LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Lavoro straordinario pubblico impiego: come si prova?

Un lavoratore del settore forestale, dipendente di un’agenzia pubblica con contratto privatistico, ha richiesto il pagamento di ore extra. La Corte di Cassazione ha confermato il suo diritto, stabilendo che per il compenso del lavoro straordinario pubblico impiego è sufficiente dimostrare il consenso, anche implicito, del datore di lavoro. La prova può essere fornita anche tramite testimoni, superando la mancanza di sistemi di timbratura automatica.

Continua »
Risarcimento del danno: la stabilizzazione non sana l'abuso

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto al risarcimento del danno per una lavoratrice a causa dell’abusivo ricorso a contratti a termine da parte di un’Agenzia Regionale. La Corte ha stabilito che la successiva assunzione a tempo indeterminato (stabilizzazione) non elimina il diritto al risarcimento se non è direttamente finalizzata a sanare l’abuso pregresso. È stato inoltre ribadito il principio di non discriminazione, che impone il riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata durante il periodo di precariato.

Continua »
Danno da demansionamento: onere della prova del lavoratore

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di una lavoratrice per danno da demansionamento, chiarendo che il pregiudizio non è mai automatico (in re ipsa). La sentenza sottolinea che il lavoratore ha l’onere di allegare e provare in modo specifico e non generico il danno professionale, biologico o morale subito, altrimenti la domanda di risarcimento non può essere accolta.

Continua »
Estinzione del giudizio: silenzio dopo proposta 380-bis

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione. A seguito della proposta di definizione del giudizio formulata ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., la società non ha chiesto la decisione del ricorso entro il termine di 40 giorni. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio per tacita rinuncia, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali in favore delle controparti.

Continua »
Abuso contratti a termine: docenti e risarcimento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20274/2025, ha stabilito che la reiterazione di contratti a termine per i docenti di religione per oltre tre anni scolastici, senza un concorso, costituisce un abuso contratti a termine. Sebbene non dia diritto alla conversione del rapporto in tempo indeterminato, l’abuso fonda il diritto del docente a ottenere un risarcimento del danno, annullando la precedente decisione della Corte d’Appello che aveva ritenuto legittima tale pratica.

Continua »
Riqualificazione personale giustizia: la Cassazione frena

Due dipendenti del Ministero della Giustizia avevano ottenuto in primo e secondo grado il diritto alla riqualificazione in un’area funzionale superiore. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del Ministero, ha ribaltato la decisione. L’ordinanza chiarisce che la normativa sulla riqualificazione personale giustizia ha natura programmatica e non crea un diritto soggettivo automatico all’inquadramento superiore, il quale resta subordinato all’espletamento di specifiche procedure selettive e alla disponibilità di risorse.

Continua »
Esenzione spese legali: Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di una cittadina contro un ente previdenziale, annullando la condanna al pagamento delle spese legali inflitta dalla Corte d’Appello. Nonostante la soccombenza nel merito della causa, relativa alla restituzione di indennità percepite, la Suprema Corte ha riconosciuto il diritto all’esenzione spese legali in base ai requisiti di reddito previsti dalla legge, cassando la sentenza precedente e dichiarando la ricorrente esente da ogni onere processuale.

Continua »
Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio di Cassazione

Un gruppo di dipendenti pubblici ha citato in giudizio il proprio datore di lavoro, un Ministero, per ottenere un inquadramento superiore. Dopo aver perso in primo e secondo grado, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Successivamente, hanno deciso di effettuare una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, rendendo definitiva la sentenza d’appello e decidendo per la compensazione delle spese legali tra le parti.

Continua »
Obbligo contributivo: onere della prova del datore

Una società ha contestato la richiesta di contributi da parte dell’ente previdenziale su indennità di trasferta erogate ai dipendenti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che nelle controversie sull’obbligo contributivo, il giudice deve valutare l’esistenza effettiva del debito e non solo la legittimità formale dell’atto di accertamento. La Corte ha confermato che l’onere di provare il diritto a esenzioni contributive spetta interamente al datore di lavoro, il quale non ha fornito prove sufficienti.

Continua »
Risarcimento buoni pasto: sì al danno per equivalente

Un dirigente medico si è visto negare il diritto alla mensa e ai buoni pasto sostitutivi. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20621/2025, ha stabilito un principio fondamentale: quando il datore di lavoro nega illegittimamente una prestazione contrattuale come il buono pasto, il lavoratore ha diritto a richiedere direttamente il risarcimento del danno per equivalente, ovvero una somma di denaro pari al valore del beneficio non goduto, anche se il rapporto di lavoro è ancora in corso. La Corte ha chiarito che la richiesta di risarcimento è legittima e non va confusa con una richiesta di ‘monetizzazione’ del buono pasto, rappresentando invece il giusto ristoro per l’inadempimento del datore.

Continua »
Trattamento di fine servizio: quando è unico?

Una dipendente pubblica, trasferita tra diversi enti senza interruzione, ha richiesto la riliquidazione del suo trattamento di fine servizio (TFS) calcolato sull’intera carriera. L’ente previdenziale sosteneva la definitività di un acconto versato anni prima e la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla lavoratrice, stabilendo che in caso di continuità del rapporto di lavoro, il TFS è unico e il diritto a richiederlo si prescrive solo dalla cessazione definitiva del servizio, non da pagamenti intermedi.

Continua »
Contraddittorietà della motivazione: Cassazione annulla

Un dipendente pubblico si vede negare due incarichi organizzativi. Il Tribunale gli riconosce un risarcimento per perdita di chance, ma la Corte d’Appello ribalta la decisione. La Cassazione interviene, annullando la sentenza d’appello per insanabile contraddittorietà della motivazione, poiché pur riconoscendo l’illegittimità delle delibere, rigettava integralmente la domanda del lavoratore. La causa dovrà essere riesaminata.

Continua »
Appalto Fittizio: quando il contratto è illecito

Una catena di supermercati ha utilizzato una cooperativa per il servizio di rifornimento scaffali, sostenendo si trattasse di un legittimo contratto di appalto. Il Tribunale di Venezia ha stabilito che si trattava di un appalto fittizio, confermando una pesante sanzione per intermediazione illecita di manodopera. La decisione si è basata sulla prova che il supermercato, e non la cooperativa, esercitava il potere direttivo e organizzativo sui lavoratori, i quali erano pienamente integrati nelle operazioni del committente. Anche il metodo di pagamento è risultato basato sul costo orario del lavoro anziché sul risultato del servizio.

Continua »
Estinzione del giudizio: la rinuncia chiude il caso

Un candidato in un concorso pubblico ha citato in giudizio un’amministrazione per presunte irregolarità nell’assunzione di personale, che aveva scavalcato la graduatoria. Dopo essere stato sconfitto nei primi due gradi di giudizio, ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima della decisione, ha rinunciato al ricorso. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente la controversia senza una decisione nel merito e senza pronunciarsi sulle spese legali.

Continua »
Somministrazione nulla: reintegro per licenziamento

Il Tribunale di Venezia ha dichiarato una somministrazione nulla in un caso in cui un lavoratore, formalmente assunto da un’azienda, operava di fatto alle dipendenze di un’altra. La sentenza ha stabilito che, nonostante la nullità, le retribuzioni già percepite dal datore formale estinguono il debito del datore effettivo. Tuttavia, il licenziamento orale comunicato da quest’ultimo è stato dichiarato nullo, con conseguente ordine di reintegrazione del lavoratore e condanna al risarcimento del danno.

Continua »
Supplenze reiterate: Cassazione inverte onere della prova

Un docente ha citato in giudizio il Ministero dell’Istruzione per l’abusiva reiterazione di contratti a tempo determinato. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, sostenendo che il docente non avesse provato che le supplenze si riferissero sempre alla medesima cattedra. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo un principio fondamentale: in caso di supplenze reiterate per un periodo superiore a 36 mesi presso lo stesso istituto e per la stessa classe di concorso, l’abuso si presume. Di conseguenza, l’onere della prova si inverte e spetta all’amministrazione scolastica dimostrare il carattere genuinamente provvisorio delle esigenze che hanno giustificato i contratti a termine. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

Continua »
Rinuncia al ricorso: processo estinto e spese legali

Un’azienda di trasporti, dopo aver perso in appello una causa sulla corretta retribuzione feriale di un dipendente, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha deciso di ritirare l’impugnazione. La Suprema Corte ha dichiarato il processo estinto a seguito della rinuncia al ricorso, specificando che tale atto è efficace anche senza l’accettazione della controparte. Di conseguenza, la sentenza d’appello è diventata definitiva e l’azienda è stata condannata a pagare le spese legali del giudizio di Cassazione.

Continua »
Estinzione del ricorso: cosa succede se non si risponde

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della proposta di definizione del giudizio, la società non ha richiesto la fissazione dell’udienza entro il termine di 40 giorni. La Suprema Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del ricorso, assimilando l’inerzia a una rinuncia, e ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali a favore dei controricorrenti.

Continua »
Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

Una società di trasporti ha proposto ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della proposta di definizione del giudizio formulata ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c., la società non ha chiesto la decisione nel termine di 40 giorni. La Corte di Cassazione, rilevando l’inerzia, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, assimilando il silenzio a una rinuncia al ricorso e condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Continua »
Assegno di sede: Diritto alla revisione per docenti

Un gruppo di docenti operanti all’estero ha richiesto l’adeguamento del proprio assegno di sede a seguito di una svalutazione monetaria che ne aveva ridotto il potere d’acquisto. A differenza del personale diplomatico, la loro richiesta era stata respinta in appello. La Corte di Cassazione, riconoscendo l’importanza della questione per l’uniforme interpretazione della legge, non ha emesso una decisione finale ma ha rinviato la causa a pubblica udienza per stabilire se esista un diritto all’adeguamento dell’assegno di sede anche in assenza di uno specifico provvedimento governativo.

Continua »