LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Rinuncia al ricorso: quando causa l'inammissibilità

Un lavoratore, dopo aver perso in Appello una causa per il compenso del lavoro domenicale, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha depositato un atto di rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, pur rilevando la mancata notifica della rinuncia alla controparte, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sul principio che la rinuncia, anche se inidonea a estinguere il processo, dimostra una carenza sopravvenuta di interesse a proseguire il giudizio, rendendo così l’impugnazione inammissibile. Le spese legali sono state compensate.

Continua »
Dimissioni per giusta causa: la parola alla Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una lavoratrice che si era dimessa per giusta causa a seguito di una contestazione disciplinare da parte della sua banca. La Corte ha ribadito che la valutazione della giusta causa è un accertamento di fatto riservato ai giudici di merito e che una mera incolpazione disciplinare, se non lesiva della dignità, non è sufficiente a giustificare il recesso. Il ricorso è stato respinto anche per vizi procedurali, come la commistione di diversi motivi di impugnazione.

Continua »
Estinzione del giudizio: la guida completa

Il decreto analizza un caso di estinzione del giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione. Una società di trasporti aveva proposto ricorso, ma non ha dato seguito alla proposta di definizione del giudizio formulata dalla Corte. Trascorso il termine di 40 giorni senza alcuna richiesta di decisione, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio per rinuncia presunta, condannando la società ricorrente al pagamento delle spese legali.

Continua »
Indennità chilometrica e CCNL privato: la Cassazione

Un operaio agricolo di un’agenzia regionale ha richiesto il pagamento di un’indennità chilometrica basata sul CCNL privato di settore. Dopo una decisione sfavorevole in appello, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del lavoratore. La Suprema Corte ha stabilito che, per questa specifica categoria di dipendenti pubblici, la legge prevede l’applicazione del contratto collettivo privato, inclusi i trattamenti economici come l’indennità chilometrica. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.

Continua »
Diffida Accertativa: Valore e Limiti dell'Ispettorato

La Corte di Cassazione conferma la piena validità della diffida accertativa emessa dall’Ispettorato del Lavoro per crediti retributivi (lavoro straordinario e mansioni superiori). La Corte ha rigettato il ricorso di un’azienda, stabilendo che la diffida ha valore di titolo esecutivo e che gli ispettori hanno il potere di accertare i fatti, non solo gli aspetti tecnici. Viene sottolineato che tale strumento serve a deflazionare il contenzioso e a garantire una rapida tutela dei diritti patrimoniali dei lavoratori.

Continua »
Rappresentante di lista: diritto alla retribuzione

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto alla retribuzione di un lavoratore per le giornate dedicate all’incarico di rappresentante di lista. La sentenza stabilisce che un accordo collettivo aziendale non può derogare alla normativa nazionale che tutela tale diritto, e che la concessione di un riposo compensativo generalizzato da parte dell’azienda costituisce un mero pretesto per eludere l’obbligo di pagamento.

Continua »
Estinzione del giudizio: Cassazione e art. 380-bis

Una società di trasporti ha proposto ricorso in Cassazione. La Corte ha formulato una proposta di definizione del giudizio ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c. La società non ha chiesto la decisione sul ricorso entro 40 giorni, portando la Corte a dichiarare l’estinzione del giudizio per rinuncia presunta e a condannare la stessa società al pagamento delle spese legali.

Continua »
Lavoro straordinario discontinuo: quando è dovuto?

Un addetto alla sorveglianza ha citato in giudizio la sua ex azienda per il mancato pagamento di compensi per lavoro straordinario discontinuo. La Corte d’Appello aveva respinto la richiesta, applicando una deroga legale per le attività lavorative non continue. La Corte di Cassazione ha confermato tale decisione, dichiarando inammissibile il ricorso del lavoratore. La questione cruciale è stata la mancata e tempestiva allegazione, nei gradi di merito, dell’esistenza di una disciplina contrattuale collettiva più favorevole, rendendo il motivo di ricorso inammissibile in sede di legittimità.

Continua »
Danno comunitario: sì al risarcimento nel pubblico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che il risarcimento per ‘danno comunitario’ spetta anche al lavoratore del settore pubblico il cui rapporto, formalmente autonomo, venga riqualificato come subordinato a causa dell’abusiva reiterazione di contratti. Il caso riguardava una psicologa che per 15 anni aveva lavorato per un’azienda ospedaliera con contratti di collaborazione. La Corte ha chiarito che, a differenza del settore privato dove vige la conversione del contratto, nel pubblico impiego il divieto di conversione rende il risarcimento del danno la tutela principale. Ha inoltre specificato che il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) va calcolato secondo la contrattazione collettiva e l’amministrazione può compensare eventuali maggiori somme percepite dal lavoratore durante il rapporto fittiziamente autonomo.

Continua »
Onere della prova raccomandata: a chi spetta?

Un lavoratore ha impugnato il licenziamento sostenendo che la raccomandata ricevuta non contenesse la lettera di recesso. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando il principio secondo cui l’onere della prova raccomandata spetta al destinatario. Questi deve dimostrare che la busta era vuota o conteneva un documento differente. Essendo tardiva l’impugnazione stragiudiziale, il ricorso è stato respinto.

Continua »
Pensione lavoratori spettacolo: il calcolo della quota B

La Corte di Cassazione interviene sul calcolo della pensione lavoratori spettacolo, confermando la validità del massimale di retribuzione giornaliera per la determinazione della ‘quota B’. Un lavoratore aveva ottenuto in appello la rimozione di tale tetto, ma la Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, ribadendo che tale limite è parte integrante di un sistema complessivamente più favorevole. Viene inoltre confermato il divieto di cumulo tra interessi e rivalutazione monetaria sugli arretrati.

Continua »
Risarcimento danno pubblico impiego: quando spetta

La Corte di Cassazione conferma il diritto al risarcimento danno nel pubblico impiego per l’abuso di contratti a termine, anche se il lavoratore viene poi assunto a tempo indeterminato. La stabilizzazione, se derivante da una procedura concorsuale autonoma, non sana l’illecito pregresso.

Continua »
Regolamento spese processuali: la Cassazione decide

Un ente previdenziale ha impugnato una sentenza d’appello che, pur accogliendo parzialmente il suo gravame, lo aveva condannato al pagamento di una parte delle spese legali. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il regolamento spese processuali deve basarsi sull’esito complessivo della lite. In questo caso, la cessazione della materia del contendere su alcune domande, dovuta al riconoscimento del diritto da parte dell’ente, configurava una soccombenza virtuale che giustificava la compensazione delle spese.

Continua »
Contratto P.A. nullo: no al CCNL senza forma scritta

Un contratto di lavoro con la Pubblica Amministrazione, stipulato per un progetto specifico ma di fatto utilizzato per coprire carenze strutturali, è stato ritenuto illegittimo. La Corte di Cassazione ha stabilito che, nonostante la riqualificazione del rapporto come parasubordinato, un contratto P.A. nullo non dà diritto all’applicazione del trattamento economico previsto da un Accordo Collettivo Nazionale (ACN). La Suprema Corte ha sottolineato che per l’applicazione dell’ACN è indispensabile l’esistenza di una convenzione formale, stipulata secondo procedure specifiche, respingendo la richiesta di differenze retributive del lavoratore.

Continua »
Buoni pasto: obbligo o facoltà per l'ente pubblico?

Due dipendenti pubblici hanno citato in giudizio il loro Comune per ottenere l’equivalente economico dei buoni pasto non corrisposti. Dopo una vittoria in primo grado e una sconfitta in appello, il caso è giunto in Cassazione. La Suprema Corte, riconoscendo l’importanza della questione per l’uniforme interpretazione del diritto, ha rinviato la decisione a un’udienza pubblica. L’obiettivo è chiarire se l’istituzione della mensa o la fornitura dei buoni pasto sia un obbligo o una mera facoltà per gli enti locali, in base all’interpretazione del CCNL di settore.

Continua »
Estinzione del processo: cosa accade se si rinuncia?

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione contro una decisione della Corte d’Appello. Successivamente, la stessa società ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato l’estinzione del processo, condannando la parte rinunciante al pagamento di tutte le spese legali sostenute dalla controparte.

Continua »
Diritto alla mensa gratuita: i limiti secondo la Legge

La Corte di Cassazione ha stabilito i contorni del diritto alla mensa gratuita per il personale scolastico. Un gruppo di insegnanti aveva richiesto un pasto ‘completo’, ma la loro domanda è stata respinta. La Corte ha chiarito che il servizio mensa ha una funzione assistenziale e non retributiva. Spetta al lavoratore dimostrare che il pasto fornito è inadeguato a garantire il benessere psico-fisico, non essendo sufficiente lamentare la mancanza di una portata.

Continua »
Demansionamento: quando la prova spetta al lavoratore

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso di un lavoratore che chiedeva un risarcimento per demansionamento, straining e perdita di chance. La Corte ha ribadito che l’onere di provare concretamente il demansionamento spetta al dipendente, non essendo sufficienti affermazioni generiche. Anche la contestazione sul calcolo del TFR per il periodo estero è stata respinta, in quanto basata su una specifica e accettata previsione contrattuale.

Continua »
Revoca incarico dirigenziale: non è demansionamento

Un dirigente amministrativo di un’azienda sanitaria, a cui era stato conferito un incarico dirigenziale in via temporanea, ha citato in giudizio l’ente dopo la revoca di tale incarico, sostenendo di aver subito un demansionamento illegittimo. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha respinto il ricorso. La Corte ha chiarito che la revoca di un incarico dirigenziale temporaneo, conferito in attesa delle procedure formali di assegnazione, non costituisce demansionamento se il dipendente viene riassegnato a mansioni riconducibili alla sua categoria contrattuale di appartenenza. L’incarico temporaneo non crea un diritto alla prosecuzione o alla formalizzazione dello stesso.

Continua »
Vizio di ultra petita: la Cassazione annulla la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello per vizio di ultra petita. Il giudice di secondo grado aveva annullato alcune cartelle esattoriali non incluse nella domanda originale del contribuente. La Cassazione ha ribadito che il giudice deve pronunciarsi solo sulle domande formulate dalle parti, accogliendo il ricorso dell’Agente della Riscossione su questo punto e cassando la decisione impugnata.

Continua »