LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Trattamento retributivo C.E.L.: No a parità con ricercatore
Una collaboratrice esperta linguistica (C.E.L.) assunta dopo il 1995 ha richiesto il medesimo trattamento retributivo C.E.L. di un ricercatore universitario, lamentando una discriminazione. La Corte di Cassazione ha rigettato la domanda, chiarendo che la normativa più favorevole si applica esclusivamente agli "ex lettori" per tutelare diritti pregressi. Per i C.E.L. di nuova assunzione, la retribuzione è correttamente definita dalla contrattazione collettiva, senza che ciò costituisca discriminazione. La Corte ha inoltre accolto il ricorso dell'Università sul divieto di cumulo tra interessi e rivalutazione monetaria.
Continua »
Inquadramento lavorativo dopo incorporazione: la Guida
La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un lavoratore che, a seguito dell'incorporazione della sua azienda in un nuovo ente, chiedeva il mantenimento del suo precedente inquadramento lavorativo di 'Quadro'. La Corte ha respinto il ricorso, stabilendo che la nuova classificazione deve avvenire sulla base del contratto collettivo dell'ente incorporante e non è automatica. Ha sottolineato la legittimità del processo di reinquadramento gestito da un commissario straordinario, basato su tabelle di equiparazione sindacali e vincoli di invarianza finanziaria, come previsto da una legge speciale che disciplinava il trasferimento.
Continua »
Passaggio diretto lavoratori: onere della prova
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una lavoratrice che chiedeva il riconoscimento del suo diritto al passaggio diretto a una nuova società gestrice di un servizio pubblico. La Corte ha stabilito che l'onere della prova dei requisiti necessari, come l'esclusiva adibizione a determinati servizi, spetta interamente al lavoratore. L'inserimento del suo nominativo in elenchi di personale da trasferire non è stato ritenuto prova sufficiente, avendo questi una natura meramente ricognitiva.
Continua »
Anzianità di servizio: vale il contratto formazione?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del calcolo dell'anzianità di servizio, il periodo svolto con un contratto di formazione e lavoro deve essere sempre computato. Di conseguenza, è illegittima l'esclusione di due lavoratori da una procedura di progressione di carriera basata unicamente sulla data formale di trasformazione del loro contratto a tempo indeterminato. La Corte ha ribadito che la sostanza del rapporto di lavoro e la continuità del servizio prevalgono sulla data di conversione del contratto, garantendo così la corretta valutazione dell'anzianità di servizio.
Continua »
Contratto part-time: l’orario deve essere preciso
La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità delle clausole di un contratto part-time che non specificavano in modo puntuale la collocazione temporale della prestazione lavorativa. In un caso riguardante un esattore di pedaggio, la Corte ha stabilito che la mera indicazione del monte ore mensile e della fascia oraria giornaliera non è sufficiente. Il contratto part-time deve definire con precisione giorni, settimane e mesi di lavoro per permettere al dipendente di organizzare la propria vita e altre eventuali attività lavorative, escludendo la possibilità per il datore di lavoro di decidere unilateralmente la programmazione dei turni. La decisione si fonda sulla normativa vigente al momento della stipula del contratto (D.Lgs. 61/2000).
Continua »
Ferie non godute docenti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che i docenti a tempo determinato hanno diritto al pagamento delle ferie non godute al termine del contratto, a meno che l'amministrazione scolastica non dimostri di averli formalmente invitati a goderne, avvisandoli della possibile perdita. Ribaltando la decisione della Corte d'Appello, la Suprema Corte ha affermato che il divieto di monetizzazione non è automatico e va interpretato alla luce del diritto europeo, che tutela il diritto irrinunciabile alle ferie. L'onere di provare di aver messo il lavoratore in condizione di fruire delle ferie spetta al datore di lavoro.
Continua »
Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione decide
Un pensionato ha richiesto il ricalcolo della propria pensione. La Corte di Cassazione, riformando le decisioni dei giudici di merito, ha stabilito che la decadenza triennale introdotta nel 2011 si applica anche alle pensioni liquidate prima di tale data. Tuttavia, il termine di decadenza per il ricalcolo pensione decorre non retroattivamente, ma dalla data di entrata in vigore della nuova legge, limitando il diritto solo ai ratei arretrati maturati oltre il triennio precedente la domanda giudiziale.
Continua »
Ricostruzione carriera ex lettori: sì al divisore 500
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13488/2024, ha stabilito un principio fondamentale per la ricostruzione carriera ex lettori di lingua straniera. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva avallato un calcolo retributivo basato su un divisore orario di 750 ore, derivato da una normativa successiva e non pertinente (L. 240/2010). È stato invece affermato che il corretto parametro, ai sensi della L. 63/2004, è il divisore di 500 ore, che rappresenta l'impegno orario annuo pieno per tale categoria, da rapportare alla retribuzione del ricercatore confermato a tempo definito. La sentenza ha inoltre ribadito che il diritto alla ricostruzione della carriera non è precluso da precedenti giudicati formatisi su diverse basi normative.
Continua »
Risarcimento contratti a termine: no se non si supera il limite
La Corte di Cassazione ha negato il risarcimento per contratti a termine a una dirigente medico del settore pubblico. La decisione si fonda sulla constatazione che la durata complessiva dei contratti non aveva superato il limite legale di 36 mesi, requisito fondamentale per poter configurare un'abusiva reiterazione e, di conseguenza, il diritto al risarcimento. Il ricorso della lavoratrice, assunta a tempo indeterminato in base a una legge poi dichiarata incostituzionale e successivamente licenziata, è stato respinto anche per vizi procedurali, confermando la decisione della Corte d'Appello.
Continua »
Preavviso licenziamento comporto: obbligo per l’azienda
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13491/2024, ha stabilito che la mancata comunicazione da parte del datore di lavoro dell'imminente superamento del periodo di comporto, se prevista dal CCNL, rende il licenziamento illegittimo. Questo obbligo di preavviso licenziamento comporto è un elemento essenziale per il corretto esercizio del potere di recesso e la sua violazione comporta la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro.
Continua »
Patrocinio ente riscossione: quando è invalido
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato dall'ente di riscossione a causa di un vizio nella rappresentanza legale. Il conferimento del mandato a un avvocato privato, anziché all'Avvocatura Generale dello Stato, in assenza delle deroghe previste da un apposito protocollo, rende invalida la procura. La decisione sottolinea l'importanza del corretto patrocinio dell'ente riscossione per la validità degli atti processuali, senza entrare nel merito della questione originaria sulla prescrizione dei crediti.
Continua »
Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione decide
Un pensionato ha richiesto il ricalcolo della propria pensione. L'ente previdenziale ha eccepito la decadenza del diritto. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13441/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla decadenza per il ricalcolo pensione: il termine triennale, introdotto nel 2011, si applica anche alle pensioni liquidate prima di tale data. Tuttavia, il termine inizia a decorrere non retroattivamente, ma dalla data di entrata in vigore della nuova legge. La Corte ha chiarito che la decadenza non annulla il diritto al ricalcolo, ma limita solo il recupero degli arretrati ai tre anni precedenti la domanda giudiziale. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Decadenza pensione: si applica ai diritti precedenti?
La Corte di Cassazione stabilisce che la decadenza pensione, introdotta da una nuova normativa, si applica anche ai trattamenti pensionistici maturati prima della sua entrata in vigore. Tuttavia, il termine di decadenza inizia a decorrere dalla data di vigenza della nuova legge, non retroattivamente. La Corte ha accolto il ricorso dell'ente previdenziale, cassando la sentenza d'appello e chiarendo che il nuovo termine si applica alle situazioni preesistenti, limitando però la recuperabilità dei ratei a quelli maturati nel triennio antecedente la domanda giudiziale.
Continua »
Omesso esame di fatto: Cassazione chiarisce i limiti
Un ex dipendente ha impugnato in Cassazione la decisione della Corte d'Appello relativa alla quantificazione di un suo credito di lavoro. Il ricorso, fondato principalmente sul vizio di omesso esame di fatto decisivo, è stato dichiarato inammissibile. La Suprema Corte ha ribadito che tale motivo di ricorso non può essere utilizzato per sollecitare una nuova valutazione delle prove o per criticare l'interpretazione del giudice di merito, ma deve riguardare un fatto storico specifico e decisivo completamente ignorato nel giudizio precedente.
Continua »
Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13451/2024, ha stabilito che il termine di decadenza triennale per le azioni di ricalcolo pensione, introdotto nel 2011, si applica anche alle pensioni con decorrenza anteriore a tale data. Tuttavia, il termine non decorre retroattivamente, ma inizia a partire dalla data di entrata in vigore della nuova legge. La Corte ha accolto il ricorso dell'ente previdenziale, cassando la precedente decisione della Corte d'Appello e rinviando la causa per un nuovo esame alla luce di questo principio sulla decadenza per il ricalcolo pensione.
Continua »
Licenziamento per giusta causa: furto e fiducia
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un licenziamento per giusta causa inflitto a un lavoratore addetto allo smistamento postale che si era appropriato di un portafoglio rinvenuto sul nastro trasportatore. La Corte ha stabilito che la violazione del rapporto di fiducia e del "minimum etico" del dipendente è sufficiente a giustificare il recesso, indipendentemente dal valore del bene sottratto e dalla mancanza di una specifica procedura aziendale per la gestione degli oggetti smarriti.
Continua »
Condotta extralavorativa: quando non è giusta causa
La Corte di Cassazione conferma l'illegittimità di un licenziamento per giusta causa inflitto a un assistente di volo per un'offesa a colleghi. L'episodio, avvenuto al di fuori dell'orario di lavoro, è stato giudicato una condotta extralavorativa disciplinarmente irrilevante, in quanto non idonea a ledere il vincolo di fiducia con l'azienda. La Corte ha quindi disposto la reintegrazione del lavoratore, chiarendo che l'insussistenza del fatto che la giustifica non riguarda solo l'inesistenza materiale dell'evento, ma anche la sua mancanza di illiceità disciplinare.
Continua »
Onere della prova nel trasferimento: la Cassazione decide
Un lavoratore ha rivendicato il diritto al trasferimento presso una nuova società concessionaria di un servizio pubblico, a seguito di un cambio di gestione. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando le sentenze precedenti. Il principio chiave affermato è che l'onere della prova di essere stato assegnato specificamente al ramo d'azienda ceduto spetta interamente al lavoratore. I tentativi di far riesaminare le prove nel merito dalla Suprema Corte sono stati dichiarati inammissibili, poiché tale Corte giudica solo la legittimità e non i fatti.
Continua »
Lavoro straordinario: onere della prova e timbrature
Un lavoratore ha richiesto il pagamento di lavoro straordinario sostenendo che le timbrature del cartellino fossero inesatte per ordine del datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. È stato ribadito che l'onere della prova del lavoro straordinario spetta interamente al dipendente, il quale deve dimostrare in modo rigoroso le ore di lavoro prestate oltre quelle registrate, non essendo sufficiente la sola allegazione della non veridicità delle timbrature.
Continua »
Remunerazione medici specializzandi: il diritto al risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13438/2024, ha respinto il ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri, confermando il diritto al risarcimento per la mancata adeguata remunerazione dei medici specializzandi. La Corte ha stabilito che anche i medici che hanno iniziato il corso di specializzazione prima del 1° gennaio 1983 hanno diritto a un indennizzo per il periodo di formazione successivo a tale data, in conformità con le direttive europee e una precedente sentenza della Corte di Giustizia UE.
Continua »