Una lavoratrice sanitaria, impiegata per anni con contratti a termine e di somministrazione presso un'azienda sanitaria pubblica, ha denunciato l'abuso contratti a termine. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito: pur riconoscendo l'illegittimità della reiterazione dei contratti e il diritto della lavoratrice a un risarcimento del danno, ha escluso la possibilità di convertire il rapporto di lavoro in uno a tempo indeterminato. La decisione si fonda sul divieto imposto dalla legge per il settore pubblico (art. 36, D.Lgs. 165/2001), che prevede l'accesso tramite concorso. Entrambi i ricorsi, della lavoratrice e dell'azienda, sono stati dichiarati inammissibili per vizi procedurali.
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