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Diritto Commerciale

Interdittiva antimafia: estinzione del processo

Una società operante nel settore medicale, colpita da un’interdittiva antimafia, ha impugnato il provvedimento fino alla Corte di Cassazione. Tuttavia, prima della decisione, la società ha rinunciato al ricorso a seguito di un riesame della misura da parte della Prefettura. Di conseguenza, le Sezioni Unite della Cassazione hanno dichiarato l’estinzione del processo, chiarendo anche le implicazioni procedurali riguardo alle spese e al contributo unificato.

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Dolosa esagerazione del danno: onere della prova

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di presunta dolosa esagerazione del danno da parte dell’assicurato, spetta alla compagnia assicurativa dimostrare l’intento fraudolento. La sola differenza tra il valore del danno dichiarato e quello accertato non è sufficiente a provare il dolo specifico dell’assicurato di ottenere un indennizzo superiore al dovuto. Il ricorso delle compagnie è stato quindi rigettato.

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Sanzione agriturismo: posti a sedere o pasti serviti?

Il titolare di un’azienda agricola ha ricevuto una pesante sanzione agriturismo per aver allestito un numero di posti a sedere superiore a quello autorizzato. In sede di ricorso, ha sostenuto che la violazione dovesse essere legata ai pasti effettivamente serviti. La Corte di Cassazione ha respinto tale interpretazione, confermando che la semplice preparazione di coperti oltre il limite consentito è sufficiente a integrare l’illecito amministrativo, in quanto criterio oggettivo scelto dal legislatore per regolare il settore.

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Ricorso per cassazione: onere della prova testimoniale

La richiesta di risarcimento danni di un’azienda, a causa di un olio lubrificante difettoso, è stata respinta. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso per cassazione inammissibile perché la parte ricorrente non ha riprodotto integralmente le dichiarazioni dei testimoni che, a suo dire, erano state ignorate dal giudice precedente. Questa omissione viola il principio di autosufficienza, confermando che un semplice riassunto delle prove non è sufficiente per la valutazione della loro decisività.

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Accordo transattivo: rinvio udienza in Cassazione

Una compagnia assicurativa aveva presentato ricorso in Cassazione contro il fallimento di una società, a seguito del rigetto della sua domanda di ammissione al passivo. Durante il giudizio, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha disposto il rinvio della causa per consentire alle parti di formalizzare l’accordo e la conseguente rinuncia al ricorso.

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Improcedibilità del ricorso: l'onere della prova

Un’azienda produttrice di macchinari per il riciclo ha perso in Cassazione per un vizio procedurale. Il suo ricorso, basato su presunta concorrenza sleale, è stato dichiarato inammissibile a causa della mancata produzione della sentenza d’appello notificata, evidenziando l’importanza dell’onere della prova formale. La Corte ha ribadito che tale omissione causa l’improcedibilità del ricorso, senza possibilità di sanatoria.

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Omologazione concordato: inammissibile il ricorso

Un creditore ha impugnato l’omologazione di un concordato preventivo, contestando la certezza del proprio credito, l’affidabilità del garante e la copertura dei costi di ripristino ambientale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che le valutazioni sulla fattibilità del piano e sulla capienza patrimoniale del garante sono accertamenti di fatto non sindacabili in sede di legittimità, se sorretti da motivazione adeguata. L’omologazione concordato preventivo è stata quindi confermata.

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Liquidazione giudiziale: via libera senza giudicato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19607/2025, ha stabilito che l’apertura di una liquidazione giudiziale non deve attendere il passaggio in giudicato della decisione che risolve un precedente concordato preventivo. La Corte ha respinto il ricorso di una società, chiarendo che la provvisoria esecutività del provvedimento di risoluzione è sufficiente per avviare la nuova procedura concorsuale, in linea con i principi del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

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Recesso per giusta causa: la Cassazione decide

Un agente, a cui era stato intimato il recesso per giusta causa a seguito di ammanchi di merce, ha impugnato la decisione. La Corte d’Appello ha confermato la legittimità del recesso, condannando l’agente al risarcimento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso finale dell’agente, dichiarando inammissibili le sue nuove argomentazioni legali in quanto non sollevate nei precedenti gradi di giudizio. La sentenza ribadisce che i motivi di ricorso in Cassazione devono vertere su questioni già dibattute.

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Rinnovo tacito contratto: la Cassazione decide

Una società contesta il pagamento di una penale, sostenendo la scadenza di un contratto di fornitura senza un valido rinnovo tacito contratto. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. La Corte chiarisce che, di fronte a clausole ambigue, l’interpretazione deve valorizzare lo scopo pratico dell’accordo e il principio di conservazione, validando così il rinnovo tacito e la relativa clausola penale.

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Accordo transattivo: copre anche le sanzioni fiscali?

Una società fornitrice e una acquirente hanno siglato un accordo transattivo per saldare pagamenti e regolarizzare l’IVA. La fornitrice ha poi pagato sanzioni tramite ravvedimento operoso, chiedendone il rimborso. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, stabilendo che un accordo transattivo onnicomprensivo, se non diversamente specificato, copre tutti gli aspetti economici della controversia, incluse le sanzioni prevedibili, negando così il diritto al rimborso.

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Polizza assicurativa: la decorrenza contrattuale vince

Una società di trasporti si è opposta al pagamento di un premio, sostenendo di aver inviato una disdetta tempestiva. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per calcolare i termini di preavviso, la data di decorrenza indicata nella polizza assicurativa prevale sulla data di sottoscrizione, anche se successiva. Di conseguenza, la disdetta è stata giudicata tardiva e il premio dovuto, poiché la durata del contratto non è influenzata dal momento della firma.

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Equo premio inventore: no a interessi maggiorati

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19724/2025, interviene su un caso riguardante la determinazione dell’equo premio per un inventore dipendente. La Corte ha stabilito che la nuova normativa sugli interessi legali maggiorati (art. 1284, comma 4, c.c.) non si applica retroattivamente ai procedimenti arbitrali per la quantificazione del premio iniziati prima dell’entrata in vigore della legge nel dicembre 2014. La Suprema Corte ha chiarito che il procedimento arbitrale per la liquidazione del compenso è autonomo rispetto a quello per l’accertamento del diritto, e la sua data di inizio è dirimente per l’applicazione della legge. Di conseguenza, è stata cassata la decisione d’appello che aveva applicato tali interessi maggiorati.

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Risarcimento danno diritto d'autore: i criteri

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul risarcimento danno diritto d’autore in un caso di distribuzione non autorizzata di DVD. Una società distributrice ha citato in giudizio un grande gruppo editoriale per aver commercializzato opere senza una valida licenza. La Corte ha confermato la liquidazione del danno basata sul criterio del “prezzo del consenso”, ovvero il compenso che sarebbe stato pattuito per una licenza. Ha rigettato la richiesta di un risarcimento maggiore, basato sulla retroversione degli utili dell’autore della violazione, poiché la società danneggiata non aveva fornito prova di aver subito un mancato guadagno (lucro cessante) specifico.

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Dovere di informazione: debitore ceduto è responsabile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19435/2025, ha stabilito che il debitore ceduto non ha un dovere di informazione extracontrattuale di avvertire il cessionario (es. una banca) dell’inesistenza del credito. Un’azienda era stata condannata per non aver segnalato a una banca la falsità di alcune fatture anticipate. La Suprema Corte ha annullato la decisione, escludendo la responsabilità del debitore per la sua mera inerzia, in quanto il suo silenzio non costituisce un illecito aquiliano né viola i principi di buona fede e correttezza in assenza di un rapporto contrattuale diretto.

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Clausola penale leasing: quando il giudice decide?

Una società utilizzatrice di un immobile in leasing, risultata inadempiente, si opponeva a un decreto ingiuntivo. In giudizio, chiedeva la riduzione della clausola penale prevista dal contratto. La Cassazione ha stabilito che, avendo la stessa società sollevato la questione della penale, il giudice era legittimato a deciderne l’applicabilità, anche senza una richiesta esplicita della società concedente. L’appello sulla presunta iniquità della clausola penale è stato respinto.

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Onere della prova: Cassazione chiarisce i termini

Una società di revisione si opponeva all’esclusione del proprio credito dal passivo di una società fallita. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del fallimento, ha chiarito che l’onere della prova grava interamente sul creditore, il quale deve dimostrare non solo l’incarico ma anche l’effettivo svolgimento della prestazione sin dal ricorso in opposizione, senza possibilità di produrre documenti in un momento successivo, a meno che la curatela non sollevi eccezioni proceduralmente nuove.

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Compenso professionale: rigetto per mancata prova

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un professionista che chiedeva il saldo del suo compenso professionale nell’ambito di un fallimento. La decisione si fonda sulla mancata prova dell’effettiva attività svolta, ritenendo l’acconto già percepito congruo per la prestazione parzialmente eseguita, anche in considerazione della presenza di un altro professionista con un incarico identico.

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Responsabilità amministratore: la Cassazione conferma

Un ex Vice Presidente di una banca cooperativa ha impugnato una sanzione dell’Autorità di Vigilanza Finanziaria per aver omesso informazioni cruciali nei prospetti di un aumento di capitale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la responsabilità amministratore anche se privo di deleghe esecutive. La Corte ha sottolineato il dovere di informarsi attivamente sulla gestione aziendale, specialmente in presenza di “campanelli d’allarme” come anomalie nella valutazione delle azioni e il fenomeno del “capitale finanziato”.

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Prescrizione azione risarcitoria: l'istanza al passivo

Un gruppo di investitori ha citato in giudizio un’autorità di vigilanza per omesso controllo su un intermediario fallito. La Corte di Cassazione sta valutando se la domanda di ammissione al passivo dell’intermediario abbia interrotto la prescrizione dell’azione risarcitoria anche nei confronti dell’autorità, quale coobbligata. La Corte ha rinviato la decisione a una pubblica udienza per un esame approfondito.

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