LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Contratti a termine agricoltura: Limiti e Stagionalità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14922/2024, interviene sulla questione dei contratti a termine in agricoltura stipulati da un ente pubblico. La Corte ha stabilito che le deroghe alla durata massima dei contratti a termine nel settore agricolo si applicano solo per attività genuinamente stagionali e non per mansioni continuative. Ha chiarito che un ente pubblico agricolo non è un 'imprenditore agricolo' e che l'onere di provare la natura stagionale del rapporto grava sul datore di lavoro. La sentenza della Corte d'Appello è stata quindi cassata con rinvio.
Continua »
Contratti a termine agricoltura: i limiti per l’ente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14921/2024, ha stabilito che un ente pubblico non economico operante nel settore agricolo non può essere qualificato come 'imprenditore agricolo'. Di conseguenza, non può avvalersi delle deroghe più ampie previste per i contratti a termine agricoltura. La Corte ha chiarito che la reiterazione di tali contratti è illegittima se mira a coprire esigenze lavorative stabili e non genuinamente stagionali, anche nel settore agricolo. L'onere di provare la natura stagionale delle mansioni ricade sul datore di lavoro. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Scorrimento graduatorie: stop con una nuova legge
La Corte di Cassazione ha stabilito che lo scorrimento graduatorie non è un diritto acquisito. Se una nuova legge (ius superveniens) modifica le regole per le progressioni di carriera, questa si applica anche a procedure concorsuali bandite in precedenza, bloccando di fatto lo scorrimento se non più conforme alla nuova disciplina. Il caso riguardava dipendenti pubblici che, pur idonei in una graduatoria per una progressione verticale, si sono visti negare l'assunzione a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. 150/2009, che ha imposto nuove e più restrittive modalità per le progressioni interne.
Continua »
Scorrimento graduatorie: no al diritto soggettivo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14917/2024, ha stabilito che lo scorrimento delle graduatorie nel pubblico impiego non costituisce un diritto soggettivo per i candidati idonei. Il caso riguardava due dipendenti pubblici risultati idonei in una procedura di progressione verticale, i quali chiedevano l'assunzione tramite scorrimento. La Corte ha accolto il ricorso dell'Amministrazione, affermando che la sopravvenuta normativa (D.Lgs. 150/2009), che impone il concorso pubblico per tali progressioni, prevale e impedisce l'utilizzo di graduatorie derivanti da procedure interamente interne, anche se bandite in precedenza.
Continua »
Equiparazione retributiva: no tra civili e militari
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni dipendenti civili del Ministero della Difesa che chiedevano l'equiparazione retributiva con il personale militare (marescialli). La Corte ha ribadito la netta distinzione tra il rapporto di lavoro del personale civile, regolato da contratti collettivi, e quello del personale militare, disciplinato dal diritto pubblico. Questa differenza impedisce un confronto diretto e una conseguente equiparazione dello stipendio. Il ricorso è stato inoltre respinto per motivi procedurali, inclusa la mancanza di specificità.
Continua »
Soccombenza: chi paga le spese legali? La Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14912/2024, ha chiarito un punto cruciale sul principio di soccombenza. Un ente previdenziale nazionale, pur avendo ottenuto una riduzione del debito verso una pensionata in sede di rinvio, è stato comunque condannato a pagare tutte le spese legali. La Corte ha stabilito che la soccombenza va valutata sull'esito globale dell'intero giudizio, e non sulle singole fasi. Poiché l'ente era risultato complessivamente la parte perdente, la condanna alle spese è stata confermata.
Continua »
Scorrimento graduatorie: stop a nomine post-riforma
La Corte di Cassazione ha stabilito che non è possibile procedere allo scorrimento di graduatorie di concorsi interni banditi prima della Riforma Brunetta (D.Lgs. 150/2009) se la decisione di assumere avviene dopo l'entrata in vigore della stessa. Il caso riguardava tre dipendenti ministeriali risultati idonei a una progressione verticale, la cui assunzione tramite scorrimento graduatorie è stata bloccata. La Corte ha chiarito che si applica la legge vigente al momento della decisione di scorrere la graduatoria (ius superveniens), la quale impone concorsi pubblici e limita le riserve interne, rendendo illegittimo lo scorrimento di graduatorie puramente interne.
Continua »
Inquadramento superiore: quando non è dovuto?
Un dipendente bancario ha richiesto un inquadramento superiore al livello di Quadro, sostenendo che le sue mansioni lo giustificassero. La Corte d'Appello ha respinto la domanda, e la Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile. La Suprema Corte ha ribadito di non poter riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge, e ha ritenuto che la Corte d'Appello avesse motivato adeguatamente la sua scelta, basata sull'assenza di effettivi poteri decisionali e gestionali richiesti per quel livello.
Continua »
Qualifica dirigenziale: Cassazione conferma diritto
Un lavoratore ha ottenuto il riconoscimento della qualifica dirigenziale da parte di un istituto di credito. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della società, confermando la decisione della Corte d'Appello di rinvio. La sentenza ribadisce i criteri sostanziali per il riconoscimento della qualifica, basati su autonomia e potere decisionale, e chiarisce importanti aspetti procedurali, come la gestione della mancanza del fascicolo d'ufficio in appello.
Continua »
Decorrenza pensione di reversibilità: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14910/2024, ha stabilito che la decorrenza della pensione di reversibilità coincide con la data della domanda amministrativa se la richiesta giudiziale è stata esplicitamente limitata a tale periodo. Un ricorso che lamenta un'omessa pronuncia su una presunta domanda implicita di far partire la prestazione dalla data del decesso è stato dichiarato inammissibile, poiché spetta al ricorrente provare i termini della propria domanda e al giudice di merito interpretarli, senza poter eccedere quanto richiesto (vizio di ultrapetizione).
Continua »
Riposo compensativo: non può coincidere con festività
La Cassazione chiarisce che il riposo compensativo per lavoro domenicale è un diritto distinto dal riposo per festività. È illegittimo per il datore di lavoro collocare tale riposo in un giorno festivo, annullando di fatto uno dei due diritti. I lavoratori hanno diritto a un giorno di riposo aggiuntivo.
Continua »
Ricorso inammissibile: i limiti del giudizio di merito
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da una Pubblica Amministrazione contro l'erede di un ex dipendente per ferie non godute. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso miravano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, anziché a denunciare reali violazioni di legge. La decisione sottolinea l'importanza di formulare correttamente i motivi del ricorso e di rispettare il giudicato formatosi in precedenza.
Continua »
Esclusività pubblico impiego e obblighi di comunicazione
Un dipendente di un ente previdenziale è stato sanzionato per non aver comunicato un incarico esterno. La Cassazione ha confermato la sanzione, ribadendo l'importanza del principio di esclusività pubblico impiego e l'obbligo di preventiva comunicazione per consentire al datore di lavoro di valutare eventuali incompatibilità, a prescindere dalla gratuità dell'incarico.
Continua »
Errore materiale: la Cassazione corregge l’ordinanza
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 14895/2024, ha disposto la correzione di un errore materiale presente in un suo precedente provvedimento. L'errore consisteva in una frase palesemente estranea e priva di senso logico inserita nel testo della motivazione. La Corte ha ordinato la sua eliminazione, specificando che tale intervento non modifica in alcun modo né le ragioni di fondo né la decisione finale della causa tra un privato e un ente pubblico.
Continua »
Ferie non godute: spetta l’indennità anche senza prove
Una dirigente medico, dopo le dimissioni volontarie, ha chiesto il pagamento dell'indennità per ferie non godute. L'azienda ospedaliera si è opposta, ma la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando il diritto della lavoratrice. La Corte ha stabilito che la prova dell'impossibilità di fruire delle ferie può essere fornita anche tramite testimoni, senza necessità di richieste o dinieghi scritti, e ha ribadito importanti principi procedurali sui motivi di ricorso.
Continua »
Sanzione Disciplinare: Quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una dipendente pubblica contro una sanzione disciplinare di 14 giorni di sospensione. I motivi, incentrati sulla proporzionalità della sanzione e su vizi di motivazione, sono stati respinti. La Corte ha chiarito che non è possibile sollevare questioni nuove in sede di legittimità né richiedere un riesame dei fatti, confermando la decisione dei giudici di merito.
Continua »
Decadenza azione disciplinare: quando scattano i termini?
Un dipendente pubblico, sanzionato con la sospensione, ha impugnato il provvedimento sostenendo la decadenza dell'azione disciplinare per superamento dei termini. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che il termine per contestare l'illecito non decorre dai primi accertamenti ispettivi, ma dal momento in cui l'ufficio competente acquisisce una "notizia di infrazione" completa e dettagliata, idonea a formulare un addebito preciso. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Continua »
Termine decadenziale contributi: la Cassazione decide
Una professionista si è opposta a una richiesta di pagamento di contributi previdenziali. La sua domanda per un versamento ridotto era stata respinta per superamento del termine decadenziale. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione precedente, stabilendo che il termine decadenziale imposto dall'ente previdenziale era illegittimo perché rendeva eccessivamente difficile l'esercizio del diritto della contribuente, violando l'articolo 2965 del Codice Civile. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Cancellazione albo: decorrenza e diritto alla pensione
La Corte di Cassazione ha stabilito che la decorrenza della cancellazione dall'albo professionale dipende dalla volontà dell'iscritto. Un ente previdenziale non può contestare la data se l'ordine professionale l'ha confermata, anche a distanza di anni, e se i contributi relativi al periodo contestato sono stati regolarmente accettati. La decisione conferma il diritto alla pensione di una professionista.
Continua »
Ricongiunzione contributi: l’accordo è vincolante
Un lavoratore ha contestato il costo della sua ricongiunzione contributi dopo aver accettato la proposta dell'ente previdenziale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'accettazione genera un accordo di natura pubblicistica vincolante e irrevocabile, che impedisce qualsiasi successiva contestazione dell'onere economico calcolato.
Continua »