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Diritto Commerciale

Ne bis in idem: la Cassazione esamina il doppio binario
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato la decisione su un caso cruciale riguardante il principio del ne bis in idem. Un professionista, sanzionato da un'Autorità di vigilanza finanziaria, aveva eccepito che per gli stessi fatti era già stato emesso un decreto di archiviazione in sede penale. La Corte ha ritenuto le questioni sollevate (prescrizione, ne bis in idem europeo, rapporto tra giudicato penale e sanzione amministrativa) meritevoli di approfondimento, concedendo alle parti 60 giorni per presentare ulteriori memorie.
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Indennità di occupazione fallimento: la Cassazione decide
Una società, dopo aver risolto un contratto di affitto d'azienda per inadempimento, si è vista negare gran parte del credito per la successiva occupazione dei locali da parte della curatela fallimentare della ex affittuaria. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 8926/2025, ha ribaltato la decisione. Ha stabilito che l'indennità di occupazione fallimento è sempre dovuta per tutto il periodo di detenzione senza titolo del bene da parte della curatela, configurandosi come responsabilità extracontrattuale. Tale credito, inoltre, va ammesso in prededuzione, a prescindere da una colpa del curatore.
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Notifica nulla: la costituzione sana sempre il vizio
La Corte di Cassazione ha stabilito che una notifica nulla, a causa di un errore sul luogo di destinazione, viene sanata con efficacia retroattiva dalla costituzione in giudizio della controparte. Questo principio si applica anche se la parte si costituisce al solo fine di eccepire il vizio, salvando così l'atto dalla inammissibilità.
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Aliud pro alio: limiti nelle vendite forzate
Una società di navigazione acquistava una nave in una procedura concorsuale, scoprendo poi che la sua capacità di carico era inferiore a quella descritta. La società ha tentato di ottenere un risarcimento sostenendo che si trattasse di una vendita "aliud pro alio" (una cosa per un'altra), unica eccezione alla regola che esclude la garanzia per vizi nelle vendite forzate. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che si ha "aliud pro alio" solo quando il bene è radicalmente diverso o totalmente inidoneo all'uso. Una minore capacità, non alterando la funzione principale della nave, non rientra in questa casistica.
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Credito professionale privilegiato: la Cassazione decide
Un professionista, socio di un'associazione, ha richiesto il riconoscimento del suo credito professionale privilegiato nei confronti di una società in concordato preventivo. La Corte d'Appello aveva negato il privilegio, attribuendo la prestazione all'associazione. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, definendola un'illogica contraddizione. Se il credito è del singolo professionista, il privilegio non può essere negato riconducendo la prestazione a un soggetto terzo, l'associazione, che non era nemmeno parte in causa.
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Insider trading: la prova per presunzioni
Un dirigente viene sanzionato dall'autorità di vigilanza per insider trading sulla base di prove presuntive. La Corte d'Appello annulla la sanzione, invocando il divieto di 'doppia presunzione'. La Corte di Cassazione cassa la decisione, chiarendo che non esiste un divieto assoluto. È legittimo basare una presunzione su un fatto a sua volta provato per via presuntiva, purché il ragionamento logico complessivo sia solido e coerente. La valutazione degli indizi deve essere globale e non frammentaria.
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Crisi da sovraindebitamento: cooperative agricole
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato a una pubblica udienza la decisione su un caso cruciale. La questione centrale riguarda la possibilità per una cooperativa agricola, già soggetta alla procedura di liquidazione coatta amministrativa, di accedere anche alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento. La Corte d'Appello aveva negato tale possibilità, ma la Cassazione ha ritenuto la questione di tale importanza da meritare un approfondimento per garantire un'interpretazione uniforme della legge.
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Crediti in prededuzione: serve il subentro esplicito
Un fornitore di energia chiedeva il riconoscimento dei crediti in prededuzione verso un'impresa in amministrazione straordinaria. La Cassazione ha negato, stabilendo che, anche per servizi essenziali, la semplice continuazione della fornitura non basta: è necessaria una dichiarazione esplicita di subentro nel contratto da parte del commissario per qualificare i crediti anteriori come prededucibili.
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Impossibilità sopravvenuta: quando si risolve un contratto
Una società fornitrice di energia ha richiesto il pagamento per le forniture a un'azienda fallita. La Corte di Cassazione ha confermato la risoluzione del contratto a partire dalla data in cui l'azienda fallita non ha più potuto utilizzare il servizio, a causa del trasferimento dei suoi impianti a terzi. Questo evento ha configurato una impossibilità sopravvenuta di utilizzare la prestazione, giustificando la cessazione dell'obbligo di pagamento da quel momento in poi.
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Interpretazione del contratto: la parola della Cassazione
Due società, parte di un'associazione temporanea di imprese, avevano stipulato un patto accessorio relativo al trasferimento di alcuni dipendenti. A seguito del mancato trasferimento, una società ha fatturato i costi all'altra, ottenendo un decreto ingiuntivo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. L'interpretazione del contratto è stata decisiva: il patto prevedeva che la fatturazione fosse possibile solo dopo una successiva convenzione, mai stipulata. La Corte ha ribadito che non si può chiedere in Cassazione una mera rilettura del contratto, senza indicare la violazione di specifici canoni ermeneutici.
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Valore probatorio fatture: la Cassazione decide
Una società di logistica si opponeva all'esclusione del suo credito dallo stato passivo di una compagnia aerea in amministrazione straordinaria. La Corte di Cassazione chiarisce il valore probatorio delle fatture: se il rapporto contrattuale sottostante non è contestato, le fatture possono costituire prova valida, annullando la decisione del Tribunale che le aveva respinte.
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Insider trading secondario: la prova presuntiva
Un investitore viene sanzionato dall'Autorità di Vigilanza per insider trading secondario. La Corte d'Appello annulla la sanzione, ritenendo la prova basata su una catena di presunzioni inammissibile. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, cassa la sentenza d'appello, chiarendo che per l'illecito di insider trading secondario è sufficiente dimostrare il possesso dell'informazione, anche tramite presunzioni complesse, purché gravi, precise e concordanti. La Corte sottolinea che gli indizi vanno valutati nel loro insieme e non in modo isolato.
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Clausola simul stabunt: legittima nel dualistico?
Un consigliere di sorveglianza decade a seguito della revoca di altri membri in virtù della clausola simul stabunt simul cadent. La Cassazione respinge il suo ricorso per danni, confermando la piena legittimità della clausola anche nel sistema dualistico, distinguendone l'effetto dalla revoca senza giusta causa e ponendo come unico limite l'abuso del diritto.
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Danno diretto ex art. 2395 c.c.: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha rigettato il ricorso di due società di navigazione contro una società di revisione. Il caso verteva sulla richiesta di risarcimento per aver stipulato un contratto con una terza società, poi fallita, basandosi su bilanci certificati ma infedeli. La Corte ha confermato che il pregiudizio subito, pari al credito non riscosso, costituisce un "danno riflesso" e non un "danno diretto" ai sensi dell'art. 2395 c.c. Di conseguenza, l'azione non poteva essere intentata dal singolo creditore, ma solo dal curatore fallimentare a tutela dell'intero ceto creditorio.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: errore fatale
Un investitore ha citato in giudizio una società finanziaria per danni derivanti da false informazioni contenute in prospetti e bilanci. Dopo aver ottenuto una vittoria in primo grado, la Corte d'Appello ha ribaltato la decisione. L'investitore ha quindi proposto ricorso in Cassazione, ma quest'ultimo è stato dichiarato inammissibile. La Suprema Corte ha riscontrato un vizio procedurale insanabile: il ricorrente non aveva depositato la sentenza notificata e aveva notificato il ricorso oltre il termine di legge, determinando l'improcedibilità ricorso Cassazione. Di conseguenza, il controricorso è stato assorbito.
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Responsabilità revisore: danno diretto e azione legale
Una società di navigazione ha citato in giudizio una società di revisione, sostenendo di essere stata indotta a stipulare un contratto con un'altra azienda, poi fallita, a causa di bilanci certificati in modo non veritiero. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della società creditrice. La decisione si fonda su un punto cruciale: la mancanza di legittimazione attiva del singolo creditore ad agire per la responsabilità del revisore contabile quando il danno lamentato è un mero riflesso del pregiudizio subito dal patrimonio sociale. In caso di fallimento, tale azione spetta unicamente al curatore. Il ricorso è stato inoltre respinto per un errore processuale nell'impugnazione della sentenza d'appello.
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Responsabilità sindaci: controllo non solo formale
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità dei sindaci per omesso controllo su un'operazione di aumento di capitale societario risultata fittizia. La sentenza chiarisce che il dovere di vigilanza non è meramente formale, ma richiede una verifica sostanziale della regolarità delle operazioni gestionali, specialmente quelle di rilevante impatto economico. La Corte ha ritenuto che un controllo diligente avrebbe permesso di rilevare l'anomalia e di agire per prevenire il danno, configurando così il nesso causale tra l'omissione e la perdita subita dalla società.
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Concordato in continuità: i flussi finanziari futuri
Una società in concordato in continuità sosteneva di poter utilizzare liberamente i profitti futuri derivanti dalla prosecuzione dell'attività, trattandoli come finanza esterna. Un creditore si è opposto e la Corte d'Appello ha revocato l'omologa del piano. La Corte di Cassazione, pur dichiarando cessata la materia del contendere per eventi sopravvenuti, ha esaminato il caso ai fini delle spese legali. Ha stabilito il principio che i flussi finanziari futuri non sono finanza esterna, ma un incremento del patrimonio aziendale soggetto alla garanzia generica dei creditori. Pertanto, devono rispettare l'ordine delle cause di prelazione e non possono essere distribuiti liberamente.
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Fattibilità del piano: quando il concordato fallisce
Una società operante nel settore dei carburanti, dopo aver visto respingere la propria domanda di concordato preventivo e subire la dichiarazione di fallimento, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. L'ordinanza sottolinea che il giudice ha il potere di valutare la fattibilità del piano, specialmente per verificarne la manifesta inettitudine a raggiungere gli obiettivi. Nel caso specifico, il piano era generico, non supportato da elementi concreti per superare la crisi, e la stessa proposta di un pagamento dilazionato in cinque anni è stata considerata un indizio dello stato di insolvenza, andando oltre la semplice crisi aziendale.
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Collegamento negoziale: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'impresa edile che contestava un pagamento per una fornitura, sostenendo l'esistenza di un collegamento negoziale con un subappalto nullo. La Corte ha stabilito che la censura si risolveva in una richiesta di riesame dei fatti e dell'interpretazione contrattuale, attività preclusa in sede di legittimità, ribadendo la distinzione tra contratto di fornitura e subappalto.
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