La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21769/2025, ha stabilito che la retribuzione di risultato per i dirigenti pubblici non è un diritto automatico. L’erogazione è subordinata a precise condizioni: la fissazione di obiettivi, la verifica del loro raggiungimento e la definizione dei criteri di riparto tramite contrattazione integrativa. Nel caso esaminato, alcuni dirigenti ministeriali si sono visti negare il conguaglio richiesto perché questi presupposti non erano stati soddisfatti, con i fondi destinati a tale scopo che erano stati utilizzati per altri fini. La Corte ha chiarito che, in caso di inerzia della P.A., il lavoratore non può chiedere il pagamento diretto ma può agire per il risarcimento del danno.
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