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Diritto del Lavoro

Prescrizione crediti di lavoro: quando decorre?
Una società di infrastrutture ha perso il suo ricorso in Cassazione riguardo la prescrizione dei crediti di lavoro di un dipendente. La Corte ha confermato che, a seguito delle riforme del 2012 e 2015, il termine di cinque anni per la prescrizione crediti di lavoro inizia a decorrere solo dalla cessazione del rapporto, a causa della diminuita stabilità del posto di lavoro che può generare timore nel lavoratore.
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Decadenza cessione ramo d’azienda: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di decadenza per impugnare una cessione di ramo d'azienda, introdotto dalla Legge n. 183/2010, non si applica retroattivamente alle cessioni avvenute prima della sua entrata in vigore. La Corte ha rigettato il ricorso di una società, confermando il diritto dei lavoratori a vedersi ripristinato il rapporto di lavoro. Per un altro gruppo di lavoratori, invece, il ricorso è stato dichiarato inammissibile per la presenza di un precedente giudicato sulla stessa materia.
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Costituzione in mora: non serve un nuovo atto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14051/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di interposizione illecita di manodopera. Nel caso esaminato, una lavoratrice, dopo aver ottenuto una sentenza che accertava il suo rapporto di lavoro con l'azienda utilizzatrice, si era vista negare le retribuzioni successive alla sentenza perché, secondo la Corte d'Appello, non aveva inviato un nuovo atto di costituzione in mora. La Cassazione ha ribaltato tale decisione, affermando che il ricorso introduttivo con cui si chiede l'accertamento del rapporto e la riammissione in servizio è già di per sé un atto idoneo a costituire in mora il datore di lavoro (mora credendi), facendo sorgere l'obbligo retributivo dal momento della sentenza senza necessità di ulteriori atti.
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Appello inammissibile: i limiti dei vizi di rito
La Cassazione ha confermato la decisione di inammissibilità di un appello contro una sanzione amministrativa. L'appello è stato giudicato inammissibile perché sollevava solo vizi di rito (tardività del ricorso originario) senza riproporre le questioni di merito. Secondo la Corte, fuori dai casi tassativi di rimessione al primo giudice, l'appellante deve sempre dedurre anche il merito della controversia, pena l'inammissibilità per carenza di interesse.
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Licenziamento giusta causa: furto extralavorativo
Un lavoratore è stato licenziato per giusta causa dopo essere stato arrestato in flagranza per il tentato furto di 200 litri di gasolio ai danni della società committente del suo datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, dichiarando inammissibile il ricorso del dipendente. L'ordinanza sottolinea che un atto così grave, sebbene compiuto in ambito extralavorativo, è sufficiente a ledere irreparabilmente il vincolo fiduciario, giustificando il recesso immediato dal rapporto di lavoro, a prescindere dalle previsioni specifiche del contratto collettivo.
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Carta docente precari: Sì al bonus di 500 euro
Un insegnante con contratti a tempo determinato ha citato in giudizio il Ministero per il mancato riconoscimento della Carta docente. Il Tribunale del Lavoro ha accolto il ricorso, stabilendo che negare il bonus ai docenti precari costituisce una discriminazione vietata dal diritto dell'Unione Europea. Di conseguenza, il giudice ha ordinato al Ministero di erogare il beneficio per gli anni scolastici pregressi, disapplicando la normativa nazionale contrastante.
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Ferie non autorizzate: la Cassazione conferma la sanzione
Una dipendente pubblica ha ricevuto una sanzione per aver usufruito di ferie senza il consenso del datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, confermando che le ferie non autorizzate sono illegittime. La sentenza ribadisce che il godimento delle ferie, pur essendo un diritto, deve essere sempre bilanciato con le esigenze organizzative dell'ente, rendendo indispensabile l'autorizzazione preventiva.
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Procedimento disciplinare: chi può irrogare sanzioni?
Un dipendente di un ente pubblico, sanzionato con la sospensione dal servizio, aveva ottenuto l'annullamento della sanzione in Corte d'Appello perché irrogata dal suo diretto superiore, ritenuto incompetente. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando la legittimità della delega di funzioni disciplinari al superiore gerarchico. L'ordinanza chiarisce che il principio di terzietà nel procedimento disciplinare attiene alla distinzione organizzativa tra uffici e non implica un'incompatibilità personale del dirigente, consolidando un importante principio sulla gestione delle sanzioni nel pubblico impiego.
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Danno alla professionalità: limiti del risarcimento
Un lavoratore chiede il risarcimento per danno alla professionalità per un periodo di inattività forzata. La Corte di Cassazione accoglie parzialmente il ricorso dell'azienda, stabilendo che il risarcimento non può estendersi al periodo precedente la sentenza di conversione del contratto, poiché tale periodo è già coperto da una penale di legge. La Corte ha chiarito i limiti della domanda giudiziale, annullando la decisione che aveva concesso un risarcimento per un periodo non richiesto dal lavoratore.
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Indennità turno spezzato: quando spetta ai part-time?
La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di alcuni lavoratori part-time che chiedevano il riconoscimento dell'indennità per turno spezzato, al pari dei colleghi a tempo pieno. Mentre i giudici di merito avevano concesso l'indennità basandosi sul principio di non discriminazione, la Cassazione ha annullato la decisione. Ha chiarito che, per avere diritto all'indennità turno spezzato, non è sufficiente svolgere un orario frazionato, ma è necessario dimostrare che tale modalità di lavoro costituisca un'eccezione rispetto alla normale routine lavorativa, imposta da esigenze di servizio. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Capitalizzazione pensione: estingue il diritto?
La Corte di Cassazione chiarisce che l'accettazione della capitalizzazione della pensione integrativa da parte di un pensionato determina l'estinzione del diritto a ricevere future prestazioni periodiche. Anche in presenza di un precedente giudicato che garantiva l'adeguamento automatico della pensione, la scelta di ricevere un'unica somma (liquidazione una tantum) sostituisce e annulla l'obbligazione di pagamento rateale, impedendo successive richieste per periodi futuri. La Corte ha quindi accolto il ricorso di un istituto di credito e del relativo fondo pensione contro un gruppo di pensionati.
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Calcolo ferie part-time: la Cassazione chiarisce
Un lavoratore, passato da contratto part-time a full-time, ha chiesto il riconoscimento di tutta l'anzianità per il calcolo delle ferie. La Cassazione, ribaltando la decisione d'appello, ha stabilito che per il calcolo ferie part-time si devono applicare le specifiche clausole del CCNL che regolano la trasformazione del rapporto, anche se ciò comporta un computo ridotto del periodo pregresso.
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Riammissione in servizio: nasce un nuovo rapporto
Un dipendente pubblico, dimessosi e poi riammesso in servizio dopo anni, ha contestato il calcolo della sua liquidazione finale. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, stabilendo che la riammissione in servizio non fa rivivere il precedente rapporto di lavoro, ma ne costituisce uno nuovo e distinto, soggetto alla normativa vigente al momento della nuova assunzione.
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Indennità di trasferta: quando è inammissibile il ricorso
Una lavoratrice ha impugnato in Cassazione la sentenza che le negava l'indennità di trasferta giornaliera (diaria) per i suoi spostamenti. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, non entrando nel merito della questione. La decisione si fonda su vizi procedurali: il ricorso mancava del principio di autosufficienza, non riportando il testo della norma del CCNL invocata, e tentava di ottenere un riesame dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità.
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Retribuzione ferie: indennità incluse? Cassazione OK
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di due macchinisti a includere l'indennità di utilizzazione professionale e quella di assenza dalla residenza nel calcolo della loro retribuzione ferie. La Corte ha stabilito che qualsiasi voce retributiva legata alla mansione deve essere computata per non scoraggiare la fruizione del riposo, in linea con il diritto europeo. Rigettato il ricorso dell'azienda di trasporti.
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Litisconsorzio necessario: l’INPS parte del giudizio
Un gruppo di ex dipendenti di un istituto di credito ha richiesto la riliquidazione del proprio assegno straordinario di solidarietà. La Corte di Cassazione ha annullato le sentenze precedenti, dichiarando la nullità del giudizio per non aver incluso l'ente previdenziale. È stato affermato il principio del litisconsorzio necessario, rinviando la causa al primo grado per integrare il contraddittorio.
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Capitalizzazione pensione integrativa: effetto estintivo
Pensionati, titolari di un diritto alla perequazione della pensione integrativa aziendale sancito da un precedente giudicato, hanno accettato una somma una tantum (capitalizzazione) dal fondo pensione. Successivamente, hanno richiesto le differenze retributive per un periodo successivo alla capitalizzazione. La Cassazione ha stabilito che l'accettazione della capitalizzazione della pensione integrativa ha un effetto estintivo, impedendo ulteriori pretese per prestazioni periodiche future. La sentenza d'appello è stata cassata.
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Indennità agente unico: quando spetta al lavoratore
Un'azienda aveva interrotto il pagamento della cosiddetta "indennità agente unico" a un dipendente che svolgeva sia mansioni di autista che di messaggero, sostenendo che nuovi accordi collettivi avessero superato tale compenso. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto del lavoratore a percepire l'indennità, stabilendo che finché le doppie mansioni vengono effettivamente svolte, la relativa retribuzione è dovuta e non può essere soppressa unilateralmente dal datore di lavoro. La sentenza ribadisce il principio di non riducibilità della retribuzione basato sulla prestazione lavorativa concreta.
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Prescrizione crediti lavoro: quando decorre il termine?
Un gruppo di lavoratori ha richiesto differenze retributive. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13927/2024, ha stabilito che la prescrizione crediti lavoro quinquennale non decorre durante il rapporto di lavoro, ma solo dalla sua cessazione. Questa decisione si basa sulle modifiche legislative (L. 92/2012 e D.Lgs. 23/2015) che hanno ridotto la stabilità del posto di lavoro, giustificando la sospensione del termine per timore di ritorsioni.
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Ordinanza inesistente: la Cassazione corregge sé stessa
Una cittadina ricorre in Cassazione per un errore nella liquidazione delle spese legali. La Corte emette un'ordinanza che, per un errore materiale, contiene la motivazione e la decisione di un'altra causa. A seguito del ricorso per revocazione, la Suprema Corte non si limita a correggere l'errore, ma dichiara la precedente ordinanza giuridicamente inesistente, definendola un "simulacro di provvedimento". Successivamente, decide nel merito il ricorso originario, accogliendolo e cassando la sentenza d'appello sul punto delle spese legali per violazione dei minimi tariffari.
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