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Diritto del Lavoro

Ricorso contro sanzione disciplinare

La sentenza conferma la legittimità del potere organizzativo del datore di lavoro in materia di orario di lavoro e sanzioni disciplinari, purché esercitate nei limiti previsti dai contratti collettivi.

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Illegittimità del licenziamento per mancato scontrino

Nel caso di un dipendente addetto alla ristorazione su treni, l’omissione dell’emissione di uno scontrino e il trattenimento di una somma di denaro, pur costituendo un’azione grave e contraria ai doveri del lavoratore, non giustificano automaticamente il licenziamento. Il giudice, nel valutare la legittimità del licenziamento, deve valutare la proporzionalità tra la condotta contestata e la sanzione irrogata, tenendo conto della gravità del fatto, delle sue conseguenze e dell’intensità dell’elemento intenzionale.

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Il Giudicato e i contributi previdenziali

Il principio di diritto affermato stabilisce che l’accertamento giurisdizionale sull’illegittimità di una trattenuta contributiva, basata su una specifica delibera, per un determinato periodo, fa stato anche per periodi successivi se la trattenuta deriva dalla medesima delibera dichiarata illegittima.

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Controlli tecnologici posti in essere dal datore di lavoro

In tema di cd. sistemi difensivi, sono consentiti i controlli anche tecnologici posti in essere dal datore di lavoro finalizzati alla tutela di beni estranei al rapporto di lavoro o ad evitare comportamenti illeciti, in presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito, sempre che il controllo riguardi dati acquisiti successivamente all’insorgere del sospetto.

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Illegittimità di licenziamento per attività extralavorativa

La sentenza ribadisce il principio di diritto secondo cui il controllo datoriale tramite investigatore privato durante la malattia è illegittimo se non supportato da un fondato sospetto di attività fraudolenta. Viene inoltre ribadito che il licenziamento rappresenta una extrema ratio e che l’onere della prova della giusta causa spetta al datore di lavoro.

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Mansioni superiori e requisito di prevalenza

Il mancato riconoscimento delle mansioni superiori è dovuto all’assenza del requisito di prevalenza, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, come stabilito dall’art. 52 del D.Lgs 165/2001. L’adibizione occasionale a compiti di livello superiore non comporta automaticamente il diritto al riconoscimento economico.

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Licenziamento per giusta causa - Conferimento indebito di materiali

Il licenziamento disciplinare è legittimo anche se basato su fatti oggetto di un procedimento penale in corso, purché l’accertamento del giudice civile sia autonomo e fondato su prove sufficienti. La contestazione disciplinare è tempestiva se la società attende gli accertamenti necessari a chiarire la vicenda. La gravità della condotta, anche se non ancora penalmente accertata, può giustificare il licenziamento in tronco per violazione del vincolo fiduciario.

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Risarcimento per abuso contratti a termine

La reiterazione di contratti a termine per docenti di religione, pur in presenza di una quota di organico a copertura flessibile, configura abuso del contratto a termine se superiore a 36 mesi, con diritto al risarcimento del danno.

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Contributi previdenziali e avviso bonario di pagamento

In tema di riscossione di contributi previdenziali, l’avvenuta notifica di un avviso bonario di pagamento esclude la necessità di una specifica motivazione nella successiva cartella esattoriale. Le imputazioni di pagamento effettuate dall’ente creditore in base al criterio cronologico non sono contestabili dal debitore se non fornendo prova contraria.

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Carta docente anche ai docenti a tempo determinato

Il giudice ha stabilito che escludere i docenti a tempo determinato dal beneficio della Carta docente costituisce una discriminazione ingiustificata, in violazione dei principi di non discriminazione e del diritto alla formazione. La sentenza richiama la parità di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato, evidenziando come la formazione continua sia essenziale per tutti i docenti, a prescindere dal tipo di contratto.

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Riconoscimento malattia professionale e indennizzo

La sentenza afferma il principio per cui la tutela previdenziale si estende anche alle malattie non espressamente tabellate, purché derivanti da rischio lavorativo concreto e congruo. Il giudice, basandosi sulla consulenza tecnica, ha riconosciuto il nesso causale tra l’attività lavorativa e la patologia, condannando l’INAIL al pagamento dell’indennizzo e al rimborso delle spese legali.

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Riconoscimento assegno invalidità civile

Il giudice, in base alle risultanze della consulenza tecnica d’ufficio, ha rigettato la richiesta di riconoscimento dell’assegno di invalidità civile in quanto la ricorrente non presentava un’invalidità sufficiente a ottenere i benefici previsti dalla legge.

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Opposizione ad avviso di addebito Inps

Il Tribunale ha rigettato l’opposizione ad una cartella esattoriale INPS per contributi non versati, affermando che la prescrizione era stata interrotta e che l’azienda datrice di lavoro è l’unica responsabile del pagamento dei contributi previdenziali.

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Opposizione a preavviso di iscrizione ipotecaria

La sentenza affronta la questione della legittimità di un preavviso di iscrizione ipotecaria, valutando la prescrizione dei crediti e la regolarità delle notifiche. Si evidenzia la differenza tra preavviso e iscrizione e si analizzano i termini di prescrizione e decadenza, nonché le conseguenze della mancata opposizione nei termini.

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Principio del ne bis in idem, titolo differente

Il principio del ne bis in idem non si applica quando il giudizio si fondi su un titolo differente. La sentenza di mero accertamento, pur non contenendo la condanna alla restituzione, consente di azionare il titolo esecutivo (anche con procedimento monitorio) per ottenere la ripetizione di quanto indebitamente percepito.

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Revoca ordinanza di reintegrazione lavoratore ipovedente

Il datore di lavoro è tenuto a verificare la possibilità di adibire il lavoratore con disabilità a mansioni equivalenti o inferiori e ad adottare ogni ragionevole accomodamento per garantire il mantenimento del lavoro, senza gravare l’impresa con oneri sproporzionati.

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Molestie sessuali sul luogo di lavoro

La sentenza affronta il tema delle molestie sessuali sul luogo di lavoro, ribadendo la gravità di tali comportamenti e la tutela che il diritto offre alle vittime. Viene ribadito il principio per cui il consenso a un contatto fisico, anche in ambito artistico, non può essere presunto ma deve essere esplicito, libero e consapevole.

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Licenziamento per giusta causa di una dipendente bancaria

La sentenza ribadisce che la commissione di illeciti gravi come la sottrazione di denaro, aggravata dalla reiterazione e dalla violazione dei doveri di fedeltà e lealtà, costituisce giusta causa di licenziamento, soprattutto considerando il ruolo di responsabilità rivestito dalla dipendente.

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Opposizione a cartelle esattoriali

Il giudice ha rigettato l’opposizione a una serie di cartelle esattoriali, confermando la validità delle notifiche degli atti prodromici e l’intervenuta interruzione della prescrizione. È stata inoltre ribadita la correttezza della procedura di riscossione e la legittimazione passiva dell’ente impositore.

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Illegittimo licenziamento per mancato repêchage

Il giudice ha stabilito che il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è legittimo solo se sussiste un nesso di causalità tra la scelta imprenditoriale e il recesso, e se il datore di lavoro ha adempiuto all’obbligo di repêchage, offrendo al dipendente altre mansioni compatibili con il suo stato di salute.

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