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Diritto Commerciale

Trasferimento d’azienda: quando scatta il recesso?
In un caso di trasferimento d'azienda con efficacia differita, la Corte di Cassazione affronta la complessa questione del termine per il recesso del terzo contraente (una banca). A fronte di una comunicazione anticipata del trasferimento, la Corte non decide nel merito ma, data l'assenza di precedenti, rinvia la causa a pubblica udienza per approfondire se il termine decorra dalla comunicazione o dalla data di efficacia del trasferimento.
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Canone concessione gas: obbligo di pagamento in proroga
Una società di distribuzione del gas ha contestato l'obbligo di continuare a pagare un canone di concessione durante la proroga legale del contratto, in attesa di una nuova gara. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2352/2024, ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'obbligo di pagamento del canone concessione gas permane. La Corte ha chiarito che l'ordinamento giuridico offre al concessionario altri strumenti di tutela, come la rinegoziazione del contratto o l'azione di risarcimento danni contro l'ente pubblico inadempiente, per riequilibrare eventuali svantaggi economici derivanti dalla proroga.
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Interessi compensativi: quando iniziano a decorrere?
Un'istituzione finanziaria è stata condannata in appello a risarcire un'associazione per investimenti in obbligazioni rischiose. L'associazione, tramite ricorso incidentale in Cassazione, ha sollevato una questione sulla data di decorrenza degli interessi compensativi. La Suprema Corte, ritenendo la questione di particolare rilevanza, ha rinviato la causa a pubblica udienza senza decidere nel merito, per approfondire il calcolo del danno da lucro cessante.
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Prescrizione del credito: la firma è essenziale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2335/2024, ha rigettato il ricorso di una società creditrice, confermando l'estinzione del suo diritto per intervenuta prescrizione del credito. Il caso verteva sull'efficacia di lettere di messa in mora non sottoscritte dal mittente. La Corte ha stabilito che la firma è un elemento essenziale dell'atto, la cui assenza impedisce di attribuire la paternità della dichiarazione e, di conseguenza, di produrre l'effetto interruttivo della prescrizione. Di conseguenza, il credito è risultato irrimediabilmente prescritto.
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Competenza fideiussione antitrust: la Cassazione decide
Un'ordinanza della Cassazione stabilisce la corretta divisione della competenza per fideiussione antitrust in un'opposizione a decreto ingiuntivo. Il tribunale ordinario che ha emesso il decreto mantiene la competenza sull'opposizione, mentre la sezione specializzata imprese giudica solo la domanda riconvenzionale di nullità per violazione delle norme antitrust, con possibile separazione e sospensione dei giudizi.
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Responsabilità amministrativa: la Corte dei Conti decide
Le Sezioni Unite della Cassazione confermano la giurisdizione della Corte dei Conti in un caso di danno erariale causato da amministratori comunali tramite lettere di patronage a favore di una società partecipata. La sentenza chiarisce i confini della responsabilità amministrativa e i limiti del sindacato giurisdizionale sulle scelte discrezionali della pubblica amministrazione, affermando che la responsabilità deriva dalla funzione pubblica esercitata, a prescindere da doppi incarichi.
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Titolarità del diritto: Cassazione e merito del caso
Una società in amministrazione straordinaria si opponeva all'ammissione di un credito bancario garantito. Il Tribunale ammetteva il credito basandosi su un precedente giudicato interno alla procedura (endofallimentare). La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la titolarità del diritto è una questione di merito fondamentale che il giudice può e deve sempre valutare, anche d'ufficio, superando i limiti del giudicato endofallimentare. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame.
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Accesso agli atti società di collecting: la giurisdizione
Un artista si è visto negare da una società di gestione collettiva l'accesso ai documenti contabili sulle royalties. La Corte di Cassazione, decidendo sulla giurisdizione, ha stabilito che la competenza spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo. La decisione si fonda sulla natura privatistica della società, che opera in un mercato liberalizzato, e su una norma specifica che devolve tutte le controversie relative alle sue attività alla giurisdizione ordinaria. Pertanto, il diritto di accesso agli atti di una società di collecting deve essere fatto valere davanti al tribunale civile.
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Responsabilità solidale ATI: la Cassazione conferma
Un'impresa membro di un'Associazione Temporanea di Imprese (ATI) ha contestato la propria responsabilità per un debito di fornitura contratto dalla società consortile creata per eseguire un appalto pubblico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, affermando il principio di responsabilità solidale ATI. È stato chiarito che la costituzione di una società consortile a responsabilità limitata è uno strumento meramente organizzativo che non può schermare le imprese originarie dalla loro responsabilità legale verso fornitori e subappaltatori, come previsto dalla normativa speciale sugli appalti pubblici.
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Giurisdizione giudice ordinario per contratti pubblici
Una società fornitrice di servizi alla Pubblica Amministrazione ha contestato la modifica unilaterale del regime IVA applicato a un contratto d'appalto. La Corte di Cassazione, risolvendo un conflitto, ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario. La controversia è stata qualificata come inadempimento contrattuale relativo alla fase esecutiva dell'appalto, e non come una questione puramente fiscale, escludendo così la competenza del giudice tributario.
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Obbligo di segnalazione: quando scatta per il commercialista
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo di segnalazione per un commercialista sussiste anche quando solo una parte delle operazioni del cliente appare sospetta. Il caso riguardava un professionista che non aveva segnalato ingenti e sistematici prelievi in contanti (oltre 12 milioni di euro) da parte di una società sua cliente, operante nel settore dei rottami ferrosi. La Corte ha chiarito che la successiva vendita della merce con metodi tracciabili non elimina il sospetto generato dall'uso anomalo di contante per gli acquisti, configurando un forte 'indice di anomalia' che impone la segnalazione antiriciclaggio.
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Contributo ambientale imballaggi: la guida completa
La Corte di Cassazione chiarisce i confini di applicazione del contributo ambientale imballaggi. Con l'ordinanza n. 2145/2024, ha stabilito che i contenitori industriali durevoli, utilizzati all'interno di un ciclo produttivo per beni non ancora qualificabili come 'merce' destinata al mercato, non sono considerati 'imballaggi' e sono quindi esenti dal contributo. La Corte distingue tali beni dagli 'imballaggi riutilizzabili', caratterizzati da un numero minimo di rotazioni e un ciclo di vita più breve.
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Patto di manleva: limiti e varianti nell’appalto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2148/2024, ha definito i limiti di un patto di manleva in un contratto di appalto. Una società acquirente, che aveva commissionato lavori aggiuntivi, ha chiesto il rimborso dei costi alla società venditrice in virtù di una clausola di manleva. La Corte ha stabilito che la manleva copre solo le varianti rientranti nell'alea fisiologica del contratto originario e non le opere completamente nuove ed extracontrattuali, ordinate direttamente dall'acquirente. Di conseguenza, ha respinto il ricorso, confermando che i costi per tali opere aggiuntive restano a carico di chi le ha commissionate.
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Associazione in partecipazione: onere della prova
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di associazione in partecipazione per la gestione di un'attività di ristorazione. La Corte ha cassato la sentenza di merito per vizio di motivazione, evidenziando che il giudice non può ignorare un credito vantato dagli associati senza una spiegazione logica e non può fondare l'esistenza di un ammanco di cassa sul principio di non contestazione quando è stata disposta una consulenza tecnica d'ufficio e sono state sollevate specifiche critiche alle sue conclusioni.
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Garanzia soci: firma ‘in proprio’ vincola anche loro
In un caso riguardante una garanzia soci, la Corte di Cassazione ha stabilito che l'espressione 'in proprio' in un contratto crea un'obbligazione personale per i firmatari, distinta da quella della società che rappresentano. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva dato un'interpretazione illogica e priva di significato alla clausola, violando i principi di interpretazione letterale e di conservazione del contratto. La causa è stata rinviata per una nuova valutazione.
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Riassunzione del processo: il termine decorre dalla PEC
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2028/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla riassunzione del processo sospeso per una questione di legittimità costituzionale. Il caso riguardava l'impugnazione di sanzioni amministrative in cui il giudizio era stato sospeso. La Corte d'Appello aveva dichiarato estinto il processo per tardiva riassunzione, calcolando il termine dalla pubblicazione della decisione della Corte Costituzionale in Gazzetta Ufficiale. La Cassazione ha annullato tale decisione, riaffermando il principio consolidato secondo cui il termine per la riassunzione del processo decorre non dalla pubblicazione, ma dalla comunicazione formale dell'esito da parte della cancelleria del giudice alle parti, a tutela della certezza del diritto e del diritto di difesa.
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Trasferimento d’azienda: limiti alla deroga al 2112
La Corte di Cassazione ha stabilito che nel trasferimento d'azienda di un'impresa in amministrazione straordinaria che eroga servizi pubblici essenziali, non è possibile derogare al principio di continuità dei rapporti di lavoro (art. 2112 c.c.) escludendo alcuni dipendenti, se la procedura non ha finalità liquidatoria. La decisione si allinea alla direttiva UE 2001/23/CE, proteggendo i diritti dei lavoratori anche in contesti di crisi aziendale volti alla conservazione dell'attività.
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Ne bis in idem: Cassazione e archiviazione penale
Un investitore, sanzionato dall'Autorità di Vigilanza per abuso di informazioni privilegiate, invoca il principio del ne bis in idem davanti alla Cassazione. A seguito di un decreto di archiviazione penale per gli stessi fatti, la Corte emette un'ordinanza interlocutoria per approfondire la complessa questione giuridica, sospendendo la decisione finale per acquisire le osservazioni delle parti.
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Sanzione amministrativa: no alla legge più favorevole
La Corte di Cassazione ha stabilito che una sanzione amministrativa, inflitta a un'attività commerciale per violazione degli orari di chiusura, resta valida anche se una legge successiva abroga l'obbligo. La Corte ha chiarito che nel diritto amministrativo vige il principio "tempus regit actum", per cui si applica la legge in vigore al momento della violazione, escludendo la retroattività della norma più favorevole, salvo casi eccezionali di sanzioni a carattere "punitivo".
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Confisca obbligatoria: quando è sempre legittima
Una società subisce la confisca obbligatoria di lingotti preziosi dopo aver pagato una sanzione pecuniaria in misura ridotta. La Cassazione chiarisce che questo tipo di confisca è legittima anche senza un'ordinanza-ingiunzione per la sanzione principale, poiché la natura della violazione la rendeva un atto dovuto.
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