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Diritto Commerciale

Licenza apparecchi da gioco: obbligatoria in sale scommesse
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione amministrativa a carico del titolare di una sala scommesse che aveva installato apparecchi da intrattenimento senza la specifica licenza apparecchi da gioco prevista dall'art. 88 TULPS. Secondo la Corte, la licenza generica per esercizi pubblici (ex art. 86 TULPS) non è sufficiente per i locali in cui si raccolgono anche scommesse, data la maggiore pericolosità sociale e la necessità di controlli più stringenti. La decisione ribadisce che le diverse autorizzazioni in materia di giochi e scommesse non sono intercambiabili.
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Fideiussore consumatore: il collegamento funzionale
La Corte di Cassazione ha stabilito che il garante di un debito societario non può essere qualificato come fideiussore consumatore se esiste un forte 'collegamento funzionale' con la società. Nel caso specifico, il garante era socio di maggioranza (95%) e amministratore unico, agendo quindi per scopi professionali e non privati. La Corte ha rigettato il ricorso, negando l'applicazione delle tutele del consumatore, come il foro di competenza esclusivo. Sono state respinte anche le eccezioni relative a nullità antitrust e usura per mancanza di prove specifiche.
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Proporzionale etnica: obbligo per aziende private?
Una società di trasporti privata, concessionaria di un servizio pubblico nella Provincia di Bolzano, ha contestato l'obbligo di applicare la "proporzionale etnica" nelle assunzioni. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che tale principio a tutela delle minoranze linguistiche si applica anche alle imprese private che svolgono funzioni pubbliche precedentemente gestite dallo Stato. La decisione si fonda su un'interpretazione estensiva della norma, che privilegia la funzione esercitata rispetto alla natura giuridica privata dell'impresa, bilanciando la libertà economica con i principi costituzionali.
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Onere della prova fallimento: la Cassazione decide
Un'impresa appaltante ha richiesto l'ammissione al passivo del fallimento di una subappaltatrice per crediti derivanti da inadempimenti e pagamenti indebiti. La sua domanda è stata respinta perché non ha soddisfatto l'onere della prova. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo l'ampia discrezionalità del giudice di merito nella valutazione delle prove documentali e nel rigetto di istanze istruttorie non ritenute decisive, consolidando i principi sull'onere della prova nel fallimento.
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Abuso del diritto nel recesso: la Cassazione chiarisce
Una società di servizi contestava il recesso da un rapporto commerciale ventennale, sostenendo un abuso del diritto da parte del partner. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per vizi procedurali, confermando che l'esercizio di una facoltà di recesso prevista dal contratto è legittimo se non vengono sollevate e provate correttamente, nei gradi di merito, specifiche violazioni della buona fede. La decisione sottolinea l'importanza di rispettare le regole processuali nell'impugnazione, che prevalgono sull'analisi di merito se non correttamente formulate.
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Risarcimento del danno e prelazione: la prova decisiva
Una società affittuaria di un'azienda di distribuzione carburanti ha citato in giudizio la società concedente per la violazione del diritto di prelazione. La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di risarcimento del danno per mancato guadagno, sottolineando che l'attore non aveva fornito prove concrete del pregiudizio subito. La sentenza chiarisce che, per ottenere il risarcimento del danno, non basta dimostrare l'inadempimento, ma è necessario provare l'esistenza effettiva del danno ('an'), non potendo il giudice ricorrere a una valutazione equitativa in assenza di tale prova fondamentale.
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Procura ad litem dell’institore: è sempre valida?
Un cittadino si opponeva a un precetto di pagamento notificato da una società, sostenendo l'invalidità della procura ad litem del legale della controparte. Tale procura era stata conferita da un institore i cui poteri, a dire del ricorrente, erano limitati. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la procura generale conferita all'institore, che attribuiva "tutti i poteri di legge", includeva anche la facoltà di nominare avvocati per qualsiasi tipo di controversia, rendendo la procura ad litem pienamente valida.
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Fideiussione omnibus nulla: l’appello è cruciale
In una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un garante che contestava la validità di una fideiussione omnibus per violazione della normativa antitrust. La decisione si fonda su un principio processuale cruciale: la mancata impugnazione specifica in appello di un punto della sentenza di primo grado determina la sua definitività (cosiddetto giudicato interno). Il ricorrente, non avendo sollevato la questione della nullità in appello, non ha potuto farla valere in Cassazione. La Corte ha inoltre ribadito che, in questi casi, la nullità è solitamente parziale e non totale.
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Credito fittizio: parcella revocata se copre terzi
La Corte di Cassazione conferma la revoca di un'ammissione al passivo fallimentare. Un credito di un professionista, inizialmente approvato, è stato escluso dopo la scoperta che si trattava di un credito fittizio, destinato a remunerare l'attività di mediazione creditizia abusiva svolta da un terzo soggetto. La Corte ha stabilito che, una volta accertata la causa illecita dell'intera pretesa, il credito deve essere interamente revocato, senza che si possa ravvisare una contraddizione nella motivazione.
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Ricorso inammissibile se non si impugna una ratio
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché il ricorrente non ha contestato una delle plurime e autonome ragioni (ratio decidendi) su cui si fondava la decisione del giudice di merito. Il caso riguarda la richiesta di ammissione al passivo fallimentare di una società che aveva pagato debiti della fallita, basata su un presunto accordo verbale di accollo non provato. La Suprema Corte ribadisce che, se una decisione poggia su più motivazioni indipendenti, l'omessa impugnazione anche di una sola di esse rende inutile l'esame delle altre, determinando l'inammissibilità del ricorso per carenza di interesse.
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Azione revocatoria: nessun subentro nei contratti
La Corte di Cassazione chiarisce che l'azione revocatoria non ha un effetto traslativo della proprietà, ma serve a reintegrare la garanzia patrimoniale per i creditori. Di conseguenza, il fallimento non subentra automaticamente nei contratti, come una locazione, stipulati dal soggetto il cui acquisto è stato revocato. Una società finanziaria si è vista negare il pagamento di canoni di locazione in prededuzione dal fallimento, poiché il contratto era stato firmato con l'acquirente di un'azienda, il cui acquisto è stato poi reso inefficace tramite azione revocatoria.
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Autonomia patrimoniale e liquidazione societaria
La Corte di Cassazione chiarisce che lo scioglimento di una società di persone non comporta l'automatico trasferimento dei beni al socio superstite. In virtù del principio di autonomia patrimoniale, è sempre necessaria la fase di liquidazione per tutelare i creditori sociali prima di soddisfare quelli personali del socio. La sentenza cassa la decisione di merito che aveva erroneamente attribuito un immobile sociale al patrimonio del socio, consentendo l'azione dei suoi creditori personali su di esso.
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Garanzia autonoma: quando chiedere la restituzione
Una società installatrice di un impianto fotovoltaico ha agito in giudizio per ottenere la restituzione di una somma escussa dal committente a titolo di garanzia autonoma per mancata produzione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la domanda di restituzione è inammissibile se l'attore non allega e prova di aver prima rimborsato la banca garante. Questo principio si applica specificamente al contratto di garanzia autonoma.
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Porte non omologate: fornitura è inadempimento grave
Una società alberghiera ha rifiutato il pagamento di una fornitura di porte antincendio perché prive del certificato di omologazione. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del rifiuto, stabilendo che la consegna di **porte non omologate** costituisce un grave inadempimento contrattuale. La mancanza della certificazione, obbligatoria per legge, rende il bene inidoneo alla sua funzione di sicurezza e non conforme alla normativa, giustificando la sospensione del pagamento da parte dell'acquirente.
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Conflitto di interessi nel contratto: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di conflitto di interessi tra due società fallite, legate da rapporti familiari tra gli amministratori. La società locataria, fallita, sosteneva l'annullabilità dei contratti di locazione. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che il solo legame di parentela o un affare svantaggioso non sono sufficienti a dimostrare un conflitto di interessi. È necessaria la prova di un interesse personale incompatibile con quello sociale. Inoltre, ha confermato che l'ex locatario deve corrispondere un'indennità pari al canone fino alla restituzione effettiva dell'immobile, anche dopo il recesso dal contratto.
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Notifica imprenditore individuale: le regole della Corte
La Corte di Cassazione chiarisce le modalità per la notifica a un imprenditore individuale. La sentenza stabilisce che, una volta individuato il comune di residenza, la notifica dell'atto è valida sia se effettuata presso l'abitazione sia presso la sede dell'impresa, senza un ordine di preferenza tra i due luoghi. Il caso nasce da un ricorso di un condominio contro la decisione di un Tribunale che aveva annullato una notifica perché eseguita presso la sede dell'impresa in un comune che, erroneamente, riteneva diverso da quello di residenza dell'imprenditore.
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Onere della prova in revocatoria: la guida completa
La Corte d'Appello di Roma ha confermato che, nell'azione per la declaratoria di inefficacia di un pagamento ex art. 64 Legge Fallimentare, l'onere della prova della gratuità dell'atto grava sul curatore fallimentare. La semplice produzione di un estratto conto che attesta il pagamento, senza ulteriori elementi che dimostrino l'assenza di una controprestazione (come l'esame delle scritture contabili), non è sufficiente a soddisfare tale onere, specialmente a fronte della contestazione della controparte.
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Sanzioni apparecchi gioco: la Cassazione attende
La Corte di Cassazione ha sospeso un procedimento relativo a sanzioni per apparecchi da gioco. Il caso riguarda il titolare di un'attività commerciale multato per aver messo a disposizione PC e totem che permettevano la connessione a siti di gioco online. La Corte d'Appello aveva confermato la sanzione, ritenendo sufficiente la mera potenzialità di collegamento. Tuttavia, la Cassazione ha rinviato la decisione, in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legittimità della normativa che prevede tali sanzioni per apparecchi da gioco.
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Inopponibilità transazione: la Cassazione annulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello relativa all'inopponibilità della transazione stipulata da una società poi fallita. Il curatore fallimentare aveva richiesto la restituzione di una somma, contestando la causa del pagamento. La Suprema Corte ha rilevato che la motivazione della corte d'appello era intrinsecamente illogica e contraddittoria, avendo confuso i presupposti dell'azione per simulazione con quelli per la ripetizione di indebito. Questa confusione ha portato a un'errata applicazione delle norme sulla data certa e sulla posizione del curatore, rendendo necessaria la cassazione con rinvio per un nuovo esame.
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Compenso professionista fallimento: quando è negato?
Un professionista ha richiesto il pagamento per aver attestato un piano di concordato preventivo per una società poi fallita. La Corte di Cassazione ha confermato il diniego del suo credito, stabilendo che il compenso professionista fallimento non è dovuto se la prestazione risulta inadeguata e inutile per i creditori. La Corte ha validato l'eccezione di inadempimento sollevata dal curatore, sottolineando che l'onere di provare la diligenza professionale spetta al creditore stesso.
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