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Diritto Commerciale

Fideiussione confidi minori: valida per debiti fiscali
La Corte di Cassazione ha stabilito la validità della fideiussione confidi minori emessa a garanzia di debiti fiscali. L'ordinanza ribalta la decisione di un tribunale territoriale che aveva dichiarato nulla la garanzia, affermando che tale attività non è riservata ai soli intermediari finanziari vigilati. La pronuncia si allinea a un precedente fondamentale delle Sezioni Unite, chiarendo che i consorzi di garanzia fidi minori possono legittimamente rilasciare fideiussioni per crediti non bancari.
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Pagamenti piano di rientro: revocatoria e termini d’uso
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8384/2025, ha chiarito che i pagamenti effettuati da un'azienda poi finita in amministrazione straordinaria, sulla base di un piano di rientro per debiti pregressi, sono soggetti ad azione revocatoria. Tali pagamenti non rientrano nell'esenzione prevista per le operazioni nei 'termini d'uso', poiché non sono corrispettivi di forniture correnti ma mirano a sanare un'insolvenza già manifestata. Viene inoltre precisato che il termine di prescrizione per l'azione, in questo contesto, è di cinque anni e decorre dall'approvazione del programma di cessione aziendale.
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Potere sanzionatorio Consob: i termini per agire
Un ex amministratore di un istituto di credito, sanzionato dall'autorità di vigilanza finanziaria per irregolarità nella vendita di obbligazioni subordinate, aveva ottenuto l'annullamento della multa in appello per tardività della contestazione. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell'autorità, ha ribaltato la decisione. Ha chiarito che il termine per esercitare il potere sanzionatorio Consob non decorre dalla generica conoscenza di una crisi bancaria, ma dal momento in cui l'indagine specifica sulla violazione è completata. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
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Credito prededucibile: sì anche senza concordato aperto
Una società di servizi ha ottenuto il riconoscimento del suo credito come prededucibile nei confronti di un'impresa in amministrazione straordinaria. Il credito era sorto nel periodo successivo alla presentazione di una domanda di concordato preventivo "con riserva" da parte dell'impresa, ma prima dell'effettiva apertura della procedura, che di fatto non è mai avvenuta. L'impresa debitrice ha contestato la prededuzione, sostenendo la mancanza di un nesso funzionale con una procedura mai iniziata. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il credito prededucibile previsto dall'art. 161, comma 7, della Legge Fallimentare ha natura "legale" e non "funzionale". La sua finalità è tutelare la continuità aziendale, garantendo i fornitori che continuano a operare con l'impresa in crisi, a prescindere dall'esito della domanda di concordato.
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Giudicato su precetto: preclusione a nuove opposizioni
La Cassazione chiarisce che il giudicato formatosi su una prima opposizione a precetto impedisce di sollevare nuove contestazioni in un'opposizione a un secondo precetto basato sul medesimo titolo esecutivo, anche se con prospettazioni diverse. Il caso riguarda la successione nel debito di una società a seguito di operazioni straordinarie. La Corte ha stabilito che la preclusione del giudicato copre ogni questione sulla titolarità passiva del debito, rendendo il secondo precetto una mera rinnovazione del primo.
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Firma assegno aziendale: chi paga il debito?
La Corte di Cassazione chiarisce che la firma su un assegno aziendale, se apposta senza specificare di agire in nome e per conto della società, comporta la responsabilità personale del firmatario. In un caso di assegni emessi da un delegato su un conto di una cooperativa, i giudici hanno stabilito che l'obbligazione cartolare sorge in capo a chi firma, basandosi sul principio di letteralità del titolo. La conoscenza da parte del creditore del rapporto di delega è irrilevante se non risulta dal documento stesso.
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Potere sanzionatorio Consob: i termini per agire
La Corte di Cassazione chiarisce i termini per l'esercizio del potere sanzionatorio Consob. La mera conoscenza di un'ispezione di un'altra autorità non fa decorrere il termine di decadenza di 180 giorni. È necessario il completamento dell'istruttoria da parte della Commissione per l'accertamento dell'illecito. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva annullato una sanzione per tardività, stabilendo principi chiave sulla distinzione tra constatazione e accertamento del fatto.
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Potere sanzionatorio Consob: i termini per agire
La Corte di Cassazione interviene sul tema del potere sanzionatorio Consob, chiarendo la decorrenza dei termini di decadenza. In un caso riguardante la sanzione a un consigliere di una banca, la Corte ha stabilito che il termine per la contestazione non decorre dalla mera conoscenza di una situazione critica, ma dal momento in cui l'autorità conclude la propria attività istruttoria e accerta pienamente i fatti. La sentenza di merito, che aveva annullato la sanzione per tardività, è stata cassata con rinvio.
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Potere sanzionatorio Consob: i termini per agire
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che aveva cancellato una sanzione a un ex direttore di banca. Il caso riguarda il potere sanzionatorio Consob e la decorrenza dei termini per la contestazione. La Suprema Corte ha stabilito che il termine non decorre dalla semplice conoscenza generica di un problema, ma dal momento in cui l'Autorità completa l'istruttoria necessaria a verificare la specifica violazione, distinguendo tra 'constatazione' e 'accertamento' del fatto.
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Potere sanzionatorio Consob: quando inizia a decorrere?
La Corte di Cassazione interviene sul tema del potere sanzionatorio Consob, annullando una decisione della Corte d'Appello che aveva dichiarato la decadenza dell'autorità di vigilanza per tardività. La Suprema Corte ha stabilito che il termine per la contestazione di una violazione non decorre dalla mera conoscenza di una situazione di crisi di un istituto di credito, ma dal momento in cui l'autorità completa l'attività istruttoria specifica, necessaria a verificare la sussistenza dell'infrazione. Viene così ribadita la differenza tra la semplice acquisizione di un fatto e il suo completo accertamento ai fini sanzionatori.
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Potere sanzionatorio Consob: i termini per agire
La Corte di Cassazione interviene sul tema del potere sanzionatorio Consob, chiarendo la decorrenza dei termini per la contestazione delle violazioni. Il caso riguarda una sanzione inflitta a un ex amministratore di un istituto di credito, annullata in appello per presunta tardività dell'azione di vigilanza. La Suprema Corte ha cassato la decisione, stabilendo che il termine per contestare un illecito non decorre dalla generica conoscenza di difficoltà della banca, ma dal momento in cui l'autorità completa l'attività istruttoria specifica sulla violazione contestata, distinguendo nettamente i diversi ambiti di vigilanza.
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Improcedibilità del ricorso: errore fatale in appello
Una società in fallimento propone ricorso in Cassazione contro una società di gestione aeroportuale per una controversia su un contratto di marketing. La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità del ricorso a causa di un errore procedurale decisivo: il mancato deposito della copia notificata della sentenza d'appello. La decisione sottolinea come il rispetto rigoroso delle norme processuali sia fondamentale, evidenziando che un vizio di forma può precludere l'esame del merito della causa, rendendo vane le ragioni sostanziali delle parti.
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Restituzione ramo d’azienda: quando il rifiuto è lecito
Una società concedente rifiutava la restituzione di un ramo d'azienda per attività di ristorazione, adducendo danni significativi. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione d'appello favorevole alla concedente, poiché i giudici di merito avevano erroneamente basato la loro valutazione solo sui danni all'immobile, trascurando completamente quelli, più ingenti, relativi al compendio aziendale. La Suprema Corte ha stabilito che per giustificare il rifiuto della restituzione ramo d'azienda, la valutazione della gravità dell'inadempimento dell'affittuario deve essere completa e non parziale, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Inopponibilità scrittura privata: il curatore è terzo
La Corte d'Appello di Roma ha confermato l'inopponibilità di una scrittura privata di riduzione del canone d'affitto al fallimento del locatore. La decisione si fonda sulla qualifica del curatore fallimentare come terzo rispetto agli atti del fallito. Di conseguenza, l'accordo, per essere efficace nei confronti della massa dei creditori, necessitava di una data certa anteriore alla dichiarazione di fallimento, onere probatorio non assolto dalla società affittuaria.
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Licenza apparecchi da gioco: obbligatoria in sale scommesse
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione amministrativa a carico del titolare di una sala scommesse che aveva installato apparecchi da intrattenimento senza la specifica licenza apparecchi da gioco prevista dall'art. 88 TULPS. Secondo la Corte, la licenza generica per esercizi pubblici (ex art. 86 TULPS) non è sufficiente per i locali in cui si raccolgono anche scommesse, data la maggiore pericolosità sociale e la necessità di controlli più stringenti. La decisione ribadisce che le diverse autorizzazioni in materia di giochi e scommesse non sono intercambiabili.
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Fideiussore consumatore: il collegamento funzionale
La Corte di Cassazione ha stabilito che il garante di un debito societario non può essere qualificato come fideiussore consumatore se esiste un forte 'collegamento funzionale' con la società. Nel caso specifico, il garante era socio di maggioranza (95%) e amministratore unico, agendo quindi per scopi professionali e non privati. La Corte ha rigettato il ricorso, negando l'applicazione delle tutele del consumatore, come il foro di competenza esclusivo. Sono state respinte anche le eccezioni relative a nullità antitrust e usura per mancanza di prove specifiche.
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Proporzionale etnica: obbligo per aziende private?
Una società di trasporti privata, concessionaria di un servizio pubblico nella Provincia di Bolzano, ha contestato l'obbligo di applicare la "proporzionale etnica" nelle assunzioni. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che tale principio a tutela delle minoranze linguistiche si applica anche alle imprese private che svolgono funzioni pubbliche precedentemente gestite dallo Stato. La decisione si fonda su un'interpretazione estensiva della norma, che privilegia la funzione esercitata rispetto alla natura giuridica privata dell'impresa, bilanciando la libertà economica con i principi costituzionali.
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Onere della prova fallimento: la Cassazione decide
Un'impresa appaltante ha richiesto l'ammissione al passivo del fallimento di una subappaltatrice per crediti derivanti da inadempimenti e pagamenti indebiti. La sua domanda è stata respinta perché non ha soddisfatto l'onere della prova. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo l'ampia discrezionalità del giudice di merito nella valutazione delle prove documentali e nel rigetto di istanze istruttorie non ritenute decisive, consolidando i principi sull'onere della prova nel fallimento.
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Abuso del diritto nel recesso: la Cassazione chiarisce
Una società di servizi contestava il recesso da un rapporto commerciale ventennale, sostenendo un abuso del diritto da parte del partner. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per vizi procedurali, confermando che l'esercizio di una facoltà di recesso prevista dal contratto è legittimo se non vengono sollevate e provate correttamente, nei gradi di merito, specifiche violazioni della buona fede. La decisione sottolinea l'importanza di rispettare le regole processuali nell'impugnazione, che prevalgono sull'analisi di merito se non correttamente formulate.
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Risarcimento del danno e prelazione: la prova decisiva
Una società affittuaria di un'azienda di distribuzione carburanti ha citato in giudizio la società concedente per la violazione del diritto di prelazione. La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di risarcimento del danno per mancato guadagno, sottolineando che l'attore non aveva fornito prove concrete del pregiudizio subito. La sentenza chiarisce che, per ottenere il risarcimento del danno, non basta dimostrare l'inadempimento, ma è necessario provare l'esistenza effettiva del danno ('an'), non potendo il giudice ricorrere a una valutazione equitativa in assenza di tale prova fondamentale.
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