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Diritto Commerciale

Obbligo di segnalazione: quando scatta per il commercialista
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo di segnalazione per un commercialista sussiste anche quando solo una parte delle operazioni del cliente appare sospetta. Il caso riguardava un professionista che non aveva segnalato ingenti e sistematici prelievi in contanti (oltre 12 milioni di euro) da parte di una società sua cliente, operante nel settore dei rottami ferrosi. La Corte ha chiarito che la successiva vendita della merce con metodi tracciabili non elimina il sospetto generato dall'uso anomalo di contante per gli acquisti, configurando un forte 'indice di anomalia' che impone la segnalazione antiriciclaggio.
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Contributo ambientale imballaggi: la guida completa
La Corte di Cassazione chiarisce i confini di applicazione del contributo ambientale imballaggi. Con l'ordinanza n. 2145/2024, ha stabilito che i contenitori industriali durevoli, utilizzati all'interno di un ciclo produttivo per beni non ancora qualificabili come 'merce' destinata al mercato, non sono considerati 'imballaggi' e sono quindi esenti dal contributo. La Corte distingue tali beni dagli 'imballaggi riutilizzabili', caratterizzati da un numero minimo di rotazioni e un ciclo di vita più breve.
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Patto di manleva: limiti e varianti nell’appalto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2148/2024, ha definito i limiti di un patto di manleva in un contratto di appalto. Una società acquirente, che aveva commissionato lavori aggiuntivi, ha chiesto il rimborso dei costi alla società venditrice in virtù di una clausola di manleva. La Corte ha stabilito che la manleva copre solo le varianti rientranti nell'alea fisiologica del contratto originario e non le opere completamente nuove ed extracontrattuali, ordinate direttamente dall'acquirente. Di conseguenza, ha respinto il ricorso, confermando che i costi per tali opere aggiuntive restano a carico di chi le ha commissionate.
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Associazione in partecipazione: onere della prova
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di associazione in partecipazione per la gestione di un'attività di ristorazione. La Corte ha cassato la sentenza di merito per vizio di motivazione, evidenziando che il giudice non può ignorare un credito vantato dagli associati senza una spiegazione logica e non può fondare l'esistenza di un ammanco di cassa sul principio di non contestazione quando è stata disposta una consulenza tecnica d'ufficio e sono state sollevate specifiche critiche alle sue conclusioni.
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Garanzia soci: firma ‘in proprio’ vincola anche loro
In un caso riguardante una garanzia soci, la Corte di Cassazione ha stabilito che l'espressione 'in proprio' in un contratto crea un'obbligazione personale per i firmatari, distinta da quella della società che rappresentano. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva dato un'interpretazione illogica e priva di significato alla clausola, violando i principi di interpretazione letterale e di conservazione del contratto. La causa è stata rinviata per una nuova valutazione.
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Riassunzione del processo: il termine decorre dalla PEC
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2028/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla riassunzione del processo sospeso per una questione di legittimità costituzionale. Il caso riguardava l'impugnazione di sanzioni amministrative in cui il giudizio era stato sospeso. La Corte d'Appello aveva dichiarato estinto il processo per tardiva riassunzione, calcolando il termine dalla pubblicazione della decisione della Corte Costituzionale in Gazzetta Ufficiale. La Cassazione ha annullato tale decisione, riaffermando il principio consolidato secondo cui il termine per la riassunzione del processo decorre non dalla pubblicazione, ma dalla comunicazione formale dell'esito da parte della cancelleria del giudice alle parti, a tutela della certezza del diritto e del diritto di difesa.
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Trasferimento d’azienda: limiti alla deroga al 2112
La Corte di Cassazione ha stabilito che nel trasferimento d'azienda di un'impresa in amministrazione straordinaria che eroga servizi pubblici essenziali, non è possibile derogare al principio di continuità dei rapporti di lavoro (art. 2112 c.c.) escludendo alcuni dipendenti, se la procedura non ha finalità liquidatoria. La decisione si allinea alla direttiva UE 2001/23/CE, proteggendo i diritti dei lavoratori anche in contesti di crisi aziendale volti alla conservazione dell'attività.
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Ne bis in idem: Cassazione e archiviazione penale
Un investitore, sanzionato dall'Autorità di Vigilanza per abuso di informazioni privilegiate, invoca il principio del ne bis in idem davanti alla Cassazione. A seguito di un decreto di archiviazione penale per gli stessi fatti, la Corte emette un'ordinanza interlocutoria per approfondire la complessa questione giuridica, sospendendo la decisione finale per acquisire le osservazioni delle parti.
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Sanzione amministrativa: no alla legge più favorevole
La Corte di Cassazione ha stabilito che una sanzione amministrativa, inflitta a un'attività commerciale per violazione degli orari di chiusura, resta valida anche se una legge successiva abroga l'obbligo. La Corte ha chiarito che nel diritto amministrativo vige il principio "tempus regit actum", per cui si applica la legge in vigore al momento della violazione, escludendo la retroattività della norma più favorevole, salvo casi eccezionali di sanzioni a carattere "punitivo".
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Confisca obbligatoria: quando è sempre legittima
Una società subisce la confisca obbligatoria di lingotti preziosi dopo aver pagato una sanzione pecuniaria in misura ridotta. La Cassazione chiarisce che questo tipo di confisca è legittima anche senza un'ordinanza-ingiunzione per la sanzione principale, poiché la natura della violazione la rendeva un atto dovuto.
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Affidamento in house: i requisiti secondo la Cassazione
Una società di costruzioni ha impugnato la decisione di un Ente di Governo di affidare la gestione del servizio idrico integrato a una società pubblica tramite affidamento in house. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la complessità e la novità delle questioni legali sollevate, in particolare riguardo i presupposti, l'obbligo di motivazione e i requisiti societari per questo tipo di affidamento. Pertanto, ha rinviato la trattazione del caso a una pubblica udienza delle Sezioni Unite per una decisione approfondita, senza risolvere il merito della controversia.
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Motivazione contraddittoria: Cassazione annulla sentenza
Una società agente ha presentato una domanda riconvenzionale per il pagamento di provvigioni. La Corte d'Appello ha respinto la richiesta con un ragionamento viziato: ha affermato che la società preponente non aveva provato l'esistenza di una condizione che escludeva il pagamento, ma ha comunque negato il diritto alla provvigione. La Corte di Cassazione ha riscontrato una palese motivazione contraddittoria, annullando la decisione e rinviando il caso per un nuovo giudizio.
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Esercizio abusivo della mediazione: la Cassazione
La Corte di Cassazione conferma la sanzione per esercizio abusivo della mediazione a carico del socio di una società immobiliare. La Corte ha stabilito che non è possibile richiedere un riesame delle prove nel giudizio di legittimità e ha chiarito che l'autorità sanzionatoria non ha l'obbligo di notificare la facoltà di pagamento in misura ridotta, essendo un onere del trasgressore.
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Contributo unificato: quando non è dovuto il raddoppio
La Corte di Cassazione ha stabilito che non sussiste un errore materiale da correggere in una sentenza che non aveva disposto il raddoppio del contributo unificato. Sebbene i motivi del ricorso fossero stati respinti, l'accoglimento di una doglianza relativa all'applicazione della 'lex mitior' ha impedito di qualificare l'impugnazione come 'integralmente rigettata', presupposto necessario per l'applicazione della sanzione processuale.
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Modifica unilaterale del contratto: quando è illegittima
Una compagnia aerea ha ridotto unilateralmente la commissione di vendita per un'agenzia di viaggi dall'1% allo 0,1%, rendendo il rapporto antieconomico. L'agenzia e la sua federazione di categoria hanno citato in giudizio la compagnia. I tribunali di primo e secondo grado hanno dichiarato illegittima la modifica. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato le decisioni precedenti, dichiarando inammissibile il ricorso della compagnia aerea. La Corte ha sottolineato che la modifica unilaterale del contratto è illegittima se viola i principi di correttezza e buona fede, azzerando di fatto la controprestazione economica.
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Protesto illegittimo: quando la banca non è responsabile
Un amministratore di società veniva protestato personalmente per un assegno aziendale impagato. Nonostante il protesto illegittimo, la Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità della banca. La decisione si fonda sul fatto che l'istituto di credito aveva fornito alla stanza di compensazione tutte le informazioni corrette, indicando la società come titolare del conto e l'amministratore come semplice firmatario. L'errore finale, quindi, non era imputabile alla banca, che ha agito correttamente.
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Qualità di consumatore: quando è esclusa negli investimenti
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un investitore che contestava la validità di una clausola arbitrale invocando la propria qualità di consumatore. La Corte ha confermato la decisione di merito che escludeva tale status, poiché l'operazione finanziaria era finalizzata al recupero di proventi di un'attività imprenditoriale e non a soddisfare esigenze della vita quotidiana. L'impugnazione è stata respinta in quanto mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
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Responsabilità Consob: i limiti del controllo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1653/2024, ha chiarito i confini della responsabilità Consob (l'Autorità di vigilanza sui mercati finanziari) in caso di prospetti informativi falsi. La Corte ha stabilito che il controllo dell'Autorità non è una verifica della veridicità intrinseca dei dati, ma si concentra sulla completezza, coerenza e comprensibilità del documento. La responsabilità sorge solo se l'Autorità omette, per negligenza, di agire di fronte a palesi irregolarità o a specifiche segnalazioni, non per il solo fatto che le informazioni si siano poi rivelate false.
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Pagamento ufficiale giudiziario: quando libera il debitore?
Una società ha pagato un debito cambiario a un ufficiale giudiziario tramite assegni bancari, ricevendo indietro i titoli. La Cassazione ha stabilito che tale pagamento non è liberatorio, poiché l'ufficiale è autorizzato a ricevere solo contanti. Il debito verso la banca creditrice è rimasto in essere.
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Responsabilità dell’ente: insider trading su mercati UE
Con la sentenza n. 1624/2024, la Corte di Cassazione ha affermato la sussistenza della responsabilità dell'ente per l'illecito di insider trading commesso nel suo interesse, anche qualora le operazioni finanziarie siano state effettuate su un mercato regolamentato di un altro Paese dell'Unione Europea. La Corte ha ribaltato la decisione di merito, chiarendo che l'ambito applicativo della norma sulla responsabilità dell'ente (art. 187-quinquies TUF) coincide con quello dell'illecito presupposto (art. 187-bis TUF), esteso per legge ai mercati europei.
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