LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Licenziamento giusta causa per violazione sicurezza

Un caposquadra viene licenziato per gravi violazioni della sicurezza sul lavoro e per aver falsamente attestato il rispetto delle norme in un verbale. La Corte di Cassazione conferma il licenziamento per giusta causa, sottolineando che la condotta del lavoratore, aggravata dal suo ruolo di responsabilità e dalla falsa attestazione, ha irrimediabilmente compromesso il vincolo fiduciario con il datore di lavoro. La sentenza chiarisce anche la validità di una contestazione disciplinare che richiama documenti noti al dipendente.

Continua »
Reiterazione contratti a termine: la decadenza

Un lavoratore ha citato in giudizio un’amministrazione pubblica per l’abusiva reiterazione di contratti a termine per oltre vent’anni. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo un principio fondamentale: in caso di reiterazione di contratti a termine, il termine di decadenza per l’impugnazione decorre dalla cessazione dell’ultimo contratto. Tuttavia, nel caso specifico, il lavoratore non aveva rispettato nemmeno questo termine, portando all’inammissibilità della sua domanda.

Continua »
Contrasto tra motivazione e dispositivo: nullità

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello per un insanabile contrasto tra motivazione e dispositivo riguardo alla compensazione delle spese legali. Mentre la motivazione indicava una compensazione integrale, il dispositivo la stabiliva solo per metà, determinando la nullità del provvedimento per la parte viziata.

Continua »
Estinzione del giudizio: la rinuncia tacita al ricorso

Una pubblica amministrazione sanitaria ha presentato ricorso per Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della proposta di definizione del giudizio, la parte ricorrente non ha chiesto la decisione entro il termine di 40 giorni, comportando una rinuncia tacita. La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, condannando l’ente al pagamento delle spese legali a favore della controparte.

Continua »
Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della proposta di definizione del giudizio formulata ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., la società non ha chiesto la decisione del ricorso entro il termine di 40 giorni. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, condannando la società ricorrente al pagamento delle spese processuali in favore della controparte.

Continua »
Licenziamento disciplinare: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato un licenziamento disciplinare di una dipendente per aver divulgato informazioni aziendali riservate. Il ricorso è stato respinto perché ritenuto generico e non specifico nel contestare le decisioni dei giudici di merito. La Corte ha ribadito che una direttiva aziendale scritta prevale su eventuali prassi informali e che l’esito di un procedimento penale non vincola il giudice civile, che valuta autonomamente la condotta ai fini del rapporto di lavoro.

Continua »
Anzianità di servizio: imprescrittibile per la Cassazione

Una lavoratrice del settore universitario ha richiesto la ricostruzione della sua carriera e l’adeguamento retributivo basati sulla sua anzianità di servizio maturata fin dal 1979. I tribunali di merito avevano respinto la domanda, ritenendola prescritta. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale: l’anzianità di servizio, in quanto mero fatto giuridico, non è soggetta a prescrizione. Mentre i diritti economici derivanti, come gli arretrati, possono prescriversi, il diritto all’accertamento della corretta anzianità non si estingue. La Corte ha inoltre chiarito che l’eccezione di rinuncia alla prescrizione può essere sollevata per la prima volta anche in appello.

Continua »
Giurisdizione nomina dirigenti: quando decide il G.O.

In un caso riguardante la nomina del Direttore Generale di un ente pubblico economico, le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito la giurisdizione del giudice ordinario del lavoro. La decisione si fonda sulla natura non concorsuale della procedura di selezione, assimilabile a una scelta di carattere imprenditoriale e privatistico, e sull’assenza di un atto di macro-organizzazione, confermando un importante principio sulla giurisdizione nomina dirigenti.

Continua »
Indennità ferie non godute: spetta anche per colpa?

Una dirigente pubblica, il cui incarico è stato revocato per “lesione del vincolo fiduciario”, si è vista negare in appello il pagamento delle ferie non godute. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l’indennità ferie non godute spetta anche in caso di cessazione del rapporto per colpa del lavoratore. Il diritto alla monetizzazione viene meno solo se il datore di lavoro dimostra di aver formalmente invitato il dipendente a fruire delle ferie, avvisandolo della loro possibile perdita.

Continua »
Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a carico di una società di trasporti. La decisione è scaturita dalla mancata richiesta di decisione sul ricorso entro il termine di quaranta giorni dalla comunicazione della proposta di definizione, come previsto dalla procedura civile. Tale inerzia è stata interpretata come una rinuncia al ricorso, comportando la chiusura del caso e la condanna della società al pagamento delle spese legali.

Continua »
Contributo solidarietà: illegittimo senza legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cassa di previdenza privata, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto sulle pensioni senza una specifica base legislativa. La Corte ha ribadito che tale prelievo costituisce una prestazione patrimoniale riservata alla legge dalla Costituzione e non può essere introdotta da regolamenti interni dell’ente. È stato inoltre confermato il termine di prescrizione di dieci anni per la restituzione delle somme indebitamente trattenute.

Continua »
Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio in una controversia di lavoro. La decisione è motivata dalla mancata richiesta di una decisione sul ricorso da parte della ricorrente entro quaranta giorni dalla comunicazione della proposta di definizione, integrando una rinuncia tacita all’impugnazione.

Continua »
Prescrizione debiti ereditari: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione affronta il tema della prescrizione debiti ereditari, chiarendo due punti fondamentali. Primo, la richiesta di rigetto di una domanda di accertamento negativo del credito interrompe la prescrizione. Secondo, in caso di debiti ereditari, che sono obbligazioni parziarie, l’effetto interruttivo non si estende ai coeredi che non hanno partecipato al giudizio. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello che aveva erroneamente esteso l’interruzione a tutti gli eredi.

Continua »
Estinzione giudizio Cassazione: il caso della rinuncia

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte di una lavoratrice del settore scolastico. La decisione è intervenuta dopo che la ricorrente, a fronte di una proposta di definizione del giudizio, ha formalmente depositato un atto di rinuncia. Di conseguenza, è stata condannata al pagamento delle spese processuali. Questo caso evidenzia il meccanismo di estinzione del giudizio di Cassazione per rinuncia.

Continua »
Insegnante pubblico impiego: obbligo autorizzazione

La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare a carico di una docente per aver ricoperto per anni cariche amministrative in enti non profit senza la prescritta autorizzazione. La sentenza sottolinea che per un insegnante pubblico impiego l’obbligo di autorizzazione preventiva sussiste anche per incarichi gratuiti, al fine di tutelare il principio di esclusività del rapporto di lavoro e prevenire conflitti di interesse.

Continua »
Perdita di chance: onere della prova e motivazione

Una dipendente contesta una selezione interna per illegittima conduzione e chiede il risarcimento per perdita di chance. La Cassazione cassa la sentenza d’appello per omessa motivazione, stabilendo che il giudice, una volta accertata l’irregolarità, deve valutare concretamente le possibilità di successo della lavoratrice esaminando le prove fornite, come i curricula, e non può rigettare la domanda senza questa analisi.

Continua »
Responsabilità socio unico: debiti dopo cancellazione

Un ex dipendente ottiene il pagamento delle sue spettanze direttamente dall’ex socio unico di una S.r.l. cancellata. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso, confermando la responsabilità socio unico illimitata in questo specifico caso e chiarendo i limiti del ricorso per vizi procedurali e di motivazione.

Continua »
Rinuncia al ricorso: medici specializzandi e spese

Un gruppo di medici specializzandi ha presentato ricorso in Cassazione per ottenere una remunerazione più alta per gli anni di specializzazione antecedenti al 2007. Tuttavia, di fronte a un orientamento giurisprudenziale sfavorevole, hanno optato per la rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando le spese legali ed escludendo l’obbligo di versare il doppio del contributo unificato.

Continua »
Licenziamento autoferrotranvieri: vige R.D. 148/1931

La Corte di Cassazione ha annullato il licenziamento di un dipendente di un’azienda di trasporto pubblico, stabilendo la persistente validità della procedura disciplinare speciale prevista dal R.D. n. 148/1931. La Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto tale normativa abrogata. La Cassazione ha chiarito che l’omissione della procedura, in particolare il mancato coinvolgimento del Consiglio di Disciplina, determina la nullità del provvedimento espulsivo. La sentenza sottolinea come la normativa speciale, più garantista per il lavoratore, prevalga sulla disciplina generale. Il caso riguarda un licenziamento autoferrotranvieri per presunto abuso di permessi.

Continua »
Assegno ad personam: è riassorbibile? La Cassazione

Un dipendente pubblico, trasferito da un Ministero a un Ente Locale, ha perso il ricorso volto a mantenere inalterata la sua precedente e più alta retribuzione. La Corte di Cassazione ha confermato che la differenza economica, corrisposta tramite un assegno ad personam, è soggetta al principio del riassorbimento. Questo significa che l’assegno viene progressivamente ridotto dagli futuri aumenti di stipendio, al fine di garantire la parità di trattamento con gli altri dipendenti dell’ente di destinazione.

Continua »