LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Sospensione procedimento disciplinare: quando è lecita?

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della sospensione del procedimento disciplinare a carico di un’infermiera, in attesa della conclusione di un processo penale per gli stessi fatti. La sentenza chiarisce che, nonostante il principio di autonomia tra i due procedimenti, la Pubblica Amministrazione ha la facoltà discrezionale di sospendere l’azione disciplinare in casi di particolare complessità, senza che ciò violi le norme vigenti.

Continua »
Errore percettivo: quando revocare una sentenza Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo la distinzione fondamentale tra l’errore percettivo, che giustifica la revocazione, e l’errore di valutazione o di giudizio. Il caso nasce da una controversia di lavoro in cui la ricorrente lamentava una errata percezione dei fatti da parte della Corte. Tuttavia, i giudici hanno stabilito che le censure sollevate non riguardavano una svista materiale su fatti incontestabili, bensì un dissenso sull’interpretazione e valutazione delle prove e delle argomentazioni giuridiche, non rientrando quindi nell’ambito dell’art. 395 n. 4 c.p.c. La Corte ha ribadito che la revocazione non è un ulteriore grado di giudizio per riesaminare il merito della decisione.

Continua »
Licenziamento autoferrotranvieri: procedura e nullità

La Corte di Cassazione ha dichiarato nullo il licenziamento di un conducente di autobus (un caso di licenziamento autoferrotranvieri) perché l’azienda non ha seguito la procedura disciplinare speciale prevista dalla legge. Tale procedura impone, su richiesta del lavoratore, la decisione da parte di un Consiglio di disciplina. La violazione di questa norma imperativa comporta la nullità del licenziamento e il conseguente diritto del lavoratore alla reintegrazione nel posto di lavoro, annullando la precedente decisione della Corte d’Appello che aveva solo riconosciuto un’indennità risarcitoria.

Continua »
Decadenza dalla nomina: cosa succede se non si inizia

La Corte di Cassazione ha confermato la decadenza dalla nomina di un docente che non aveva preso servizio entro i termini stabiliti a causa di un impegno formativo all’estero. La Corte ha stabilito che un impegno preesistente non costituisce un ‘giustificato motivo’ sufficiente a ottenere un rinvio e che l’aspettativa non può essere richiesta prima dell’effettiva instaurazione del rapporto di lavoro. Viene ribadita la natura privatistica della gestione del rapporto di impiego pubblico dopo la sua costituzione e la rigidità delle scadenze per l’assunzione in servizio, poste a tutela dell’efficienza amministrativa.

Continua »
Mobilità pubblico impiego: limiti di anzianità e spesa

Una lavoratrice del settore universitario, esclusa da una procedura di mobilità pubblico impiego a causa di un’anzianità di servizio e un trattamento economico superiori ai limiti fissati dal bando, ha impugnato il provvedimento. Dopo due sentenze sfavorevoli, la Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, non ha deciso il merito della questione, ma ha sollevato un dubbio fondamentale: se le norme sulla mobilità pubblica si applichino al suo contratto di lavoro, qualificato dalla legge come di diritto privato. La causa è stata rinviata per discutere questo punto cruciale.

Continua »
Cessione ramo d'azienda: il doppio stipendio è lecito

La Corte di Cassazione ha confermato che, in caso di cessione di ramo d’azienda dichiarata illegittima, il lavoratore ha diritto a percepire sia la retribuzione dal datore di lavoro originario (cedente) sia quella dall’azienda che lo ha acquisito (cessionaria). La sentenza stabilisce che si vengono a creare due rapporti di lavoro paralleli e distinti: uno ‘de iure’ con il cedente, ripristinato giudizialmente, e uno ‘de facto’ con il cessionario, per il quale il lavoratore ha effettivamente prestato servizio. Di conseguenza, la retribuzione versata dal cessionario non può essere detratta da quella dovuta dal cedente, poiché non si tratta di un risarcimento del danno ma del corrispettivo per due obbligazioni distinte.

Continua »
Ricostruzione carriera: prova onere del docente

Una docente, dopo anni di contratti a termine e successiva assunzione a tempo indeterminato, ha fatto ricorso per ottenere la piena ricostruzione della carriera, lamentando una discriminazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il punto centrale della decisione è la mancanza di allegazioni e prove specifiche da parte della ricorrente riguardo al presunto trattamento discriminatorio nella ricostruzione carriera. La docente non ha dimostrato in modo concreto come il calcolo della sua anzianità di servizio fosse pregiudizievole rispetto a quello di un collega assunto a tempo indeterminato fin dall’inizio.

Continua »
Tetto stipendiale dirigenti: la Cassazione decide

Un dirigente di un ente pubblico ha contestato la riduzione del suo compenso a causa del tetto stipendiale imposto per legge. La Corte di Cassazione ha stabilito che il tetto stipendiale si applica a tutti i rapporti di lavoro, anche a quelli sorti prima dell’entrata in vigore della legge, respingendo il ricorso del dirigente e accogliendo quello dell’ente. La Corte ha chiarito che la normativa successiva ha un effetto sostitutivo e abrogativo sulla disciplina precedente, estendendo il limite retributivo a tutti i destinatari a partire dalla sua decorrenza.

Continua »
Giudicato amministrativo: limiti all'efficacia erga omnes

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni dipendenti pubblici che chiedevano la retrodatazione del loro inquadramento basandosi su una sentenza amministrativa a cui non avevano preso parte. La Corte ha chiarito che l’efficacia ‘erga omnes’ (verso tutti) del giudicato amministrativo si limita all’effetto di annullamento dell’atto (effetto caducatorio), ma non si estende agli obblighi successivi della Pubblica Amministrazione (obbligo conformativo), che valgono solo tra le parti del giudizio originale.

Continua »
Cessazione materia del contendere: accordo e spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato la cessazione della materia del contendere in una causa di lavoro a seguito di un accordo transattivo tra le parti. La controversia, originata da una richiesta di differenze retributive, si è conclusa con la compensazione delle spese legali, poiché l’accordo ha fatto venire meno l’interesse a proseguire il giudizio.

Continua »
Incarico dirigenziale ente locale: quando è lavoro?

Un comune ha revocato un incarico dirigenziale conferito a un professionista esterno, sostenendo si trattasse di una collaborazione autonoma da cui poteva recedere liberamente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che un incarico per la direzione di un ufficio istituzionale, come l’ufficio tecnico, costituisce un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato. Di conseguenza, la revoca senza una giusta causa, come esigenze organizzative o risultati negativi, è illegittima. La sentenza chiarisce la distinzione cruciale tra l’incarico dirigenziale ente locale, che implica l’inserimento nell’organizzazione, e le collaborazioni esterne, destinate a specifici progetti.

Continua »
Estinzione giudizio Cassazione per inerzia: il caso

Un ente previdenziale ricorre in Cassazione contro una sentenza d’appello. Tuttavia, dopo la proposta di definizione del giudizio, non chiede la decisione del ricorso. La Corte dichiara l’estinzione del giudizio di Cassazione per inerzia, condannando l’ente al pagamento delle spese legali. La decisione si basa sull’applicazione dell’art. 380-bis c.p.c., che equipara il silenzio alla rinuncia.

Continua »
Erroneo inquadramento: prescrizione quinquennale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una dipendente pubblica che chiedeva differenze retributive per un erroneo inquadramento professionale. La Corte ha confermato l’applicazione della prescrizione quinquennale, distinguendo nettamente il caso da un’ipotesi di demansionamento, che avrebbe previsto una prescrizione decennale. La decisione si fonda sulla qualificazione della domanda come rivendicazione di crediti da lavoro e non come risarcimento del danno.

Continua »
Responsabilità professionale avvocato: onere della prova

Una cliente ha citato in giudizio il proprio avvocato per negligenza professionale, sostenendo che la mancata costituzione in giudizio le avesse causato la perdita di una causa contro il suo ex datore di lavoro. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei tribunali di merito, rigettando la richiesta della cliente. È stato stabilito che spetta al cliente l’onere di dimostrare di aver conferito l’incarico professionale in tempo utile. In assenza di tale prova, viene meno la responsabilità professionale dell’avvocato.

Continua »
Estinzione del giudizio: la rinuncia tacita in Cassazione

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione contro una decisione della Corte d’Appello. A seguito di una proposta di definizione del giudizio, la società non ha richiesto una decisione entro 40 giorni. La Suprema Corte ha quindi considerato il ricorso rinunciato, dichiarando l’estinzione del giudizio e condannando la società al pagamento delle spese legali.

Continua »
Estinzione Ricorso Cassazione: Conseguenze dell'inerzia

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della proposta di definizione del giudizio ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., la società non ha chiesto la decisione del ricorso entro 40 giorni. La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del ricorso Cassazione, assimilando l’inerzia a una rinuncia, e ha condannato la società ricorrente al pagamento delle spese legali.

Continua »
NASpI e nuovo lavoro: conta la durata effettiva

Un lavoratore in NASpI accetta un contratto di 12 mesi ma viene licenziato dopo 5 mesi. L’ente previdenziale revoca il sussidio, ma la Corte di Cassazione interviene stabilendo un principio chiave: ai fini della compatibilità tra NASpI e nuovo lavoro, si deve considerare la durata effettiva del rapporto e non quella pattuita. Se il lavoro cessa prima dei sei mesi, la prestazione va solo sospesa e non revocata.

Continua »
Estinzione del ricorso per inazione: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del ricorso presentato da una società di trasporti contro quattro suoi dipendenti. La decisione è scaturita dalla mancata richiesta di trattazione nel merito da parte della società ricorrente entro il termine di quaranta giorni dalla ricezione della proposta di definizione del giudizio, come previsto dall’art. 380-bis c.p.c. Di conseguenza, il ricorso è stato considerato rinunciato e la società è stata condannata al pagamento delle spese legali.

Continua »
Incentivi progettazione: quando sorge il diritto?

Un dipendente pubblico ha richiesto gli incentivi per la progettazione di opere pubbliche svolte anni prima dell’adozione del regolamento interno dell’ente. La Corte di Cassazione ha respinto la domanda, stabilendo che il diritto a tali compensi non sorge con la prestazione lavorativa, ma solo al perfezionamento di due condizioni: la stipula di un accordo di contrattazione collettiva decentrata e l’adozione di un atto regolamentare interno che ne disciplini i criteri. Di conseguenza, il regolamento può legittimamente escludere le attività pregresse senza violare il principio di irretroattività.

Continua »
Estinzione del processo: cosa accade se si rinuncia?

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del processo dopo che una società di trasporti ha rinunciato al ricorso contro un suo dipendente. Il decreto analizza le conseguenze della rinuncia, focalizzandosi sulla condanna della parte rinunciante al pagamento delle spese legali, liquidate in via definitiva.

Continua »