il limite di durata massima di 36 mesi si applica anche agli enti locali e la successiva assunzione a tempo indeterminato (stabilizzazione), se avvenuta tramite concorso, non sana automaticamente l'abuso pregresso. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello, rinviando la causa per una nuova valutazione del danno subito dalla lavoratrice.
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Scorrimento graduatoria: Diritto o aspettativa?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un candidato idoneo ma non vincitore in un concorso pubblico non vanta un diritto soggettivo all'assunzione tramite scorrimento graduatoria, ma solo una mera aspettativa. Nel caso di specie, una dipendente classificatasi ottava in una selezione per quattro posti non poteva pretendere l'assunzione, anche se si erano resi disponibili sette posti in totale, poiché la sua posizione non era raggiungibile dall'effettivo scorrimento.
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Onere della prova retribuzioni: gli assegni sono prova?
Una lavoratrice ha richiesto differenze retributive, ma i datori di lavoro hanno eccepito l'avvenuto pagamento tramite numerosi assegni bancari. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, rigettando il ricorso della lavoratrice. È stato stabilito che una serie di assegni di importo rilevante, incassati dalla lavoratrice, può costituire prova sufficiente del pagamento, assolvendo così l'onere della prova retribuzioni a carico del datore di lavoro, senza che ciò configuri una formale eccezione di compensazione.
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Sciopero occulto: Malattia di massa è sciopero?
Una massiccia e coordinata assenza per malattia dei vigili urbani durante la notte di Capodanno è stata qualificata come 'sciopero occulto'. La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione a carico delle organizzazioni sindacali, ritenute responsabili di aver promosso un'astensione illegittima in un servizio pubblico essenziale. La decisione si è basata su prove presuntive, come l'anomalo picco statistico di assenze, che ha svelato la natura fittizia delle giustificazioni e il reale intento di protesta.
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Responsabilità datore di lavoro: quando è infortunio?
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità del datore di lavoro per l'infortunio di un operaio caduto da un ponteggio. Anche se il lavoratore aveva sganciato la cintura di sicurezza, la Corte ha stabilito che la mancanza di adeguati punti di ancoraggio lo ha costretto a compiere un'azione insicura, rendendo l'azienda pienamente responsabile. La sentenza ribadisce l'ampiezza degli obblighi di sicurezza che gravano sull'impresa.
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Patto di non concorrenza: quando è nullo?
Un'azienda ha richiesto un'ingiunzione contro un ex dipendente per violazione del patto di non concorrenza. Il Tribunale ha dichiarato il patto nullo perché troppo restrittivo e con un compenso inadeguato, compromettendo la capacità reddituale del lavoratore. Accolta solo la richiesta di aggiornare il profilo social.
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Lavoro intermittente: no pensione in salvaguardia
La Corte di Cassazione ha stabilito che un lavoratore autorizzato alla prosecuzione volontaria dei contributi prima della riforma pensionistica del 2011 non può beneficiare della clausola di salvaguardia se, successivamente, ha stipulato un contratto di lavoro intermittente a tempo indeterminato. Secondo la Corte, questo tipo di contratto rientra tra le attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato che precludono l'accesso al beneficio, indipendentemente dalla continuità dei versamenti contributivi.
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