La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17862/2025, ha rigettato il ricorso di un istituto sanitario pubblico, confermando il diritto di un suo dirigente a ricevere le differenze retributive per l’inquadramento superiore. Il dipendente aveva di fatto svolto per anni il ruolo di responsabile di una ‘struttura semplice’, pur senza un formale atto di nomina. La Corte ha stabilito che la valutazione delle prove documentali, che dimostravano l’effettivo svolgimento delle mansioni superiori, è di competenza dei giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità. Viene così ribadito il principio secondo cui la prova fattuale dello svolgimento di mansioni superiori, desumibile dagli stessi atti dell’ente, è sufficiente per il riconoscimento del diritto alla retribuzione corrispondente.
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