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Diritto Commerciale

Responsabilità società in house e affidamento
Un'impresa avvia un progetto basandosi sulle rassicurazioni di una società portuale, ente 'in house' del Comune. Quando il progetto si rivela irrealizzabile per vincoli urbanistici, la Corte di Cassazione interviene. Con l'ordinanza n. 13003/2025, stabilisce che la responsabilità della società in house è aggravata. Essendo 'longa manus' della P.A., non può scaricare sul privato l'onere di una diligenza che essa stessa non ha avuto, tutelando così l'affidamento del cittadino.
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Fideiussione ABI: nullità parziale e onere prova
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha confermato il principio della nullità parziale per i contratti di fideiussione che contengono clausole contrarie alla normativa antitrust, conformi al modello ABI 2003. Il caso riguardava l'opposizione di alcuni fideiussori a un decreto ingiuntivo di una banca. La Corte ha stabilito che la nullità colpisce solo le clausole specifiche e non l'intero contratto, a meno che il fideiussore non fornisca la prova decisiva che non avrebbe mai firmato l'accordo senza quelle clausole. Viene inoltre ribadito che la mancata consegna di una copia del contratto al cliente non ne comporta la nullità.
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Interpretazione contratto e vizio di motivazione
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d'Appello per un errore nell'interpretazione di un contratto transattivo tra due società. La Corte ha stabilito che i giudici di merito avevano travisato la volontà delle parti, leggendo nel documento una condizione sospensiva che in realtà non esisteva. La corretta interpretazione del contratto, basata sul dato letterale, indicava una rinuncia immediata ad ogni ulteriore pretesa. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Impugnazione penali contrattuali: limiti in Cassazione
Un'impresa fornitrice di prodotti alimentari a scuole ha contestato le penali applicate da un ente pubblico per presunte non conformità. La società ha impugnato la decisione, mettendo in discussione l'interpretazione del contratto e le modalità di verifica. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso principale inammissibile, ribadendo che non può rivalutare i fatti né l'interpretazione contrattuale del giudice di merito. La decisione chiarisce i rigidi limiti dell'impugnazione penali contrattuali in sede di legittimità.
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Surrogazione del creditore: la procedura corretta
La Corte di Cassazione chiarisce la procedura corretta per la surrogazione del creditore in un'amministrazione straordinaria. Una società assicuratrice, avendo pagato un debito per conto di un'impresa insolvente, ha presentato una domanda di ammissione al passivo. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che, essendo il credito originario già stato ammesso, la società avrebbe dovuto avviare una procedura di rettifica dello stato passivo per sostituirsi al creditore originario, e non presentare una nuova domanda di ammissione.
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Cessione contratto di locazione: analisi della Cass.
Una società che affitta un ramo d'azienda contesta il pagamento delle spese condominiali, sostenendo di non essere subentrata nel contratto di locazione dell'immobile. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 7544/2025, dichiara il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri: l'appellante non ha contestato una ratio decidendi autonoma della sentenza d'appello e la richiesta di una nuova interpretazione del contratto esula dai poteri della Corte. L'ordinanza ribadisce che la cessione contratto di locazione può essere implicita e che il godimento del bene comporta l'obbligo di pagare gli oneri accessori.
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Estinzione del giudizio: accordo tra le parti in Cassazione
Una società della grande distribuzione aveva proposto ricorso in Cassazione contro una società di ristorazione per una controversia relativa al pagamento di utenze. Prima dell'udienza, le parti hanno raggiunto un accordo, presentando un atto congiunto per chiedere l'estinzione del giudizio. La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta, dichiarando il processo estinto senza pronunciarsi nel merito e compensando le spese legali come concordato tra le parti.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: oneri e termini
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità di un ricorso a causa del mancato deposito della copia autentica della sentenza impugnata e della relativa relata di notifica. La vicenda riguardava una richiesta di pagamento avanzata da un erede nei confronti di una società. Dopo una sentenza di secondo grado sfavorevole, l'erede ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, la Suprema Corte ha rilevato il vizio procedurale, sottolineando come tale adempimento sia essenziale per permettere al giudice di verificare la tempestività dell'impugnazione. Di conseguenza, l'improcedibilità del ricorso Cassazione ha reso inefficace anche il ricorso incidentale presentato dalla società.
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Patto di opzione: validità e valutazione dei fatti
Una società affittuaria di un'azienda esercitava il diritto di acquisto previsto da un patto di opzione. La società locatrice si opponeva, contestando la validità dell'opzione e l'inclusione di alcuni beni. I tribunali di primo e secondo grado davano ragione all'acquirente. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della venditrice, sottolineando che i motivi di ricorso non possono mirare a un riesame dei fatti già accertati dai giudici di merito, ma devono limitarsi a censure di legittimità.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?
La Cassazione dichiara inammissibile un regolamento di competenza contro il diniego di sospensione del processo. L'ordinanza chiarisce che tale rimedio è inammissibile sia per tardività, in quanto notificato oltre i termini di legge, sia per la natura del provvedimento impugnato, non essendo previsto dall'art. 42 c.p.c. per il mero rigetto di un'istanza di sospensione.
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Revoca finanziamenti: quando l’impresa perde il bonus
Un'azienda agricola ha subito la revoca di finanziamenti pubblici destinati all'imprenditoria femminile per non aver rispettato i livelli occupazionali richiesti. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, respingendo il ricorso dell'imprenditrice. La sentenza stabilisce che il mancato raggiungimento degli obiettivi occupazionali costituisce un inadempimento grave che giustifica la revoca del contributo, senza che l'impresa possa invocare il principio del legittimo affidamento.
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Revoca contributi pubblici: guida alla rendicontazione
La Corte di Cassazione ha confermato la revoca di un contributo pubblico di 500.000 euro a una società di telecomunicazioni. La decisione si basa sulla mancata conformità della documentazione di spesa e della contabilità ai requisiti del bando. L'ordinanza sottolinea che il ricorso in Cassazione non può limitarsi a contestare l'interpretazione dei fatti data dai giudici di merito, ma deve basarsi su precise violazioni di legge. Il caso è un monito sull'importanza di una rigorosa rendicontazione per evitare la revoca dei contributi pubblici.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte di Appello per motivazione apparente. Il caso riguardava l'impugnazione di un lodo arbitrale che condannava un imprenditore e una società per la mancata comunicazione di una cessione di quote, considerata una violazione della buona fede. La Cassazione ha ritenuto che la Corte di Appello non avesse esaminato adeguatamente i motivi di ricorso, limitandosi a formule generiche, e ha rinviato la causa per un nuovo esame.
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Liquidazione equitativa danno: limiti del giudice
Una società finanziaria ha citato in giudizio un'azienda di telecomunicazioni per l'interruzione della linea telefonica. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7622/2025, ha confermato la legittimità della liquidazione equitativa del danno per la perdita di utili, sottolineando l'ampia discrezionalità del giudice di merito. Tuttavia, ha cassato la sentenza d'appello nella parte in cui riduceva le spese di primo grado senza uno specifico motivo di impugnazione, riaffermando il divieto di reformatio in pejus.
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Abbonamento stadio: nessun rimborso se il biglietto costa meno
Un tifoso ha citato in giudizio una società sportiva perché il suo abbonamento stadio non ha comportato un risparmio economico rispetto all'acquisto dei singoli biglietti. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla società, stabilendo che il contratto di abbonamento non implica una garanzia di convenienza economica. I principali vantaggi dell'abbonamento risiedono nella certezza del posto, nel diritto di prelazione per altre competizioni e in altre comodità, non in un risparmio garantito, salvo che non sia esplicitamente previsto dalle condizioni contrattuali.
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Soglia di fallibilità: il debito fiscale conta sempre
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito un principio cruciale in materia di soglia di fallibilità. Il caso riguardava una società dichiarata fallita il cui liquidatore sosteneva che recenti debiti fiscali, divenuti definitivi poco prima della dichiarazione, non dovessero essere conteggiati perché non ancora iscritti in bilancio. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che per valutare il superamento della soglia debitoria, rileva la situazione patrimoniale al momento della dichiarazione di fallimento, e la prova del debito può provenire da qualsiasi documento, inclusi gli avvisi di accertamento fiscali, a prescindere dalla loro registrazione contabile.
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Privilegio speciale: quando è negato al credito ammesso
Una società di gestione aeroportuale ha richiesto l'ammissione al passivo di una compagnia aerea in amministrazione straordinaria per alcuni crediti, domandando il riconoscimento di un privilegio speciale. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito di negare il privilegio per i servizi aeroportuali, poiché non era stato provato il collegamento specifico tra il credito e i singoli beni (aeromobili) interessati. La Corte ha chiarito che l'ammissione del credito e il riconoscimento del privilegio sono due accertamenti distinti che richiedono prove separate. È stato invece confermato il privilegio per il credito relativo all'addizionale comunale sui diritti di imbarco, data la sua natura tributaria.
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Revocatoria Fallimentare: accordo inefficace?
Una società si oppone a un decreto ingiuntivo sulla base di un accordo transattivo pre-fallimento. La curatela contesta tale accordo con una revocatoria fallimentare. La Corte di Cassazione, rilevando la complessità della materia, non decide nel merito ma trasferisce la causa alla sezione specializzata in diritto fallimentare, sottolineando la specificità delle norme su revocatoria e compensazione.
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Success Fee: quando spetta la commissione al consulente?
Un consulente finanziario introduce un investitore a un'azienda cliente. L'investitore inizialmente rifiuta, ma in seguito conclude un accordo con l'azienda tramite altri intermediari. La Corte di Cassazione ha negato il diritto del consulente alla success fee, stabilendo che la semplice presentazione non è sufficiente. Per maturare la commissione, è necessario che il consulente abbia dato avvio a trattative concrete, creando un nesso di causalità diretto con l'operazione finale, nesso che in questo caso si era interrotto.
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Società di Fatto: Scioglimento per Morte e Quota
La Corte di Cassazione ha analizzato il caso di una società di fatto tra due fratelli, scioltasi per la morte di uno di essi. La Corte ha stabilito che, in una società di due persone, la morte di un socio provoca lo scioglimento della società. Di conseguenza, spetta al socio superstite liquidare la quota del defunto in favore degli eredi, e non viceversa. La Corte d'Appello aveva erroneamente considerato questa argomentazione come un'eccezione nuova inammissibile, portando alla cassazione della sua sentenza.
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