LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Valutazione complessiva addebiti: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16065/2024, ha rigettato il ricorso di un'azienda sanitaria che aveva licenziato una dipendente per una serie di condotte disciplinari. La Corte ha stabilito che la valutazione complessiva degli addebiti, richiesta dal datore di lavoro, presuppone che ogni singolo fatto sia stato prima provato e giudicato disciplinarmente rilevante. Poiché i giudici di merito avevano escluso la sussistenza o la rilevanza delle singole contestazioni (insubordinazione, sottrazione di un farmaco, induzione a falsa testimonianza), non era possibile procedere a una valutazione unitaria che giustificasse il licenziamento, confermando così l'illegittimità del recesso.
Continua »
Licenziamento ingiurioso: quando spetta il danno?
Un lavoratore, il cui licenziamento era già stato dichiarato illegittimo, ha chiesto un ulteriore risarcimento sostenendo la natura ingiuriosa del recesso. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, chiarendo che per un licenziamento ingiurioso non basta l'illegittimità, ma occorre provare un 'quid pluris', ovvero specifiche modalità offensive o una pubblicità lesiva del provvedimento, prova che in questo caso non è stata fornita.
Continua »
Mansioni superiori: no paga extra senza posto in organico
Un operatore sanitario ha svolto per anni compiti dirigenziali, ma la Corte di Cassazione ha negato il suo diritto a una retribuzione maggiore per mansioni superiori. La ragione fondamentale è stata l'assenza di una corrispondente posizione dirigenziale nell'organigramma ufficiale dell'azienda ospedaliera. La Corte ha ribadito che, senza un posto formalmente istituito, non sorge alcun diritto a differenze retributive.
Continua »
Mansioni superiori: non basta la specializzazione
Un dipendente di un'azienda sanitaria, inquadrato in categoria D, svolgeva mansioni di micologo e chiedeva il riconoscimento delle mansioni superiori corrispondenti al livello economico DS. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16042/2024, ha annullato la decisione di merito favorevole al lavoratore. Ha chiarito che per ottenere il livello DS non è sufficiente la specializzazione o l'assunzione di responsabilità, ma è necessario provare un 'quid pluris': ampie funzioni di direzione, coordinamento e gestione di risorse, che nel caso specifico non erano state verificate.
Continua »
Inquadramento mobilità volontaria: il caso in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'amministrazione pubblica contro la sentenza che riconosceva a una dipendente, trasferita da un'università, il diritto a un corretto inquadramento nella mobilità volontaria. La decisione conferma che l'appello deve contestare specificamente la ratio decidendi della sentenza impugnata, in questo caso basata sulle tabelle di trasposizione dei CCNL, e non su principi generali di valutazione delle mansioni.
Continua »
Progressione verticale: quando il diritto è acquisito
Un lavoratore vince una selezione interna per una progressione verticale. L'Ente Pubblico si rifiuta di formalizzare il nuovo inquadramento, adducendo nuove normative e limiti finanziari. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto del lavoratore, stabilendo che le leggi successive alla procedura non sono retroattive e che i presunti vincoli di bilancio devono essere concretamente provati dall'Amministrazione, non solo affermati.
Continua »
Contratto di solidarietà: quando è valido nel P.I.?
Un'amministrazione comunale, a fronte di difficoltà finanziarie, ha ridotto unilateralmente l'orario di lavoro dei propri dipendenti, stipulando in un secondo momento un contratto di solidarietà. La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima la procedura, stabilendo che l'eccedenza di personale deve essere individuata in specifiche posizioni lavorative e non in un generico monte ore. Inoltre, ha chiarito che il contratto di solidarietà non può sanare retroattivamente l'illegittimità della precedente riduzione unilaterale, potendo disporre solo per il futuro. La sentenza del giudice d'appello è stata quindi annullata con rinvio.
Continua »
Carta Docente precari: Sentenza riconosce il bonus
Il Tribunale di Monza ha riconosciuto il diritto di un insegnante con contratti a tempo determinato a ricevere il bonus della Carta Docente. La sentenza stabilisce che escludere i precari da questo beneficio costituisce una discriminazione vietata dalla normativa europea. L'amministrazione scolastica è stata condannata a erogare la somma di 1.500,00 euro per tre annualità scolastiche. La decisione si fonda sul principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato, disapplicando la legge nazionale in contrasto con la direttiva UE.
Continua »
Carta del docente a precari: la guida completa
Una docente precaria ha citato in giudizio l'Amministrazione scolastica per ottenere la carta del docente, il bonus annuale di 500 euro per la formazione. Il Tribunale, richiamando i principi di non discriminazione dell'UE e le sentenze della Cassazione, ha riconosciuto il diritto della ricorrente. Tuttavia, ha accolto la domanda solo per due dei quattro anni scolastici richiesti, dichiarando prescritti i diritti per i primi due anni a causa del decorso del termine di cinque anni. La sentenza conferma quindi che la carta del docente spetta ai supplenti annuali, ma sottolinea l'importanza di agire tempestivamente per non perdere il diritto.
Continua »
Carta del docente: spetta anche ai precari, ecco perché
Una docente con contratti a tempo determinato si è vista negare la Carta del docente. Il Tribunale di Monza ha accolto il suo ricorso, stabilendo che l'esclusione dei precari dal beneficio di 500 euro annui per la formazione è discriminatoria e contraria al diritto dell'Unione Europea. Di conseguenza, ha condannato l'Amministrazione a erogare le somme dovute per gli anni scolastici contestati.
Continua »
Rapporto di lavoro subordinato: onere della prova
Un gruppo di collaboratori di un ente pubblico ha chiesto il riconoscimento del loro rapporto di lavoro subordinato. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La motivazione principale risiede nella genericità delle accuse dei lavoratori: non avendo fornito dettagli specifici e individuali sulle modalità di svolgimento delle loro mansioni (orari, luoghi, direttive), le prove presentate sono state ritenute irrilevanti. La sentenza sottolinea che per accertare un rapporto di lavoro subordinato è fondamentale un'allegazione fattuale precisa e puntuale.
Continua »
Inesistenza della notificazione: errore e decadenza
La Corte di Cassazione chiarisce la differenza tra nullità e inesistenza della notificazione. Un errore nell'individuazione del luogo di notifica, se imputabile al notificante e causa della mancata consegna, determina l'inesistenza dell'atto. Di conseguenza, l'appellante decade dal diritto di impugnare la sentenza, che passa in giudicato. Il caso analizzato riguarda una lavoratrice che, dopo aver perso in primo grado, ha tentato di notificare l'appello a un indirizzo errato, vedendosi così preclusa la possibilità di proseguire il giudizio.
Continua »
Nullità incarico dirigenziale: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la revoca di un incarico a un dirigente pubblico, dichiarando la nullità dell'incarico dirigenziale. La decisione si fonda sulla mancanza dei requisiti legali essenziali per la nomina, in particolare sul fatto che l'esperienza professionale vantata dal dirigente derivava da un precedente contratto già nullo, rendendola inutilizzabile per un nuovo incarico.
Continua »
Durata incarico dirigenziale: la Cassazione rinvia
Una dipendente pubblica contesta la durata minima semestrale del suo incarico dirigenziale, sostenendo che dovesse essere triennale. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, la Cassazione, rilevando l'importanza nomofilattica della questione sulla durata incarico dirigenziale, ha emesso un'ordinanza interlocutoria rinviando la causa a una pubblica udienza per una decisione approfondita.
Continua »
Spoil system: quando si applica ai dirigenti?
Una dirigente pubblica, il cui incarico triennale era stato revocato da un'amministrazione regionale in applicazione dello spoil system, ha visto il suo caso arrivare fino alla Corte di Cassazione. Con una recente ordinanza, la Suprema Corte ha stabilito un principio fondamentale: lo spoil system si applica solo ai dirigenti "apicali", ossia coloro che occupano posizioni di vertice. Per superare la qualifica formale di un dirigente non apicale, non è sufficiente valutare i poteri a lui conferiti, ma è necessario un accertamento specifico sulla natura della struttura da lui diretta, che deve possedere un'autonomia e un'importanza paragonabili a quelle di un Dipartimento. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione basata su questo criterio.
Continua »
Servizio militare: punteggio ATA sempre valido
La Corte di Cassazione ha stabilito che il periodo di servizio militare deve essere sempre riconosciuto ai fini del punteggio nelle graduatorie del personale ATA, anche se svolto prima dell'instaurazione di un rapporto di lavoro nel settore scolastico. La Corte ha ritenuto illegittima e disapplicato la norma ministeriale che limitava tale riconoscimento al solo servizio prestato "in costanza di nomina". La decisione si fonda sull'interpretazione estensiva della normativa primaria, che garantisce la valutazione del servizio militare nei concorsi pubblici senza tale restrizione.
Continua »
Successione nel munus: niente proroga per l’appello
La Corte di Cassazione ha stabilito che la riorganizzazione amministrativa che porta alla soppressione di un ente pubblico e al trasferimento delle sue funzioni a un altro (c.d. successione nel munus) non costituisce un evento interruttivo del processo. Di conseguenza, non giustifica una proroga dei termini per impugnare una sentenza. Nel caso specifico, l'appello di un ente pubblico, subentrato a un altro soppresso, è stato dichiarato inammissibile perché presentato oltre il termine annuale, respingendo la tesi che la soppressione avesse prorogato la scadenza.
Continua »
Qualificazione rapporto di lavoro: indici di subordinazione
La Corte di Cassazione interviene sulla qualificazione del rapporto di lavoro di una ricercatrice, inizialmente considerato autonomo dalla Corte d'Appello. La Suprema Corte cassa la decisione, sottolineando che per le attività intellettuali la subordinazione si valuta con un approccio globale, considerando indici come l'inserimento nell'organizzazione aziendale, la continuità e il coordinamento, anche in assenza di un orario di lavoro rigido. Viene inoltre affrontato il tema della liquidazione delle spese legali per la P.A. difesa da propri dipendenti.
Continua »
Ricostruzione carriera scuola: vale la temporizzazione
Un dipendente scolastico ha contestato il metodo di calcolo dell'anzianità di servizio (c.d. temporizzazione) applicato dall'amministrazione, preferendo la ricostruzione di carriera standard. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'amministrazione ha agito correttamente scegliendo il metodo che garantiva un vantaggio economico immediato e certo al lavoratore, ovvero uno stipendio iniziale più alto. Secondo la Corte, la richiesta di un metodo diverso deve essere fatta al momento dell'assunzione, non anni dopo aver beneficiato del sistema applicato.
Continua »
Risarcimento abuso contratti a termine: l’analisi
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'amministrazione pubblica contro una docente che aveva ottenuto un risarcimento per l'abuso di contratti a termine. Il ricorso è stato respinto perché basato su presupposti di fatto errati, come l'inesistente stabilizzazione della lavoratrice, e perché non si confrontava con la motivazione della sentenza precedente. La Corte ha ribadito che, in assenza di stabilizzazione, il risarcimento abuso contratti a termine nel pubblico impiego è dovuto in misura forfettaria, senza che il lavoratore debba fornire prova di un danno specifico.
Continua »