LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto del Lavoro

Crediti previdenziali fallimento: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la regola speciale dell'ammissione al passivo con riserva non si applica ai crediti previdenziali in un fallimento, ma solo a quelli tributari. La Corte ha accolto il ricorso del curatore fallimentare, annullando la decisione di un tribunale che aveva ammesso un credito previdenziale con riserva. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame che dovrà tenere conto delle ordinarie regole di accertamento del passivo e valutare l'eccezione di prescrizione sollevata dal curatore.
Continua »
Blocco retributivo società partecipate: illegittimo
La Corte di Cassazione ha stabilito che una società a totale partecipazione pubblica non può negare ai propri dipendenti gli aumenti salariali previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di settore, invocando le norme sul contenimento della spesa pubblica. La Corte ha chiarito che, sebbene le società partecipate debbano perseguire obiettivi di riduzione dei costi, tale obiettivo va raggiunto attraverso la contrattazione di secondo livello e non con un blocco retributivo unilaterale. I rapporti di lavoro in queste società restano disciplinati dal diritto privato.
Continua »
Società partecipate: stop unilaterale stipendi illegittimo
Una società a totale partecipazione pubblica aveva negato a una dipendente gli aumenti contrattuali previsti dal CCNL, giustificandosi con la necessità di contenere la spesa pubblica. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale decisione unilaterale è illegittima. Per le società partecipate, qualsiasi misura di contenimento dei costi del personale deve essere negoziata tramite la contrattazione collettiva di secondo livello e non può essere imposta dall'azienda o dall'ente controllante, confermando così il diritto della lavoratrice agli aumenti retributivi.
Continua »
Carta Docente Precari: Sì al bonus di 500 euro
Un docente con un contratto a tempo determinato ha citato in giudizio l'amministrazione scolastica per ottenere il riconoscimento della "Carta Docente Precari", un bonus di 500 euro per la formazione professionale, solitamente riservato al personale di ruolo. Il Tribunale di Brescia ha accolto il ricorso, stabilendo che escludere i docenti con supplenze annuali da questo beneficio costituisce una discriminazione vietata dal diritto europeo. La decisione ha ordinato all'amministrazione di erogare il bonus, non in denaro, ma attraverso l'attivazione della carta elettronica per l'acquisto di beni e servizi formativi.
Continua »
Obblighi informativi datore di lavoro e sindacati
Una compagnia aerea internazionale, operante sul territorio nazionale, è stata citata in giudizio da organizzazioni sindacali per condotta antisindacale, consistita nel rifiuto di fornire informazioni e di avviare consultazioni. I tribunali di merito hanno dato ragione ai sindacati, affermando la giurisdizione italiana e l'esistenza degli obblighi informativi anche in assenza di applicazione di un contratto collettivo specifico. La società ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la giurisdizione e la base legale di tali obblighi. La Corte di Cassazione, riconoscendo la particolare rilevanza delle questioni di diritto sollevate, ha disposto il rinvio della causa a pubblica udienza per una trattazione approfondita.
Continua »
Condotta antisindacale: quando persiste l’interesse?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'interesse di un sindacato a far accertare una condotta antisindacale persiste anche se l'azione viene intentata dopo mesi e l'azienda ha già rimosso gli effetti economici, come la restituzione delle multe ai lavoratori in sciopero. La Corte ha chiarito che non esiste un termine di decadenza per l'azione e che l'interesse del sindacato a ottenere una pronuncia definitiva sulla illegittimità del comportamento datoriale, per prevenire future reiterazioni e tutelare la propria immagine, è sufficiente a giustificare il ricorso.
Continua »
Disdetta CCNL: quando è valida prima della scadenza?
Un'azienda sanitaria ha applicato un nuovo CCNL dopo aver dato disdetta a quello precedente, che includeva una clausola di ultrattività. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d'Appello, incaricandola di riesaminare il caso. Il punto cruciale è la validità della disdetta CCNL, un aspetto che il giudice precedente aveva trascurato. La Cassazione ha quindi rinviato nuovamente la causa, sottolineando che la validità della risoluzione anticipata del contratto è un fatto decisivo da accertare.
Continua »
Licenziamento dirigente: quando è giustificato?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26609/2025, ha confermato la legittimità del licenziamento di un dirigente ritenendolo 'giustificato' pur in assenza di 'giusta causa'. Il caso riguardava un direttore generale licenziato per inadeguato coordinamento in un appalto internazionale. La Corte ha chiarito che per il licenziamento dirigente è sufficiente una condotta che mini il rapporto fiduciario, anche se non così grave da impedire la prosecuzione temporanea del rapporto. Di conseguenza, al dirigente spetta l'indennità di preavviso ma non l'indennità supplementare prevista dalla contrattazione collettiva.
Continua »
Mansioni superiori: quando è legittimo il rigetto?
Un lavoratore di un'azienda radiotelevisiva, addetto alla pianificazione dei turni, ha richiesto l'inquadramento a un livello superiore per mansioni superiori svolte. I tribunali di merito hanno concesso un inquadramento intermedio, negando il livello massimo richiesto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del lavoratore, confermando le decisioni precedenti. La Corte ha sottolineato che la valutazione delle mansioni è un giudizio di fatto riservato ai giudici di merito e ha applicato il principio della "doppia conforme", che limita la possibilità di ricorso in Cassazione quando due sentenze di grado inferiore sono identiche nella valutazione dei fatti.
Continua »
Diritto di assemblea: quando è legittimo il no ai locali?
La Corte di Cassazione ha stabilito che non costituisce condotta antisindacale il comportamento di un'azienda che, a fronte di impedimenti logistici e di sicurezza, nega l'uso dei locali interni per un'assemblea ma offre a proprie spese una soluzione alternativa adeguata e vicina. La sentenza analizza il bilanciamento tra il diritto di assemblea dei lavoratori e le esigenze oggettive dell'impresa.
Continua »
Responsabilità datore di lavoro: il caso del furto
Una cassiera di banca è stata ritenuta responsabile per un ammanco di cassa causato da un furto commesso da un collega. La Corte di Cassazione, pur riconoscendo la negligenza della dipendente, ha stabilito che va valutata anche la responsabilità del datore di lavoro (la banca) per non aver informato la dipendente dei precedenti penali del collega, configurando un concorso di colpa che può ridurre il risarcimento dovuto. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione.
Continua »
Prova addebiti disciplinari: onere e limiti del giudice
Una società di servizi postali ha sanzionato un dipendente per negligenza nella gestione di un titolo contraffatto. La Corte d'Appello ha annullato la sanzione, ritenendo non raggiunta la prova certa della colpa. La Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo che la valutazione della prova degli addebiti disciplinari spetta al giudice di merito e non è riesaminabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e sufficiente.
Continua »
Licenziamento disciplinare: prova e onere del datore
Un dipendente di un'azienda di trasporti, licenziato per la presunta appropriazione indebita di 40 litri di carburante, ha impugnato il provvedimento. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno confermato la legittimità del licenziamento disciplinare, ritenendo inverosimile la tesi difensiva di un mero errore di trascrizione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del lavoratore, sottolineando che non è possibile, in sede di legittimità, una nuova valutazione dei fatti e delle prove. La Corte ha confermato che il datore di lavoro aveva assolto al proprio onere probatorio e che la motivazione dei giudici di merito era logica e completa, respingendo tutti i motivi di ricorso.
Continua »
Ritenuta d’acconto agenti: Cassazione sulla tassazione
La Corte di Cassazione ha confermato che l'indennità di fine rapporto corrisposta a un agente è soggetta a ritenuta d'acconto. L'ordinanza analizza la natura fiscale di tale indennità, qualificandola come reddito da lavoro autonomo e respingendo il ricorso dell'agente. Il caso chiarisce l'obbligo del sostituto d'imposta di applicare la ritenuta d'acconto agenti su queste somme, consolidando un principio giurisprudenziale importante.
Continua »
Trattenuta sulla retribuzione: procedura e limiti
La Cassazione conferma l'illegittimità di una trattenuta sulla retribuzione per un danno causato da un lavoratore, se effettuata prima della conclusione del procedimento disciplinare. La sentenza chiarisce che il rispetto delle procedure previste dal CCNL è inderogabile, anche se la responsabilità del dipendente per il danno è accertata.
Continua »
Legittimazione attiva: contestabile in ogni fase
Un'organizzazione sindacale aveva citato in giudizio un'azienda di telecomunicazioni per condotta antisindacale, a causa della mancata attivazione di una procedura di confronto per un trasferimento collettivo di personale. L'azienda si era difesa tardivamente contestando la legittimazione attiva del sindacato a ricorrere. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione d'appello, ha stabilito che la contestazione della titolarità del diritto non è un'eccezione soggetta a preclusioni, ma una mera difesa proponibile in ogni stato e grado del processo, e rilevabile anche d'ufficio dal giudice.
Continua »
Concorrenza sleale del dipendente: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ex dipendente di una società di vigilanza, confermando la sua condanna al risarcimento dei danni per concorrenza sleale. Il lavoratore, tramite una società di comodo, aveva ottenuto un subappalto dalla propria datrice di lavoro a prezzi gonfiati, violando il dovere di fedeltà. La Corte ha ritenuto provata la condotta illecita e ha confermato le sentenze dei gradi precedenti, sottolineando l'inviolabilità del principio di lealtà nel rapporto di lavoro.
Continua »
Recesso per giusta causa: l’inammissibilità del ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un agente che aveva effettuato un recesso per giusta causa da un contratto con un istituto bancario. L'agente sosteneva che la banca avesse violato gli obblighi di buona fede. La Corte ha respinto il ricorso per motivi procedurali, confermando le decisioni dei gradi precedenti e sottolineando che non può riesaminare i fatti del caso, specialmente in presenza di una "doppia conforme".
Continua »
Riconoscimento anno 2013: sì ai fini giuridici
Una docente ha richiesto il riconoscimento dell'anzianità di servizio maturata nel 2013. A seguito di recenti sentenze della Cassazione, ha rinunciato alla pretesa economica ma ha insistito per quella giuridica. Il Tribunale di Brescia, accogliendo la tesi, ha stabilito che il blocco stipendiale non annulla il valore del servizio ai fini giuridici (mobilità, graduatorie). La sentenza ordina all'amministrazione il corretto riconoscimento anno 2013 nella ricostruzione di carriera della docente.
Continua »
Cessata materia del contendere: chi paga le spese?
Una vedova ha citato in giudizio un ente previdenziale per ottenere la rendita di reversibilità a seguito del decesso del marito per malattia professionale. Durante la causa, l'ente ha riconosciuto il diritto della donna, pagando quanto dovuto. Il Tribunale ha quindi dichiarato la cessata materia del contendere e, applicando il principio della soccombenza virtuale, ha condannato l'ente a rimborsare le spese legali, ritenendo che la pretesa della ricorrente fosse fondata fin dall'inizio.
Continua »